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Autore: elenabastet    02/08/2023    6 recensioni
Uno sviluppo alternativo dopo l'episodio 32, quello del salvataggio di Fersen a Saint Antoine, con una visita doverosa anche se non facile da fare per André.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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VISITA DI CORTESIA

 

Rating: riferimenti a fatti di sangue e ad amore non solo platonico.

Fandom: Lady Oscar.

Note: un post episodio 32, con uno sviluppo diverso, cercando anche di rivalutare un personaggio.

 

André deglutì e poi alzò la mano per bussare alla porta con il battacchio. Doveva farlo, e si augurò con tutto il cuore che nessuno dei suoi commilitoni dei Soldati della Guardia passasse di lì, cosa peraltro improbabile.

Lui pagava sempre i suoi debiti e tra l’altro non era la prima volta che doveva ringraziare l’uomo a cui faceva questa visita di cortesia per aver fatto qualcosa per loro due, per Oscar in particolare: certo che era proprio dura, ma pazienza, aveva aspettato anche troppo, ma del resto aveva voluto aspettare di recuperare le forze dopo quella orrenda aggressione.

Gli venne ad aprire una governante di mezz’età che squadrò la sua uniforme da soldato semplice blu scuro con aria interrogativa.

“Desiderate, soldato?”

André aveva girato abbastanza nelle case nobiliari per non farsi impressionare da nessuno, sapendo anche come era sua nonna quando si metteva e disse chiaramente:

“Desidero vedere il conte Hans Axel di Fersen. Sono André Grandier, sottotenente dei Soldati della Guardia e ex attendente della contessa Oscar François de Jarjayes.”

La donna lo guardò dall’alto in basso, dicendogli:

“Avreste dovuto farvi annunciare prima di venire...”

In quel mentre André sentì che qualcuno veniva giù dalla scala interna del palazzo e si avvicinava: era proprio Fersen, l’uomo che voleva vedere.

“Oh, Astrid, non preoccupatevi. Conosco André da molti anni, ci siamo frequentati come amici anche divertendoci, è un ottimo e valoroso soldato, ed è un onore che sia venuto a trovarmi. Prego, André, accomodatevi, e voi, Astrid, serviteci dei pasticcini e qualche bevanda!”

André fece un mezzo sorrisetto pensando ai divertimenti e alla frequentazione con Fersen, forse all’inizio era stato anche piacevole, ma poi la crescente consapolezza dell’infatuazione di Oscar per lui avevano reso tutto molto amaro e difficile. Ma doveva comportarsi bene, glielo doveva. Senza Fersen, Oscar e lui sarebbero morti e in maniera orribile, doveva rendergliene atto.

André entrò nel salotto del conte, decisamente sobrio per il gusto francese e accettò l’invito a sedersi su una poltrona di fronte al suo interlocutore, che era comunque contento di vederlo.

“Vi siete ripreso bene, non posso non ricordare come quei criminali vi avevano conciato quella sera...”

“Le cure di mia nonna sono state molto efficaci. Certo, me la sono vista brutta e sono venuto a trovarvi, scusandomi per non averlo fatto prima. Voi mi avete salvato la vita. E avete salvato Oscar, non è la prima volta che succede, e di questo vi sarò sempre grato.”

“Dovere. Voi siete i migliori amici che ho avuto qui in Francia, due persone eccezionali sotto tutti i punti di vista e non potevo certo lasciarvi massacrare da quei… non mi fate dire cosa sono! Poi, madamigella Oscar era davvero preoccupata per voi, e non potevo non correre a salvarvi, lei era troppo debole per farlo...”

“Ancora grazie, conte.” André aveva una domanda, atroce, che gli girava nella testa, temeva che qualcuno avesse fatto qualcosa di orribile ad Oscar prima dell’arrivo di Fersen, o avesse tentato di fare qualcosa, ma non osava chiederglielo. Ricordava poco del loro ritorno pesti a casa, aiutati da un paio di soldati del reggimento di Fersen e non poteva certo parlarne con lei, non osava più avvicinarsi ad Oscar dopo quella sera famosa di qualche mese prima, quando le aveva mancato di rispetto in quel modo orribile.

Come a voler esaudire la sua richiesta, Fersen aggiunse:

“Per fortuna che sono arrivato in tempo per salvarvi tutti e due dal peggio. Non voglio pensare a cosa stavano per farvi, avevano accerchiato madamigella Oscar e avevano iniziato a tirarle addosso bastoni e sassi, le stavano arrivando addosso...”

André gemette, mentre gli occhi gli si inumidivano. Quella sera, mentre stavano per massacrarlo, pregava solo che nessuno facesse del male ad Oscar, che lei si salvasse.

Fersen allungò una mano e prese quella di André, stringendogliela con amicizia, non con l’invadenza con cui aveva preso il polso di Oscar, e lui gli fu grato per questo.

“André… Oscar aveva un brutto bernoccolo e qualche livido, ma nessuno ha osato farle niente di più. State tranquillo, ho salvato la vostra amata da ogni violenza e oltraggio possibili.”

André guardò Fersen con gli occhi pieni di lacrime, cercava di mantenere un contegno ma non gli era possibile, ed era comunque grato al conte perché aveva capito la sua pena.

“Dovreste starle vicino, credo che le sue ferite siano state principalmente nel suo cuore, per la paura di avervi quasi perso...”

“Signore, voi non sapete tante cose...”

