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Autore: Laeveart    05/10/2023    4 recensioni
"Lei gli ha già proposto di uscire a bere qualcosa ed era notoriamente più affettuosa nelle giornate in cui seguivano casi che sfioravano la morte; i muri che li separano sono semplici ragnatele in questa notte di fine ottobre." - Finale alternativo per Cops and Robbers (4x07).
All Rights Reserved © 2017 by withoutthetiger.
I do not own this fanfiction. It was written by withoutthetiger and I'm just translating with the author's permission. You can find the original fanfiction on AO3.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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La sua giornata era stata a dir poco un inferno, appiccato dalla chiamata di Castle e dalla sua voce spaventosamente calma mentre la avvisava che la New Amsterdam Bank and Trust stava per essere rapinata, mentre lui e Martha erano intrappolati all'interno. Il suo tono di voce, un sussurro urgente, l'aveva trasformata in un pezzo di ghiaccio, ogni battito del suo cuore la distruggeva da dentro pezzo dopo pezzo, mentre in quel primo istante di paura osservava scivolare dalle sue mani tutti i loro potenziali futuri insieme. Il suo dovere da detective - e da partner di Castle - era però subentrato un momento dopo, spinta dalla necessità di salvare gli ostaggi e prendere tempo. Le successive ore erano state di disordine e silenzio, risolutezza e rimorso, e gran parte dello spavento si era sopito quando aveva posato gli occhi su Castle tra i detriti dell'esplosione, mentre il lieto fine era stato sancito dalla notizia che anche Tanya e Connor erano salvi.

Con la chiusura del caso, Kate si appoggia alla sua sedia davanti alla scrivania, l'adrenalina attenuata da un piacevole ronzio. "Allora, Old Haunt? Ti offro da bere."

"È Halloween," le ricorda Castle. "E so che non vuoi sottoporti alle creature mostruose che invaderanno le strade stasera."

"Ah, l’avevo dimenticavo."

"Inoltre ho spolverato una vecchia tradizione e ho intenzione di farmi un rewatch di John Woo mangiando quantità imbarazzanti di dolcetti sul mio divano."

Lei ride, ogni tentativo di alzare gli occhi al cielo è futile. "Avrei detto Hocus Pocus o The Rocky Horror Picture Show, ma se stai cercando qualcosa di meno ovvio, suppongo che potrebbe andare anche Hard Boiled."

Lui si ferma, la sua nuca è inclinata mentre la studia. "Non vorresti unirti a me, vero?"

Entrambi sanno quanto la sua sia una una domanda stupida. Lei gli ha già proposto di uscire a bere qualcosa ed era notoriamente più affettuosa nelle giornate in cui seguivano casi che sfioravano la morte; i muri che li separano sono semplici ragnatele in questa notte di fine ottobre.

"In realtà, mi piacerebbe."

 

 


 

Decide di passare dal suo appartamento prima di recarsi da Castle, i jeans e la camicetta sono troppo scomodi per una serata di relax da lui, quindi passa un'altra ora prima che si diriga verso il loft di Castle. Un'ora durante la quale si ritrova a sperare che la serata sia tutto tranne che platonica, mentre allo stesso tempo desidera che sia proprio così. Vuole che tutto cambi e che tutto rimanga uguale. Né il cuore né la testa hanno la meglio quando alza la mano per annunicare la sua presenza, e la sua indecisione si ferma solo quando lo sente aprire la porta. Non è affatto una sorpresa che la apra quasi immediatamente dopo aver bussato, ma quando la saluta il respiro di Kate si blocca dolorosamente come quella mattina.

Halloween o meno, non era preparata a vedere Castle vestito con un camice da medico e una mascherina. Scemo.

"Tempismo sbagliato?" chiede.

Kate lo spinge via, lancia i suoi stivali nell'angolo e getta il suo cappotto sullo schienale della sedia prima di girarsi di nuovo per affrontarlo, le mani sui fianchi e tutta la rabbia che ha in corpo, anche se in realtà non è arrabbiata affatto. Certo che è troppo presto, ma non si sarebbe aspettata altro da lui. È il suo idiota preferito.

