La luna e il sole mi fissano senza espressione. Mi guardano mentre vengo fatta a pezzi dalle stelle. Non avrei mai pensato che le stelle potessero essere così brutali. Né il sole così freddo. La calma indifferenza della luna non mi stupisce, ma mi ferisce.
“Perché ti ferisco?” chiede la luna. “Perché la mia indifferenza ti fa del male?”
“Perché sei bellissima,” rispondo, sangue che mi esce dalla bocca come oro liquido.
Le stelle bevono il mio sangue come se stessero morendo di sete, ogni singola goccia. Il sole resta in silenzio come se non fossero affari suoi. Anche tu sei una stella, vorrei dirgli, bevimi, bevi tutto il mio sangue, come le tue sorelle.
“Perché sono bellissima?” ripete la luna.
“Vedere una creatura così follemente bella, così eterea, indifferente nei confronti della mia sofferenza mi uccide,” spiego.
Il sole raccoglie il mio sangue con un dito e me lo offre, portandolo vicino alla mia bocca. Che sciocco, vorrei dirgli, Se viene dalla mia bocca, so già che sapore ha. Tuttavia, non dico nulla e socchiudo la bocca.
Assaporo il mio stesso sangue avvolgendo le labbra intorno al dito del sole, e non sa di sangue, sa di miele.
“Non capisco,” dice la luna, “La mia sola bellezza fa sì che tu abbia una così alta opinione di me?”
“Sì,” rispondo, “E la tua indifferenza è la cosa peggiore che mi possa capitare. Preferirei che mi facessi del male, piuttosto che vederti così fredda.”
“Sei una sciocca,” risponde la luna, e mi mette le mani intorno al collo.
E stringe.




NDA: Beh, non posto qui su efp da una vita, e ora me ne esco con questo. Non sono interamente sicura di cosa voglia dire, o anche se voglia in effetti dire qualcosa, ho solo lasciato che le mie mani scrivessero senza pensarci su troppo. L'ho scritta mentre ascoltavo Aleph di Gesaffelstein.