Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: lovinfaber    30/07/2023    0 recensioni
Storia ambientata nella trilogia sequel di Star Wars.
Hurrem Rohat, eccentrico comandante della nave Revenant, viaggia nello spazio alla ricerca di qualcosa che le è stato portato via. Farà di tutto per raggiungere i suoi obiettivi, anche sfidare l'intero Primo Ordine.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kylo Ren, Leader Supremo Snoke, Maz Kanata, Nuovo personaggio, Rey
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Certo è che il Primo Ordine non bada a spese in quanto a stazioni e centri di ricerca. Due assaltatori ti hanno accompagnata presso il tuo luogo di lavoro, ben lontano dall'umido e insalubre centro di detenzione. Vieni accolta da un ambiente tanto ampio quanto sterile, come del resto lo è tutta questa base militare spaziale. La postazione alla quale dovresti lavorare è dotata di tutto ciò che puoi immaginare, per non parlare di altri attrezzi di cui ignori le funzioni. Al confronto, il laboratorio di Tavistock era una bettola.

"Non ti aspettavo così presto" una voce maschile distoglie la tua attenzione dal posto. Ti si avvicina un uomo di bell'aspetto, sulla quarantina.

"Temo di non poter decidere i miei orari." Rispondi tranquillamente, mentre i due assaltatori ti liberano dalle manette.

"Sono Bisc Kova e supervisiono questo settore con la mia squadra di ingeneri. Tu devi essere..." legge per un momento il tuo nome su una cartella che ha con sé "Sarah Eberyn".

"Molto lieta, ingegner Kova".

Kova non sembra affatto turbato da te, nonostante le circostanze in cui sei arrivata.

"Devi ritenerti fortunata, non a tutti i prigionieri è data la possibilità di lavorare in questo settore. Devi avere competenze molto specifiche."

Sai che lavorare in questo contesto è una rarità se sei prigioniero del Primo Ordine: quando sfuggi alla morte o alle torture, sei fortunato se vai a lavorare in qualche gelida miniera del bordo esterno o in chissà quale campo di lavoro.

"Ora," continua l'affabile ingegnere "vorrei ridefinire con i tuoi accompagnatori il protocollo della tua sorveglianza. Non amo che il mio staff lavori sotto pressione e questo varrà anche per te, da oggi in poi".

Uno dei due assaltatori sbotta: "Non possiamo lasciare la prigioniera. Abbiamo ordini dal capitano Phasma!"

Kova non esita a ribattere, affermando che avrebbe parlato presto con il capitano; nel frattempo, dovrete accontentarvi di una sorveglianza non troppo ravvicinata, così i due assaltatori si limitano a posizionarsi di fianco all'entrata del laboratorio, unica ipotetica via di fuga. L'ingegnere Kova ti presenta brevemente a tutto lo staff, uomini e donne che lavorano sotto la sua supervisione. Nessuno di loro sembra particolarmente impressionato dalla tua uniforme da prigioniera, non vieni guardata con sguardi severi o compassionevoli: tutte queste persone sono il ritratto della professionalità. Finito il breve briefing che ha visto la tua introduzione al resto della squadra, tutti si mettono immediatamente al lavoro.

Riguardi la tua postazione, affidandoti alla tua non troppo brillante memoria e agli insegnamenti di Tavistock: di fatto ignori la maggior parte dei calcoli che governano la nanotecnologia, tuttavia hai avuto la possibilità di fare molta pratica con lui, pertanto non ti scoraggi e ti metti al lavoro.

Proseguono così i tuoi giorni, con turni piuttosto lunghi ma non estenuanti

Proseguono così i tuoi giorni, con turni piuttosto lunghi ma non estenuanti. Non hai mai idea di che ore siano, cadenzi il ritmo del tempo semplicemente contando le volte in cui vieni svegliata al mattino per recarti al lavoro. Non sai dove sia Jane, non sai cosa stia facendo, il che ti tortura. Sai di non poterti aspettare molto, e sei quasi tentata di arrenderti all'idea che non la vedrai mai più, che ti toccherà crepare in quel laboratorio a tentare di portare a termine un compito impossibile, finché non accade qualcosa di inaspettato.

Durante la fine di uno dei tuoi turni (quanto tempo sarà passato? Una settimana? Un mese?) vieni scortata come al solito dai due assaltatori, ma ti accorgi ben presto che il percorso che state seguendo non è il solito.

"Di là, Ren vuole vederti!"

Non discuti e fai come ti viene chiesto. Quando finalmente giungi a destinazione, ben lontana dal tuo posto di lavoro e dalle prigioni, ti trovi faccia a faccia con una porta scorrevole. Uno dei tuoi accompagnatori digita un codice e ti intima di entrare. Sei finalmente lasciata sola oltre questa porta, puoi solo immaginarne il motivo: dove andrai non hai bisogno di guardie.

