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Autore: Caroline94    28/11/2023    0 recensioni
Manami Okuda si ritrova a frequentare il suo ultimo anno nella Scuola di Magia e Stregoneria del Kunugigaoka ma con qualche complicazione: a causa di alcuni eventi verificatisi alla fine dell’anno precedente si è allontana da quelli che una volta erano i suoi più cari amici, i cosiddetti “ragazzi della E”.
Tra gite, esami, nuove conoscenze e promesse che rischiano di non essere mantenute, i ragazzi dovranno sopravvivere ad un anno all’insegna del mistero nella scuola più magica e famosa del Giappone…
[Coppie: Karma/Okuda, Nagisa/Kayano, Kataoka/Isogai, Nakamura/Sugaya, Karasuma/Irina, Korosensei/Yukimura, altre coppie che ora non ho in mente – Presenze OC – Okuda potrebbe essere OOC – Angst, Sentimentale, Fantasy]
{Ispirato all’opera di J. K. Rowling: Harry Potter}
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Karma Akabane, Koro Sensei, Manami Okuda, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era da dieci minuti che Okuda si ripeteva di non guardare giù e continuare a salire, ignorando anche le deboli proteste di Irina sotto di loro. Quando Itona aveva detto salire la montagna non aveva precisato che avrebbero dovuto scalarla.
“Tutto bene, Okuda?” chiese Ritsu, poco sopra di lei, un po' pallida.
“Credo di sí” rispose lei, aggrappandosi ad una sporgenza per non cadere.
“Questo non farà bene alle mie vertigini” mormorò Jun, sofferente.
“Pensa a salire” lo rimbeccò Atsuko che li aveva superati di parecchio.
Sotto di loro Korosensei e Karasuma, quest’ultimo con in spalla Irina, cercavano di stare al passo con loro.
“Non ho più l’età per certe cose” ansimò Korosensei, fermandosi un secondo a riprendere fiato, pallido in volto e con l'aria di chi voleva solo tornare a terra.
“E tu che volevi andarci da solo” lo riprese Karasuma visibilmente contrariato.
“Di certo non scalando la montagna” ribatté l’altro.
“Poche chiacchiere, più salita!” li interruppe Terasaka, saltando da una sporgenza all’altra.
Okano era la più agile di tutti ed era quasi arrivata in cima.
“Dai, ci siamo quasi!” esclamò Ritsu salendo gli ultimi metri. Okuda e Jun la raggiunsero poco dopo, trovando Atsuko e metà dei ragazzi.
“Credevo di non farcela…” sospirò Jun, abbandonato carponi sulla rupe, con Okuda che gli batteva delle pacche sulla spalla come conforto.
“Su, ce l’abbiamo fatta” lo tranquillizzò lei.
“Già… fatta…” annaspò Korosensei, apparso accanto al ragazzo che si reggeva a stento sulle braccia. L’unico che sembrava non risentirne era Karasuma, benché avesse scalato la montagna con Irina sulle spalle.
“Questa è l’entrata secondaria, dà direttamente sulla Lobby” illustrò Ritsu, guardando la mappa sul proprio cellulare “La porta è protetta da una serratura elettronica ma la posso aprire senza problemi” aggiunse, collegando un cavo al cellulare ed alla serratura. Dopo due secondi la lucina rossa divenne verde e con un doppio bip la serratura si aprì. “Inoltre… posso anche controllare la videocamera di sorveglianza in modo che non ci riprenda” spiegò, scollegandolo ed aprendo la porta “Il problema è che l’hotel ha un sistema di sorveglianza a circuito multiplo: ciò mi impedisce di controllare tutti i dispositivi.”
“Hanno una difesa serratissima” notò Karasuma, studiando la mappa dal cellulare della ragazza "Piuttosto, non credevo che tu e Itona foste così esperti in queste cose tecnologiche" ammise, decisamente stupito. La ragazza arrossì leggermente.
