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Autore: LaMicheCoria    16/09/2009    7 recensioni
Perché il mio principe non è né biondo, né bianco e nemmeno coperto di macchie d’olio di motore. Il mio è un principe rosso, alcolizzato, trentenne, burbero e Non-Trapassato, ma non smetterò di cercarlo mai. RikkuxAuron
Genere: Commedia, Malinconico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rikku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cuvup

Creata per il 5FOTM del Fan Fiction World Forum.

Limite di Parole: 2000. Uso obbligatorio della prima persona.

Autore: Nemeryal
Titolo: C'era Una Volta Una Principessa
Genere: Fluff, Romantico, Commedia, Malinconico
Rating: Verde
Numero di parole: 1986
Note: Allura...questa shot è una RikkuxAuron post Final Fantasy X. Sì lo so, non è una coppia che molti amano, ma spero vorrete vedere al di là del pairing^^
Non ho mai scritto molto in prima persona e credo si noti abbastanza! Non lo considero un capolavoro, anzi, ma certamente, potevo fare peggio!
Ringrazio ovviamente Silentsky per il sou aiuto!
Ps: Ad un certo punto, potrete anche trovare un velato riferimento alla Yuffentine e alla "Dead Boyfriend Coalition" XD
Buona Lettura!

C’era una volta una Principessa
(Final Fantasy X-2 Original Soundtrack – Yuna’s Ballad)
C’era una volta una principessa che fuggì dal suo castello per ritrovare il suo amato, scomparso da tempo..

