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Autore: Quebec    12/10/2023    2 recensioni
Questa è la storia di due persone che hanno un problema a relazionarsi tra loro, a dirsi quanto si piacciono.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Italo si sente fuori posto da sempre. Ha un po' di nausea e odia le persone. Non ricorda nemmeno quando tutto ha avuto inizio. Da bambino? Da adolescente? Da adulto?
Sa solo che odia le persone e che non si sente umano.

 Ma dai  dice Genoveffa.  Questa moda di odiare le persone mi ha stufata! Vi sentite unici, quando in realtà ci sono miliardi di persone come te. Cinici e dissociati.
Italo beve il suo caffè e getta uno sguardo nel bar affollato di gente. Non sa nemmeno perché è venuto qui. Ormai lei non fa che lamentarsi di lui.
 La mia non è una moda. Io le odio. Non posso farne a meno.
Genoveffa beve un sorso di tè dalla cannuccia.
 Tu pensi di odiarle, ma non è così. E sai perché?
Lui scuote la testa.

 Perché ora stai parlando con me. Se odiassi davvero il genere umano, non saresti nemmeno qui. Tutto questo odio è solo verso te stesso. Solo che è molto più facile incolpare gli altri, che se stessi.
Italo è irritato.
 Pensala come vuoi.
Genoveffa sbuffa.
 Sei come tutti gli altri. 'Io odio le persone.' 'Per me possono morire tutti." Bla! Bla! Bla! Che noia! Matura, Italo! Le persone ti hanno ferito? Ti hanno deluso? Accettalo! Anche tu fai schifo come tutti gli altri. Anche io faccio schifo. Tutti noi facciamo schifo! Se pensi di essere l'unico a non aver mai trattato male gli altri o fatto preferenze in fatto di persone, allora sei solo un'ipocrita illuso!
Italo finisce il suo caffè e si alza con fare nervoso.
 Forse è meglio se non ci vediamo più. Tanto non fai che rompermi le palle, qualunque cosa io dica. Ormai mi hai preso di mira. Che senso ha continuare a vederci e sentirci?
 Sì, infatti  dice Genoveffa senza guardarlo in faccia.  Torna da me quando avrai messo il sale in zucca, così capirai che il vero problema sei tu, non gli altri! Nessuno è perfetto, nemmeno tu o io!
Italo lascia il bar e sale in auto. Guida per mezz'ora senza una metà precisa con il sangue che gli ribolle nelle vene. Le parole di Genoveffa gli hanno dato così fastidio, che ora farebbe volentieri una strage. Eliminerebbe ogni umano dalla faccia della Terra. E io? Mi ucciderei anche io? Se odiassi davvero il genere umano allora dovrei farlo, o tutto questo odio non avrebbe senso.
Si ferma al semaforo rosso. Le auto sfrecciano da entrambe le direzioni. Clacson che suonano, gente che grida, cani che abbaiano. Forse Genoveffa ha ragione. È lui il problema. È sempre stato lui. Forse ho preteso troppo dalle persone, forse mi sono creato troppo aspettative e ora le odio. Scaccia via il pensiero. No, faccio bene a odiarle. Le persone mi hanno sempre ferito e deluso. Genoveffa si sbaglia. Lei non capisce come ci si sente a essere trattati male. E poi tutto quello che ha detto su di me non è vero. Per niente!
Scatta il verde.


Tre mesi dopo Italo incontra Genoveffa a casa di Vittorio, che ha organizzato una festicciola, prima di partire per la Svizzera per lavoro.
Mentre gli amici ballano e bevono senza preoccupazioni e alcuni limonano sul divano, Italo li osserva con un sottile risentimento e invidia. Come diavolo fanno a divertirsi? E poi perché ridono e sono tutti così spensierati?