"Beh, i genitori di Itona sono Babbani e gestiscono una fabbrica di componenti per telefoni mentre mio padre è un informatico, quindi ce la caviamo abbastanza bene" ammise imbarazzata. Nella E, Itona e Ritsu erano gli unici ad aver mantenuto una certa riservatezza e una buona dose di distanza nei confronti degli altri ragazzi: li avevano sempre aiutati quando ce n'era bisogno, anche senza che glielo chiedessero, e spesso si erano uniti alle loro chiacchiere ma avevano sempre mantenuto un certo distacco, come se non volessero entrare troppo in confidenza. Di fatto, erano le uniche due persone che ancora rivolgevano la parola a Okuda.
“Non possiamo usare l’ascensore, ci servirebbe la chiave magnetica in possesso della reception" notò Korosensei, osservando la mappa da sopra la spalla di Karasuma "Quindi non ci resta che usare le scale, che però non sono un blocco unico ma divise e collocate in punti diversi. Dovremo percorrere molta strada prima di arrivare all’ultimo piano.”
“Bene, allora, sbrighiamoci non c’è tempo da perdere” esclamò Irina, precedendoli, aprendo la porta di servizio: sembrava molto impaziente di far finire quella storia il più presto possibile.
“Vi forniremo istruzioni lungo il cammino in base all’evolversi della situazione: prestate sempre la massima attenzione” illustrò Karasuma, seguendola con alle calcagna il resto della banda. Guidati dagli insegnati, oltrepassarono l’ingresso posteriore ed entrarono nell’atrio, dove poi sarebbero passati alla lobby e avrebbero preso le scale per salire ai piani alti.
Ma arrivati all’ingresso dovettero fermarsi: era pieno di addetti alla sicurezza.
“Siamo già nei guai” borbottò Korosensei.
“Data la struttura dell’albergo, per accedere ai piani superiori dobbiamo attraversare la lobby e ovviamente quì la sorveglianza è molto più serrata” spiegò Karasuma “Le scale di emergenza sono proprio qui accanto ma le guardie sono più del previsto”.
Kataoka rimuginò per qualche istante: “Potremmo provare con un incantesimo di disillusione, essendo un albergo babbano non dovrebbe essere facile venire scoperti” mormorò.
“Ma colui che ha organizzato tutto questo è un mago e potrebbe aver posto un incantesimo di protezione per scongiurare tale evenienza” rispose Korosensei.
“Quindi immagino che neanche confonderli funzionerebbe” sospirò Atsuko. Irina, che era sparita per qualche secondo, ritornò con un bicchiere da champagne tra le mani e l’aria un po’ brilla.
“Be’?” chiese, rigirandosi il calice vuoto tra le mani “Non possiamo entrare normalmente e basta?”
Tutti si voltarono verso di lei, scandalizzati.
“Non sei nemmeno in grado di valutare la situazione, Bitch-sensei?” sibilò Sugaya.
“Come pensi di fare con tutte quelle guardie?” chiese Kimura.
Irina lasciò vagare lo sguardo per la sala, poi si avviò tranquillamente all’interno della lobby con il calice ancora in mano.
“Ve l’ho detto: normalmente” rispose, piatta, mentre entrava nell’atrio come se nulla fosse sotto lo sguardo stupito di tutti. La videro barcollare una volta entrata nel capo visivo delle guardie e per un attimo pensarono che stesse per avere un malore. Sbatté contro uno degli agenti che la guardò, assumendo un espressione incantata e confusa.
“Mi dispiace” cinguettò lei, portandosi una mano al volto improvvisamente arrossato “Devo aver esagerato con i liquori che c’erano in camera” informò e sembrava davvero sbronza.
La guardia balbettò qualche risposta e Irina sorrise: “Mi hanno chiesto di suonare quel piano la prossima settimana e, già che c’ero, sono venuta un po’ prima per fare del turismo” spiegò, indicando il pianoforte in fondo alla sala. Due uomini si guardarono come per confermare se fosse vero. Irina ne approfittò per andare a sedersi sul divanetto in pelle dinnanzi lo strumento.
“Mentre mi faccio passare la sbornia vorrei controllare l’accordatura del piano, se non vi dispiace” informò e, con un rapidissimo gesto della mano, estrasse la bacchetta dalla gonna puntandola contro il pianoforte. Fu talmente veloce che anche i ragazzi faticarono a vederla ma quando la bacchetta sparì, Irina rivolse uno sguardo adorante alle persone radunate nella saletta: "Allora, mi lasciate suonare solo un pochino?"
