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Autore: EuphemiaMorrigan    26/08/2023    1 recensioni
GinTaka | Canonverse | Post!Finale
(Seconda OS della serie ambientata dopo il film finale, per capirla meglio andrebbe letta prima l'altra)
"In passato Gintoki avrebbe declinato il poco velato invito di Sakamoto, ma adesso l'idea di rivangare i vecchi tempi non gli causava più alcun tipo di dolore.
Forse superati i trent'anni i rimpianti venivano azzittiti dalla vecchiaia, oppure erano gli schiamazzi costanti provocati dalla sua famiglia a non lasciare spazio ad altro."
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gintoki Sakata, Kagura, Kotaro Katsura, Shinpachi Shimura, Takasugi Shinsuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quando non ti piace il canon, cambialo '
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La spada è l'anima di un samurai.


Tutto era accaduto quella mattina, e chissà per quale scherzo del destino quei dannati imprevisti capitavano sempre alle prime luci dell'alba. Ma non lo sapevano che Ginsan aveva bisogno di minimo otto ore di sonno per risplendere?
Da ciò che aveva capito dalle urla, Sakamoto aveva contattato Katsura, siccome consapevole né Gintoki, né tanto meno Takasugi, avrebbero mai risposto a nessuna delle sue richieste di soccorso a quell'ora indecente; in realtà nemmeno a pomeriggio inoltrato.
Di conseguenza Kotarou s'era immediatamente precipitato alla Yorozuya per chiedere l'aiuto dei vecchi amici, e rimasto fuori dalla porta oltre un'ora a bussare incessante. Kagura, spettinata e in pigiama, aveva persino cercato di farlo sbranare da Sadaharu.
Nel frattempo era arrivato Shinpachi e, assieme a Takasugi, s'erano sistemati per fare colazione, ignorando il chiasso e i singhiozzi drammatici a pochi metri di distanza. Gintoki non era riuscito neppure a lavarsi i denti quando, sfortunatamente, quell'idiota aveva sfondato il portone ed entrato in casa.
《La navicella di Tatsuma è stata attaccata dai briganti!》 gridò, senza ottenere risposta.
In teoria Sakamoto avrebbe tranquillamente potuto risolvere da solo con la propria flotta e recuperare la merce saccheggiata senza fatica. Conoscendolo voleva solo organizzare una rimpatriata, magari li aveva perfino pagati quei balordi per farsi rapinare.
Gintoki quasi non appese al muro Katsura, vicino all'orologio a cucù rotto, quando cominciò a strattonarlo per partire nell'immediato.
《Smettila! Sakamoto resisterà il tempo di farmi cagare》 disse mentre sedeva a tavola, ancora in mutande.
《Un nostro compagno sta combattendo e tu pensi alla colazione ed i tuoi effimeri bisogni!》 lo ammonì, un po' sprimacciato visto Sadaharu che ancora cercava di mordergli la testa 《che ne è dell'onore dei samurai?》.
Shinsuke sbadiglio, annoiato, poi rispose: 《Non ci sono samurai qui, hai sbagliato condominio, prova con la vecchia di sotto》.
《Giusto! Siamo tuttofare, e i tuttofare non rimangono costipati!》.
《E non lavorano gratis, aru》 aggiunse Kagura.
《Leader, ma cosa dici?!》 urlò Katsura, a cui per poco non stava per slogarsi la mascella, 《E poi voi due! Non vi vergognate? Cosa direbbe il maestro?》.
《Manda una missiva alla sua tomba, che ne sappiamo noi?》 borbottò Gintoki, indaffarato a cercare di rubare l'ultima ciotola di riso a Kagura e beccandosi un pugno nello stomaco.
《Kotarou siedi e mangia, appena svegli non si fanno discorsi complicati》 disse Shinsuke, le gambe accavallate e la kiseru già accesa.
Katsura afferrò la prima cosa che trovò sulla tavola, il bicchiere di Shinpachi, e la lanciò in testa a Gintoki, 《Lo hai rovinato! Guarda cos'è diventato!》.
Lui nemmeno si scompose, 《Ha fatto tutto da solo》.
Shinpachi sospirò, alzandosi per prenderne un altro, 《Takasugi si è solo adattato bene allo stile di vita della Yorozuya》.
