Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: Ino chan    26/09/2023    1 recensioni
Acqua lo tira a sé con un braccio e Ventus appoggia il volto nell’incavo della sua spalla. Ha sempre amato il suo odore, non ricorda sua madre, ma è certo che emanasse un profumo simile: dolce, delicato, simile al miele caldo in estate. Chiude gli occhi quasi senza accorgersene mentre inspira profondamente.
«Chi dei due ha appena russato?»
«Terra.»
[Pre: Terra/Ventus] [Ventus/Terra/Acqua|| Friendship]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aqua, Terra, Ventus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
STELLE E RISATE


At last, my love has come along
My lonely days are over
And life is like a song
At last di Etta James
 
 
Acqua lo tira a sé con un braccio e Ventus appoggia il volto nell’incavo della sua spalla. Ha sempre amato il suo odore, non ricorda sua madre, ma è certo che emanasse un profumo simile: dolce, delicato, simile al miele caldo in estate. Chiude gli occhi quasi senza accorgersene mentre inspira profondamente.
«Chi dei due ha appena russato?»
«Terra.»
Acqua si volta, spostando il capo da lui - a cui si era appoggiata quando l’ha tirato a sé - a Terra che sta dormendo della grossa con la fronte posata sulla sua spalla.  Ventus ridacchia mentre la ragazza inarca un sopracciglio nel fissarlo «Dovrebbe essere un momento di raccoglimento questo.» la prima sera di nuovo assieme dopo ben dodici anni separati.
«Si è solo rilassato, non prendertela.»
Se deve essere sincero, poi, anche lui era pronto a farsi un pisolino sulla spalla della Maestra, anche se di dormire, in teoria, proprio non dovrebbe sentirne il bisogno. Acqua annuisce e con delicatezza si scosta da lui, e poi da Terra. Per un momento lo mantiene per le spalle, sobbarcandosi tutto il suo peso, e poi, piano, lo pilota sulle ginocchia di Ventus, facendogli posare il capo sul suo grembo «Cos…Ehi!» esclama il ragazzo, alzando le mani di scatto «Che fai?»
«Mi dispiace svegliarlo, vado a prendere una coperta al castello.»
E lui dovrebbe rimanere lì a fargli da cuscino? «No, aspetta…» Svegliamolo.
Troppo tardi. Acqua si allontana a larghi passi, sparendo nel grigio della sera, e Ventus si ritrova a cacciare un sospiro sconfitto, posando le mani ai lati dei fianchi.  Non gli sembra una buona idea far dormire Terra, la prima notte lontano da Xehanort, sulle scale del palazzo di Yen Sid. Oltre un bel raffreddore, non rischia di svegliarsi con un bel mal di schiena? «Terra? – sussurra - Ohi! Non sarebbe meglio un letto?» gli chiede infilandogli senza troppe cerimonie un dito in bocca e aspettando una reazione, che ovviamente non tarda ad arrivare. Quasi non si mollano una testata; Terra tirandosi su di scatto con una sbracciata e Ventus, perché ancora chino su di lui.
«…»
«…»
Mh, forse avrebbe dovuto svegliarlo in maniera più delicata.
Terra si massaggia la fronte con una smorfia guardandosi attorno, e poi, senza quasi battere ciglio, gli infila un dito nel naso, allargandogli una narice con un piccolo strattone del polpastrello «Questo è per avermi sve…Ven?» Il dolore al collo è stato così improvviso, che Ventus non ha potuto trattenere un verso; come ha cercato di tirare indietro la testa, ha avuto l’impressione di avere un keyblade piantato alla nuca. Se la tocca con una smorfia, strizzando fra le dita i capelli, mentre lo sguardo di Terra si fa prima preoccupato e poi colpevole.
«È stato quando Xehanort ha sballottato te e Acqua con le catene, vero?»  gli chiede, anche se dal tono, sembra più un’affermazione che una domanda.
«Non è niente.» È decisamente sopravvissuto a molto peggio. Ma Terra non sembra voler sentire ragione, lo rovescia sulle sue ginocchia con un colpetto alla schiena, e facendogli quasi sbattere il mento su di lui, e dopo un attimo, gli posa le mani sul retro del collo, aprendo e chiudendo le dita sui muscoli contratti. Una situazione un po’ troppo intima per Ventus, che subito cerca di alzarsi «Ti dico che sto bene.» Anche se il massaggino si è subito rivelato piacevole ed è certo di avere la voce che trema per il sollievo. Se la schiarisce, cercando di darsi un tono, e subito, da sopra la testa, sente arrivare la risata di Terra. Rauca, quasi gorgogliata, di chi non è più abituato a ridere; Ventus gira la testa per quel che la presa sul suo collo glielo concede.
«Non ridevi così prima.» mormora.
«Non ero così prima.» gli fa notare Terra chiudendosi nelle spalle.
«Non vedo nulla di diverso in te –Terra gli concede un sorriso e Ventus si sente in dovere di insistere – Non parlare come se fossi un vaso rabberciato.»
