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Autore: Anown    28/07/2023    1 recensioni
Essere il signore dell'Ade era un ruolo ingrato che gli stava a pennello, perlomeno in apparenza... In ogni caso non aveva lo spirito di iniziativa per migliorare più di tanto la sua situazione, piuttosto che rapire una moglie era più facile che fosse lui ad essere rapito.
La prima parte della storia è una sorta di parodia del mito di Ade e Persefone.
La seconda è una chiacchierata notturna.
I personaggi principali sono Sakutaro Morishige e Mayu Suzumoto.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mayu Suzumoto, Mitsuki Yamamoto, Sakutaro Morishige, Yoshiki Kishinuma, Yuuya Kizami
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sakutaro non amava molto il suo lavoro come divinità sovrana del regno dei morti.
Quando glielo appiopparono, scherzarono tutti parecchio su quanto col suo carattere cupo, Sakutaro, fosse praticamente nato per quel ruolo!
Lui era d'accordo. Quello era senz'altro il modo in cui appariva. E non poteva dire che l'atmosfera fredda e buia del mondo sotterraneo fosse priva di fascino... Ma era tutto mortalmente poco stimolante!
Nonostante le apparenze, Sakutaro era una persona estremamente creativa, avrebbe voluto scrivere tragedie, magari recitarci anche e studiare arte. Sì, faceva schifo a disegnare e dava fuoco a tutti gli scarabocchi che faceva... ma amava studiare la composizione delle immagini.
Al solo pensarsi mentre si dedicava ai suoi hobby, si immaginava le altre divinità che gli ridevano dietro, quindi preferiva non parlarne.
Oltre alla mancanza di stimoli, vi era un altro problema. Sakutaro si ammalava facilmente e ci vedeva poco. Le grotte gelide, umide e buie che componevano i suoi domini non erano certo un toccasana per la sua salute fisica e mentale.
Ormai la divinità era abituata a girare tutta avvolta in una miriade di strati di tessuto e continuamente circondata da fuochi fatui per farsi luce.
Erano secoli che a causa della scarsa luminosità il suo ciclo sonno-veglia era morto. Come tutti i suoi sudditi del resto...
“Questo lavoro è meno adatto ad un misantropo di quel che si potrebbe pensare... Una volta morti gli umani finiscono tutti qua! Rischio il sovraffollamento... tra un po' mi ritroverò le anime dei morti nei miei appartamenti privati...”
Ma Sakutaro era troppo dignitoso per permettere che altri si accorgessero della situazione, così essendo quel giorno costretto a salire in superficie per il matrimonio di qualcuno di cui non si ricordava, fece del suo meglio per apparire apparire austero e sistemato davanti le divinità del piano di sopra.
-Sei così pallido ed emaciato... Sicuro di stare bene?- gli chiese con insolita gentilezza Mitsuki, la Dea della fertilità e dell'agricoltura. Ma Sakutaro era troppo infastidito dal fatto che il suo tentativo di darsi un tono fosse penosamente naufragato per apprezzare la cortesia.
-Sarà solo un' impressione, Mitsuki. Sai, non sono più abituato a stare alla luce del sole.- poi si ricordò di dover essere cortese. -Grazie per la preoccupazione...-
-Potrai anche essere un maniaco, ma non ti voglio così male da eliminare ogni preoccupazione per le tue condizioni.-
Sakutaro non ribattè e si trattenne dal mostrare emozioni. La cara Mitsuki aveva cominciato a guardarlo sotto una luce negativa il giorno in cui l'aveva sorpreso ad intessere lodi per l'estetica di alcuni cadaveri. “Se non mi facessi piacere almeno un po' il mio lavoro diventerei pazzo e svilupperei qualche disturbo. Vorrei vedere te al mio posto!” Ma aveva evitato di chiarirsi dando per scontato che comunque Mitsuki non lo avrebbe capito.
Se qualcuno fosse stato capace di leggergli i pensieri l'avrebbe detestato per quel modo di ragionare, di questo Sakutaro ne era certo, ma cercava di non giudicarsi troppo negativamente per non darsi noie non necessarie.
Ad un certo punto cominciò a starnutire e notò che aveva dei fiori che gli stavano crescendo addosso.
Era il sovrano dell'Ade e a quanto pare era allergico al polline “Probabilmente me lo sarei dovuto aspettare.” pensò fra uno starnuto e l'altro.
-Mayu! Potresti evitare di ammazzare il Dio dei morti? Sarebbe abbastanza imbarazzante!- disse Mitsuki richiamando la figlia.
La fanciulla Dea della primavera smise di nascondersi e sbucò dall'erba con un vivace sorrisetto.