Nascosti nell'ingresso posteriore, i ragazzi erano rimasti sconvolti nel vedere quel teatrino messo su dalla loro insegnante così di punto in bianco e così magnificamente. Ciò che più lasciava sbalorditi, però, era che stesse funzionando e anche a meraviglia: appena posò le dita sulla tastiera, il pianoforte iniziò ad emanare una melodia straordinaria che attirò in pochi istanti gli sguardi di tutto lo staff dell'albergo; a prima vista sembrava che fosse Irina a suonare ma, con uno sguardo più attento, i ragazzi notarono che alcuni tasti si pigiavano anche se lei non li toccava. Tuttavia, nessuno degli uomini che si stavano avvicinando lo notarono, troppo impegnati ad ammirare le movenze della donna impegnata in una vera e propria seduzione musicale usando tutto il proprio corpo.
Irina smise di suonare e si rivolse alle persone rimaste in piedi vicino alle scale, invitandole soavemente ad avvicinarsi per sentire meglio; evidentemente aveva lanciato un incantesimo al pianoforte perché suonasse da solo quando veniva premuta una nota. Ci fu un movimento accanto alla sedia che attirò il loro sguardi e la donna fece un gesto con la mano per esortarli ad avviarsi verso il piano superiore, fintanto che li teneva impegnati.
"Andiamo" sussurrò Korosensei, spingendoli verso le scale, eppure molti ragazzi non riuscirono quasi a staccare gli occhi dalla loro insegnante: avevano sempre saputo che era una donna bellissima con la passione per gli uomini ma quella era effettivamente la prima volta che la vedevano sedurre seriamente qualcuno.
Tirarono un sospiro di sollievo solo quando raggiunsero le scale superiori. Kayano si passò una mano sulla fronte sudata: "Non ci credo che siamo riusciti a passare tutti. Bitch-sensei è stata incredibile!"
"Chi lo avrebbe detto che la sua abilità nel fare la gatta morta ci sarebbe tornata utile un giorno" esclamò allegramente Karma.
"Anche la velocità con cui ha incantato quel piano è stata incredibile, a malapena ho visto la bacchetta!"
Karasuma continuò a tenere d'occhio la mappa: "Non basatevi solo su ciò che vedete tutti i giorni: Irina è un'abilissima incantatrice, quelle poche volte che l'ho vista in azione ne sono rimasto stupito anche io. Non è tra le duellanti più esperte, ma neanche io potrei rivaleggiare con la sua padronanza della magia."
Korosensei ridacchiò leggermente: "Non dimenticatevi che è la vostra insegnante di Incantesimi, non dovreste sottovalutarla."
Quando giunsero al secondo piano, trovarono solo poche guardie sparpagliate quà e là lungo il corridoio. Mentre Karasuma e Korosensei farfugliavano sul da farsi, a Ritsu venne un lampo di genio e si accostò all'orecchio di Okuda: "Pss, Okuda-san... ricordi l'incantesimo che Itona ha trovato in quel libro del Reparto Proibito? Potrebbe tornarci utile, ora."
La ragazza non sembrava molto convinta e fece una piccola smorfia: "Ma non lo abbiamo provato una sola volta per diletto e non ci è riuscito neanche tanto bene, se fallissimo ora..."
Ma Ritsu le fece l'occhiolino: "Andrà tutto bene, ce la faremo, e sarà un'ottima occasione per esercitarsi con la magia avanzata."
Okuda esitò infine sospirò: "E va bene, proviamoci."
Ritsu batté le mani e si rivolse ai professori: "Karasuma-sensei, Korosensei, abbiamo un'idea: quanto è potente il vostro incantesimo di protezione?"
I due uomini si guardarono sconcertati per un breve istante.
"Non mi piace questa premessa, Ritsu" ammise schiettamente Korosensei ma ciò non fece altro che accentuare il suo sorriso.
