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Autore: paiton    28/09/2023    0 recensioni
“Vedrai che quando suonerai il campanello della casa, i tuoi genitori apriranno la porta e si metteranno a piangere”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francesco vive sulla strada da quella notte di due anni fa; l’ennesima litigata con i genitori perché era tornato a casa tardi.
Basta. Non ne poteva proprio più.
A soli sedici anni ha mollato il suo lavoro sottopagato e si è buttato a vivere alla giornata. Guadagnava qualche soldo strimpellando canzoni.
D’estate poteva anche dormire all’aperto, sdraiato su qualche prato, in spiaggia o dove capitava ma d’inverno non si poteva. Serviva un riparo e quando la pecunia scarseggiava, per pagare la stanza di notte, ricorreva a qualche furtarello; oggetti facili da rivendere.
Quella sera aveva fumato una canna di troppo e stava seduto a terra, in Piazza Ferrarese a Bari. Un vecchietto sorseggia il caffè al bar e legge un libro a pochi metri da lui, lo tiene d’occhio perché ha l’aria da furfante.
Paola Ferrari sta tornando al suo hotel a cinque stelle, reduce da una lunga riunione d’affari. Dopo un veloce aperitivo vuole solamente farsi una doccia calda e immergere il corpo nel suo idromassaggio privato.
I colleghi la salutano, lei passa accanto ad un ragazzo con lo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi sono tristi, si vede che fisicamente è molto prestante ma innocuo.
“Hei ragazzo! cosa vuoi fare della tua vita?” Paola ha le mani appoggiate sui fianchi nella classica posizione di Sarim Akhtar.
“Buonasera signora, questa sera va così”
“I tuoi vestiti sono sporchi e non hai nemmeno le scarpe” Lei si sistema la gonna d’alta moda di David Koma, tirandola verso il basso, il suo smalto viola è impeccabile.
“Se mi vuole fare la ramanzina può anche andarsene”
“Perché stai lì a terra?”
“I miei genitori sono dei poveri contadini, me ne sono andato di casa e ora vivo dove capita, va bene?”
“Vorrei dire che ti capisco ma invece non è vero. Io mi sono sempre data da fare al massimo per portare avanti l’azienda di famiglia.”
“Buon per lei. Io ho deciso di abbracciare lo stile Rasta, noi aborriamo il vostro stile di vita.”
“I rasta vivono su bellissime spiagge, non seduti a terra in piazza. Li ho visti in uno dei miei tanti viaggi per il mondo”
“Vuole un paio di orecchini d’argento? Sono molto belli! Non riesco proprio a venderli” Il ragazzo cerca nella tasca destra, poi nella sinistra, infine gli e li porge.
La donna li prende in mano, poi li mette alla luce per vederli meglio: “Sono carini, a quanto li vendi?”
“Per lei sono gratis.”
“È la tua tecnica per impietosirmi e indurmi a pagarti?”
“Lei pensa in maniera maligna signora, noi invece no. Non posso accettare denaro da lei. Di solito quelle come lei non mi guardano nemmeno.”
“Hai un cuore buono ragazzo, come ti chiami?”
“Francesco”
“Raccontami un po' Francesco, qual è il motivo per cui te ne sei andato di casa?”
“Gli e l’ho già detto: i miei genitori hanno un brutto carattere e non mi capiscono”
A quel punto l’anziano signore ha finito di bere il caffè, si alza in piedi lasciando il saldo del conto sul tavolo e si avvicina al ragazzo, lo guarda dritto negli occhi e dice: “Vedrai che quando suonerai il campanello della casa, i tuoi genitori apriranno la porta e si metteranno a piangere” gira i tacchi e si allontana.
I due rimangono impietriti per qualche secondo, poi lei riattacca: “Tu non sai chi sono io”
“No ma deve essere una persona importante”
“Mi chiamo Paola Ferrari. Io e la mia famiglia siamo dei perfezionisti. Noi miglioriamo i cibi affinché venga regalata al cliente un’esperienza di gusto unica e inconfondibile. Sai quanto è faticoso gestire tutta l’azienda?! È un’impresa titanica. Uno stress impressionante.”
La donna si accende una sigaretta sottile: “Quasi ti invidio ragazzo, tu pensavi all’inizio che ti volessi fare una ramanzina.” Si mette a ridacchiare, le sue labbra lasciano l’impronta di rossetto sul filtro.
Adesso Francesco sta più attento alla conversazione che si fa sempre più interessante.
“Vuoi fare un tiro?” lei offre la paglia al ragazzo
“Grazie” il rossetto non gli dà fastidio
“Tieni questi soldi, torna a casa in treno, comprati una macchina e inizia a lavorare onestamente” La donna prende fuori dal borsellino le carte di credito e gli lascia tutto quello che ha. Poi entra al bar e chiede le forbici; sminuzza le carte.
“Da questa sera facciamo a cambio. Tu lavori e io me ne vado in giro libera a vivere alla giornata.”
Il ragazzo ha fatto esattamente ciò che le ha detto la signora. Ha comprato un biglietto dell’autobus per tornare a casa, i suoi si sono messi a piangere dopo tanto tempo che non lo vedevano, si è comprato una macchina e ha lavorato come manovale per piccoli lavoretti di muratura. Si è messo da parte qualche soldo e, una volta imparato il mestiere, ha deciso di mettere in piedi una sua impresa di costruzioni. All’inizio aveva solo tre colleghi di lavoro nella sua squadra, adesso sono in nove. Ha messo la testa a posto e si è fidanzato con una ragazza seria. Ieri è nata la sua prima figlioletta!
Della donna invece non si è saputo più nulla. Adesso è felice anche lei.
 
Note per il lettore: Come accade spesso nei racconti brevi che scrivo questa è una storia vera, romanzata, di un mio amico. Spero vi sia piaciuta. Non c’è una morale in tutto ciò ma ho voluto rappresentare l’andamento reale degli avvenimenti con qualche esagerazione e idealizzazione. "Paola Ferrero" non esiste ma vuole solamente rappresentare una donna che deve gestire una grande azienda, e la Ferrero crea molte leccornie quindi è stata scelta per il breve racconto. Grazie molte per aver letto fin qui
   
 
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