-Perdonami, fratello mio.- disse con un inchino giocoso e con le guance arrossate. -Desideravo farti uno scherzo, ma non volevo seccarti e non sapevo fossi allergico al polline, lo giuro.- riuscì a suonare sincera e innocente.
-Ti credo e ti perdono...- normalmente Sakutaro avrebbe dedicato un'occhiata truce a qualcuno che aveva avuto un' idea tanto scocciante, ma quello era un caso speciale, così salutò la fanciulla con un lieve cenno della mano e un sorriso docile.
Mitsuki percepì un' atmosfera che non le piaceva. -Mayu, ti dispiacerebbe starmi più vicino e allontanarti da lui?- chiese alla figlia. -Se nelle tue vicinanze il sovrano dell'Oltre Tomba dovesse sembrare meno cupo del solito, potrebbero spargersi delle voci sconvenienti.-
-Lo sai che per me è come una sorellina.- intervenne Sakutaro alzando gli occhi al cielo, per poi pentirsi perchè erano particolarmente sensibili alla luce. -Sei davvero così crudele da privarmi dell'unica compagnia decente? Devi volermi davvero male, Mitsuki...- disse asciugando le lacrime causate da quel maledetto sole mentre cercava comunque di mantenersi dignitoso.
-Va bene, Dio dei lamenti, puoi girare con noi se proprio... Mayu? Dove sei finita?!- per un attimo Mitsuki si allarmò, poi realizzò che la ragazza si era semplicemente allontanata per unirsi ad un gruppo di amiche.
Sakutaro si lasciò sfuggire un sospiro. -Forse sentirci parlare come se lei non avesse una volontà, l'ha messa di cattivo umore.- ipotizzò preoccupato.
Vide che Mitsuki lo stava guardando con sospetto.
“Davvero non ti capisco.” si limitò a pensarlo.
Sakutaro non ebbe più opportunità di rivedere Mayu quel giorno. La cosa lo mise a disagio. Se le aveva creato qualche fastidio, voleva scusarsi.
-Tranquillo, mia figlia se n'è già andata ma le ho riferito che eri dispiaciuto.- lo informò Mitsuki poco prima di andarsene.
Non era la stessa cosa di parlarle direttamente e Sakutaro continuava ad avvertire una sorta di vuoto, ma era meglio di niente. -Grazie.- le sorrise sinceramente.
Mitsuki fece un saltello all'indietro e si mise in posizione di difesa mentre esibiva un'espressione confusa. -Non so se sei inquietante o grazioso con quella espressione così carina e normale...- disse con sospetto. -Sicuramente non è da te.-
“E tu sei assurda...”
-Vorrei che fossi un po' più sincero sulle tue intenzioni, i tuo sentimenti, il tuo umore...- disse Mitsuki in posizione di riposo. -Chissà, potrei anche acconsentire... o forse no, ma se tu non fai il primo passo, non potrai mai saperlo.-
-Potresti acconsentire... a cosa?- chiese Sakutaro con aria confusa.
Mitsuki sbuffò e si portò le mani ai morbidi capelli chiari e ondulati. -Sei davvero senza speranza! Che spreco... eppure sei molto intelligente se ti si da l'opportunità di parlare. E anche se sei un maniaco tendenzialmente pigro, sei piuttosto affidabile quando ti si affida un compito. Sei persino carino a modo tuo!-
Sakutaro si sentiva stordito da quegli improvvisi complimenti che non era sicuro di considerare tali.
-Mitsuki, sei una donna sposata.- gli ricordò. Non era sicuro di che intenzioni avesse la Dea del raccolto, ma per sicurezza aveva preferito mettere le cose in chiaro.
-E tu rimarrai vergine per l'eternità!- disse spazientita prima di congedarsi.
“Visto? Ho ragione. Fra noi c'è un abisso di incomunicabilità.”

Nonostante non fosse un luogo che amasse, Sakutaro dopo il matrimonio tornò diligentemente alla sua dimora e suo luogo di lavoro e rimase senza risalire per un po' di giorni. Forse anche settimane o mesi... Tenere il conto del tempo non era facile e nemmeno necessario. Più che altro, Sakutaro si chiedeva perchè gli venisse tanto difficile evitare ciò che non amava, dov'era il suo istinto di fuga?
“A furia di passare il tempo con i morti, è come se lo fossi anche io...” emise un lungo sospiro, poi si bloccò percependo una strana variazione nelle temperatura, era un po' più alta di quanto doveva essere.
“Qualche visita indesiderata?” ricollegò il calore alla presenza di qualche divinità del piano di sopra. Si preparò psicologicamente alla cosa e avanzò nello stretto corridoio che l'avrebbe condotto alla stanza scelta dall'intruso.
“Mitsuki?” si chiese cominciando a vedere delle piantine cresciute improvvisamente sulle pareti. In realtà sperava che si trattasse di qualcun altro ma non aveva voglia di pensare troppo positivo per poi rimanere deluso.