Questo è l’inizio della favola che mia madre mi leggeva sempre prima che mi addormentassi.
Crescendo mi sono accorta della sua assurdità, ma adesso, con il letto tremolante a causa dei motori, mi viene da pensare che l’inizio del nostro viaggio non sia poi così diverso.
Mi siedo con uno sbuffo e piego le ginocchia, appoggiandovi sopra la fronte.
Nel silenzio non si sente nulla, tranne il lieve respiro di Yuna e Paine nei letti accanto al mio ed il leggero crepitare delle fiamme dei motori del Celsius.
Stringo le labbra e alzo la testa, soffermandomi su mia cugina, il lenzuolo alto fino al mento, la mano sinistra sotto il cuscino e il braccio destro disteso sul materasso.
Lei, l’Invocatrice per antonomasia, colei che ha portato il Bonacciale Eterno su Spira..
La sua, la nostra storia, sembra così uguale a quella della principessa.
Il suo è un principe biondo, dall’aria svampita e che certo non brilla per intelligenza.
E’ scomparso due anni fa.
A quanto pare non era reale, era solo un sogno creato dagli invocatori di Zanarkand.
Lo dicevo sempre io, che uno stupido di tale portata non poteva esistere e a quanto pare avevo ragione.
Anche se preferirei aver avuto torto.
Preferirei mille volte aver avuto torto, piuttosto che vedere ogni mattina il volto di Yuna incupirsi per il ricordo di un tale scemo, dal cuore grande come il Deserto di Bikanel!
Un po’ di tempo fa, prima di trovare la Sfera che ha fatto iniziare questa folle ricerca del Principe-Sogno, eravamo a Besaid, a festeggiare il matrimonio tra Lulu e Wakka.
Stavo litigando con lo sposo come mio solito, sostenendo con grande foga e con un gesticolare convulso il fatto che un uomo come lui non poteva davvero aver fatto breccia nel cuore della Maga Nera. Lei, sempre così seria e pragmatica, con un tipo con la testa talmente tra le nuvole che avrebbe potuto spiccare il volo da un momento all’altro?
Sono ancora convita della mia tesi a dirla tutta.
Anche se l’arrivo di un mini-Wakka sta contribuendo ogni mese di più a sgretolarla.
Insieme alla mia convinzione di saper capire la gente,ovvio.
Dote che sicuramente ho, ne sono certa.
Solo devo applicarmi meglio.
Comunque.
Yuna, sorridendo dolcemente, a un certo punto si è allontanata.
Ho smesso all’istante di discorrere piacevolmente con un tizio dei Besaid Aurochs che mi voleva come loro ragazza pon-pon e le sono corsa incontro.
Aveva gli occhi lucidi e si mordeva il labbro inferiore così forte da poterlo far sanguinare.
Le ho chiesto come stava e lei mi ha risposto con un “Tutto bene” talmente tremante da farmi temere che non sarebbe più riuscita a controllarsi e sarebbe crollata a terra, piangendo disperatamente.
Sapevo di quanto il ricordo di Tidus fosse presente nel suo cuore, ma non immaginavo che potesse ancora stare male a quel modo.
Ma io sono Rikku, la figlia di Cid e devo sempre portare il buon umore, anche a costo di sembrare una stupida.
Attorno a me le persone muoiono o scompaiono, portandosi via un pezzo del mio cuore, ma non quel falso sorriso che a stento rimane sulle labbra, pendendo leggermente da una parte e  tremando per le lacrime a stento trattenute.
Ma io devo sempre essere ottimista, qualunque cosa succeda, qualunque sia la situazione in cui ci troviamo, anche la più disperata! Anche a costo di risultare una stupida che non riesce ad accettare il suo destino e che porta il suo ottimismo a superare quella soglia che c’è tra speranza e idiozia.
Non è da sottovalutare come difetto; in fondo, l’ultima volta abbiamo sconfitto Sin con lo stesso ottimismo, no?
Mi sono avvicinata a Yuna e le ho detto “Suvvia Yunie! Smettila di pensare a lui! Ti immagini che faccia avrebbe fatto tuo padre, se avessi sposato un fantasma?”
Sì, lo so, faccio schifo a consolare le persone.
Non fa parte del mio corredo genetico, anche se sto facendo di tutto per migliorarmi.
Yuna mi ha risposto con una semi-risata-singhiozzante ed è tornata alla tenda.
Quella notte ho sentito piangere mia cugina come mai aveva fatto prima.
Complimenti Rikku.
Ottimo lavoro.
Butto le gambe oltre la sponda del letto e scendo, avvertendo un brivido correre lungo la schiena non appena i miei piedi vengono a contatto con il pavimento gelido.
Senza fare rumore, o cercando di farne il meno possibile, scendo le scale e mi siedo al tavolo, incrociando la braccia e gettandovi sopra la testa con uno sbuffo sconsolato.
Sono di umore pessimo questa notte.
-Desidera qualcosa, signorina Rikku?-
Alzo lo sguardo su Oste, fissando i suoi grandi occhi, così simili a quelli di un ranocchio.
Brr.
Chissà la sua pelle è altrettanto viscida.
Meglio non pensarci.
-Del Sakè, Oste, il più forte che hai-
Oste mi guarda e la patina gelatinosa che ha al posto delle palpebre cala velocemente e più volte, in quella che dovrebbe essere un’espressione stupita.
So a cosa è dovuta.
Rikku e Sakè non vanno messi insieme in una frase a meno che non ci sia una negazione in mezzo.
Non reggo l’alcool, ecco tutto. L’ultima volta che ho bevuto del Sakè, ed era poco tempo dopo la sua scomparsa, ho sognato Sin in versione Guado, vestito, anzi svestito come Dona.
-Vuole parlarne, signorina Rikku?-
Fare di Oste il mio confidente personale.
Uhm.
Uno psicologo Hypello.
Un pensiero potrei anche farcelo..
No, non sono così disperata da parlare dei miei problemi sentimentali con il primo essere antropo o anfibiomorfo che sia!
Eppure mi sembra di ricordare che quella volta del Sakè mi ero messa a parlare, a sbraitare e a piangere con uno Shoopuf.
Okay.
Se davvero esiste un essere superiore che non sia un affare gelatinoso che si impossessa degli Invocatori e di uno dei suoi Guardiani per farsi una corazza, chiamarla Sin e distruggere Spira, ti prego, fa che sia stato solo un sogno!
Come quello del Sin-Dona-Guado.
-No Oste, ti ringrazio-