Pochi minuti più tardi, tutti i ragazzi si erano ammucchiati dietro i due insegnanti che avevano evocato forse il più esteso Protego della storia magica per poterli inglobare tutti.
"Spero che sappiate cosa state facendo" le ammonì Karasuma.
Le due ragazze annuirono e avanzarono verso l'imbocco del corridoio, estraendo le bacchette. "Al mio tre" avvisò Ritsu. "Uno... due... tre!"
L'incantesimo non verbale venne lanciato simultaneamente, una nuvola di vapore rosa emerse dalla punta delle due bacchette e scivolò indisturbato nell'ampio corridoio; in pochi istanti una nebbia penetrante e dal profumo pungente li avvolse completamente: nonostante il doppio incantesimo di protezione, ai ragazzi venne lo stesso un leggero mal di testa.
Le guardie nel corridoio, invece, ne vennero investiti in pieno e iniziarono a delirare, camminando a vuoto borbottando cose e parlando con il nulla.
"Ma che... che razza di incantesimo è?" tossì Kimura.
Korosensei  rimase sbalordito quando lo vide "Dove lo avete imparato piuttosto!"
Ritsu ridacchiò imbarazzata: "In un libro del Reparto Proibito."
"E che ci facevate nel Reparto Proibito?" sbottò Kataoka ma Korosensei la interruppe con un gesto nella mano.
"Avevano il permesso per stare lì" tagliò corto ma ciò non fece sparire l'espressione accigliata sul suo volto "Non dovreste studiare questo genere di incantesimi, sono pericolosi anche per chi li lancia."
"Nonostante devo acconsentire sul fatto che stavolta avete fatto un ottimo lavoro, nonostante la magia molto avanzata" ammise Karasuma con riluttanza.
"Perché loro avevano il permesso di stare nel Reparto Proibito?" domandò Sugaya leggermente piccato: bisognava avere un permesso scritto da un insegnante per visitare quella sezione della biblioteca e non si otteneva senza una ragione più che valida.
"Non è il momento per parlare di questo" tagliò corto Korosensei "L'effetto dell'incantesimo durerà poco, sbrighiamoci."
Coprendosi il naso e la bocca con un fazzoletto, passarono tutti indisturbati dal corridoio venendo ignorati dalle guardie che vagavano senza meta con uno sguardo sognante sul viso: sembravano storditi e sotto l'effetto di allucinazioni.
Ritsu continuava a dare occhiate al telefono: "Itona ha disattivato la maggior parte delle telecamere e la strada dovrebbe essere libera da qui in poi, ormai siamo vicini all'ultimo piano."
"Piuttosto" Nagisa prese la parola esitante "Possiamo saperne di più su tutta questa storia?"
"Già" esclamò Atsuko "Siamo rischiando grosso qui e nessuno ci ha ancora detto perché. Cosa vuole quel tizio da lei, Korosensei?"
L'insegnante non rispose, Ritsu e Okuda si lanciarono uno sguardo nervoso che non sfuggì all'occhio di alcuni studenti; fu Karasuma a interrompere le domande.
"Queste sono informazioni che non possiamo rivelare in alcun modo. Vi prego di capire."
Il suo tono fu così che fermo e deciso che nessuno osò controbattere e continuarono l'avanzata in silenzio. Quando raggiunsero l'ultimo piano si ritrovarono davanti ad una grande porta chiusa dall'interno; Korosensei si assicurò che il corridoio fosse liberi prima di usare un Alohomora sulla serratura ed aprire la porta il più discretamente possibile. Lui e Karasuma si affacciarono all'interno per controllare che la strada fosse libera, poi fecero cenno ai ragazzi di avanzare dietro di loro.
Sguainarono le bacchette e avanzarono il più silenziosamente possibile, nascondendosi negli angoli ciechi: in fondo alla stanza, c'era un uomo girato di spalle seduto alla scrivania. Karasuma fece loro un cenno, le bacchette si puntarono verso la figura ma prima che qualunque incantesimo potesse essere lanciato una voce grattante salì da quell'angolino.
"Avrei dovuto immaginare che sarebbe andata a finire così... fastidiose pulci."
   
 
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