Appena entrato si sentì salutato da un'allegra vocetta. -Ehi!-
-Mayu?- era sorpreso e felice, ma si ricompose quasi subito. -Hai avvertito tua madre che venivi a farmi visita, giusto?- chiese con tono calmo. -Sono molto felice di vederti.- le disse vedendo che la ragazza si era leggermente imbronciata. “Per l'eventuale ira di Mitsuki, pazienza...”
Mayu rispose sorridendo nervosamente. -Ehm... si, sono felice che tu sia... felice...-
Prima che Sakutaro potesse chiederle se qualcosa non andasse o se era venuta con un obbiettivo specifico, Mayu preparò la voce e si diede un tono sicuro:
-Dunque, ho avuto un' idea.-
-Va bene, dimmi pure...-
-Il fatto che nel mondo di sopra, a causa mia e di mia madre sia sempre primavera, stanca abbastanza gli esseri viventi, non trovi?-
-Suppongo di si... Ma non passo molto tempo di sopra.- le ricordò mentre cercava di capire dove la ragazza volesse andare a parare.
-Allora fidati di quel che ti dico...-
-Bene, lo farò, perchè non dovrei?-
-Quindi stavo pensando, non sarebbe una buona idea se almeno io per un po' di mesi all'anno sparissi dalla circolazione?-
-Ho capito.- ammirava molto la lungimiranza e il comportamento responsabile di Mayu. Nonostante il suo ruolo riusciva a non montarsi la testa e a preoccuparsi della salute degli esserini più insignificanti, a volte anche disgustosi, era una giovane meravigliosa. -Quindi per evitare che sia sempre primavera vorresti stabilirti per qualche mese all'anno qui da me, giusto?- capì.
Gli occhi chiari della ragazza si illuminarono e annuì con decisione.
-Per me va bene, lo spazio qui c'è, però dovrai parlarne tu con tua madre.- in realtà Sakutaro era molto più felice di quanto non desse a vedere con quel suo tono quieto.
Mayu aprì la bocca per un attimo, ma inizialmente la voce non le uscì. Si fece coraggio e ritentò. “O la va, o la spacca.” si disse. -Non sarebbe così strano se nel frattempo ci sposassimo anche, non credi?- gli disse ridendo nervosamente.
-Giu... giu...? Eh?!- Sakutaro era attonito. -Aspetta... aspetta... aspetta...- ripetè mettendo le mani avanti. Prese un respiro e cercò di mantenere la calma, ma Mayu lo interruppe.
-Guarda che se vuoi rifiutarmi non è un problema, non posso costringerti.- gli disse cercando di mostrarsi molto serena all'idea, ma nel frattempo, influenzata dall'umore della ragazza, la temperatura era scesa a picco e le piante erano appassite.
-Non voglio rifiutarti... ma non è questo il nostro tipo di rapporto...- rispose Sakutaro cominciando a mostrarsi apertamente nervoso.
-Ecco, non vorrei sembrarti insistente, il rifiuto mi va benissimo! Eh eh...- nel mentre nella stanza si erano generate delle stalagmiti. -E' solo che vorrei capire meglio... qual è il tipo di rapporto che abbiamo secondo te?- gli chiese.
-In realtà… Sai, ho fatto voto di castità. Non posso proprio sposarti, mi dispiace.- non sapeva nemmeno lui perchè l'avesse detto, era convinto di non essere il tipo che si inventava storie per sfuggire agli inconvenienti, ma era stato preso da un' irrazionale bisogno di una fuga facile.
-Voto... di castità?- ripetè Mayu dubbiosa.
-Esatto, la morte non può essere fertile...- “No, perchè sto insistendo su questa menzogna?” ma continuò comunque: -Capisco, la spiegazione più logica per il mio essere celibe ti sarà sembrata che nessuno voglia venire a vivere qui... poi Mitsuki ti avrà sicuramente detto qualche... qualche cosa poco carina su di me. Ma non è che per pena devi proporti tu...-
-Ma no! Non era per pena è che... Il signore degli inferi n-non è esattamente la prima divinità che mi viene in mente quando si tratta di voto di castità! M-mi sarà sfuggito, scusa! Eh eh...- improvvisamente nella stanza cominciò a nevicare.
-Ehm...- “Ho frainteso qualcosa? L'ho ferita in qualche modo?” -Se ci sposassimo te ne pentiresti, non sono adatto...-
-Non voglio insistere, davvero...- più Mayu si sentiva in difficoltà, più le stalagmiti diventavano alte e la nevicata si intensificava. -Ma... perchè me ne pentirei? Perchè non sei adatto?- disse sforzandosi di sorridere e di mostrarsi tranquilla.
