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Autore: Vibesbygin    30/09/2023    0 recensioni
"Quel forte sapore di alcool però non distolse la sua mente da ciò che stava pensando. I suoi occhi erano attratti come una calamita, la sua attenzione era rivolta solo a lui e il suo piede batteva sul pavimento dall'ansia. Tra tutte le sere in cui uscivano, quella era quella giusta. O almeno Sakusa era convinto così."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Koutaro Bokuto, Shouyou Hinata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al primo tocco quel bicchiere ghiacciato di whisky fece scorrere al ragazzo brividi per tutto il corpo. Solitamente non beveva quel tipo di alcolici, ma la sua attenzione era così rivolta altrove che quando il cameriere gli chiese "Cosa ordina signore?", lui rispose la prima cosa che lesse nel menù. Quella scelta sconvolse persino i suoi amici che, tra risate e leggeri colpi sulla spalla, si congratularono con il loro amico. Era raro che prendesse alcolici.

Quel forte sapore di alcool però non distolse la sua mente da ciò che stava pensando. I suoi occhi erano attratti come una calamita, la sua attenzione era rivolta solo a lui e il suo piede batteva sul pavimento dall'ansia. Tra tutte le sere in cui uscivano, quella era quella giusta. O almeno Sakusa era convinto così.

Era da tempo che rimuginava sulla cosa. Inizialmente pensava di volerlo invitare a cena, solo loro due, ma gli mancava il coraggio per farlo. Se non a cena poteva provare al bar, ma neanche quell'idea lo convinceva. Il pensiero di rimanere da solo con lui lo faceva preoccupare. Durante le uscite con gli amici era raro che apriva bocca, figuriamoci ad un appuntamento. Perché si, lui voleva un appuntamento. E sebbene la paura era grande, quella notte Sakusa era sicuro. Avrebbe fatto la prima mossa e niente o nessuno lo avrebbe fermato.

Davanti a Sakusa, Atsumu era ignaro di tutto ciò che gli passasse per la testa. Se ne stava lì a parlare con Bokuto ed Hinata dell'ultimo film che era uscito nelle sale cinematografiche e che loro volevano assolutamente andare a vedere. Come ogni sera tutti e tre avevano ordinato un boccale di birra e prima di iniziare a bere avevano avvicinato i bicchieri per brindare. L'opportunità di aver potuto brindare anche insieme a Sakusa fece ancora più piacere ai tre ragazzi, solitamente abituati a farlo tra di loro. Ma per quanto avessero parlato della cosa come un evento più unico che raro, il moro non stava ascoltando nemmeno una di quelle parole. Con la mascherina leggermente abbassata mandava giù a piccoli sorsi quella bevanda che gli bruciava il petto peggio dell'ansia di dichiararsi.

Quel coraggio che ora pulsava nelle sue vene e che giorni prima era stato assente, era derivato soltanto da una telefonata. Giorni prima, fissando in continuazione il telefono, Sakusa era indeciso se cliccare su quel tasto per far partire la chiamata con l'unica persona che forse lo avrebbe potuto aiutare. Non fu semplice cercare quel numero, tra varie ricerche su internet che non diedero frutti, tra instagram e telegram, solo suo cugino riuscì a dargli il giusto contatto. Aveva aspettato tantissimo prima di poterlo avere tra le mani, eppure ci mise minuti e minuti prima di convincersi a chiamarlo. Solo dopo averlo fatto capì che fu un'ottima idea. Con molto imbarazzo quando Sakusa spiegò la situazione ad Osamu, quest'ultimo, leggermente stupito, fu disposto ad aiutarlo.

<< Non aver paura a dichiarare i tuoi sentimenti, in questi casi l'unica cosa che devi fare è seguire il cuore, senza ascoltare le paranoie che ti vengono in mente. Sii te stesso. >>

In qualche modo quelle parole furono di conforto e diedero il coraggio a Sakusa di poter fare quella mossa. E l'avrebbe fatta, appena fossero usciti da quel locale.

Erano passate ormai due ore da quando si erano messi seduti intorno a quel tavolo, e dal primo momento in cui fosse entrato in quel locale non vedeva l'ora di uscirne. Nel suo bicchiere ormai era rimasto solo ghiaccio e nella sua bocca il sapore del whisky era forte, quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe preso una bevanda così tanto alcolica.

Il suo sguardo, che fino ad allora era rivolto solo ad Atsumu, si spostò in continuazione per guardarsi intorno. Notò che la maggior parte delle persone fossero andate via e si chiese perché loro fossero ancora lì. Non aveva seguito molto bene i discorsi degli altri tre, ma sapeva che prima di parlare di quel film parlarono delle olimpiadi appena passate. Fu un peccato non arrivare nemmeno in semifinale, ma appena tornati ad Osaka si rimisero già sotto con gli allenamenti della loro squadra.