《Oppure è una malattia sessualmente trasmissibile, aru》.
Shinsuke scrollò le spalle, indifferente, 《A quella non c'è cura, come per le piattole》.
《Ohi, ohi, bastardo, Ginsan non ha le piattole!》.
《Con la tua scarsa igiene non ne sarei sicuro》.
《Ginchan è allergico all'acqua, non facciamogliene una colpa, per questo abbiamo comprato le mollette da naso》 lo difese, a modo suo, Kagura.
Gintoki notò di sfuggita Katsura sgranare gli occhi quando Takasugi, con noncuranza, le appoggiò sul piccolo tavolino, 《Erano in offerta col detersivo》.
《Preferivo quando cercavate di uccidervi...》.
《Chi ha detto che abbiamo smesso?》 domandò Takasugi, pareva offeso.
《Bla bla bla, mi fate venire l'orticaria!》 sbottò Gintoki, stirò le braccia dietro la schiena e poi si rimise in piedi, 《Vado a cambiarmi, così tu la smetti di strillare e voi altri di prendermi per il culo! Ingrati pezzi di merda, sono il padrone di casa io!》.
《La padrona è Otose, a cui non paghi l'affitto da tre mesi》 lo corresse Shinsuke.
《Erano due anni precisi prima che tu venissi a rompere le palle!》.
Lanciò uno sguardo a Kagura che, sorridente, avvicinava la sedia a Shinsuke, probabilmente per continuare a parlare male di lui, mentre Shinpachi riempiva di croccantini la ciotola di Sadaharu e provava a schivare le sue leccate festose. In passato Gintoki avrebbe declinato il poco velato invito di Sakamoto, ma adesso l'idea di rivangare i vecchi tempi non gli causava più alcun tipo di dolore.
Forse superati i trent'anni i rimpianti venivano azzittiti dalla vecchiaia, oppure erano gli schiamazzi costanti provocati dalla sua famiglia a non lasciare spazio ad altro.
Intanto che, svogliato, indossava il kimono considerò l'impossibilità di Shinsuke di unirsi a loro. Di certo non potevano chiedere un permesso speciale alla Shinsengumi per ubriacarsi nello spazio assieme a due vecchi e fastidiosi compagni di guerra, al maionese dipendente sarebbe preso un colpo se ci avessero provato, e già aveva i suoi problemi di colesterolo alto a cui badare.
Poco male, Shinsuke sarebbe rimasto a casa con i bambini.
In fondo l'unico a cui davvero importava di quella rimpatriata era Katsura; Sakamoto se ne sarebbe fatto facilmente una ragione, e Gintoki aveva quell'emo sempre fra i piedi. Neanche gli sarebbe mancato per un paio di giorni.
Una volta finito di sistemarsi tornò in salone; Katsura ed Elizabeth, sbucato da chissà dove, seduti a terra con in mano un bicchierino di sakè l'uno.
《Ha iniziato presto》 commentò, il suo fegato non avrebbe retto all'alcol a quell'ora.
Shinsuke s'era spostato su quella che un tempo era la poltrona di Gintoki, accanto alla finestra, 《Gli ho spiegato, di nuovo, di non poter lasciare la Terra e ha deciso di cominciare a festeggiare ora》.
《Da quando segui gli ordini della Shinsengumi?》.
《Non li seguo,》 gli sorrise 《semplicemente non voglio venire a raccogliere il vostro vomito》.
Lo immaginava.
《Gintoki vieni a farti un goccetto!》 lo chiamò Katsura, le guance già rosse.
Lui si grattò la testa, poi sospirò: 《Bere così presto mi fa venire l'acidità di stomaco》.
《Sei diventato proprio un vecchietto noioso,》 buttò giù un altro sorso, 《da quando stai con Takasugi non vai nemmeno ad ubriacarti con Madao》.
《Perché tengo ai miei coglioni!》.
L'ultima volta ch'era tornato a casa ubriacato, Shinsuke gli aveva stretto così forte le palle che per tre giorni era riuscito solo a parlare in falsetto.
Quasi avesse avvertito i suoi pensieri il demone rise, facendogli accapponare la pelle dal terrore; conosceva quella risata, era una velata minaccia di tremende ritorsioni.