“Rifletti, Sakutaro, rifletti. Devi impedire questo matrimonio e spiegarle gli ottimi motivi per cui non s'ha da fare... cioè... cio...è?”
-Ehilà!- disse la voce di un nuovo intruso che si era materializzato nella stanza. Si trattava di Yoshiki. Aveva il ruolo di messaggero, protettore dei mercanti, dei viandanti e dei ladri.
Sakutaro non poteva non sentirsi almeno un po' sollevato dall'interruzione... ma l'espressione sghignazzante del messaggero biondo non lasciava presagire niente di buono.
-Che vuoi?- chiese non riuscendo a nascondere il proprio fastidio.
Yoshiki gli porse una lettera. -Congratulazioni!- gli disse senza consegnarla e gli diede una pacca sulla spalla.
-Yoshiki?- momorò Sakutaro infastidito mentre le nevicata provocata da Mayu si trasformava in tempesta di neve.
-Sono solo contento che tu ti sia dato una svegliata finalmente!- disse il ragazzo sghignazzante.
Sakutaro gli levò con violenza la lettera. Leggendone il contenuto sbiancò.
-Ah, ah! Questa volta l'hai fatta davvero infuriare!- scherzò Yoshiki. Mayu li guardò con interesse, poi allontanò lo sguardo da colpevole.
Sakutaro protestò: -Ma io non ho affatto rapito Mayu! Né la sto costringendo a sposarmi!-
Yoshiki sospirò: -Ah, ecco... mi sembrava strano che tu riuscissi ad essere tanto intraprendente! Mi spiace Mayu... forse dovresti rapirlo t...-
Sakutaro lo interruppe afferrandolo per il braccio -Dannato! Allora perchè non hai preso le mie difese spiegando a Mitsuki che doveva aver frainteso?!-
-Ops...- Mayu rise nervosamente. -Sarebbe imbarazzante spiegare che è tutto uno sbaglio... a questo punto... sarebbe più semplice sposarci davvero, non credi?-
-Noooooo! Ehm, volevo dire... Tranquilla, Mayu, ci sarà sicuramente un'altra soluzione!-
-A volte mi chiedo se tu non sia un po' stupido in realtà...-
-Zitto, Yoshiki!- lo trascinò per il braccio in corridoio e cercò di riacquistare un tono calmo. -Allora... tu andrai a spiegare a Mitsuki che non ho rapito Mayu! E' venuta qua di sua spontanea volontà per far variare un po' le stagioni in superficie perchè pensa che per gli esseri viventi sia meglio così, è chiaro?-
-Non dovresti starmi così vicino. Guarda che la tua spasimante fraintende e si ingelosisce...-
-Ma che stai dicendo?! Diamine... L'universo oggi si è messo contro di me? Cosa ho fatto di male?-
-Sakutaro, dico sul serio! Ricordi quando ti sei preso quel grampo alla caviglia e mi hai costretto a trasportarti? Mayu mi ha tenuto il broncio per mesi...-
-La vuoi smettere di calunniare la povera Mayu?! Non è affatto il tipo da offendersi!-
Con aria stufa Yoshiki gliela diede vinta -Hai ragione, tenere il broncio, non è l'espressione giusta, era sorridente e tranquilla come al solito. Ma ho comunque capito che internamente mi stava tenendo il broncio perchè per mesi ho avuto una nuvola di pioggia a stalkerarmi!-
Sakutaro non sembrava affatto meno irritato.
-Calmati, non sto dicendo che Mayu abbia un brutto carattere.- il biondino cercò di essere rassicurante e amichevole poi si fece più serio. -Però quella ragazza tende a tenersi alcune cose dentro e tu, con la tua indecisione, la farai uscire di testa! È palese che ti vada dietro, se non ti interessa in quel senso dovresti essere il più diretto possibile e dirglielo.-
Con un'espressione stizzita, Sakutaro si portò le mani al capo come se volesse coprirsi le orecchie e non sentire più niente. -Senti, conosco la situazione molto meglio di te, Yoshiki. Hai frainteso tutto, fidati.-
-Aiuto, sei proprio un caso perso...- Yoshiki si accorse di non riuscire più a muovere i piedi, si erano ghiacciati. -Perfetto! Mayu mi maledirà di nuovo!-
Sakutaro vide che effettivamente Mayu era uscita dalla stanza e in quel momento ci stava ritornando -Ma sta' zitto!- disse un offeso Sakutaro seguendo la fanciulla.
-Ehi? Che fai? Mi lasci qui con i piedi ghiacciati? Ehi? Sakutaro, ehi!-

Sakutaro si preparò psicologicamente ed entrò nella stanza in cui aveva lasciato Mayu.
-Perdona l'attesa...- poi si accorse di ciò che la ragazza stava tenendo in mano e sbiancò.