"Solo tu potresti fare una cosa del genere dopo essere stato un ostaggio."

"Fa parte del mio fascino," risponde con un'occhiata, poi fa cenno al suo costume. "Vado a cambiarmi, tu serviti pure. Il film è pronto."

Kate vorrebbe con tutta se stessa dirigersi subito verso la cucina viste le leccornie che la attendevano, ma la vista di Castle che si dirige verso il suo ufficio attira la sua attenzione per diversi secondi, specialmente la sua schiena nuda mentre si toglie la parte superiore del suo costume senza preoccuparsi del suo sguardo.

Probabilmente sperava che lo facesse.

E lei non è dispiaciuta di averlo fatto.

Scuote la testa tentando di rimuovere l'immagine dalla sua mente, quindi si dirige rapidamente verso il tavolo che ha riempito con una esagerata quantità di dolci, comprati e da poco sfornati. Ci sono due piccoli secchi di zucca a lato, così ne prende uno e lo riempie con più cioccolato di quanto il suo stomaco ne possa contenere, poi afferra un dolce di riso croccante al cioccolato nero e arancione e lo affonda in bocca.

"Hai fame?"

Kate mugula in accordo, tentando di nascondere la sorpresa per la sua improvvisa comparsa dietro di lei. È così dannatamente vicino, e dopo avere trascorso un’intera giornata separati, è rassicurante. Riesce a percepire il suo calore e la sua robustezza contro la schiena, mentre lui si allunga per afferrare l’altro secchio.

"Anche io," sussurra.

Senza proferire parola si dirigono verso il divano e posano i dolcetti sul tavolino mentre inizia il film; sono silenziosi, concentrati sullo schermo, e non molto tempo dopo la fine di The Killer, Castle afferra la coperta di pile da dietro di loro e la dispone sulle loro ginocchia. È quasi come se condividere una coperta durante una serata cinematografica fosse una cosa normale che fanno di solito e Kate non è pronta a specificare che non lo è. Ancora spaventata dall'idea di ammettere ciò che vuole, si ricorda che non è la prima volta che si reca al loft per cenare. Tutto è iniziato lentamente e senza rendersene conto: prima il contatto accidentale delle dita quando la mattina Castle le porta il caffè, e prosegue nel modo in cui i suoi sorrisi la spingono verso una versione migliore di se stessa. Dopo una giornata che avrebbe potuto finire in modo molto diverso, forse la sensazione di calma e tranquillità di stasera non dovrebbe spaventarla affatto.

Parlando di pauroso...

"Perché non hai organizzato la tua solita festa di Halloween quest'anno?"

In un primo momento rimane in silenzio, silenzio che lei interpreta come irritazione per aver interrotto il film, ma poi parla con esitazione. "Non ero sicuro che ci fosse una ragione abbastanza valida."

"Halloween non era una buona ragione per fare una festa di Halloween?" chiede con un sorriso, girandosi verso di lui in modo da poterlo vedere meglio.

"La logica non ti abbandona mai, detective," ribatte, girandosi per imitarla mentre continua a parlare. "La maggior parte delle feste che ho organizzato era più un'occasione per mostrarmi o per vendere qualche libro in più. Erano più mosse di pubbliche relazioni o un modo per conquistare una bella donna. Poi, un paio di anni fa, ho organizzato una festa in maschera sperando di portarti un po’ di sollievo. Una serata per distrarci e divertirci."

Kate gli offre un sorriso grazioso. "Mi sono divertita, per quanto fossi restia ad ammetterlo all'epoca."

Lui ricambia il sorriso, ma sospira continuando a parlare. "L'anno scorso non avrei voluto organizzare una festa, ma Gina ha insistito. E sappiamo entrambi che quella notte è stata imbarazzante per diversi motivi."

I ricordi dell'anno precedente li perseguitano entrambi. Due relazioni che non hanno portato da nessuna parte. Quattro persone che si accontentano di poco. Maschere elaborate indossate nel nome di una festività, come se Kate e Castle non stessero già nascondendo abbastanza da soli.