Declino l’offerta, prendo la mia bottiglietta di Sakè ed esco dalla Cabina; le pantofole producono uno strano fruscio nel silenzio del corridoio che porta all’Ascensore.
Premo qualche tasto e mentre aspetto che le porte si aprano con il loro consueto tintinnio, mi porto la fiaschetta alle labbra.
Sto per commettere l’errore più grosso della mia vita, ma non mi importa. Se sbronzarmi con una insignificante quantità di Sakè mi può aiutare a farmi dimenticare lui, allora sono disposta a questo ed altro!
L’Ascensore arriva e si apre prima che io possa commettere qualche sciocchezza.
Entro dentro alzando le spalle e mi appoggio con la schiena alla superficie metallica.
Le porte si chiudono e rimango in silenzio sotto il cono di luce del neon, rigirando la bottiglietta fra le dita, con un’espressione talmente sconsolata sul viso da sfidare chiunque a riconoscermi.
Bisogna ammetterlo, la mia situazione sentimentale fa schifo.
Okay, forse non sono nelle stesse condizioni di Yunie, ma non sono messa meglio.
Insomma, persino Paine ha un principe azzurro tutto suo, nonostante non voglia ammetterlo!
Più che un principe azzurro, il suo è un principe bianco, Baralai, il pretore di NeoYevon. Sono sicura che il ragazzo non le sia del tutto indifferente, ho visto come lo guardava!
Cioè..
Diciamo che quando siamo andati a Bevelle e lui se ne è andato salutandoci con garbo, il viso di Paine si è girato di almeno un quarto, il sopracciglio sinistro si è inarcato di quasi due millimetri e ho visto una scintilla nei suoi occhi.
Deve pur voler dire qualcosa, no?
Le porte si aprono e mi ritrovo in Coperta, con il vento notturno che mi frusta il viso.
Sospiro e mi siedo.
A dire il vero, avevo trovato anche io il mio principe. O almeno credevo.
Non vestiva di seta o broccato, ma di tute da lavoro, impreziosite da macchie di olio di motore invece che da rubini e smeraldi.
Con Gippal avevo davvero sperato di aver trovato la mia anima gemella.
E invece mi sbagliavo.
Non che non fosse simpatico, anzi! Era intelligente, divertente, con lui potevo essere me stessa e non dovevo vergognarmi di essere un Albhed, cosa che molti invece considerano un male.
Ho cercato di convincermi in ogni modo che la mia infatuazione per lui fosse solo una cosa passeggera, mentre ciò che provavo per Gippal fosse amore vero.
Il problema è che se a malapena capisco gli altri, come posso capire me stessa?
Mi sono accorta della verità un giorno che Gippal mi aveva portato al Fluvilunio.Era scesa la sera e dall’ acqua appena increspata dalla brezza si sono levati mille e più lunioli, illuminando l’aria attorno a noi come piccole fiammelle sospese.
Era uno spettacolo magnifico.
Mi sono avvicinata alla riva e i lunioli mi hanno circondata, volteggiandomi attorno e carezzandomi con la loro scia dai colori dell’arcobaleno.
Ho chiuso gli occhi e ho sorriso. Poi all’improvviso, ho cominciato a piangere. Mi sono inginocchiata a terra e Gippal si è chinato accanto a me, abbracciandomi.
Deve aver capito tutto, a causa dello sguardo perso nel vuoto quando credevo non mi stesse osservando o per i nascosti pianti silenziosi.
Perché quei lunioli hanno risvegliato in me il suo ricordo, il momento in cui è scomparso, esplodendo in quelle migliaia di luci evanescenti.
Sono solo una stupida, una Albhed col complesso di Lolita e necrofila!
Mi chiedo se qualcuno, magari in un qualche Universo Parallelo, sia nelle mie stesse condizioni.
Non so, si potrebbe fondare un club, un’associazione che sostenga le malate d’amore come noi!
Come posso essermi innamorata di un tipo simile? Deve avere il doppio dei miei anni, è scorbutico, temo anche alcolizzato e poi c’è quel piccolo, insulso particolare..
E’ morto.
Già.
Rikku, la Albhed che ha cercato di tirare su Yuna con una pessima battuta sull’amante fantasma, o sogno, che dir si voglia, fantastica su una possibile vita futura con un Non-Trapassato.
Devo avere dei seri problemi mentali, questo è certo.
Chissà, magari tutto questo è dovuto alle pochi attenzioni ricevute da mio padre, forse vedo in lui una qualche specie di figura paterna che mi è mancata nell’infanzia.
O forse sono solo una stupida ragazzina con un debole per i Non-Trapassati dai capelli brizzolati, gli occhialetti neri e una fiasca di Sakè al fianco.
Che dire, ognuno ha i propri gusti!
Leblanc ha trovato il suo principe nella figura di un tizio ventunenne più macchina che essere umano, chiamato Brama Morte, accidenti!
Bhè, almeno lui la brama solo la Morte, non ci va a braccetto come amici di vecchia data.
Credo che anche Yunie si sia accorta di qualcosa quando siamo andati a Guadosalam e ho cercato di sgattaiolare nell’Oltremondo.
Ero convinta di quello che stavo facendo, ma poi, mentre stavo sfiorando la parete lattiginosa che fa da porta tra questo mondo e l’altro mi sono fermata, con il sorriso che si spegneva sulle labbra.
Perché io sono Rikku, una Albhed e gli Albhed non vivono nei ricordi, né per essi.
Li conservano nel cuore, come schegge di vetro.
Frammenti freddi che col passare del tempo affondano sempre di più, come la lama di una spada.
Già, la spada..
Probabilmente Yuna ha iniziato a sospettare qualcosa la prima volta che abbiamo combattuto con la Looksfera Cavaliere Nero.
Vedere nelle mani di tua cugina l’arma più potente di quello che due anni prima era stato un tuo Guardiano qualche dubbio lo fa nascere.
Perchè quel frammento nel mio cuore è l’unica cosa che mi fa andare avanti, che mi da la forza di combattere, che si unisce al flusso di energia che si attiva quando utilizzo una Looksfera.
Perché il mio principe non è né biondo, né bianco e nemmeno coperto di macchie d’olio di motore.
Il mio è un principe rosso, alcolizzato, trentenne, burbero e Non-Trapassato, ma non smetterò di cercarlo mai.

 

 

 

 

 

   
 
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