-Tranquillo... anzi, scusa se mi stavo intromettendo in una conversazione privata...- Mayu guardò preoccupata l'espressione nervosa di Sakutaro. -Cosa c'è?- chiese con una vocina timida.
-Quello...- Sakutaro sussurrò indicando il frutto aperto che Mayu teneva. Era un melograno a cui mancavano diversi chicchi.
-Non dovevo prenderlo? Scusa, è che non c'è ne sono nel mondo di sopra, così volevo capire meglio cos'era, che aspetto, colore e sapore aveva...- si scusò sorridendo. -E' buono... ma è stato un inferno riuscire ad aprirlo! Dei sgrani sono tipo esplosi via appena ho separato le due metà...-
Sakutarò stanco e sconsolato si appoggiò alla porta.
-Oh che disastro...- disse Yoshiki ripresentandosi strisciando i piedi con fatica. -Quello non è forse un frutto che se mangiato non permetterà più di tornare al regno dei vivi per un numero di mesi che dipende dal numero di chicchi ingeriti?-
A quel punto Sakutaro perse i sensi.

Sakutaro Morishige si risvegliò di notte nel letto del suo appartamento.
“Deve essere stato quel maledetto libro...” quel giorno era stato in libreria con Mayu. Aveva visto un retelling del mito di Ade e Persefone e si era chiesto a voce alta perchè quel mito fosse così sopravvalutato e visto continuamente in chiave romantica. Poi si accorse dello sguardo imbarazzato della ragazza e capì che in realtà lei era interessata così per scusarsi glielo aveva comprato.
La luce sul comodino venne accesa -Shige-nii? Stai bene?-
-Tranquilla, ho solo fatto un sogno molto stressante in cui dovevamo sposarsi.- si lasciò sfuggire ancora mezzo addormentato. Poi fece mente locale e si accorse con orrore di aver parlato alla sua ex compagna di classe di medie e superiori, migliore amica, ora fidanzata e tra qualche mese sposa.
Mayu lo fulminò con gli occhi socchiusi poi si spinse all'estremità del letto e si tirò via le coperte avvolgendosi come un bruco in una qualche strana forma di protesta.
-Mayu, mi spiace...- disse il ragazzo accarezzando il bruco di coperte. -Lo sai come sono fatto quando di tratta di sentimenti e rapporti umani... Non mi piace quando le cose sono diverse da come le pensavo... ci metto un po' a capire e ad abituarmi. Passare da amici a fidanzati, per me è stato un piccolo, grande shock! Visto che almeno formalmente la situazione sta per cambiare di nuovo, magari inconsciamente sono scosso, avrò fatto quel sogno anche per quello. Non significa che non sia convinto della mia scelta.-
Il bruco mostrò la testolina castana. -Ne sei proprio sicuro?-
-Si... tu?-
La giovane donna riemerse completamente come stesse cambiando pelle. -Per seguirti ho dovuto imparare l'inglese e andare a studiare fuori dal Giappone. Non so se ti rendi conto... Imparare l'inglese...- disse con tono spettrale. -Quindi, secondo te? Sono convinta oppure no?- chiese ridacchiando sommessamente. Ma ottenne l'effetto contrario di quello desiderato.
-Non hai paura di essere capace di tenere a me più di quanto io tenga a te? Insomma, io non programmavo di studiare con te, il fatto che tu mi abbia seguito è stata una sorpresa gradevole sì, ma inaspettata... sarei partito senza problemi senza di te. Penso che se mi avessi chiamato perchè avevi bisogno urgente di me per risolvere qualcosa, ok... sarei tornato probabilmente... però non sentivo il bisogno di stare con te senza motivo... Chissà, magari mi sarei scordato di te e avrei percepito una tua eventuale chiamata come una scocciatura. Capisci cosa intendo, Mayu?- “Il mio dovere di avvertirti lo sto facendo... spero...” sospirò e guardò il soffitto.
Mayu si avvicinò e gli appoggiò la testa sulla spalla. -Sono sicura che tu tenga a me quanto io tengo a te... sei solo poco espansivo, ma questo non significa nulla.-
-Invece c'è buona probabilità che una persona espansiva, mettendosi con una anaffettiva abbia una relazione molto infelice e solitaria...-
-Ma tu non sei anaffettivo! Sei semplicemente uno che si chiude facilmente quando le cose vanno male.-
A quanto le avevano detto Ayumi e Seiko, quando Mayu si era trasferita in un altra scuola, Sakutaro era diventato molto più freddo con le persone con cui era riuscito a socializzare e si era isolato quasi del tutto. Yoshiki si era impuntato e lo aveva rimproverato per il suo comportamento giudicandolo maleducato e perchè stava facendo preoccupare tutto il gruppo.
