Li ricordi così da sempre. Stesso passo, stesso incedere, quasi come se un meccanismo misterioso li avesse sincronizzati per farli muovere contemporaneamente, destra con destra, sinistra con sinistra.

Non dovrebbero essere allineati – Merlin è un servitore e come tale dovrebbe camminare dietro tuo marito – eppure si ritrovano puntualmente fianco a fianco, una forza sovrannaturale che li richiama non appena uno dei due si allontana.

Sono così diversi – Arthur così dorato, caldo, splendente e Merlin nero come un corvo, la pelle pallida come la luce lunare nel cielo notturno – eppure quando sono insieme – loro sono sempre  insieme – i loro confini si annullano tanto che potresti dire  che sì, sono la stessa persona.

Sono due pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente, due poli di una calamita che si attraggono inesorabili e forse qualche bizzarra divinità li ha creati legando le loro costole al medesimo laccio che li stringe, inestricabile. 

Talvolta li osservi mentre le loro conversazioni sfumano e restano solo i loro occhi a dialogare – ed è un dialogo dolce, intenso e così privato, è un linguaggio unicamente per loro, un codice segreto che mette in contatto le loro anime mentre tu ne sei inevitabilmente esclusa.

E allora non vedi l’ora che cali la sera, che Merlin si congedi, che si salutino per avere il tuo sposo tutto per te, nella vostra camera e nel vostro talamo, là dove finalmente vi ritrovate e potete essere sotanto voi due.

Merlin è qualcosa di arcano per Arthur, se te lo chiedessero non lo sapresti  spiegare  ma sei certa che lui ne abbia bisogno, tanto quanto i polmoni necessitano dell’aria, tanto quanto è necessario per lui dormire, mangiare e combattere.

vorresti chiedergli ma non trovi mai il coraggio perché sei sua moglie, la sua Regina e non vuoi apparire insicura né infantile; tuttavia senti che quel qualcosa tra loro - forse è magia, la tanto spaventosa magia -  è superiore alle forze della natura e dello stesso Destino.

vorresti chiedergli ma hai timore della risposta che il tuo Re non ti darebbe e non perché non vuole,  ma perché non ne sarebbe capace. È un sentimento viscerale, si annida nel più profondo del suo essere e Arthur – da sempre – non ama guardare negli abissi del suo cuore.

Non parla molto, di quelle ultime ore con Arthur. Le ha chiuse a chiave dentro il suo cuore per conservarle in segreto, un ultimo colloquio esclusivo dove non c’è posto per nessun altro.