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Autore: Child_of_the_Moon    06/10/2023    3 recensioni
[Questa storia è legata a "Fantasia Finale", la precedente che ho pubblicato qui sul sito. E' comunque possibile leggere questa shot come una storia a sé stante.]
Due amanti, due artisti che vivono le emozioni e il loro amore nella maniera più elevata e pura, superano una stagione dolorosa fiorendo assieme ai fiori della primavera.
[“Questo testo partecipa al contest Le quattro stagioni si raccontano indetto da elli2998 e Inchiostro_nel_Sangue sul forum di EFP”]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia è legata alla one-shot "Fantasia Finale", pubblicata subito precedentemente.
Possiamo dire che sia il suo seguito, ma l'ho resa tranquillamente fruibile a chi non avesse letto la storia prima.

Se vorrete passare anche a leggere quella ne sarò molto felice.


Prima Vera Fantasia

 

E’ luce sfolgorante che, in uno slancio d’eleganza, si tuffa nei loro occhi inebriati da una bellezza inarrivabile, poesia di rinascita.
Affondano in un guizzo abbagliante; i cuori si armonizzano all’unisono in una scia stellata che pulsa placidamente d’amore. Lo scintillio li avvolge in turbinio lusinghiero che, solerte, tesse una tela di seta incantevole, frammento d’anima; lembi di pura energia.

Le loro labbra si fondono in un moto di desiderio e, seppure incerto nei suoi passi al principio di quella danza, ora pare inarrestabile, seducente.
Lei, amorevole tessitrice di impareggiabile bravura, si priva dei suoi più celestiali veli dinnanzi a lui.
Lui, timido esteta alla ricerca dello scatto perfetto, saggia l’ideale incarnazione dell’estro artistico dinnanzi a lei.
Non v’è critico d’arte alcuno che possa cogliere l’immensità del genio che si scorge in quello scorcio sinuoso catturato nelle forme armoniche dei loro corpi, compendio che racchiude in esso la forza mistica di ogni singola loro modulazione.
Lentamente e con quella discrezione tipica della sobrietà di lui, le braccia sottili si stringono attorno ai fianchi di lei, che volge il suo sguardo premuroso al suo amato; si contemplano per minuti che s’arrestano sull’orlo della percezione materiale e si abbandonano nella dolce stretta al cuore dei ricordi.

Se è vero che nel sogno irrequieto giace un miraggio, esso non può essere che una visione che trascende il reale, l’autentico; l’energia atavica di un legame in grado di spiegare le ali e volare al di sopra della realtà.
Il sogno irrequieto era principiato esattamente un anno prima, quando il crocevia di destini aveva deciso per loro il sentiero lugubre e instabile dell’incertezza; la razionalità era stata pasticciata da un groviglio di scarabocchi deliranti che avevano preso la forma di aggrovigliati tubi che facevano da intercessori tra il timido artista e la struttura che tentava di restituirgli il lume della vita; era rimasto in quello stato per sei lunghi, interminabili mesi, giacendo in quel freddo letto d’ospedale come guscio privo di coscienza.
L’infausto incidente che aveva travolto il cammino e le vite dei due artisti, aveva preso la forma di una vettura lanciata a velocità inconcepibile sull’asfalto e il gesto amorevole di lui nel tentare di salvarla, spingendola sullo sterrato, avevano devastato quelle esistenze fatte d’amore.
Amore per la persona cara.
Amore per l’arte e la bellezza.
Amore per la vita.
La premurosa sarta dai capelli biondi tenuti legati dal bel fiocco rosa assisteva il suo tenero cacciatore di fantasie, così soleva chiamare la sua vocazione per l’obiettivo, dai setosi e ricci capelli e lo sguardo di giada, mentre si aggrappava alla vita con tutte le sue forze.
Aveva consumato i propri occhi dal dolore, che stavano perdendo il bagliore che avevano tanto colpito e fatto innamorare quel ragazzo che vagava nel deserto del suo animo senza bussola, accompagnato dal fluido nero e viscoso della malinconia.
Lei non aveva mai smesso di pregare e la speranza, il miraggio di quella lontana fantasia, s’erano tramutati in realtà assoluta.
Lui s’era infine svegliato, proiettando sfumature d’ascetica alchimia negli occhi di lei ed era tornato tra le braccia della dea Demetra, clemente con chi non ha ancora concluso il suo viaggio terreno.
Quell’anno era stato difficoltoso, caratterizzato dall’affranta convinzione che non avrebbero mai potuto risvegliarsi da quell’angosciosa oppressione, ma passo dopo passo, entrambi erano venuti a patti con il loro dolore, il trauma di quella tragedia sfiorata per un soffio di zefiro primaverile.
Erano spesso caduti preda del rimorso angosciante e dell’ottenebrante prigione della disperazione e non era stato affatto semplice affrontare quello sconforto e quel tormento ricolmi di irte spine, pronte a ferire i loro cuori di lino.
La ripresa per lui procedeva ancora lentamente, non aveva ancora superato del tutto la visione di quel giorno, cristallizzata come ghiaccio nella sua memoria.
Il suo corpo ne aveva risentito fortemente e ancora ne riportava strascichi di antico turbamento.
Ma avevano congiunto le mani e incrociato le loro dita d’artista e ora era giunta una nuova primavera e con essa un nuovo zefiro.