Ad ogni modo Sakusa iniziò a pensare di voler trovare una scusa per andare via da lì. Voleva trovare un pretesto per rimanere da solo con Atsumu, non aveva idea di come fare ma in qualche modo doveva riuscirci. Riportò lo sguardo verso i suoi compagni e con serietà disse.

<< Voglio un gelato. >>

Quelle parole inaspettate presero l'attenzione dei suoi amici che rivolsero i loro sguardi verso di lui. Il suo sguardo era come al solito indifferente, ma quelle parole non poterono non far ridere gli altri tre.

<< Quindi ci sei anche tu stasera? Non eravamo in tre fin dall'inizio? >> disse tra una risata e l'altra Atsumu.

A volte Sakusa si chiedeva come si fosse innamorato di quell'idiota, ma bastò guardarlo ridere per capire. Il suo sorriso radioso era così splendente e contagioso che lo fece lievemente sorridere, dimenticando quella stupida battuta.

<< Anche io voglio il gelato. >> si aggiunse Hinata riflettendo su quella richiesta << Perché non andiamo nella gelateria vicino al parco? >>

Con quel pretesto il gruppo decise di uscire dal locale per dirigersi verso la gelateria. Durante il tragitto Bokuto e Hinata precederono gli altri due parlando di qualcosa che non riuscì ad arrivare alle orecchie di Sakusa. Quest'ultimo invece camminava dietro affiancato da Atsumu che in quel momento lo osservava.

Il moro non lo sapeva ma Atsumu aveva notato di aver avuto il suo sguardo per tutta la serata su di sé. Notò quanto fosse distratto più delle altre volte ed era sicuro che nascondesse qualcosa. In più fu la prima volta che propose di andare a prendere un gelato, di solito preferiva tornarsene subito a casa. C'era qualcosa che non sapeva e la curiosità era talmente grande da volerlo scoprire.

<< Come mai questa voglia di gelato? >> chiese sorridendo mentre durante il cammino teneva le mani nella tasca della felpa.

<< Non posso avere voglia di mangiare un gelato? >> rispose il moro spostando leggermente lo sguardo verso il ragazzo accanto a sé.

<< Solitamente vuoi sempre filartela. >> disse l'altro continuando a sorridere.

Ormai era evidente che Atsumu avesse capito qualcosa, i suoi occhi erano interrogativi e le domande insistenti. Sakusa lanciò uno sguardo davanti a sé notando la distanza che li divideva dagli altri due. Era il momento di fare qualcosa.

Si fermò dal camminare, attirando così l'attenzione di Atsumu che si fermò poco dopo davanti a lui. Prima che potesse dire qualcosa, il moro lo avvertì a voce bassa di seguirlo, in modo da non farsi sentire dagli altri due. Senza obiettare, Atsumu seguì il ragazzo che prese a camminare in tutt'altra direzione.

Sakusa camminava con lo sguardo fisso davanti a sé diretto verso il luogo che più lo attirava. Pieno di verde e di fiori bellissimi, con un ponticello che attraversava il fiume, pensò che il parco fosse il luogo più romantico dove potersi dichiarare. Atsumu non aprì bocca durante il tragitto, guardò il ragazzo davanti a lui con curiosità senza darsi una spiegazione a quello che stava succedendo.

Entrati nel parco furono avvolti da un fresco venticello che mosse leggermente le foglie sugli alberi. La piccola stradina che percorsero affiancata dal verde prato e dalle piante colorate, portò i due ragazzi sul piccolo ponticello sopra il fiume. Il moro tirò un sospiro di sollievo quando vide che il luogo era deserto.

Sakusa si fermò rimanendo in silenzio e durante quel piccolo lasso di tempo Atsumu ne approfittò per appoggiare la schiena sulla ringhiera di legno del ponte.

<< Perché mi hai portato qui? >> chiese il biondo guardando verso il ragazzo girato di spalle. Questa volta sul suo volto non c'era un sorriso, la sua voce sembrava più pacata e la sua espressione più seria.

Dietro a quelle spalle si nascondeva un viso totalmente imbarazzato. Sakusa ringraziò la mascherina che gli copriva il volto perché sentiva le sue guance bruciare. Le sue mani tremavano leggermente e adesso l'ansia lo stava mandando nel panico. Aveva paura di sbagliare, di essere rifiutato e di perdere così il rapporto con quel ragazzo.

Ripensò alle parole di Osamu, quelle parole che furono di conforto e che gli diedero coraggio. Pensò che non ci sarebbe stata un'altra occasione e che se voleva dichiararsi doveva farlo ora. Perciò prese quel poco coraggio che gli era rimasto e si voltò verso Atsumu.

