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Autore: AlysSilver    02/09/2023    0 recensioni
Sequel di Inazuma Eleven New Dream
Dopo la fine del torneo nazionale, grazie alle informazioni di Luna, si è scoperto che Titans era solo la sede giapponese di un'organizzazione internazionale che infesta già molti altri paesi. Il calcio mondiale è in pericolo! Saranno nuovamente i ragazzi della Raimon a dover prendere in mano la situazione, intraprendendo un viaggio intorno al mondo!
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La velocità e la delicatezza con cui ci eravamo diretti alla ricerca delle cabine, era stata simile a quella di una mandria di elefanti, che spaventati scappavano da api e formiche. Per fortuna eravamo gli unici abitanti a bordo. Le trovammo tutte nello stesso corridoio, non mi sfuggii però che ce ne fossero altre all'occorrenza abitabili. Sulle nostre era stato affisso un cartello che indicava il genere di chi avrebbe dovuto risiedervi. Rimasi stupefatta ancora una volta quando vidi quanto fossero spaziose, insomma le mie aspettative erano piuttosto basse a rigor di logica. Chi poteva immaginare che avessero un budget del genere a disposizione! I grandi finestrini permettevano alla luce di filtrare nell'ambiente, rendendolo confortevole e luminoso. Il centro della stanza, lasciato vuoto in una specie di lungo corridoio, era circondato da tre postazioni per ogni lato. Quelle curiose strutture erano una composizione di tre diversi ambienti necessari alla vita di ogni giorno. Alla base si trovava un'ampia scrivania ad elle con delle mensole dove riporre i libri, arricchite inoltre da dei cassetti sottostanti. Attaccato ad essa era presente un armadio in miniatura, molto capiente nonostante le sue piccole dimensioni. Insieme, i due arredi, costituivano le fondamenta che avrebbero sorretto il letto ad una piazza e mezzo, raggiungibile con una scala. Nei miei pensieri ringraziai chiunque avesse avuto l'idea di aggiungere delle tende, che volendo avrebbero potuto circondare almeno la zona notte, garantendo un minimo di privacy e solitudine. Ero un tipo fin troppo estroverso, ma anch'io avevo bisogno di tanto in tanto dei miei momenti di distacco dal mondo.

«Certo che questo posto è davvero incredibile!» Esclamò Lea, che come me si guardava intorno incuriosita.

«Dav...»

«IO PRENDO QUELLO INFONDO A DESTRA!»

«IO QUELLO AL CENTRO!» Genesis, seguita a ruota da Melany, diede il via ad una caccia al chi prima arriva meglio alloggia, il che scatenò una vera e propria guerra. Finiti gli spargimenti di sangue, riuscii a sistemarmi per grazia degli dèi in quello opposto alla Stonewall con la finestra vicino. Avevo fatto proprio un bel "acquisto" in fin dei conti. Tirare il mio pallone mentre le altre si ammassavano sperando di raggiungere lo spazio desiderato era stata un'idea geniale e soprattutto vincente, gli anni di rimesse dal fondo erano tornati utili.

«Ragazze scusate, possiamo entrare?» La voce di Sirius attirò l'attenzione di tutte. Con uno sguardo veloce controllai che la situazione fosse a posto e che ogni oggetto potenzialmente imbarazzante fosse riposto al di fuori di occhi indiscreti.

«Sì, abbiamo finito di sistemare.» Così l'intera squadra finì per riunirsi da noi. Notare che Orlando si sentisse un pesce fuor d'acqua non era stato difficile, parlava solo se interpellato e si era seduto in un angolo lontano dagli altri. Dovevo stargli un po' vicino. Era ovvio che non sarebbe stato facile farlo inserire in un gruppo già formato, ma non avrei permesso che fosse costretto ad isolarsi. Incuriosita da quel sovraffollamento improvviso, era stata Emma a porre la domanda che forse ognuna di noi si stava facendo nella propria mente.

«Allora a cosa dobbiamo quest'invasione?» Il regista si pose subito come mediatore, per evitare che scoppiasse il solito caos che animava le nostre riunioni.

