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Autore: kimikarou_11    08/09/2023    0 recensioni
Gabriele vive a Dublino e crede che la sua vita sia perfetta. ma tutto cambia quando riceve l'invito di matrimonio dal suo migliore amico Marco ed è costretto a tornare in Italia. L'Italia per lui ha un solo nome: Arianna, la sua ex fidanzata, con la quale, dieci anni prima, è sopravvissuto a un terribile incidente d'auto che ha ferito le loro anime. spingendoli verso mondi distanti. Gabriele teme quell'incontro, perché è ben consapevole che il passato esige sempre un tributo, e quando la vede, quando le parla, quando, per il tempo di un giorno, cancellano la distanza che li separa, si rende conto di non averla mai dimenticata. Come può tornare indietro quando il sogno è stato così potente? Questa è la storia di un amore che non vuole morire. Questa è la storia di un uomo che aveva smesso di credere.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2020

 

Dal Diario di Arianna

Martedì 15 settembre 2020

 

Tra il prima e il dopo c'è il sette luglio duemila dieci.

Eravamo al mare – io, te, Eli e Lucone – sdraiati sui nostri teli sbiaditi, la pelle bianca di salsedine e le piante dei piedi bruciate dalla sabbia scura. Erano quasi le otto. Le ciminiere di Civitavecchia sembravano lì a due passi, ma il caldo le avvolgeva rendendo i contorni tremuli e sfocati. Oltre i frangiflutti,  una piccola barca di pescatori rientrava al porto, tagliando il blu intenso con una cicatrice di spuma bianca. La vedo come se fossi lì, adesso, immersa fino alle cosce nell'acqua che mi rimbalza addosso: io e i miei pensieri annoiati, in corsa per raggiungere la scia in mezzo al mare.

Ero accaldata e affamata. Convinsi te e gli altri ad attraversare la pineta  ma sbagliammo sentiero e sbucammo in mezzo ai campi biondi di sterpi dopo la mietitura. Lì, mentre ci abbracciavamo e ci scambiavamo un bacio, Eli scattò quella foto.

Tra il prima e il dopo c'è l'incrollabile certezza di essere invincibili. Tu, la tua voce di velluto, una Vigorsol alla menta, gli occhi arrossati e le pupille dilatate mentre mi fissavi. Io non avevo ancora le mie cicatrici. La mia pelle era bollente, profumata di crema doposole e di estate appena sbocciata.

Tra di noi non aleggiava nessun sospetto, niente che potesse farci pensare che fosse arrivato il giorno in cui “io e te” non saremmo più stati “noi”.

Tra il prima e il dopo c'è un amore che non sa ancora di essere codardo.

Prima.

Io, te, Lucone e Eli. I bagni di notte al Bullicame. Le canzoni urlate a squarciagola sulla spiaggia delle Murelle, casa tua alle Cinque Strade. Casa mia, in via Curio Dentato. I tuoi occhi verde bosco. La tua risata.

Dopo.

Il dolore che mi rosicchia e mi ricorda che sono viva. Un brusio che spezza il silenzio, una nube tossica che mi annebbia. 

Dentro quella nuvola in cui perdo le coordinate, sbiadiscono Eli, Lucone, tutte le cazzate che abbiamo fatto insieme.

Sette luglio duemila dieci.

Tra il prima e il dopo, ci siamo noi, in equilibrio su un filo sospeso sopra l'inferno.

***

Salgo in soffitta. Cerco la scatola di legno, quella che avevo dipinto di smalto verde e strisce gialle, come la bandiera del Brasile. La trovo sopra il baule, ricoperta di polvere. La prendo con entrambe le mani; la vernice si sfalda a contatto con le dita e minuscole schegge cadono a terra, disegnano una scia dietro ogni passo come se stessi seminando un po’ di quella me, cristallizzata all’estate 2010. Torno in camera, un mausoleo fatto di colori smorti e dell’immobilità apparente delle cose. Mi siedo, sollevo il coperchio e svuoto il contenuto in un unico fruscio. This is the life, di Amy MacDonald. Russian Roulette, di Rihanna. Halo, di Beyoncè. All'improvviso la stanza prende vita e si veste di ombre che danzano tutt'intorno. Le foto sono stropicciate, strappate, qualcuna macchiata di caffè, qualcun'altra arricciata forse da uno spruzzo di salsedine, una lacrima di birra o l’umidità della soffitta.

La coperta a righe è una distesa di frammenti della mia vita di prima; la prova che un tempo sono stata felice.

Tra il Prima e il Dopo c'è quella fotografia che trionfa sulle altre: due corpi abbracciati, una macchia scura contro il tramonto. L'aria profumava di iodio, una ciocca dei miei capelli si era impigliata tra le nostre labbra. Eli e Lucone ci stavano guardando. Adesso sembra il fermo immagine di un sogno.

Prima o dopo, non ha più importanza.

Chiudo gli occhi.

Mi godo la vertigine.

   
 
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