Creata per il 5FOTM del Fan Fiction World Forum.
Limite di Parole: 2000. Uso obbligatorio della prima persona.
Autore: Nemeryal
Titolo: C'era Una Volta Una Principessa
Genere: Fluff,
Romantico, Commedia, Malinconico
Rating: Verde
Numero di parole:
1986
Note: Allura...questa shot è una RikkuxAuron post Final Fantasy X. Sì lo
so, non è una coppia che molti amano, ma spero vorrete vedere al di là del
pairing^^
Non ho mai scritto molto in prima persona e credo si noti
abbastanza! Non lo considero un capolavoro, anzi, ma certamente, potevo fare
peggio!
Ringrazio ovviamente Silentsky per il sou aiuto!
Ps: Ad un
certo punto, potrete anche trovare un velato riferimento alla Yuffentine e alla
"Dead Boyfriend Coalition" XD
Buona Lettura!
C’era
una volta una Principessa
(Final
Fantasy X-2 Original Soundtrack – Yuna’s Ballad)
C’era
una volta una principessa che fuggì dal suo castello per ritrovare il suo amato,
scomparso da tempo..
Questo è l’inizio della favola che mia madre
mi leggeva sempre prima che mi addormentassi.
Crescendo mi sono accorta della sua
assurdità, ma adesso, con il letto tremolante a causa dei motori, mi viene da
pensare che l’inizio del nostro viaggio non sia poi così diverso.
Mi siedo con uno sbuffo e piego le ginocchia,
appoggiandovi sopra la fronte.
Nel silenzio non si sente nulla, tranne il
lieve respiro di Yuna e Paine nei letti accanto al mio ed il leggero crepitare
delle fiamme dei motori del Celsius.
Stringo le labbra e alzo la testa,
soffermandomi su mia cugina, il lenzuolo alto fino al mento, la mano sinistra
sotto il cuscino e il braccio destro disteso sul materasso.
Lei, l’Invocatrice per antonomasia, colei che
ha portato il Bonacciale Eterno su Spira..
La sua, la nostra storia, sembra così uguale
a quella della principessa.
Il suo è un principe biondo, dall’aria
svampita e che certo non brilla per intelligenza.
E’ scomparso due anni fa.
A quanto pare non era reale, era solo un
sogno creato dagli invocatori di Zanarkand.
Lo dicevo sempre io, che uno stupido di tale portata
non poteva esistere e a quanto pare avevo ragione.
Anche se preferirei aver avuto torto.
Preferirei mille volte aver avuto torto,
piuttosto che vedere ogni mattina il volto di Yuna incupirsi per il ricordo di
un tale scemo, dal cuore grande come il Deserto di Bikanel!
Un po’ di tempo fa, prima di trovare la Sfera
che ha fatto iniziare questa folle ricerca del Principe-Sogno, eravamo a
Besaid, a festeggiare il matrimonio tra Lulu e Wakka.
Stavo litigando con lo sposo come mio solito,
sostenendo con grande foga e con un gesticolare convulso il fatto che un uomo
come lui non poteva davvero aver fatto breccia nel cuore della Maga Nera. Lei,
sempre così seria e pragmatica, con un tipo con la testa talmente tra le nuvole
che avrebbe potuto spiccare il volo da un momento all’altro?
Sono ancora convita della mia tesi a dirla
tutta.
Anche se l’arrivo di un mini-Wakka sta
contribuendo ogni mese di più a sgretolarla.
Insieme alla mia convinzione di saper capire
la gente,ovvio.
Dote che sicuramente ho, ne sono certa.
Solo devo applicarmi meglio.
Comunque.
Yuna, sorridendo dolcemente, a un certo punto
si è allontanata.
Ho smesso all’istante di discorrere
piacevolmente con un tizio dei Besaid Aurochs che mi voleva come loro ragazza
pon-pon e le sono corsa incontro.
Aveva gli occhi lucidi e si mordeva il labbro
inferiore così forte da poterlo far sanguinare.
Le ho chiesto come stava e lei mi ha risposto
con un “Tutto bene” talmente tremante da farmi temere che non sarebbe più
riuscita a controllarsi e sarebbe crollata a terra, piangendo disperatamente.
Sapevo di quanto il ricordo di Tidus fosse
presente nel suo cuore, ma non immaginavo che potesse ancora stare male a quel
modo.
Ma io sono Rikku, la figlia di Cid e devo
sempre portare il buon umore, anche a costo di sembrare una stupida.
Attorno a me le persone muoiono o scompaiono,
portandosi via un pezzo del mio cuore, ma non quel falso sorriso che a stento
rimane sulle labbra, pendendo leggermente da una parte e tremando per le lacrime a stento trattenute.