"Quindi quest'anno hai deciso di puntare su una festa in solitaria?"

"Sembrava un buon modo per evitare di complicare le cose," concorda.

Lei sposta lo sguardo sulle sue ginocchia, scuotendo la testa. "E ora la complicazione è atterrata nel tuo salotto nonostante i tuoi migliori sforzi."

"Beh, in un certo senso ti dovevo qualcosa dopo che mi hai salvato la vita oggi."

Gli occhi di Kate si alzano per incontrare i suoi, il ringraziamento in un'evidente distrazione per evitare l’imbarazzo, ma lei apprezza lo sforzo. "Siamo partner. È quello che facciamo."

"Alcuni di noi più di altri, ovviamente."

"Aspetta, cosa intendi?"

Ed è così che si ritrovano a ricadere in una ridicola discussione, uno dei tanti battibecchi da quando sono partner. Castle insiste di averle salvato la vita nove volte e che lei ha appena raggiunto il traguardo di otto; Kate è sconvolta che lui abbia tenuto il conto, anche se la riconosce come proprio il tipo di cosa che lui annoterebbe. Lo ascolta raccontare le storie dietro ogni suo sforzo eroico e quasi dimentica la sua svolta malinconica di qualche minuto prima.

Quasi.

E nemmeno Castle lo ha dimenticato.

"Ehi," dice, finalmente zittendosi per posare la sua mano sulla sua. Kate sobbalza al contatto, ma è più che disposta a intrecciare le dita con le sue, incontrandolo a metà mentre si prepara a qualunque cosa stia per dire. "Sai che sei il miglior tipo di complicazione, vero?"

"Esiste una complicazione positiva?"

Alza teatralmente gli occhi al cielo, e Kate non può fare a meno di notare come abbia pienamente ereditato la drammaticità di sua madre. "Certo che sì, Beckett. Sei come un film che la gente vuole guardare ancora e ancora, solo per poter cogliere ogni piccolo particolare che la volta precedente era sfuggito. Sei come il cruciverba domenicale che ti fa impazzire per quanto sia complicato, ma che diventa una splendida vittoria quando riesci a piazzare la lettera giusta nell’ultima casella. Sei una sfida, ma vali ogni secondo che ho trascorso al tuo fianco." Si ferma, scrollando le spalle. "Inclusa questa sera, anche se non stiamo più guardando il film e nessuno di noi sta male per il troppo cioccolato."

"Stare male era l'obiettivo di stasera?" chiede in un sussurro, già sicura della risposta quando lui si avvicina e usa la sua mano libera per avvicinare il suo viso.

"No," mormora in risposta. "Questo lo era."

Lo sfioramento delle loro labbra è leggero, quasi come un fantasma, c’è e non c’è, a seconda di chi chiede e se vogliono crederci. È il ricordo di ciò che è stato mesi fa. Un diversivo con l’unico scopo di salvare vite.

O forse di salvare i loro cuori.

Quella notte era fredda e piena di bugie. Questa è molto più calda e forse un po' troppo onesta, ma lei lo vuole tanto quanto allora e questa volta non c'è niente da fare se non renderlo reale. Kate preme sulle sue labbra e le schiude abbastanza da permettergli di osare ancora di più. Da qualche parte, fuori dalla sua porta, un gruppo di bambini urla prima di scoppiare in una fragorosa risata; il loro suono funge da cornice perfetto quando Castle la tira sul suo grembo, mentre lo stomaco di Kate si contorce in un meraviglioso mix di paura e divertimento.

Entrambe le sue mani scivolano sui suoi fianchi, attento a stringerla per non darle modo di allontanarsi da lui. Sa esattamente di cosa ha bisogno, anche mentre lei geme nella sua bocca e gli passa le dita tra i capelli. Il bacio è lento e tenero, lasciandole trovare il suo nome sulla sua lingua. È lì, come è sempre stato.

Probabilmente lo sarà sempre.