《Vai pure ad ubriacarti con i nostri amici, Gintoki》.
《Emh, sei proprio sicuro?》.
《Certo,》 inalò un'altra boccata di fumo, 《ma se rimetti piede qua dentro conciato come uno straccio ti ammazzo, quindi fatti passare la sbornia prima, intesi?》.
Beh, era già una grande concessione.
《Perfetto! Prima che ci ripensi, fuori di qui, Zura!》 lo acchiappò per il colletto del kimono e lanciò oltre la porta d'ingresso.
《Zura ja nai, Katsura da!》 lo sentì strillare.
Scosse la testa, quella stronzata non gli sarebbe mai passata.
Gintoki afferrò la spada di legno e fece per infilarla alla cintura, come al solito, ma Takasugi fermò rapido la sua mano. Per un attimo credette volesse suggerirgli di portarne una vera, invece senza scomporsi l'altro avvicinò le labbra per baciarne l'elsa, poi gliela rese di nuovo.
《Salutami Tatsuma》.
《Eh?》.
Gintoki sentì arrossire persino la punta delle orecchie, completamente preso di sorpresa; passò la mano sul viso, per nascondere il mezzo sorriso inebetito che sapeva di aver assunto.
《Che cazzo, Shin, non puoi fare una cosa del genere, rischio l'infarto!》.
Lui spostò lo sguardo alla parete più vicina, 《Sono ubriaco, dimenticatelo》.
《L'unico che ha bevuto qui è Zura, ti sei per caso ubriacato per osmosi?!》.
《Saranno stati i fumi dell'alcol》.
《Secondo me c'è qualcosa di strano nella tua pipa, bisogna farla controllare!》.
Shinsuke sbuffò una risata, poi appoggiò la fronte contro la sua spalla, 《Torna presto》.
Lui sbatté le palpebre un paio di volte, ancora un po' scosso lo abbracciò e immerse il viso fra i suoi capelli. Giusto, da quando viveva alla Yorozuya quella era la prima volta che si separavano per alcuni giorni, forse che quel nano isterico non gli sarebbe mancato era una bugia.
《Sicuro》.

E invece non era tornato presto proprio per niente!
Takasugi lo avrebbe scuoiato vivo, con l'aiuto di Kagura e Shinpachi, e Sadaharu mangiato i suoi resti, poi vomitati nel bidone dell'umido e gettati nel cesso.
Ci avevano messo due settimane! Due dannate settimane per recuperare la merce di quell'imbecille di Sakamoto, e poi la navicella sulla quale viaggiavano s'era pure arenata su qualche strano Pianeta alieno lontano anni luce dalla Terra.
Gintoki ad un certo punto aveva avuto l'impressione d'impazzire, sia per l'immaginario cappio al collo che si stringeva sempre di più e aveva tanto la forma dell'obi di Shinsuke, sia per la risata fastidiosa di Tatsuma costantemente alle orecchie e infine per le vigorose pacche sulle spalle di Katsura, mentre lo rassicurava dicendo che avrebbe spiegato tutto lui agli altri.
Pazzo! Non sapeva con chi aveva a che fare, quei mostri lo avrebbero sbranato prima ancora di aprire bocca e il bagno si sarebbe intasato con due corpi mutilati.
L'unica soluzione era rimanere lì ed entrare nella ciurma di Sakamoto, in fondo desiderava da sempre diventare il Re dei pirati; era comunque meglio di tornare a casa e venir malmenato a morte dalla sua famiglia.
Una volta tornato avrebbe ancora trovato una famiglia ad attenderlo?
Kagura e Shinpachi forse lo avevano sostituito di nuovo. Tutta la sua vita perduta in sole due settimane di assenza, la Yorozuya usurpata da un vile sostituto!
Era troppo vecchio per contrastare un altro robot con la sua faccia, e non poteva chiedere a Madao di condividere con lui il suo cartone. Non ci sarebbero mai entrati in due.
Doveva almeno salvare l'autografo di Ketsu no Ana custodito nel cassetto del comodino!
Per questo dopo essere sbarcati sulla Terra, e aver calpestato Katsura, era corso verso il suo appartamento, pronto a qualsiasi scenario lo aspettasse all'interno.