Ma io devo sempre essere ottimista, qualunque
cosa succeda, qualunque sia la situazione in cui ci troviamo, anche la più
disperata! Anche a costo di risultare una stupida che non riesce ad accettare
il suo destino e che porta il suo ottimismo a superare quella soglia che c’è
tra speranza e idiozia.
Non è da sottovalutare come difetto; in
fondo, l’ultima volta abbiamo sconfitto Sin con lo stesso ottimismo, no?
Mi sono avvicinata a Yuna e le ho detto
“Suvvia Yunie! Smettila di pensare a lui! Ti immagini che faccia avrebbe fatto
tuo padre, se avessi sposato un fantasma?”
Sì, lo so, faccio schifo a consolare le
persone.
Non fa parte del mio corredo genetico, anche
se sto facendo di tutto per migliorarmi.
Yuna mi ha risposto con una
semi-risata-singhiozzante ed è tornata alla tenda.
Quella notte ho sentito piangere mia cugina
come mai aveva fatto prima.
Complimenti Rikku.
Ottimo lavoro.
Butto le gambe oltre la sponda del letto e
scendo, avvertendo un brivido correre lungo la schiena non appena i miei piedi
vengono a contatto con il pavimento gelido.
Senza fare rumore, o cercando di farne il
meno possibile, scendo le scale e mi siedo al tavolo, incrociando la braccia e
gettandovi sopra la testa con uno sbuffo sconsolato.
Sono di umore pessimo questa notte.
-Desidera qualcosa, signorina Rikku?-
Alzo lo sguardo su Oste, fissando i suoi
grandi occhi, così simili a quelli di un ranocchio.
Brr.
Chissà la sua pelle è altrettanto viscida.
Meglio non pensarci.
-Del Sakè, Oste, il più forte che hai-
Oste mi guarda e la patina gelatinosa che ha
al posto delle palpebre cala velocemente e più volte, in quella che dovrebbe
essere un’espressione stupita.
So a cosa è dovuta.
Rikku e Sakè non vanno messi insieme in una
frase a meno che non ci sia una negazione in mezzo.
Non reggo l’alcool, ecco tutto. L’ultima
volta che ho bevuto del Sakè, ed era poco tempo dopo la sua scomparsa, ho sognato Sin in versione Guado, vestito, anzi
svestito come Dona.
-Vuole parlarne, signorina Rikku?-
Fare di Oste il mio confidente personale.
Uhm.
Uno psicologo Hypello.
Un pensiero potrei anche farcelo..
No, non sono così disperata da parlare dei
miei problemi sentimentali con il primo essere antropo o anfibiomorfo che sia!
Eppure mi sembra di ricordare che quella
volta del Sakè mi ero messa a parlare, a sbraitare e a piangere con uno
Shoopuf.
Okay.
Se davvero esiste un essere superiore che non
sia un affare gelatinoso che si impossessa degli Invocatori e di uno dei suoi
Guardiani per farsi una corazza, chiamarla Sin e distruggere Spira, ti prego,
fa che sia stato solo un sogno!
Come quello del Sin-Dona-Guado.
-No Oste, ti ringrazio-
Declino l’offerta, prendo la mia bottiglietta
di Sakè ed esco dalla Cabina; le pantofole producono uno strano fruscio nel
silenzio del corridoio che porta all’Ascensore.
Premo qualche tasto e mentre aspetto che le
porte si aprano con il loro consueto tintinnio, mi porto la fiaschetta alle
labbra.
Sto per commettere l’errore più grosso della
mia vita, ma non mi importa. Se sbronzarmi con una insignificante quantità di
Sakè mi può aiutare a farmi dimenticare lui,
allora sono disposta a questo ed altro!
L’Ascensore arriva e si apre prima che io
possa commettere qualche sciocchezza.
Entro dentro alzando le spalle e mi appoggio
con la schiena alla superficie metallica.
Le porte si chiudono e rimango in silenzio
sotto il cono di luce del neon, rigirando la bottiglietta fra le dita, con
un’espressione talmente sconsolata sul viso da sfidare chiunque a riconoscermi.
Bisogna ammetterlo, la mia situazione
sentimentale fa schifo.
Okay, forse non sono nelle stesse condizioni
di Yunie, ma non sono messa meglio.
Insomma, persino Paine ha un principe azzurro
tutto suo, nonostante non voglia ammetterlo!
Più che un principe azzurro, il suo è un
principe bianco, Baralai, il pretore di NeoYevon. Sono sicura che il ragazzo
non le sia del tutto indifferente, ho visto come lo guardava!
Cioè..
Diciamo che quando siamo andati a Bevelle e
lui se ne è andato salutandoci con garbo, il viso di Paine si è girato di
almeno un quarto, il sopracciglio sinistro si è inarcato di quasi due
millimetri e ho visto una scintilla nei suoi occhi.
Deve pur voler dire qualcosa, no?