Con la delicatezza che appartiene solo ai sarti più abili, le estremità di lei si congiungono ai ricci di seta di lui, intrecciando le dita tra quel crine candido e dal profumo di ortensia.
Gli arti sottili di lui desiderano quel contatto più di qualunque altra cosa al mondo e si stringono intensamente ai fianchi di lei in una commistione di desiderio ed esitazione.
Ritrovano l’equilibrio della quotidianità in una coccola idilliaca; dopo le pene sfibranti del male sentono il bisogno di armonizzarsi e riverberare con il cielo limpido che con un sorriso benevolo penetra splendente attraverso le finestre della loro stanza, frammento di cielo anch’essa.
Le lenzuola sottili e serafiche li abbracciano in una stretta angelica, mentre lievi sospiri vibranti si riflettono nelle pareti del frammento di cielo, impregnando ogni cosa del loro profumo.
Le loro labbra danzano scivolando fluenti lungo lo spartito che si compone attimo dopo attimo, intonando la perfetta essenza del sentimento espresso tra quelle stoffe di perla.
Le mani delicate e timide di lui saggiano le forme aggraziate di lei, insinuandosi nel sentore soave della reminiscenza, ora certezza.
Le mani affabili e amorevoli di lei entrano in contatto con l’identità più intima di lui, carpendo segreti sussurrati da una voce sommessa e insicura.
I loro cuori simbiotici battono rapidamente all’unisono, beandosi di quella eco che risuona in loro, nelle loro carni, scosse dal fremito irresistibile e indulgente di quella velleità della loro dote sensibile.
I loro respiri si fanno uno solo, fondendosi in alito sublime e le loro voci si armonizzano nei reciproci nomi, mormorati nell’assordante silenzio del loro cielo.
Si perdono in attimi immortali di dolce frenesia, scanditi da palpitazioni bisbigliate all’unisono, in soffi frammentati di spirito.
Traboccano d’amore in ogni fibra vibrante, pulsante dei loro corpi, fino a giungere al momento più alto di quella speciale composizione artistica; zenit assoluto dell’animo di chi vive nella dimensione più elevata dell’esistenza.
Gli occhi di lui si fanno lucidi, mentre senza fiato cerca invano di riordinare i pensieri nella mente affollata da fruscii ondeggianti che riconducono a lei, ai suoi occhi d’ametista, al suo profumo di rosa, ai suoi capelli dorati. Le sfiora la guancia, colmo di un’emozione indescrivibile che desidera sorgere; non può concretizzarla in parola e allora, lentamente, calde e innocenti lacrime gli solcano il viso terso, delicato.
Si lascia andare a quella commozione spontanea, dolcemente impacciata, mentre le sue gote si tingono di rosso; la sua amata con estremo riguardo lo stringe al seno e, accondiscendente, lascia scorrere le sue luccicanti lacrime a sua volta che, ricadendo, si intrecciano come rugiada ai capelli un po’ spettinati di lui.
Si baciano ancora e ancora, mentre le loro coscienze si fanno da parte, lasciando spazio alla gentilezza del torpore che li avviluppa entrambi tra le braccia, cullando le loro membra ormai stanche.