«Ma è quello che sono.» Anche se più che un vaso, ha come l’impressione di essere uno specchio rotto. Centinaia di immagini di sé stesso che ruotano attorno a quello che è rimasto di loro, come se alla fine, fosse lui lo spettro e l’uomo che era, un modello da seguire. Non più sè stesso e i suoi passi verso il sogno di diventare un Maestro keyblade, ma la rincorsa all’uomo che era prima che Xehanort decidesse di banchettare con la sua vita.
«Terra, no!» quasi di mollano di nuovo una testata per quanta forza impiega Ventus nel tirarsi su, aggrappandosi alla gamba su cui era ribaltato, con entrambe le mani «Quello che ci è successo non ci definisce come persone, sono le azioni che compiremo da ora in avanti a farlo.» «Che cosa hai fatto di male?» gli chiede Terra divertito, neanche stesse parlando con un bambino che, al massimo, potrebbe aver rotto un piatto giocando in casa.
«Non ho battuto Vanitas, e sono stato fuori gioco per dodici anni. Se non fossi stato così debole, Acqua non sarebbe rimasta nel Reame dell’Oscurità per tutto quel tempo da sola, l’avrei trovata e insieme avremmo trovato te.» Se proprio c’è qualcuno da incolpare, quello è lui. È lui che non ha saputo vincere la battaglia decisiva, è la sua sconfitta che ha creato, come le tessere di un domino, tutte le loro disgrazie. Se non si fosse fatto battere, se avesse avuto la meglio «Quin…»
Strabuzza gli occhi a sentire la pressione delle dita di Terra sulle labbra, premute delicatamente sul labbro superiore, mentre scrollando il capo lo invita a fare silenzio per un attimo «Tutti noi abbiamo scelto il nostro destino. Ho scelto io di cedere all’oscurità, Acqua non è una bambina, e ha deciso lei di salvarmi quando cademmo insieme nel Mondo Oscuro, alla fine, ognuno di noi ha scelto per sé stesso e se davvero ti stai incolpando sei uno stupido.
«Non sono stupido.» mugugna.
«E anche infantile.»
«No…» le dita sulla sua bocca premono leggermente costringendolo di nuovo al silenzio. «Ma lo sono anche io.» continua Terra, socchiudendo bonariamente gli occhi «Sono nelle tue stesse condizioni e anche Acqua, sicuramente, la pensa allo stesso modo. Alla fine, siamo tutti e tre degli stupidi. Rivangare l’ombra una volta al sole, non serve, se non per scorgere l’oscurità quando è il momento di assaporare la pace.»
Ha ragione. Per quanto sia sempre stata Acqua la più saggia fra di loro, Ventus è certo che nemmeno la Maestra sarebbe stata più cristallina di così nell’illustrare lo sbaglio che tutti loro stanno commettendo in un modo o nell’altro. Rilassa le spalle, ammorbidendo l’espressione in un sorriso addolcito, nell’esatto momento in cui Terra sembra realizzare qualcosa. Lo vede strabuzzare gli occhi, e tirare indietro la mano, come se si fosse accorto solo in quel momento del modo in cui l’ha zittito. Arrossisce fino alla punta delle orecchie e, non sa perché, Ventus è certo di essere arrossito alla stessa velocità: «Mh…» mugugna infatti, grattandosi una guancia e alzando gli occhi al cielo «Credo che possiamo andare, visto che sei sveglio.»
«Sì Ven, credo di sì.» 
«Andare dove? Ora che sono tornata con le coperte non vi muovete da qui.» Ventus non fa a tempo a rendersi conto da che parte arriva la voce di Acqua, che si ritrova insacchettato in una coperta, stretto contro il petto di Terra e con le braccia della ragazza attorno al collo, a tenerlo giù, schiacciato, mentre Terra – anche lui sotto la coperta- si ribalta, innescando un mugugno soffocato e un piccato «Siete pesanti da reggere, tutti e due!»
«Allora mollaci!» ribatte immediatamente Ventus, cercando di trovare il volto di Acqua a tentoni e provando a pinzarle la punta del naso fra due dita per darle fastidio.
«No, voglio rimanere qui a guardare le stelle anche a costo di legarvi.»
«Sì, ma così le vedi solo tu, visto che ci hai incappucciati.» le fa notare Terra, anche lui con un braccio all’indietro verso la ragazza, aprendo e chiudendo il pugno per trovare uno degli spallacci del suo abito per strattonarla giocosamente avanti e indietro assieme a loro.
«Ah in effetti sì.» la sentono mormorare da sotto le coltri prima che inizi a ridere di gusto.
Ventus non riesce a trattenersi, inseguendola nella risata, mentre la coperta viene sfilata dal capo suo e di Terra e Acqua, si infili sotto la coltre con loro, appoggiandosi a entrambi con sospiro contento.
«Ecco, questo è l’inizio che volevo.» la sente dire con il viso posato sulla spalla di Terra « Stelle e risa.»

Ha ragione, si ritrova a pensare Ventus, mentre tenta di abbracciarla come ha fatto lei poco prima. Questo è l’inizio migliore per tutti loro. Stelle e risate.
 
FINE
Primo tentativo di scrittura in questo fandom, se vi fa piacere fatemi sapere che ve ne pare :)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Ino chan