«La necessità di parlare del nuovo allenatore, opinioni?» Ethan non si lasciò scappare l'occasione di prendere la parola e si espose per primo.

«A me non piace, sembra uno che vuole comandare e basta.»

«Sono d'accordo con Blaze. Stiamo per finire in una dittatura peggiore di quella della Royal, credete a me. Non ho intenzione di farmi comandare a bacchetta!» Aiden annuì, il che non mi sorprese visto il suo caratterino, rimasi invece interdetta nel rendermi conto che numerosi cenni di assenso vennero da molti del gruppo. Solo Morgan, al contrario, scoppiò a ridere, quasi a voler prendere in giro quelle lamentele.

«Andiamo Genesis e anche voi altri che fate sì con la testa, lo sappiamo che alla fine per conservare il posto lo asseconderemo. Vi do massimo due settimane e poi saremmo tutti pronti a scattare come soldatini al primo richiamo. Persino i grandi rivoluzionari alla fine si piegheranno.- Volse la testa in direzione del trio dell'apocalisse, ovvero Eth, Gen e Froste. Con grande sorpresa, prima di uscire, posò una mano sulla spalla del nostro nuovo amico. -Chiedete ad Orlando se non ci credete. Non è stato forse lo stesso alla Royal Academy?» Quelle parole colpirono in pieno volto, quasi fossero il vento gelato portato dai primi freddi sulle strade di Tokyo. Swift era una persona gentile, ma allo stesso tempo molto cinica e sincera quando serviva. Aveva detto la verità senza troppi giri di parole, lasciandoci spiazzati. Chissà se la sua previsione si sarebbe rivelata esatta. Nessuno aveva avuto il tempo di dire altro, infatti, dagli altoparlanti, il mister ci ordinò di indossare la divisa e raggiungerlo.

Ci avevamo messo un po' a trovare la stanza indicataci. Quell'aereo si stava rivelando un vero labirinto contro ogni aspettativa. L'allenatore fissava l'orologio nel più completo silenzio. Aspettò che fossimo tutti presenti prima di iniziare il suo monologo.

«Dieci minuti di ritardo, ottimo inizio.» Il velo di ironia nella sua voce arrivò dritto a destinazione. Di quel passo non ci avrebbe messo molto a far perdere la pazienza ad alcuni di noi, era forse quello il suo obiettivo? Avrei davvero voluto sapere quali idee circolassero nella testa di quell’uomo, qual era il suo piano per la nostra squadra?

«Con tutto il rispetto signore, però non avevamo ricevuto nessuna indicazione di un massimo di tempo per raggiungerla.» Ethan si prese la responsabilità di dare voce ai pensieri del resto del gruppo. Nell'annuncio non aveva parlato di nulla del genere.

«Venti minuti, ci avete impiegato così tanto per cambiarvi e venire qui. Devo forse ricordarvi che ci troviamo in uno spazio ristretto, in cui le vostre camere distano forse duecento metri? Non so a cosa foste abituati con il signor Evans e non mi interessa, d'oggi in poi avrete massimo dieci minuti per raggiungermi dopo una chiamata. Chi farà ritardo avrà degli esercizi extra.»

«Per le ragazze facciamo quindici! A noi serve più tempo per prepararci!- La Stonewall venne azzittita con uno sguardo fermo e glaciale. -Bastava dire no.»

«Quando saremo in viaggio le sessioni mattutine incominceranno alle 6.30 e si protrarranno fino alle 10.»

«Trenta minuti prima del solito, che palle.» Continuò a borbottare.

«Poi fino a mezzogiorno avrete due ore di studio, le quali si ripeteranno dalle 2 alle 4 del pomeriggio.»

«Che notizia eclatante.»

«Alle 12.30 sarà servito il pranzo, perciò a quell'ora sarete tutti puntuali in sala mensa. Gli allenamenti pomeridiani si svolgeranno dalle 16 alle 19. Infine, la cena sarà servita alle 19.30.» Era più tardi rispetto agli standard giapponesi, ma per fortuna eravamo abituati grazie agli orari del club. Mi schiarii la voce, nella speranza di attirare l'attenzione dell'uomo.

«Scusi potrei fare un paio di domande?»

«Se proprio devi.»

