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Autore: La Fra    19/12/2023    1 recensioni
"La fede è una compagna nei momenti più difficili, quando il mondo ti abbandona."
"Oh, il mondo ti ha abbandonato, Mizrak?"
Mizrak riesce finalmente a incontrare il mostro dei miti che leggeva da bambino e scopre di non averne paura.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Malta, 1764

 

«In una terra lontana attanagliata dal male, i locali sacrificavano esseri umani per placare la sete di sangue di un drago. San Giorgio, un Cavaliere nobile noto come il "Soldato di Cristo", giunse in soccorso: sconfisse il Drago, salvò la principessa e portò la fede in Dio.»

Mizrak, piegato sul banco con le mani sotto al mento, ascoltava le parole del maestro Tristian che, in piedi davanti alla cattedra, leggeva con enfasi. La pioggia batteva sulle finestre e il vento portava l'odore del mare. 

Nei racconti del Maestro, come delle parabole, ogni evento accadeva per un motivo e c'era sempre una morale da imparare. Mizrak amava scovarne i significati nascosti.

«E, infine, il mostro venne assoggettato e il bene trionfò.» Tristian girò il libro e mostrò alla classe l'illustrazione.

Su un lato, c'era il Cavaliere in armatura completa sul suo destriero bianco, la lancia dritta davanti a sé e capelli ricci fino alle spalle. Sullo sfondo, la principessa, vestita di seta rosa, pregava Dio affinché la lotta avesse buon fine. E in mezzo, così imponente da occupare due pagine, c'era il Drago. Le sue zampe erano spesse come case, le ali da pipistrello potevano oscurare un villaggio intero. Scaglie dorate gli ricoprivano la schiena e il muso, dove occhi ferali contornavano una bocca piena di denti che ospitava una lingua biforcuta. Dal naso, usciva un rivolo di fumo, respiro di fuoco. Nella storia, il drago era descritto come un mostro orribile, ma il suo aspetto era straordinario.

«Chi vuole fare un commento?»

Mizrak alzò la mano.

 

*

 

Il Vampiro ha la pelle del colore della sabbia di Malta, le iridi del mare in estate. I suoi capelli, ah, i suoi capelli, fili di seta sciolti sulle sue spalle. In loro, riconosco l'odore di salsedine, pioggia lontana, cera delle candele e pagine antiche di libri proibiti.

Gli orecchini suonano nella notte e lo sguardo da serpente mi giudica senza pietà. «Mi stai fissando,» sibila, mentre si avvicina, nudo, senza pudore. «A cosa stai pensando?»

«A niente.»

«Non mi mentire, Mizrak.» Sale su di me e mi costringe a sdraiarmi. Il letto cigola sotto al nostro peso. «Sento i tuoi occhi su di me, so cosa ti passa per la testa.»

È terribile e meraviglioso. Mi incanta in modo diverso dalla mia terra, dal mare, da ogni cosa io abbia conosciuto fino a ora. È come quei versetti della Bibbia contorti e pieni di violenza che devi leggere e rileggere per comprendere davvero.

Mi mette soggezione, ma non ho intenzione di fuggire da lui. Se la battaglia di una vita intera non mi ha dato pace, la resa, forse, lo farà.

«Se sai cosa penso, perché me lo chiedi?» lo sfido.

I denti affilati di quel sorriso potrebbero piegare molti uomini, ma io so che sono minacce a vuoto. Malgrado l'aspetto, non morderà, non sputerà fuoco. «Voglio sentirtelo dire,» mi sfida anche lui.

Deglutisco, passo in rassegna ogni vocabolo in francese, inglese, in tutte le altre lingue che conosco. Voglio una parola che non insulti il mio animo e la mia fede, una non blasfema. Non importa quanto ci pensi su, ne esiste solo una che può esprimere ciò che ho ora dinnanzi.