《Avevo preso dei souvenir ma li ho mangiati per lo stress!》 gridò varcata la soglia, le braccia protese in avanti per parare i colpi.
《Oh, sei tornato》.
《Chiudi la porta》.
Kagura e Shinpachi si rivolsero a lui con distacco, seduti sul divano a sorseggiare un tè caldo neppure avevano alzato lo sguardo in sua direzione. Voltò il collo verso Sadaharu, nella propria cuccia formato famiglia, che si accoccolò meglio su se stesso e gli diede le spalle, tornando a dormire.
《Tutto qui...》 mugolò, deluso.
《La tua punizione, aru》.
《L'abbiamo decisa con Takasugi-san》 spiegò Shinpachi.
《Ma io...》 gli veniva quasi da piangere, preferiva i cazzotti.
All'udire i passi di Shinsuke avvicinarsi si girò, speranzoso di una ramanzina, ma l'unica cosa che ottenne fu un'occhiata disgustata, 《Sei tornato, e a quanto vedo ricoperto di sangue》.
《Ah, non era vernice?》 domandò Kagura.
Shinpachi si posò una mano sulla fronte, 《Ma cosa pensi sia andato a fare, l'imbianchino?》.
《Per metterci tutto questo tempo, senza nemmeno avvisarci, credevo Sakamoto lo avesse costretto a ridipingere tutta la sua nave》.
Quelle erano tutte coltellate dirette al suo povero cuore. Gintoki abbassò il capo a terra, sconfitto, 《Nemmeno mi sono cambiato per tornare a casa in fretta》.
Shinsuke gli passò a fianco, poi lo denigrò: 《Ecco da dove veniva la puzza》.
《Ed io che credevo di non aver buttato l'immondizia, aru》.
《Tu non butti mai l'immondizia, Kagura!》.
《Allora dovrei cominciare a farlo da oggi, non credi, Pachie?》 disse la ragazza, si alzò per andare a prendere un grosso sacco nero e poi lo gettò in testa a Gintoki, 《Ecco fatto! Chissà se la discarica ce lo prende!》.
Lui se lo scrollò di dosso, le spalle cadenti, 《Vado a cambiarmi e medicarmi》 mormorò cupo, tanto valeva lasciarli covare vendetta da soli.
《Oh, mi sa che Ginchan se l'è presa》 sentì dire a Kagura.
《Se lo merita》 borbottò Shinpachi.
Gintoki chiuse il fusuma dietro di lui, ma poco dopo aver cominciato a spogliarsi si aprì nuovamente; la presenza di Takasugi, distante di qualche passo, era opprimente.
《Non sai neanche curarti un'unghia incarnita e vuoi medicarti da solo?》.
《Grazie dell'interesse, ma hai già fatto un ottimo lavoro con i miei ragazzi per oggi》.
《I tuoi ragazzi》 sottolineò sprezzante 《erano preoccupati》.
《Ah, sì, ho notato》.
《E anche io》 aggiunse con un sospiro.
Gintoki si ammutolì immediatamente. Lo osservò trafficare con un pezzo di ovatta impregnato di alcol etilico e poi venne spinto a sedersi sul letto; Takasugi gli fece sollevare le braccia per aiutarlo a liberarsi della maglia logora, si accomodò vicino a lui e in seguito iniziò a tamponare i tagli più profondi sugli avambracci.
Lo stress accumulato in quelle settimane e il sollievo di essere a casa lo colpirono in quel momento, portandolo a socchiudere gli occhi.
《Eri davvero preoccupato?》.
《Un po'》.
Gintoki annuì piano, 《Anche io》.
《Per cosa?》.
《Avevo paura mi avreste sostituito》.
Shinsuke passò l'ovatta su un graffio vicino al collo, spinse un poco con sadismo, 《Impossibile》.
《Perché sono insostituibile?》 domandò, riaprendo gli occhi.
《In un certo senso...》.
《Ho come l'impressione che stai per fare un elenco di tutti i miei difetti》.
《Infatti stavo giusto per farlo》.
Gintoki stirò le labbra in un sorriso, il corpo pesante e la testa vuota; s'accasciò lentamente contro il torace di Shinsuke e disse: 《Visto che è bello lungo ne approfitto per schiacciare un pisolino, ok?》.

   
 
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