Il ragazzo era appoggiato alla ringhiera con entrambe le braccia, aveva spostato la sua attenzione verso il fiume dietro di lui mentre attendeva ancora una risposta. Il suo corpo era rilassato ma allo stesso tempo manteneva la giusta postura per non perdere l'equilibrio.

Mentre si avvicinava lentamente a quel ragazzo, Sakusa iniziò a pensare alle parole giuste da dire per esprimere tutto ciò che provava.

E cosa provava? Beh, bastava guardare Atsumu per capirlo. Il volto di quel ragazzo sembrava sceso dal paradiso, i suoi occhi erano come una calamita da cui non poteva distogliere lo sguardo, il suo sorriso era come il sole lucente che lo illuminava, per non parlare delle sue labbra che dovevano essere davvero soffici. I suoi capelli dorati lo invitavano sempre di più a passarci la mano attraverso per accarezzarli, e gli sarebbe tanto piaciuto farlo. Il suo corpo sembrava perfetto, la sua statura corretta, nessuna statua avrebbe potuto competere. E poi la cosa più importante era come lo faceva sentire. Tutte le attenzioni che gli donava lo facevano sentire speciale. Il modo in cui lo chiamava lo faceva sorridere, anche se lo nascondeva. Quando si sforzava di non toccarlo per non dargli fastidio, e quando lo faceva perché non poteva resistere, lo faceva sentire unico ed importante. Pensare solo a quanto Atsumu cercasse di farlo stare bene, lo rendeva felice. E lui voleva ricambiare quel sentimento, voleva fargli vedere quanto gli importava di lui e quanto avrebbe fatto di tutto pur di farlo stare bene, di farlo sentire amato e soprattutto speciale.

Si avvicinò a lui talmente tanto che i loro piedi si sfiorarono. Ciò fece girare Atsumu che si ritrovò a pochi centimetri dal viso di Sakusa. I suoi occhi erano sgranati e confusi allo stesso tempo, continuò a tenersi alla ringhiera stringendo la presa mentre la sua mente non capì cosa stesse succedendo.

Sakusa avrebbe voluto esprimere a parole tutto ciò che provava, fargli capire davvero quanto ci tenesse a lui e quanto volesse stare al suo fianco nella vita. Eppure il nodo in gola era talmente grande che non riuscì a pronunciare manco una parola.

Appoggiò una mano cautamente sul fianco di Atsumu mentre con l'altra abbassò la mascherina sul volto. Si avvicinò talmente tanto al suo viso che iniziò a sentire il suo respiro mescolarsi col suo, fino a far scontrare le loro labbra. Chiuse gli occhi ed iniziò ad assaporare quel sapore che bramava da troppo tempo. Fu lento ma intenso.

Le mani di Atsumu si posarono sulle guance infuocate di Sakusa, allontanarono il suo viso interrompendo così il contatto con le labbra. In poco tempo i due ragazzi si ritrovarono a guardarsi negli occhi. Quelli del biondo erano confusi mentre in quelli di Sakusa si intravedeva il fuoco della determinazione che gli scorreva nelle vene.

Rimasero qualche secondo senza dire niente ed entrambi poterono scorgere le emozioni dell'altro con il solo contatto visivo. Ad entrambi batteva il cuore a mille, una morsa al petto li feriva, ma ad ogni modo non interromperono quel contatto fisico.

<< Sai troppo di alcool... >> commentò Atsumu con un filo di voce e con il fiato mozzato.

Senza pensarci, Atsumu riavvicinò le proprie labbra a quelle di Sakusa dando vita ad un altro bacio, più passionale e voglioso dell'altro. Entrambi gustarono quel bacio come se fosse unico. Le braccia del moro avvolsero il corpo dell'altro mentre quelle di Atsumu si incrociarono dietro al suo collo.

Passarono minuti dove i due continuarono a scambiarsi baci fugaci, dove Atsumu diceva "scusa, non ho sentito bene il sapore" per poi tornare ad assaporare le labbra di quel ragazzo che lo stava mandando fuori di testa, dove i loro corpi non riuscirono a staccarsi adesso che si erano trovati. Furono minuti di intensa passione che fecero capire ad entrambi ciò che provassero a vicenda.

Quando finalmente si staccarono per guardarsi, entrambi sorrisero.

<< Ti amo davvero tanto Atsumu... >> riuscì a dire Sakusa con il cuore pronto ad uscire dalla cassa toracica.

<< Perché non me l'hai detto prima? >> sorrise Atsumu guardando negli occhi l'altro.

Passarono la serata a guardarsi e a confessare i propri sentimenti, lasciarono che la notte scorresse senza pensare a ciò che li circondasse, perché adesso l'unica cosa che contava erano loro due.

Quel bacio diede vita ad una relazione che sarebbe durata per sempre.

   
 
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