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Autore: ImRebecca    04/09/2023    2 recensioni
È solo tempo, ha detto Brian a Justin qualche ora prima di salutarlo e lasciarlo andare verso il suo futuro costellato di successo alla volta di New York. Ma forse è anche questione di un solo, unico, magico momento di un’altra ennesima notte al Babylon: Heather Small che canta a squarciagola Proud e Brian che balla sopra tutti, incurante di quello che lo circonda.
Parole: 356. | Tempo di lettura: circa 1 minuto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
La scorsa estate, durante il mese più arcobaleno dell’anno – giugno, quello del pride –, mi ero infognata davvero malissimo con Queer as Folk. O se vogliamo essere un po’ più precisi con la storia angst tra Brian e Justin, che mi ha emozionato tantissimo e ha giocato a ping pong con il mio cuore.
Sono del parere che la loro tormentata storia d’amore sia stata più che perfetta, anche sul finale come tutte le storyline di tutti gli altri. L’unica cosa che non sono riuscita a mandare giù è stato un minuscolissimo dettaglio: la mancanza degli sguardi di Brian e Justin, al Babylon, che si trovano tra la folla. Quindi, ho deciso di buttare giù questa piccola e brevissima flashfic che in origine ho scritto in terza persona, ma poi ho deciso di renderla in seconda perché, secondo me, rende meglio.

Detto questo, spero che questa breve storia vi piaccia.
Buona lettura!
 


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What have you done today to make you feel proud?
It’s never too late to try
What have you done today to make you feel proud?
You could be so many people
If you make that break for freedom
What have you done today to make you feel proud?
 
 
La voce calda, di bronzo, forte e chiara, di Heather Small ti riverbera dentro, tutt’intorno.
Tu balli, ti sbracci con le mani in alto, al cielo – al soffitto –, incurante di tutto.
Niente ha importanza, adesso.
Scuoti il capo, ancora e ancora, e scandisci il ritmo che ti si è insinuato sottopelle.
Ti vibra dentro, dietro le palpebre.         
Stringi il labbro inferiore tra i denti.
Sei libero, – quasi – senza pensieri. È così che ti senti, libero e orgoglioso di essere.
Ora, sollevi lo sguardo sopra di te.
L’ennesimo coriandolo argenteo ti sfiora il viso, mentre il baluginare multicolore delle luci stroboscopiche te lo rischiara nel chiarore di un bianco azzurrognolo.
Ormai ti sei lasciato andare, trascinato e avvolto dalla musica, nelle sue note travolgenti.
Poi, gli occhi ti si aprono, lo fanno di riflesso, da soli, sul Babylon al tuo cospetto, sotto di te.
Scorrono sulla folla, da sinistra verso destra, nella solita calca testosteronica che ondeggia i fianchi, che si palpeggia e che si scambia baci prepotenti sulla bocca, lingua contro lingua. Però, ora ritornano indietro, sui loro stessi passi, perplessi, preda di un abbaglio.
Li sgrani, ti si soffermi su un preciso punto in ombra, dove spicca, rischiarato sotto un fascio di luce blu elettrico, un familiare casco di capelli bianco platino, biondi.
Schiudi le labbra, sorpreso. Il cuore ti prende ad accelerare.
Justin è lì.
Il tuo raggio di sole è lì.
L’amore della tua vita è lì.
Lo osservi scorrere con lo sguardo sulla folla, dalla sua sinistra verso la sua destra. Poi, lo solleva e ritorna indietro, riparte nella tua ricerca, nella sua perlustrazione che si stronca a metà.
Ti ha trovato, gli occhi di Justin sono su di te, come lo sono i tuoi.
Ora, le sue labbra si incurvano in uno dei suoi sorrisi più raggianti e contagiosi. È felice, entusiasta, che riesci quasi a scorgergli brillare il blu delle sue iridi.
Il cuore ti si ferma.
È davvero un raggio di sole.
Curvi le labbra in un sorriso, chini lo sguardo, e scoppi a ridere. Poi, lo sollevi e vieni investito dalla visione della risata di Justin.
È tornato.
È tempo.

 





   
 
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