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Autore: EmmaJTurner    07/08/2023    3 recensioni
Anja, botanica che sopravvive con la sua arte raccogliendo e vendendo erbe ai clienti più disparati nella regione fantastica di Zolden, stavolta ha scelto una missione pericolosa: raccogliere fiori di sambuco durante la luna piena. Anja assume quindi Riven, di professione ammazzamostri, per proteggerla dai licantropi.
Anja e Riven, all’inizio concentrati nel loro quieto vagabondare in splendidi boschi traboccanti di specie botaniche e creature fatate, capiranno presto di condividere un raro legale di sangue che per il loro bene - e quello di tutti - deve essere spezzato.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Anja vide il drago troppo tardi, e ciò accadde per due motivi. 

Primo: Anja era scesa lungo il fiume invece che dalla strada maestra. Sapeva che nel bosco di faggi nella valle tra i monti del Costoia e del Jau avrebbe trovato potentilla in abbondanza, e aveva ragione: ora la sella di Miles, il suo attuale cavallo, traboccava di mazzi di piccoli fiori gialli che, una volta venduti a Berg, le avrebbero gonfiato le tasche di qualche gradito navok in più.

Secondo: Anja era distratta. Mancavano solo due giorni alla luna piena e lei non aveva ancora trovato uno straccio di ammazzamostri che le facesse da scorta alla raccolta di sambuco; di conseguenza stava rimuginando su dove recuperare un accompagnatore decente. Non le andava per niente di dover aspettare un altro ciclo lunare.

Era quindi scesa lungo il fiume, il fiume si era tramutato in lago e puff: il drago era lì, seminascosto tra gli alberi a bere l’acqua della sponda opposta, enorme e maestoso come solo i draghi di montagna sanno essere.

Dopo un primo momento di ragionevole spavento, Anja si disse che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Certo, era inusuale trovare un drago delle montagne così in basso nella valle, ma gli attacchi alle persone erano rari - e perlopiù giustificati, si disse. Lei non aveva nessuna intenzione di derubare un drago di montagna del suo sangue o del suo oro - era più furba di così - quindi poteva procedere senza timore. Giusto? Giusto.

Anja si lambiccò osservando il drago che beveva dal lago. Doveva essere alto almeno quattro metri. Il corpo imponente era coperto di scaglie bianco-grigie, lo stesso colore della pietra di quelle montagne, e l’enorme testa con quattro corna era immersa per metà nell’acqua color smeraldo. Al momento non la stava guardando, grazie al cielo.

Il cavallo le diede un gentile colpo sulla schiena, invitandola a proseguire. Anja si convinse che se Miles era placido, poteva esserlo anche lei. 

Studiò il cielo azzurro tra le fronde sopra di loro e prese una decisione: drago o non drago, non c’era tempo da perdere. Doveva arrivare a Berg prima del tramonto. Afferrò le briglie del cavallo e, fiduciosa, avanzò di un passo.

Un ramoscello si ruppe. Il drago sollevò la possente testa dall’acqua e guardò nella sua direzione. 

Anja si raggelò. Ma, invece del terrore, un inadatto senso di pace la invase, scaldandole le punta delle dita. Stralunata, sbatté gli occhi mentre sentiva i muscoli distendersi e sciogliersi come sotto i raggi del sole dopo una nuotata nell’acqua fredda. La testa le si fece leggera e inconsistente; i pensieri vorticarono e si disfarono come sabbia. 

Aveva sentito dire che a volte le bestie magiche potevano fare quell’effetto. La vista le sfavillò ai lati del campo visivo, mettendo a fuoco solo il drago che la fissava con occhi verde chiaro - da gatto, più che da rettile. La sensazione si fece più intensa. Una sensazione di bevanda calda dopo una lunga giornata nella neve, di confortante nebbioso torpore, di leggerezza e pienezza insieme.

Anja intuì che quella poteva essere un’ottima strategia di caccia, ma non provò paura. Era troppo tardi: si sentiva intorpidita, leggera e piena di luce. Almeno, sarebbe morta felice.

Ma non accadde nulla. Dopo quelle che parvero ore, il drago scosse la testa e si ritirò nel bosco. 

Lentamente, il piacevole calore l’abbandonò, e i pensieri tornarono a fluire con ordine. Un brivido ruvido le corse lungo la schiena. Che diavolo era successo? Anja si passò una mano sul viso e si alzò. Non si era nemmeno accorta di essersi seduta.

Si mise in ascolto, ma nulla di minaccioso sembrava muoversi nel bosco. Solo il quieto cantare degli uccelli, e il lontano rumore del fiume che saltava in piccole cascate.

“Ce la siamo rischiata grossa qui, Miles” disse al cavallo, dandogli un colpetto affettuoso sul collo. 

Anja rimontò in sella e si avviò in silenzio, senza riuscire a scrollarsi di dosso la sensazione di essere osservata.

   
 
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