“Pensi che starà bene?”

Hanajima non distolse lo sguardo dal quadretto felice che erano Kyo e Tohru poco più avanti, ma annuendo fece capire a Uotani che l’aveva sentita. “Starà bene,” confermò.

“Hmphf,” sbuffò l’amica voltandosi nella stessa direzione, “non riesco a credere al fegato di pel di carota; addirittura ci porta via la nostra Tohru.”

“Questo è quello di cui ha bisogno Tohru,” continuò Hana, fiduciosa, la voce priva di ogni dubbio. E Uo non poté che concordare, dentro di sé, perché doveva mantenere la sua facciata di ragazza dura anche solo per dar fastidio a Kyo e ricavarne qualche grassa risata.

Dopo tutto, sapeva benissimo quanto quei due stessero bene insieme, altrimenti non gli avrebbe mai dato il permesso di portarle via un’amica preziosa come Tohru. Nessuno che non l’amasse molto più di lei e Hana insieme – ed era molto difficile, dato il sentimento che legava le tre ragazze – era degno di starle accanto. E Uo doveva ammettere che Kyo aveva portato con sé più di una persona meritevole di Tohru.

“Però mi mancherà prendere in giro pel di carota,” ridacchiò in risposta.

Un sorriso un po’ sinistro si allargò sulle labbra di Hana. Anche lei avrebbe sentito la mancanza di Tohru, ma era anche consapevole di non poterla trattenere. Eppure, proprio per questo, non poteva esimersi dal mettere più volte alla prova colui che gliel’avrebbe portata via. “Abbiamo ancora un po’ di tempo,” aggiunse piano, incontrando finalmente lo sguardo complice di Uotani, la quale scoppiò a ridere prima di dirigersi a grandi falcate verso l’inconsapevole coppia.

“Hai ragione: sfrutterò ogni singolo secondo che ci resta e sono sicura che testa di mandarino non ci deluderà,” affermò poco prima di staccare Tohru da Kyo, il quale era stato proprio sul punto di baciarla.

Uotani ghignò nel notarlo, poi cinse le spalle di Tohru con un braccio, portandola a sé. “Ti eri forse dimenticato di noi, pel di carota?”

E Hana, ancora indietro, procedeva a passo leggero, osservando tutto con occhi sereni e tornando indietro con la mente a quando un quadro del genere le era sembrato impossibile e la strada davanti a lei molto più solitaria.

Ora, rifletté, sebbene colei che aveva cambiato tutto in meglio sarebbe partita, non si sentiva più così sola. Dopo tutto, non era più quella la ragazzina di una volta; non era più soltanto Hanajima.

“Hanajima… quindi tu per Kyoko saresti stata… Hana!”

“Da adesso tu sei Hana-chan”