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Autore: MiraculousFanfiction    11/08/2023    0 recensioni
Piccola long rivista e revisionata per festeggiare i due anni del gruppo telegram Miraculous Fanfiction.
In questa storia non ci saranno gli eroi che conosciamo, né ci saranno i nostri beniamini come protagonisti, ma vedremo Luka Couffaine nelle vesti di un detective che darà la caccia ad una ladra internazionale piuttosto abile in questo universo parallelo.
Storia scritta da persefoneb.
AVVISO!!!!
Siamo in un universo alternativo, per tanto i caratteri dei personaggi saranno molto OCC.
Genere: Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

Erano tantissime le leggende e le storie che parlavano di quell’antica isola che si era inabissata secoli e secoli addietro. Ma poche testimonianze di come la catastrofe naturale che ha portato alla disfatta di Atlantide erano pervenute.

E una di queste storie era gelosamente custodita tra le rovine di un antichissimo tempio del profondo Tibet, dove si diceva che i monaci fossero gli ultimi depositari di un antico tesoro che si era andato perduto nelle spire del tempo e attraverso tutti i continenti conosciuti.

Questa antica leggenda nominava straordinari gioielli che furono realizzati con i materiali più rari e pregiati che l’uomo avesse mai potuto trovare nei recessi profondi della terra stessa, e le tecniche di produzione erano conosciute solo ai pochi gioiellieri scelti che avevano fatto voto di silenzio con il taglio della lingua su come avevano forgiato quei monili.

Ma la cosa più straordinaria di tutte, era che i gioielli stessi erano stati intrisi di poteri che andava oltre ogni più fervida immaginazione, oltre ad essere i custodi di divinità primordiali che padroneggiavano le più potenti forze della natura.

Fu proprio l’utilizzo di questa forza senza eguali che portò i governanti di Atlantide ad abusarne, volendo soggiogare tutto il mondo allora conosciuto e poterlo dominare, arrivando a vedersi rivoltare contro la potenza distruttiva dei gioielli.

Pochi si salvarono dall’inabissamento di quello che era il più grande centro culturale dell’epoca, e tra questi vi erano anche alcuni tra i custodi della Sacra Scatola dei Miracoli, unico cimelio che i sacerdoti erano riusciti a salvare dal loro tempio distrutto.

Tutti i gioielli vennero rubati e divisi tra i nemici più potenti di Atlantide, sparpagliandosi così su tutte le terre emerse della Terra.

Con il passare dei secoli, i discendenti degli antichi sacerdoti vagarono in lungo ed in largo per il mondo, cercando di recuperare quanti più monili fosse loro possibile, ricorrendo a furti ed omicidi se necessario, ma non riuscirono nel loro intento a causa delle consistente perdite avvenute tra i loro ranghi, decidendo infine di stabilirsi in un angolo remoto di quello che un giorno sarà conosciuto come Tibet.

In quelle lande desolate, i monaci affinarono le loro tecniche e trascrivendo tutto la conoscenza di cui avevano memoria sugli antichi gioielli sulle pagine del Grimorio, un testo che veniva gelosamente conservato con tutta la sacralità che si confaceva, accanto alla Sacra Scatola dei Miracoli che custodiva al suo interno i pochi monili che i fedeli erano riusciti a recuperare con le spedizioni degli ultimi secoli.

Però, in una calda mattina di maggio tutto sarebbe cambiato per gli abitanti del tempio. Una terribile e potente esplosione fece sgretolare le secolari mura che proteggevano l’antica scatola con i suoi gioielli, e stranieri mascherati in tute mimetiche nere fecero irruzione nella costruzione, uccidendo con i proiettili quanti tra i sacerdoti si paravano loro dinnanzi a protezioni di quanto custodito e sottraendo i monili, dando infine alle fiamme quanto rimasto in piedi del tempio ed infine eliminando ogni possibile testimone, compresi i bambini.

Tranne uno.

Il piccolo Fu Cheng era stato destinato al governo delle capre per quel giorno, e nonostante i vari borbottii e sbuffi, il dodicenne si era recato col suo bastone in mano su una delle praterie poco distanti, perdendosi nelle sue fantasticherie su quali forme assurde potevano assumere le nuvole nel cielo limpido sopra la sua testa.

La forte esplosione aveva poi fatto spaventare le capre, ed il bambino era stato intento a cercare di calmare gli animali quando aveva visto il fumo proveniente dal tempio, e nascosto dietro una roccia aveva sentito gli spari e le grida dei monaci che cercavano di difendere la loro casa.

E poi il silenzio cadde come una coltre pesante, rotto poco dopo dal rumore delle macchine che si stavano allontanando con gli stranieri a bordo.

Fu Cheng si era inoltrato tra le macerie del tempio solo al tramonto, osservando i corpi senza più vita dei suoi maestri e dei suoi compagni di studio, individuando poi come la Sacra Scatola dei Miracoli ed il Grimorio fossero stati gettati in un angolo, dimenticati come spazzatura.

Con le mani tremanti, il bambino afferrò e strinse saldamente a sé i cimeli che stava imparando a conoscere, e con il volto in lacrime dirigersi oltre le porte che lo avevano protetto fin dalla tenera infanzia, per andare nel villaggio più vicino.

Gli anni intanto passarono, ed il piccolo Fu Cheng racconto per la durata di una vita intera tutto ciò che sapeva prima ai suoi figli e poi ai suoi nipoti, narrando le leggende che parlavano di antiche isole perdute, di gioielli miracolosi e di monaci che avevano dedicato la loro esistenza a proteggere questi potenti monili.

Ma nessuno della sua famiglia sembrava badare alle parole di quello che sembrava un vecchio ormai sull’orlo della fine dei suoi giorni.

Ed al momento della dipartita di Fu Cheng, i figli ed i nipoti svuotarono la piccola baracca dell’anziano patriarca, decidendo quali oggetti tenere e quali rivendere o buttare, dividendosi così il lascito dell’uomo.

Una scatola ottagonale malandata ed un vecchio libro consunto passarono tra le diverse mani dei parenti di Fu Cheng, ma se anche in molti avevano riconosciuto quanto trovato, erano stati in troppi a volgere lo sguardo e a ridacchiare ricordando gli strambi racconti su cui il vecchio si accaniva spesso a parlare. Decretando infine che gli oggetti sarebbero stati destinati al macero e tanti saluti.

Solo le manine svelte della bambina di appena cinque anni con i capelli raccolti in due piccoli codini salvarono dal loro infausto destino la scatola ed il libro, ritrovandosi a sfogliare le antiche pagine che il suo adorato bis nonno le mostrava ogni sera e risentiva dentro di se le parole di quanto l’uomo le raccontava su quei gioielli così belli e unici, di come lui avesse tentato più volte di provare a recuperarli, senza riuscirvi.

La piccola Cheng guardava le diverse figure di antichi eroi che avevano indossato i monili magici per il bene altrui, ripromettendosi che avrebbe fatto felice il suo bis nonno ritrovando tutti i gioielli.

   
 
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