Ti prepari alla visione temibile del comandante Ren, ma vieni accolta da una presenza molto più bassa e gradita: Jane. Te la ritrovi davanti e non sai come comportarti: vorresti stritolarla tra le tue ansiose braccia, ma come sempre devi contenere i tuoi entusiasmi, specialmente adesso che hai notato la presenza di Ren, poco distante da voi, intento a contemplare una distesa di stelle che si staglia al di là dell'enorme finestra che dà sullo spazio. Non ti lasci distrarre, né dalla vista meravigliosa dei corpi celesti, né dal fatto che Ren ti sta dando le spalle. Lo fissi, in attesa di ogni sua mossa, ignorando di malavoglia tua figlia, che non vedi da chissà quanto.

Cosa vorrà da te? Cosa ti farà adesso? I più oscuri presagi si fanno strada, quando egli si volta: il sangue ti si raggela, ma non lo dai a vedere. Trascorsi alcuni momenti di silenzio, in cui gli rivolgi un cenno del capo in segno di saluto, comincia finalmente a parlare:

"Prima o poi, il Leader Supremo vorrà essere informato sui tuoi progressi. Non vorrà essere costretto a revocare la misericordia che ti è stata usata."

Alzi un sopracciglio di fronte alla minaccia: "Da quando tu e il tuo padrone andate a braccetto con la misericordia?" Ti sei assicurata di evidenziare nel tuo tono di voce la parola "padrone": vuoi assicurarti che lui colga il messaggio.

Sei solo un burattino.

"Ricordi cosa ti ho detto a proposito della tua insolenza, Eberyn?" sibila alzando una mano, cominci a sentire la non troppo familiare stretta alla gola, ti prepari al dolore che seguirà, ma qualcosa vi interrompe. Un fremito quasi impercettibile attira l'attenzione di Ren: volge lo sguardo verso la tua bambina, che ha ripreso a tempo record la sua espressione seriosa e apparentemente imperscrutabile, ma sia tu che il tuo carceriere vi accorgete di quanto sia terrorizzata.

Non guardare.

Ren rilascia la tua gola e abbassa la sua mano, distogliendo lo sguardo da lei. Ti guarda dritto negli occhi, la sua espressione una maschera di rabbia: "Sento la tua paura, donna. Eppure, ti ostini a provocarmi."

"Forse non ho molto da perdere, comandante".

Con un ghigno crudele, volge di nuovo lo sguardo verso tua figlia: "I tuoi affetti valgono così poco?"

"Non sto parlando di Jane!" Esclami a gran voce, in preda all'ira.

Non osare guardarla, stronzo!

Che lui abbia sentito il tuo urlo o i tuoi pensieri, non fa molta differenza: ti guarda con gli occhi sgranati, nel suo sguardo ancora traccia di rabbia.

Tiri un respiro profondo, provando a calmarti: "So di avere i giorni contati, comandante. Vi sbarazzerete di me quando avrete quello che volete, tanto vale dirvene quattro prima di crepare".

Cala di nuovo il silenzio, l'ennesimo dei tanti, carico di tristezza più che della paura. Hai messo meno sarcasmo nelle tue parole di quanto volessi, tant'è che il tuo interlocutore resta in silenzio, le labbra assottigliate, come a trattenere parole superflue, fatte di promesse che non può enunciare.

Sei tu, adesso, a rivolgere lo sguardo a Jane: la piccola ha gli occhi lucidi di lacrime che non può lasciar scivolare su quel viso innocente. Ti rammarichi per averle detto la verità, ma non hai potuto farci nulla: vuoi proteggerla dalla stessa speranza che possa vederti fuori pericolo. Perché, a volte, la speranza uccide più della disperazione.

Chi di speranza campa, disperato muore. Lo hai sentito dire più volte dagli anziani della tua infanzia, volti ormai sbiaditi nel tempo, le cui voci sono echi indistinti di saggezza. Mai proverbio fu più azzeccato. Non che ti siano mai piaciuti i proverbi: li hai sempre reputati una banalizzazione della vita, molto più complicata di aneddoti e detti popolari.

Sai bene che farai di tutto per far uscire Jane da qui, eppure sai di doverla mettere in guardia qualora non ci riuscissi: lasciare il Primo Ordine illesi è pura utopia, specialmente se hai il fiato sul collo del Leader Supremo e del suo cane da presa.

Guardi il vuoto davanti a te, Jane ancora nel silenzio di lacrime non versate, Kylo Ren ancora ti fissa. È proprio lui a rompere questo momento, non volendo infilare altre dita in questa recente piaga:

"Parlami di quanto hai realizzato finora."

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: lovinfaber