E che sia questa la realizzazione o la consapevolezza che lui sarebbe potuto morire oggi o qualcos'altro ancora, Kate sente un tonfo felice nel suo petto, il suono di un muscolo da lei poco apprezzato per troppo tempo. Sa anche che il suo cuore rimarrà a debita distanza da lui finché i fili delle colpe - delle bugie - continueranno a legarla saldamente ad ogni dolore del suo passato, dall'omicidio di sua madre al giorno in cui è quasi morta tra le sue braccia. Sta a lei tagliare quei legami affinchè non anneghino entrambi in un mare di bugie.

"Castle?" mormora contro le sue labbra, incapace allontanarsi troppo dal bacio.

"Beckett?" risponde lui, inseguendo la vibrazione della sua voce lungo la gola.

Oh, è molto più difficile di quanto pensasse, la sua bocca è devastante mentre striscia sulla sua pelle. Non vuole avere quel genere di conversazione in questo momento, preferirebbe lasciarsi trasportare da qualunque flusso si sia già innescato.

"Ti devo dire una cosa. È una sorta di notizia buona-notizia cattiva, credo."

Lui si tira indietro, la sua ruga sarebbe impercettibile se solo lei non avesse memorizzato ogni linea del suo viso tempo fa. "La chiameremmo 'dolcetto o scherzetto' per stasera."

"Okay," concorda. "prima lo scherzetto."

"Suppongo siano le regole di base del gioco, sì."

Kate fa un respiro profondo e lascia scivolare lo sguardo sopra la sua spalla. "Non so davvero come dirlo. Voglio dire, non sarebbe una grande notizia se non fossi stata zitta per tutto questo tempo, e tutto questo sarebbe potuto essere evitato se fossi stata onesta prima."

Inizia a allontanarsi, sollevandosi dal suo grembo in modo da non dover sentire il calore dei loro corpi mentre cerca le parole giuste; Castle la trattiene, fermandola dallo scappare.

"Continua."

"Ti ho sentito - ho sentito le tue parole quando mi hanno sparato. Ti ho sentito dire che mi ami."

Rick rimane in silenzio per un po’. "Dirti quello che provo è diventato importante solo perché sono passati mesi da quando è successo? Il silenzio al riguardo ha aiutato a farlo invecchiare fino a diventare importante? Era una dichiarazione d'amore, non un buon vino."

"No, no, non è quello che intendevo", si lamenta. "Ma se ti avessi detto che ricordavo tutto quando me lo hai chiesto la prima volta in ospedale, se non fossi stata una dannata codarda al riguardo, non starei rovinando tutto adesso."

"Ma tu non provi la stessa cosa, quindi è stato più facile fingere che non mi avessi sentito."

No. Perché non riesce a capire? Perché deve continuare a farla parlare?

"Eppure provo la stessa cosa e non so come gestire tutto questo perché sono un disastro e apparentemente la terapia non è magia, quindi non sono ancora dove vorrei essere e forse non mi avvicinerò mai a quel punto, ma sto cercando di migliorare perché non posso dirti le stesse parole fino a quando non sarò un po' meno rotta dentro."

Kate abbassa la testa per rubargli un bacio. Tempismo sbagliato, ovviamente, ma ha bisogno che lui capisca cosa intende. Non può dirgli quanto lo ami, ma può scriverlo sulle sue labbra finché non sarà abbastanza coraggiosa da leggere le parole ad alta voce. E lui è incerto, i suoi sentimenti sono pericolosamente esposti, ma sceglie di prendere quello che gli può dare; è molto, anche se non è arrivato ben impacchettato.

Rimangono avvolti l'uno nelle braccia dell’altro per parecchio tempo prima che lui interrompa il bacio e mordicchi lungo il bordo della sua mascella, il suo respiro è caldo contro il suo orecchio quando finalmente parla di nuovo. "Mi ami davvero? E questo è il dolcetto?"

"Se lo vorrai," conferma, girandosi nel tentativo di catturare di nuovo la sua bocca.

"È meglio di tutte le caramelle di Halloween del mondo."

  
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