Le ametiste, un po’ ombrate dal sonno, si schiudono con delicatezza; subito le iridi si imperlano di luce, riflettendo la vastità del cielo limpido di primavera.
Lentamente la ragazza si volta: il suo timido cacciatore di fantasie non sembra essere al suo fianco.
Un po’ confusa alza lo sguardo, cercando di ritrovare equilibrio nel suo corpo e stabilità del suo pensiero, che viaggia celere in vecchie e tenebrose memorie.
La nuvola grigia però scompare all’orizzonte fugacemente, proprio come era arrivata.
Il suo amore è in giardino, la testa poggiata sul gomito posto sul davanzale della finestra: la guarda con il suo solito amabile, sciocco sorriso in un’espressione totalmente rapita.
La giovane si alza, approcciandosi allo sguardo di giada di lui e, ricambiando quell’intima coccola silente, sorride amabilmente.
Il giovane la invita a uscire sotto il sole di quella splendida primavera.
Il cuore di lei si anima in un battito di gioia sincera e in un rapido movimento di ciglia, ora sotto gli occhi di lui si staglia la vista deliziosamente preziosa di una giovane donna dai capelli biondi legati al capo con un fiocco, gli occhi ametista sono gemme d’amore.
La vista di lui si sofferma sull’interezza della sua figura: indossa una delle sue ultime creazioni. Un vestito dalle maniche vaporose, la cui gonna si ferma al ginocchio. Il colore è il più bello che lui abbia mai avuto l’onore di contemplare, un viola pastello così dolce che gli occhi suoi si riempiono di lacrime al solo guardarlo. L’abito ha una fantasia floreale su di esso: ortensie. L’amabile sarta aveva scelto questo fiore per via del profumo che porta sempre il suo amato.
Aveva detto che la sensazione di quella soave essenza era l’ispirazione perfetta.

Le loro due figure ora splendono sotto quel meraviglioso cielo, irraggiandosi del bagliore della primavera divenendo loro stessi parte di essa.
Sanno di primavera loro, in ogni forma.
Loro sono la primavera.
E come la primavera, fioriscono dopo il rigido inverno, con la neve ai lati delle loro anime che lentamente si scioglie, lasciando spazio alla fragranza di fiori, di vita.
Amorevole, la giovane sarta s’accosta al suo amato artista, gli posa una mano sugli occhi e discretamente intreccia tra le sete dei suoi capelli un fiore, che pone leggiadra all’occhiello.
Lo guarda e delicatamente lascia che le loro labbra si incontrino ancora, in un sospiro impercettibile di vento.
Lo zefiro li saluta con le sue mani eteree e affusolate, soffiando su di loro e avvolgendoli per vegliare su quel momento di magica armonia.
Le mani di lei si scostano dalle palpebre di lui e si congiungono a quelle del giovane cacciatore di fantasie.
I loro occhi si incontrano ancora, poi si volgono all’immensità della volta limpida e celestiale al di sopra dei loro sguardi.
I loro cuori sono pronti.
Pronti a sancire la fine di quell’anno segnato dal freddo dolore.
Pronti a partire lungo un nuovo cammino sotto il cielo di primavera.
Aria di cambiamento, aria di rinnovo.
Gli occhi di lei si posano sul fiore all’occhiello di lui e gentilmente il viso suo s’avvicina per percepirne il profumo sereno.
Socchiudendo piano le labbra posa un bacio sulla guancia di lui e, all’orecchio lascia fluire le parole in un impalpabile sussurro:

“Ti prometto un nuovo, vero inizio… un inizio pieno di fiori che sbocciano e giornate luminose.”


Child of the Moon

 


Sono davvero contenta di poter pubblicare nuovamente in tempi così brevi. I contest sanno sempre darmi il giusto formicolio mentale per mettermi all'opera. Come ho detto nell'intro questa storia nasce dal desiderio di raccontare di più dei personaggi visti nella storia precedente. Non è una cosa che faccio spesso perché vedo le mie storie come capitoli slegati tra di loro, accomunati da temi come la morte e la perdita, ma anche giovani amori che nascono tra mille avversità, vite che si incontrano al culmine di eventi infausti.
Per "Fantasia Finale" non è stato così e quindi mi sembrava giusto fare un'altra eccezione.
Grazie a chi si fermerà per una recensione, ma anche solo a chi spenderà un po' del suo tempo per leggere.

   
 
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