 Ancora con quel muso storto?  chiede Genoveffa alle sue spalle.  Ma non sai fare altre espressioni?
Lui si volta, irritato.
 Che vuoi?
 Dovresti sorridere qualche volta.
 Guarda, non ci aveva proprio pensato  dice Italo con sarcasmo.  Meno male che ci sei tu a ricordarmi certe cose.
 Sì, nasconditi pure dietro il tuo finto sarcasmo per prendermi in giro. La realtà è che sei un uomo solo che ha tremendamente bisogno di qualcuno. Sì, ora negalo pure. Ma è evidente.
Italo sbuffa dal nervoso.
 Ti sei messa proprio di impegno a rompermi le palle.
 La verità è una sedia scomoda  risponde Genoveffa con tono puntiglioso.  Continua pure a vivere nel tuo mondo incantato, fatto di egocentrismo ed egoismo. Non ti meriti nemmeno quei pochi amici che hai.
 Prima di parlare, guardati allo specchio!  grida Italo paonazzo in viso.  Stai specchiando i tuoi atteggiamenti di merda in me! Vuoi farmi passare per quello cattivo, quando sei tu a fare tutto questo! Non io! TU!
Tutti gli amici si fermano a guardarli, attirati dalla voce grossa di Italo.
Vittorio li raggiunge con fare confuso.
 Che succede?
 Niente  dice Italo, le mani che gli tremano per il nervoso.
 È troppo codardo da dirvi le cose in faccia  dice Genoveffa con gli occhi serrati.  Lui vi odia tutti. E odia soprattutto te, Vittò.
 Ma che cazzo stai dicendo?  grida Italo quasi in faccia a lei.
Vittorio e alcuni amici si mettono in mezzo per dividerli.

 Lo vedi?!  dice Genoveffa a Vittorio.  Ha anche la faccia tosta di negarsi! Lui ti odia, Vittò. Odia la tua allegria, odia il fatto che cerchi far ridere gli altri. Non ti sei mai chiesto perché ti ignora sempre, anche quando cerchi di parlargli? Parla con tutti gli altri, ma non con te. Ti odia! Ecco perchè. E ora che stai andando in Svizzera per lavoro, Italo è contento che ti levi dalle palle.
Vittorio guarda Italo, che regge il suo sguardo. Non ha mai pensato questo di Vittorio e non sa perché ora Genoveffa la sta facendo fuori dal vaso.

 Non le dare retta  dice Italo.  Sta dando di matto senza motivo.
 Continui ancora a mentire?  domanda Genoveffa.
 Non sto mentendo!  Risponde Italo.  Sei tu che sei fuori di testa e dici cose senza senso! Io con Vittorio c'ho sempre parlato. L'ho fatto dormire anche a casa mia per quasi un anno quando è stato sfrattato dal suo appartamento. E gli sono stato accanto anche quando ha passato un brutto momento mesi fa, quindi che cazzo stai dicendo?
Genoveffa si lancia contro di Italo per mollargli un ceffone, ma vittorio la blocca con il corpo.
 Dai, ragazzi, calmiamoci. Oggi è il mio ultimo giorno con voi. Non pensavo che l'avrei passato così. Volevo lasciarvi con un bel ricordo prima di partire. Dai, fate pace e torniamo alla festa.
Genoveffa e Italo si guardano per un momento.

 Allora?  dice Vittorio.  Pace fatta?
 Neanche per idea!  dice Genoveffa.
 Già!  Risponde Italo.
Vittorio scuote la testa quasi rassegnato.
 Ma che vi succede? Eravate così affiatati. Tutti noi pensavamo che... Insomma, che stavate insieme.
Genoveffa alza un sopracciglio.
 Cosa? Io assieme a un tipo del genere? Nemmeno morta.
 Già, nemmeno se fosse l'ultima donna sulla Terra  risponde Italo.
Lucrezia, che è rimasta zitta per tutto il tempo e che li conosce entrambi molto bene, si mette accanto a Vittorio. 
 Il problema è semplice. Hanno bisogno di scopare  dice senza mezzi termini come al suo solito.  Chiudiamoli in una stanza e vedrete come faranno subito pace.
Genoveffa e Italo si lanciano uno sguardo, poi guardano Lucrezia.

 Visto?  dice lei.  Genoveffa dà di matto perchè Italo non le dà le attenzioni che vuole veramente. Quel tipo di attenzioni, se capite. Così si inalbera e se la prende con lui. Ormai questa cosa va avanti già da un po' e credo che lei sia arrivata al limite.
Vittorio fa un sorrisetto, seguito dagli altri.
 Bè, se le cose stanno così, allora lasciamoli da soli.
Genoveffa è rossa in viso e Italo si gratta dietro la testa.
Gli amici vanno via e rimangono da soli, i loro occhi si incrociano.
   
 
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