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Autore: Frizzina    14/08/2023    0 recensioni
“Sono un po’invidioso” gli avevano detto una volta.
“Sono io ad essere un po’invidioso di te” aveva risposto.
Camminava lungo un sentiero illuminato dal sole mattutino, dopo aver lasciato da poco un villaggio.
Aspirò il fumo della sigaretta.
Invidioso? Come si può essere invidiosi di me?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mushi-shi

 

“Sono un po’invidioso” gli avevano detto una volta.
“Sono io ad essere un po’invidioso di te” aveva risposto.
Camminava lungo un sentiero illuminato dal sole mattutino, dopo aver lasciato da poco un villaggio.
Aspirò il fumo della sigaretta.
Invidioso? Come si può essere invidiosi di me?

Guardò in alto, verso le chiome degli alberi. Le foglie erano d’un verde smeraldino e i margini,
illuminati dai raggi del sole, scintillavano dorati nell’aria pulita del mattino.

Espirando, tornò a rivolgere lo sguardo verso il terreno.
Buffo, pensò. Come le persone non siano mai contente di quel che hanno già.
Anelano sempre a ciò che non hanno. Ridacchiò amaramente.

O a ciò che non possono avere.

Mushi-shi per scelta e per destino, Ginko vedeva nei Mushi l’origine stessa dell’esistenza.
Costretto a spostarsi di continuo, di porta in porta e poi di nuovo sulla strada:
questa era sempre stata la sua vita, da che ne avesse memoria.

Ogni qual volta approdasse in un luogo, sapeva già che, di lì a poco, sarebbe dovuto ripartire.
Ogni stabilità conquistata, avrebbe inevitabilmente finito per allungare la lista delle cose ormai perdute.
Ginko, viaggiatore vagabondo che non conosceva le sue radici e ignorava la sua meta,
spesso si chiedeva come sarebbe stato fermarsi, anche solo per un po’...

Ma ogni volta si strappava con la forza dell’abitudine da questo o quell’ospite,
e così ripartiva per il mondo che si estendeva dinnanzi a lui.

Aveva tutto il mondo, eppure era condannato a ritrovarsi sempre a stringere il nulla.
Da perdere, Ginko, aveva soltanto la sua libertà.
Lui, il più solo tra gli uomini, nonostante i suoi numerosi amici; solitario socievole
che non aveva un posto da chiamare ‘casa’, sfiorava con la punta delle dita la vita di
coloro presso i quali si tratteneva giusto per il tempo di aiutare qualcuno, di imparare qualcosa di nuovo.

Eletto giudice inconsapevole delle situazioni nelle quali si imbatteva, come un
medico o uno stregone si ritrovava di fronte a persone infelici, afflitte e vittime della sete di vita dei Mushi.

La soddisfazione che gli veniva dal risolvere con la convivenza delle varie specie era per lui impareggiabile.
Ma con quale diritto poteva lui, semplice essere umano, pronunciare una sentenza di morte per un Mushi
allo scopo di salvare un’altra persona?I Mushi, né buoni né cattivi, dotati soltanto della più semplice e
primordiale tendenza alla vita?

Così andava pensando l’uomo mentre camminava nel sottobosco ormai fattosi più rado.
Erano già trascorse diverse ore da quando Ginko aveva lasciato il villaggio presso il quale aveva
trascorso la notte precedente.

Un leggero aroma di pane appena sfornatogli giunse alle narici, solleticandogli i sensi.
Bene, si disse deviando verso un lieve declivio che portava ad un piccolo caseggiato poco distante.
E' ora di fermarsi a mangiare qualcosa.

 
  
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