«Nei tempi morti non segnati nella tabella avremo tempo libero? Quando saremo a terra, in che modo il programma cambierà? Ma soprattutto dove ci alleneremo? Non ho visto nessun campo sulla cartina.»

«È tutto o hai un'altra valanga di cose da chiedere.- Era retorico e fin troppo sarcastico per i miei gusti. Mi morsi istintivamente la lingua, quel tizio sembrava in grado di far saltare i nervi persino a me a quanto pareva. -La risposta sia alla prima che alla seconda è sì. Per la terza, invece, ti consiglierei di guardarti intorno, perché è proprio qui che si svolgeranno.»

«Qui? Ma questo posto è piccolissimo! Non ci sono nemmeno le porte!» Aiden aveva ragione, come avremmo potuto giocare lì dentro? Lo spazio era inutile per provare la maggior parte degli schemi, ma anche solo per dei buoni passaggi!

«Immagino conosciate la famosa Dark Room, un ritrovato tecnologico all'avanguardia creato affinché la Earth Eleven fosse in grado di allenarsi anche nello spazio. Grazie all'intervento del signor Blaze, ne è stata costruita qui una versione più evoluta.» Una serie di scenari, i più diversi gli uni dagli altri, incominciarono ad alternarsi intorno a noi, mostrandoci la varietà delle nostre possibilità.

«Wow...»

«Ogni ambiente è stato ideato per potenziare una specifica parte del corpo o abilità. Mi aspetto che possiate sfruttarla al meglio, sia nelle fasce stabilite che nel vostro tempo libero.» D'improvviso mister Dark decise di prendere parte alla conversazione.

«Non esagerate però, ricordatevi che anche il riposo è molto importante se non volete rischiare di infortunarvi.» Ignorandolo, il signor Kan ricominciò a parlare.

«Evans, Sharp, Blaze!- Senza rendercene conto, finimmo tutti sull'attenti, raddrizzando per istinto la schiena. -So che vi siete fatti una certa fama nel calcio giovanile giapponese e non posso che domandarmi perché. Ho visionato i video di ogni vostro singolo incontro della stagione e non sono per nulla soddisfatto. Voi tre sareste davvero considerati l'eccellenza? Siamo sicuri che non sia la vostra parentela piuttosto ad attirare la gente? Mi aspetto un sensibile cambio di rotta, sempre se volete sperare di rimanere in squadra. Qui, e lo dico per tutti, il vostro cognome e i riconoscimenti che avete avuto in precedenza non contano, ognuno di voi è sostituibile se troverò qualcuno di meglio.»

Se già era stato un miracolo sopravvivere alla prima sessione in quella stanza infernale, il peso delle parole del mister l'aveva resa ancora più insostenibile. In un colpo solo era riuscito a raggiungere le peggiori paure di tutti e tre: la mia di non essere all'altezza delle aspettative, quella di Sirius di non avere il controllo della situazione e quella del biondo di non piacere alla gente. Non avevo intenzione di lasciarmi abbattere però, rispetto a quello che avevo affrontato con la stampa nei mesi precedenti quella era una passeggiata di salute.

«Mi fa male tutto!» Sdraiata a terra Melany tentava di stiracchiarsi, forse cercando di far allentare il forte dolore muscolare. Derek, seduto accanto a lei, cercava di confortarla.

«Pensa che il nostro fisico ha già un'ottima base di partenza e in pochi giorni ci abitueremo a questo nuovo ritmo.» Possibile che quel ragazzo fosse in grado di essere gentile e disponibile solo con lei? Era proprio un caso perso.

«Temo che questo allenatore sia più tarato sullo stile Royal che su quello Raimon.» La costatazione di Orlando era più che veritiera, avendoli provati entrambi potevo confermare. Non solo per il modo in cui strutturava le sessioni, molto più incentrate sulla forza fisica di base e la resistenza, ma anche per il modo di rivolgersi a noi. Lui non cercava un dialogo, dava ordini. Infuriata, Genesis si alzò in piedi sbraitando.

«Io questo tizio non lo sopporto! È un pallone gonfiato, che si crede chi sa chi! Ella, con tutto il rispetto per tuo padre, però che cazzo aveva in mente quando lo ha scelto! Non possiamo chiedere di mandarci qualcun altro?»