“So quanto voi tenete ad Oscar e so quanto lei tiene a voi. Del resto, era chiaro fin da quando vi ho conosciuto la prima volta, non ho mai visto due esseri così legati, in simbiosi, come due cigni. Ho sempre pensato che voi due foste… beh ci siamo capiti, lo avrei pensato anche foste stati due uomini.”

André sorrise e scosse la testa, quanto era lontano dalla verità, anche Rosalie aveva pensato anni prima che lui ed Oscar fossero intimi, ma poi aveva capito che non era così. Erano legatissimi, ma non in quel modo unico, talvolta deriso e sottovaluto, talvolta espresso in maniera volgare, ma che per André avrebbe significato la realizzazione di un sogno.

Fersen continuò:

“Sapete, qualche tempo fa la vostra Oscar mi ha detto che l’amore può portare alla felicità completa o ad una lenta e triste agonia. Beh, io vedendo voi due vedo la felicità completa...”

“Conte di Fersen”, disse André, parlando da uomo a uomo, “io ed Oscar non abbiamo mai…”

“Ma l’amore tra di voi c’è nei vostri gesti, nei vostri sguardi, nella vostra complicità, nel vostro attaccamento. Lei rischierebbe la vita per voi, anzi la darebbe senza problemi, come dimostrò anni fa, e voi fareste lo stesso per lei. Siete mille cose insieme, amici fraterni, confidenti, compagni d’armi, anime gemelle...”

“Magari fosse come dite voi”, disse André, che cercò a quel punto un modo per svincolarsi e andarsene, stava diventando troppo intimo e pesante da gestire.

“André...”, disse Fersen, “quando io sono arrivato a disperdere la folla e ho tratto in salvo madamigella Oscar, lei era pesta e sanguinante, ma appena ha ripreso conoscenza ha chiesto di voi, voleva venirvi a salvare. E mi ha detto una cosa Lasciatemi andare, il mio André è in pericolo, devo correre a salvare il mio André! E non l’ha detto come se foste un caro amico o un sottoposto, ma con il tono di una donna innamorata, so riconoscere certe cose.”

André restò a bocca aperta. Pensò all’offerta che Oscar gli avevo fatto la sera di quel giorno orribile, quella cioccolata che lui aveva rifiutato, perché aveva paura di se stesso quando era con lei. Pensò ai suoi passi nei giorni in cui era convalescente, sempre vicini alla sua stanza, a come lo aveva guardato da lontano soffrendo. No, basta, tutto poteva cambiare.

André si alzò e si accomiatò da Fersen:

“Vi ringrazio ancora, non voglio approfittare oltre della vostra ospitalità.”

Cercava di riportare la conversazione sul piano formale, ma Fersen aggiunse:

“Vi prego, in nome dell’amicizia che mi lega ad entrambi, cercate di essere felici insieme. Non fatevi scappare questa opportunità, penso che ve lo meritiate!”

André andò verso la porta accompagnato dal suo ospite, e di colpo qualcuno bussò.

Fu Fersen ad andare a vedere chi c’era.

“Oh, madamigella Oscar, che sorpresa. Guardate, è passato a trovarmi il vostro André.”

Il conte calcò sul vostro volutamente, del resto in altri momenti sarebbero venuti insieme, probabilmente c’era stato tra di loro qualche screzio, ma dovevano superarlo, era troppo importante, non dovevano soffrire potendo essere felici.

André guardò Oscar sorridendo e le disse:

“Sono venuto a ringraziare il conte per quello che ha fatto per noi a Saint Antoine. Stavo andando via.”

“Sono venuta per lo stesso motivo, André.”

Fersen sorrise e guardò entrambi, dicendo:

“Bene, se volete fermarvi ancora un po’, André, insieme ad Oscar, mi fate piacere. Non dovete ringraziarmi, io ho a cuore la felicità dei due miei più cari amici qui in Francia, persone preziose come voi si incontrano di rado.”

Oscar e André si guardarono imbarazzati, e in quel mentre Fersen trasalì:

“Oh, no, mi è venuto in mente che ho un impegno, devo andare ad una riunione urgente con il mio reggimento, e sono già in ritardo. Vediamoci presto, quando volete, magari una volta che siete in licenza fatemelo sapere che passo da palazzo Jarjayes, ma adesso devo proprio andare!”

Oscar si accomiatò guardando André che era diverso, non era più sfuggente e imbarazzato, avvilito da una pena enorme, ma era felice, le sorrideva dolcemente. Era successo qualcosa, forse Fersen gli aveva raccontato cosa era successo?

“André, io andrei a casa, se vuoi venire con me.”

“Certo, Oscar” e salì a cavallo accanto a lei.

Fersen restò a guardarli allontanarsi dalla finestra, non c’era nessun raduno del suo reggimento, era bene che stessero un po’ insieme. Li immaginò che cavalcavano verso palazzo Jarjayes, mettendo al riparo i loro due amati cavalli. Li immaginò a parlarsi, magari nelle scuderie, dove avevano giocato da bambini, raccontandosi paure, piangendo forse per la tensione accumulata, recuperando fiducia per il futuro. Li immaginò a fare cena insieme e poi ritirarsi dove ritenevano più opportuno, li pensò intenti finalmente ad amarsi, e poi a chiacchierare a letto come i due vecchi amici che erano anche. Si augurò che andasse tutto così, sperando di reincontrarli presto, e di indovinare nei loro sguardi e nei loro gesti cosa era successo. In fondo, se lo meritavano davvero.

 

Dedico questa storia a chi comunque apprezza il conte di Fersen come personaggio.

 

 

 

  
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