Le porte si aprono e mi ritrovo in Coperta,
con il vento notturno che mi frusta il viso.
Sospiro e mi siedo.
A dire il vero, avevo trovato anche io il mio
principe. O almeno credevo.
Non vestiva di seta o broccato, ma di tute da
lavoro, impreziosite da macchie di olio di motore invece che da rubini e
smeraldi.
Con Gippal avevo davvero sperato di aver
trovato la mia anima gemella.
E invece mi sbagliavo.
Non che non fosse simpatico, anzi! Era
intelligente, divertente, con lui potevo essere me stessa e non dovevo
vergognarmi di essere un Albhed, cosa che molti invece considerano un male.
Ho cercato di convincermi in ogni modo che la
mia infatuazione per lui fosse solo
una cosa passeggera, mentre ciò che provavo per Gippal fosse amore vero.
Il problema è che se a malapena capisco gli
altri, come posso capire me stessa?
Mi sono accorta della verità un giorno che
Gippal mi aveva portato al Fluvilunio.Era scesa la sera e dall’ acqua appena
increspata dalla brezza si sono levati mille e più lunioli, illuminando l’aria
attorno a noi come piccole fiammelle sospese.
Era uno spettacolo magnifico.
Mi sono avvicinata alla riva e i lunioli mi
hanno circondata, volteggiandomi attorno e carezzandomi con la loro scia dai
colori dell’arcobaleno.
Ho chiuso gli occhi e ho sorriso. Poi
all’improvviso, ho cominciato a piangere. Mi sono inginocchiata a terra e
Gippal si è chinato accanto a me, abbracciandomi.
Deve aver capito tutto, a causa dello sguardo
perso nel vuoto quando credevo non mi stesse osservando o per i nascosti pianti
silenziosi.
Perché quei lunioli hanno risvegliato in me
il suo ricordo, il momento in cui è
scomparso, esplodendo in quelle migliaia di luci evanescenti.
Sono solo una stupida, una Albhed col
complesso di Lolita e necrofila!
Mi chiedo se qualcuno, magari in un qualche
Universo Parallelo, sia nelle mie stesse condizioni.
Non so, si potrebbe fondare un club,
un’associazione che sostenga le malate d’amore come noi!
Come posso essermi innamorata di un tipo
simile? Deve avere il doppio dei miei anni, è scorbutico, temo anche
alcolizzato e poi c’è quel piccolo, insulso particolare..
E’ morto.
Già.
Rikku, la Albhed che ha cercato di tirare su
Yuna con una pessima battuta sull’amante fantasma, o sogno, che dir si voglia,
fantastica su una possibile vita futura con un Non-Trapassato.
Devo avere dei seri problemi mentali, questo
è certo.
Chissà, magari tutto questo è dovuto alle
pochi attenzioni ricevute da mio padre, forse vedo in lui una qualche specie di figura paterna che mi è mancata
nell’infanzia.
O forse sono solo una stupida ragazzina con
un debole per i Non-Trapassati dai capelli brizzolati, gli occhialetti neri e
una fiasca di Sakè al fianco.
Che dire, ognuno ha i propri gusti!
Leblanc ha trovato il suo principe nella
figura di un tizio ventunenne più macchina che essere umano, chiamato Brama
Morte, accidenti!
Bhè, almeno lui la brama solo la Morte, non
ci va a braccetto come amici di vecchia data.
Credo che anche Yunie si sia accorta di
qualcosa quando siamo andati a Guadosalam e ho cercato di sgattaiolare
nell’Oltremondo.
Ero convinta di quello che stavo facendo, ma
poi, mentre stavo sfiorando la parete lattiginosa che fa da porta tra questo mondo
e l’altro mi sono fermata, con il sorriso che si spegneva sulle labbra.
Perché io sono Rikku, una Albhed e gli Albhed
non vivono nei ricordi, né per essi.
Li conservano nel cuore, come schegge di
vetro.
Frammenti freddi che col passare del tempo
affondano sempre di più, come la lama di una spada.
Già, la spada..
Probabilmente Yuna ha iniziato a sospettare
qualcosa la prima volta che abbiamo combattuto con la Looksfera Cavaliere Nero.
Vedere nelle mani di tua cugina l’arma più
potente di quello che due anni prima era stato un tuo Guardiano qualche dubbio
lo fa nascere.
Perchè quel frammento nel mio cuore è l’unica
cosa che mi fa andare avanti, che mi da la forza di combattere, che si unisce
al flusso di energia che si attiva quando utilizzo una Looksfera.
Perché il mio principe non è né biondo, né
bianco e nemmeno coperto di macchie d’olio di motore.
Il mio è un principe rosso, alcolizzato,
trentenne, burbero e Non-Trapassato, ma non smetterò di cercarlo mai.