«Non credo e, ad ogni modo, mi fido della decisione di papà. Dev’esserci un motivo se ha selezionato proprio lui, dobbiamo solo capire quale.»

«Per la sua incolumità speriamo di capirla presto perché i miei nervi stanno già per saltare.» Divertito, Fabian non si lasciò sfuggire la facile battuta.

«Dove sarebbe la novità?»

«La novità è che questa volta l'omicidio lo commetto sul serio!»

Dopo quell'ammazzata, persino sollevare il vassoio del pranzo sembrava un’impresa impossibile. Non ero mai uscita con le braccia così distrutte nemmeno da un intero pomeriggio rinchiusa nella sala per il potenziamento. Una cosa era certa: o sarei migliorata molto nelle settimane successive o avrei finito per infortunarmi. Ero decisa a rispettare la prima, non l'avrei data vinta a quell'antipatico. Ringraziata Shiny per il cibo, incominciai a guardarmi intorno per decidere dove sedermi. Era proprio come a scuola, nonostante ci fosse un rapporto di amicizia tra tutti, andavano irrimediabilmente a crearsi dei gruppi. Non mi sentivo di fare la predica a nessuno in ogni caso, non ero forse la prima a girare quasi sempre con Eth e Sir? Ero pronta a scegliere il tavolo, quando notai Orlando seduto da solo. In meno di tre ore, era già la seconda volta che succedeva e quello non ci faceva di certo onore. Almeno da Emma, in grado di parlare anche con un muro, o da Melany, casinista per eccellenza, mi aspettavo un minimo di iniziativa! Non potevano nemmeno dire che fosse un ragazzo scortese o antipatico, era un amore quando ci si parlava! A quel punto toccava a me dare il buon esempio e mostrare la famosa ospitalità della Raimon.

«Ti dispiace se mi siedo?- Il suo viso si illuminò, quasi avesse avuto qualche sorta di apparizione. -Allora come ti trovi in questo gruppo di pazzi? Deve essere difficile cambiare squadra.»

«Per il momento bene, almeno credo. Non mi hanno rivolto molto la parola da quando sono arrivato.»

«Ho notato, però non preoccuparti, è più normale di quel che sembra. Gen e Sirius ti staranno studiando, Aiden se non siete in confidenza spesso grugnisce in risposta, Derek parla solo con Melany e Sirius se può evitare gli altri, Morgan starà cercando una scusa per attaccare bottone, mentre Alex ed Ethan saranno bloccati su qualche pettegolezzo dell'ultima ora.»

«E Bianchi e Schiller?»

«Avranno la testa da un'altra parte, succede più spesso di quanto io voglia ammettere.»

«Certo che li conosci bene i tuoi compagni.»

«Sono il capitano, non è forse parte del mio compito? In più siamo amici da anni oramai e sono per me una seconda famiglia. Immagino da voi alla Royal Academy sia lo stesso.»

«No, direi di no. La prima squadra è divisa in schieramenti e nella seconda sono così tanti che non credo si conoscano tutti. Non ci avevo mai pensato, ma con alcuni miei compagni non ho nemmeno mai parlato di qualcosa al di fuori del club.»

«Davvero? Ero convinta che quell'aria tesa che si respirava fosse dovuta all'ambiente e alle regole, non hai ragazzi.»

«L'apparenza inganna. Voi sembrate andare molto d'accordo invece.»

«Aspettiamo la fine della prima settimana di convivenza 24h su 24 e poi ne riparliamo, va bene?» Scoppiammo a ridere, entrambi con la mente nell'immaginario di una guerra civile.

«Ci sto.» Un suono simile ad un'interferenza attirò l'attenzione di tutti presenti. Solo quando la voce della signorina Matsushima uscì dagli altoparlanti capimmo di cosa si trattasse.

«SIAMO PROSSIMI ALL'ATTERRAGGIO A SEOUL, VI PREGHEREI DI APPRESTARVI A RAGGIUNGERE I VOSTRI SEDILI E ALLACCIARE LE CINTURE!»
   
 
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