 

*

 

Il suo intervento aveva suscitato divertimento generale e qualche schiamazzo. Persino Andre si era piegato con la testa sul banco, le mani alla bocca per soffocare una risata.

Il maestro Tristian era invece serio. «Bello?» ripeté, indicando il disegno dai tratti netti. «Cosa ci sarebbe di bello in un mostro come questo?»

Mizrak si alzò, titubante. «I Cavaliere non hanno paura dei mostri,» disse con sguardo basso. «Vivono nell'ombra per aiutare i bisognosi a trovare la luce.»

Nei primi anni nell'Ordine, aveva imparato che non tutte le cose vicine a Dio erano belle e il Suo dominio si estendeva anche nell'oscurità. Era là che i Cavalieri Ospitalieri dovevano guardare, nei luoghi nei quali nessun altro osava. Come aveva fatto anche San Giorgio.

Tristian chiuse il libro. «Attento a non confondere coraggio con sconsideratezza, Mizrak. Con le tue parole, stai concedendo benevolenza al Diavolo.» Fece segno agli alunni di rabbonirsi e finalmente il silenzio tornò nell'aula. «Il Demonio seduce gli occhi di coloro che non lo sanno riconoscere, i deboli aprono il loro animo per ospitarlo. Apri gli occhi: il drago della storia è il male e, per questo, è orrendo per definizione.»

«Mi dispiace,» disse Mizrak, sentendosi avvampare. Come aveva potuto essere così cieco e ingenuo? Era stato davvero il Diavolo a mettere la meraviglia nei suoi occhi? Tornò a mettersi seduto, ma David, dietro di lui gli calciò la sedia. «Il Diavolo è dentro di te, Mizrak,» cantilenò.

Si stava per girare, ma Andre gli mise una mano sul braccio. «Lascialo perdere.» La sua rassicurazione che non servì a molto perché ormai la frase gli rimbombava in testa.

Quella sera, quando tutti andarono a dormire, Mizrak svegliò Andre e lo convinse a seguirlo nella biblioteca. Entrarono di soppiatto e passarono in rassegna ogni scaffale fino a quando non riconobbero i graffi nella copertina di cuoio. Alla luce di una candela tremolante, sfogliarono il libro dei miti fino alla pagina di San Giorgio e il Drago.

«Secondo te esistono davvero mostri così?»

«Di certo, non qui e non in Italia, mio zio me lo avrebbe detto.» Andre era sempre un passo davanti a tutti. «Magari dall'altra parte del mondo,» aggiunse. Poi, sbarrò gli occhi. «E se ci mandassero lì una volta diventati Cavalieri? Li dovremmo combattere come fece San Giorgio?»

Mizrak fece un broncio. «Solo i migliori partono e non credo che sarò fra loro.»

«Ma tu sei abile, sia nelle lezioni che con la spada. So che puoi farcela.» Andre si girò a pancia in su e si mise la mano dietro la testa. «E, comunque, resterò anche io fino a quando non sarai Cavaliere.»

Mizrak alzò gli occhi dal libro. «Ma il Maestro dice che puoi sperare nella nomina prima degli altri.»

«Non ho fretta, preferisco stare con i miei amici.»

Mizrak emulò il suo sorriso. La candela sembrava animare il disegno del Drago, ma non ne rivelava nessuna parvenza di orrore. Era bello e fiero. Era sicuro di sé e senza paure. Più di tutto, era qualcosa di nuovo, di diverso, qualcosa che non conosceva e dal quale non riusciva a levare gli occhi.

Sfogliando le pagine piene di creature fantastiche, lui e Andre trascorsero la notte a immaginare una vita lontana, avvenute in luoghi sconosciuti, mondi che non potevano nemmeno comprendere. Mizrak non lo disse ad alta voce, ma in tutti quei viaggi, al loro fianco c'era il drago che sputava fuoco, avvolgeva la coda intorno a loro come un gatto e li faceva volare in alto, liberi sopra le nuvole.

   
 
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