Conoscendo l'attitudine di Sakutaro a distaccarsi dalle relazioni umane complicate e a non prendere iniziative che potevano sembrargli non necessarie e inopportune, Yoshiki si era accertato che oltre ad incontrarla quando poteva, Sakutaro mantenesse il contatto telefonico e telematico con Mayu suggerendogli più volte di telefonarle e mandarle dei messaggi anche quando il ragazzo sembrava demoralizzato e convinto di poterla disturbare.
Da una parte Mayu gli era stata grata, dall'altra sperava che Yoshiki non lo avesse forzato eccessivamente ad andare contro la sua natura. Temeva anche che Yoshiki si stesse comportando in quel modo per distrarsi dal fatto che la sua amata Ayumi alla fine fosse riuscita a mettersi con Satoshi...
C'era una cosa che Mayu non aveva mai detto a Sakutaro. Lei aveva accarezzato più volte l'idea di seguirlo all'estero finite le superiori da quando il ragazzo le aveva parlato di quel suo progetto. Ma a convincerla erano stati i suoi amici della vecchia scuola.
A loro modo per rincuorarla, le avevano detto che Sakutaro le avrebbe chiamato di continuo una volta andato all'estero perchè con le sue terribili capacità di socializzazione sarebbe sicuramente rimasto solo. Per scherzare si erano anche messi a fare delle scommesse su quanto Sakutaro avrebbe retto fuori dal Giappone, quante volte alla settimana avrebbe sentito il bisogno di contattarla, di quante cose si sarebbe lamentato e cose così.
Ma la meno rassicurante fu Mitsuki Yamamoto, una ragazza della nuova scuola in cui era andata.
“Devi essere tu a chiamargli di tanto intanto per assicurati delle sue condizioni mentali. Devi fargli degli interrogatori per assicurarti di estrapolargli la verità!” l'aveva avvertita con tono serio.
“Quel ragazzo è fastidiosamente orgoglioso! Sicuramente proverà a farti credere che sta bene e magari a volte si sentirà anche troppo a disagio per chiamarti... ma devi stare attenta! Quello potrebbe ammazzarsi senza di te... magari lo ritroviamo in una bara... con le vene tagliate... o magari si avvelenerà, che ne sappiamo.”
“M-Mitsuki?!” Fukuroi la richiamò con sconcerto. Kizami invece aveva risposto con pacatezza, ma con una sua crudeltà:
“Io invece dico che senza Suzumoto, quel ragazzo si sentirà rinato e finalmente libero di scoprire sé stesso. I falsi legami sentimentali sono un ostacolo per le persone come me e quel ragazzo, fidatevi, è molto meglio interromperli.”
Mitsuki gli lanciò una scarpa, ma Kizami non fece una piega e la guardò con aria di sufficienza. Poi Mitsuki provò a saltargli addosso, ma venne bloccata da un esasperato Fukuroi che per quanto potesse essere in disaccordo con la mancanza di tatto di entrambi i compagni, voleva evitare che il tutto finisse nel sangue. A giudicare da come Kizami provocava Mitsuki dandole dell'ipocrita, sembrava che lui invece in un massacro ci sperasse un po'...

“E se Kizami avesse avuto ragione e andando con Shige-nii io gli avessi impedito di diventare indipendente e più sicuro di sé e delle sue abilità sociali?”
-Tu vorresti dei figli in futuro, giusto? Però io sarei molto inadatto al ruolo di genitore, lo sai, vero?- Sakutaro nel mentre le propose questo ulteriore avvertimento. Si era seduto sul letto e l'aveva guardata con serietà. -Alla fine sto diventando medico come mio padre. Magari diventerò assente ed emotivamente incapace di comprendere i problemi della mia famiglia proprio come lui e tu...- “Potresti finire per sentirti abbandonata ed esaurita come tua madre...” non riuscì ad aggiungere questa frase, ma temeva comunque che Mayu capisse che voleva andare a parare lì.
Anche se un po' scocciata, Mayu gli grattò la testa con le nocche per fargli dispetto ed alleggerire la situazione. -Sai, ti osservo da tanto tempo. Per quanto non possa essere dentro la tua testa, guardandoti dall'esterno posso accorgermi di molte cose a cui non fai caso, considera anche che essendo una persona innamora sono spaventosamente attenta ai dettagli di ogni cosa che fai...- per un attimo lo guardò con un sorrisetto un po' losco, sapeva di averlo messo in imbarazzo, poi continuò: -Sei molto più bravo a prenderti cura degli altri di quel che credi, Shige-nii. Fidati, ti conosco molto, molto bene.-
Vide l'uomo sospirare, poi sorridere leggermente. Si sentì rincuorata, ma anche un po' timorosa e gli chiese: -Non è che non sei affatto intenzionato a sposarmi ma lo fai perchè fin dall'inizio ti sei fatto trascinare in questa relazione dai miei sentimenti e dai miei bisogni?-
Sembrò per un istante che Sakutaro si potesse mettere a ridere, invece rispose con compostezza. -Se mi conosci bene, dovresti sapere che sono troppo egocentrico per sacrificarmi per i desideri di qualcun altro. Ma non sono egoista al punto da non avvertirti se ritengo che tu possa andare incontro a dei rischi.-
-Hai ragione, lo so.- infatti Mayu ricordò di essere stata sottoposta da lui ad una lunghissima serie di domande quando aveva detto di voler partire.
Sakutaro sorrise... la Mayu del sogno era molto più la ragazzina che aveva conosciuto alle medie. Era cresciuta molto e lui era in parte deluso dalla propria tendenza a scordarsene, ma molto felice di  potersene stupire tutte le volte che se ne rendeva conto e grato di avere il privilegio di poterla contemplare.
“Visto che è una donna ormai, dovrei darle la massima fiducia... ma...” -Allora ti farò un'ultima domanda per assicurarmi che tu sia convinta di fare il terrificante, grande passo...- “Ma così è più divertente...”
-Ok, spara...-
-Perchè mi chiami ancora “Shige-nii” invece di utilizzare il mio nome? È un po' strano avere una fidanzata che si riferisce a te come fratello... Non è che da qualche parte nella tua mente non volevi davvero che diventassimo amanti, ma in qualche modo ti ho inconsciamente plagiata?-
-Ah, al massimo potrei averti plagiato io... eri quello più restio all'esperimento dei fidanzati, ricordi?- rispose Mayu sentendosi presa in giro.
-La mentre può operare in modo subdolo e misterioso, Mayu...- disse con un tono pacato e un sorrisetto compiaciuto, curioso di scoprire se l'aveva messa almeno un po' in difficoltà.
-Sakutaro...- come Mayu si aspettava, usando il suo nome ne richiamò l'attenzione molto più efficacemente, ma il giovane uomo le sembrò un po' turbato e imbarazzato. -Sakutaro, guarda che “Shige-nii” è solo un soprannome. Ti chiamo così per abitudine e per affetto, ma non ti ho mai visto come una specie di parente.- le tornarono in mente dei ricordi che la fecero quasi ridere. -Anzi, ho cominciato a chiamarti così non solo perchè hai cominciato a comportarti come se avessi delle responsabilità nei miei confronti, ma anche perchè sembravi più vecchio del resto della classe delle medie. Eri alto come alcuni insegnati, sembrava che non ti divertissi con le cose che divertivano noi altri “bambini” e non eri molto vivace... inizialmente ti avevo anche scambiato per un ripetente che si annoiava perchè conosceva già tutto il programma, ricordi?-
-Ah, si...- il ragazzo sbuffò.
-Non è che non apprezzi le tue doti di persona responsabile, penso che saresti uno splendido fratello maggiore o genitore! Ma ti considero, e ti ho sempre considerato, in modo molto diverso, Sakutaro... Sei tu che sei stato davvero lento a capirlo! Mi hai davvero fatto penare, sai?- disse divertita.
-Ok, grazie della risposta... ma preferirei che tornassi a chiamarmi come al solito. Ero curioso di sentirtelo pronunciare, ma come temevo, sentirti dire “Sakutaro” mi fa rabbrividire... è come se avvertirsi qualcosa di sbagliato e innaturale quando lo fai...- ammise il ragazzo. -Come pensavo, nessuno riesce a rendere quel nome gradevole, ai miei devo proprio aver fatto antipatia fin da quando mi hanno visto per la prima volta, ecco perchè mi hanno chiamato così...- disse scherzando.
-Ok, allora ti chiamerò “Sakutaro”, solo quando vorrò infastidirti, Sakutaro. Buona notte, Sakutaro.-
Sakutaro sospirò. -Ok, buona notte, sorellina cara.- le diede un bacio sulla fronte, si riprese la parte di coperte che la fidanzata aveva precedentemente rubato e cercò di riprendere sonno.
-Comunque visto che “Sakutaro” mi piace, credo che darò nomi simili a tutta la nostra progenie...- minacciò Mayu nel buio, rendendo la sua proposta ancora più inquietante.
-N-non farlo... verrai sicuramente maledetta...- borbottò Sakutaro.
-Eh? Ma non sei ateo?- bisbigliò lei divertita strisciando più vicina al fidanzato. -Non è che non ti piace il tuo nome perchè non sei abituato ad avere persone abbastanza in confidenza con te da usarlo?- chiese preoccupata.
-E' plausibile.- rispose lui indifferente, non erano più problematiche che lo toccavano. -Beh, in realtà quella tua compagna di scuola, Mitsuki, l'ha usato spesso il mio nome quando ha capito che mi dava fastidio...- sibilò infastidito.
-Lo faceva per renderti meno insicuro... voleva che capissi che non era un brutto nome...-
-E' quello che intendevo infatti, lo so che è una brava persona... ma sai, io sono una persona maligna. Di parlare con fastidio anche delle persone che mi stanno simpatiche ne ho un po' bisogno...- ammise serenamente. -Forza dormi. Non devi tormentarti per la mia immensa solitudine. Meno di te, ma anche io ho imparato un minimo a socializzare e a cavarmela negli anni, stai tranquilla.-
-N-non è che io ti veda come un incapace sotto quell'aspetto! Sei una persona fantastica!- disse imbarazzata -Ma a volte non riesco proprio a non preoccuparmi... scusami, è nella mia natura impicciona. Notte...-
-Sei una specie di angelo protettore... non so davvero cosa ti abbia portato a me...- disse Sakutaro con affetto alla giovane, quando pensò che fosse addormentata. -Ma visto che sembri determinata a restarci con me, farò del mio meglio per non darti problemi, Mayu...- voleva trasmetterle quei sentimenti quando sarebbero stati entrambi svegli e lucidi e nel momento giusto, ma non sapeva bene come organizzarsi il discorso. “Forse sarebbe più contenta se le dicessi che che mi affido a lei e dessi più carica a quella parte del discorso oltre esplicitarle che farò comunque del mio meglio per sopperire alle mie mancanze... Ma non sarebbe troppo da sanguisuga?! Ah! Faccio davvero pena in questo genere di cose...”
Sospirò e accarezzò la testa della futura sposa. -Abbiamo una lunga strada davanti a noi, Mayu... lunga e tortuosa... Ma, sarò davvero felice di trascorrerla in tua compagnia...- “Sì! Domani devo dirle qualcosa del genere! Farò meglio a ricordarmene...”


Angolo dell'autrice:
Salve, come va?
Allora, questa oneshot in realtà l'avevo scritta quasi tutta diversi mesi fa, ma a volte mi blocco e ci metto un po' per riuscire a rileggere le cose da pubblicare... è comunque carino ritrovarsi a rileggere una cosa dopo tanto tempo e chiedersi “Ah, ma 'sta cosa l'ho davvero scritta io? Chissà cosa avevo in testa in quel momento...” infatti se mi chiedete perchè in questa storia viene detto che Ayumi si mette con Satoshi, la risposta è proprio questa; non so cosa avevo in testa in quel momento...
Forse l'ho fatto per dare un retrogusto amaro al povero Yoshiki che si ritrova alle prese con un Sakutaro Morishige tutt'altro che intraprendente... ma la vera risposta non la so!
Comunque questa storia mi è venuta in mente in un periodo in cui ero abbastanza presa dai retelling legati al mito greco. Avevo appena comprato La canzone di Achille, stavo leggendo Lore Olympus (anche se mi piace in parte ma non del tutto questo webtoon) e stato scrivendo una fanfiction ispirata al mito di Arianna (la sto continuando a scrivere ma in questo momento mi sono bloccata o_O)  così, visto che mi sembra un argomento abbastanza popolare mi sono messa un po' a pensare al mito delle stagioni che trovo molto suggestivo da un punto di vista simbolico ma su cui ho pensato che mi verrebbe abbastanza difficile immaginare una storia sentimentale (quasi tutto il mito greco in realtà è difficile da immaginare in chiave romantica per me...) così mi sono messa a casaccio a scriverci questa sorta di parodia utilizzando questi personaggi perchè da un punto di vista simbolico trovo che si adattino bene ai ruoli, inizialmente non pensavo davvero che ci avrei fatto una fanfiction, ma il risultato non mi dispiace, così eccomi qui.
Ho scelto Mitsuki come Demetra nonostante non sia collegata a Mayu nel gioco perchè... amo questo personaggio! E' molto secondario, non fa neanche una buonissima figura probabilmente ma ho trovato molto interessante il suo punto di vista e le sue interazioni con Fukuroi e Morishige in Book of Shadow, inoltre essendo formosa si adatta decentemente ad una dea associata all'agricoltura e alla fertilità. L'ho scelta anche perchè Demetra viene spesso interpretata come un personaggio duro e iperprotettivo nei retelling (e tendenzialmente antagonista) anche se mi spiace abbastanza... nel mito è semplicemente una madre disperata perchè le hanno rapito la figlia... per questo ho comunque deciso di non interpretare il suo ruolo come realmente negativo in questa storia.

Finita questa lunga parentesi, vi ringrazio per la pazienza e per aver letto la storia.
Spero tanto che sia stata una lettura piacevole, se volete darmi un parere sarò lieta di ascoltarlo.
Alla prossima! ^^
  
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