Era ancora lì davanti...

Se solo avesse potuto, e possibilmente non avrebbe corso il rischio di venir arrestato, ci avrebbe piantato le tende in quel corridoio.

Ma dove altro poteva andare?

Non c'era nessun altro luogo dove avrebbe voluto essere.

Non c'era nemmeno la sua amata camera, o la sua PlayStation, che potevano competere contro il desiderio di stare lì

E di certo non era per quelle stupide sedie che erano così scomode da fargli rimpiangere di non avere più carne sul sedere, e sapete quanto ci tiene alla sua fisicità, e né tantomeno per il caffè annacquato che sapeva di calzini sporchi e che a malapena riusciva a tenerlo ancora in piedi dopo ben dodici ore di attesa.

Ma per quella figura che sembrava minuta e fragile in quel momento, nonostante fosse una delle donne più forti che avesse mai conosciuto, e che stringeva la mano di suo marito continuando a guardare quella luce rossa che era accesa sulla sala operatoria da ormai troppe ore...

Era stato solo uno sbaglio...un errore...

Un piccolo  inutile, insignificante e terribile errore...

Un piede messo in fallo..

Una roccia che crolla , proprio sopra di loro, e lui che è troppo stanco per riuscire ad indurirsi completamente ed a proteggerlo come gli aveva promesso

E quel palazzo che si sbriciola su tutti e due, seppellendoli, mentre la sua schiena è piegata quasi ad arco per riuscire a tutelarlo almeno in parte

Ma i danni sono già troppi

Kirishima Eijirou viene salvato poche ore dopo, ancora con il Quirk attivo nonostante sia svenuto ormai da diverso tempo, e sotto di lui anche Bakugou Katsuki viene tirato fuori dalle macerie e portato in ospedale d'urgenza

Gli diranno più tardi, quando si sveglierà in quella stanza di ospedale, che il suo collega ha subìto una commozione cerebrale e che rischia seriamente la vita .

Gli diranno che è in coma e che ha perso talmente tanto sangue che hanno dovuto ricorrere a diverse trasfusioni per salvarlo...

Gli diranno persino che il colpo ricevuto alla testa, quando il suo stupido Quirk non si è attivato in tempo, gli ha lacerato le orecchie e che rischia seriamente di perdere l'udito oltre che alla vita stessa

Ed è per questo che ora Eijirou è lì, enorme in una sedia troppo stretta, mentre l'ennesima operazione viene fatta a poche porte di distanza e lui non ha il coraggio nemmeno di allontanarsi per andare in bagno...

Come ha potuto farlo?

Come ha potuto cedere, all'ultimo secondo, e sentirsi troppo stanco per proteggere proprio Lui?

Come ha potuto salvare decine di persone, da quella rapina finita male, e mollare proprio quando quella più importante aveva bisogno di lui?

Le ciocche rosse vennero strette tra le dita del giovane eroe, che rischiò quasi di strapparle dal cuoio capelluto, e gli occhi rossi sondarono quei quattro graffi che erano rimasti sulla sua pelle...

Quattro graffi mentre il suo migliore amico, la persona più importante per lui, stava rischiando la vita per un suo errore...

E:" Bakugou..."

Il nome del biondo venne sussurrato tra le labbra ormai stanche, come un mantra che non lo aveva lasciato per tutto quel tempo, mentre la luce rossa finalmente si spegneva ed un uomo in camice usciva dalla porta

X:" i suoi parametri sono stabili ma ha subito diverse ferite ed alcune sono gravi"

Mitsuki Bakugou sembrò ripiegarsi quasi su sé stessa, aggrappandosi a suo marito con tutte le forze , e l'uomo si tirò via la cuffietta asciugandosi il sudore sulla fronte

X:" ma è un ragazzo forte e, se supererà la notte, ci sono buone possibilità che riesca a riprendere completamente l'uso delle gambe e l'uso della vista ..."

I coniugi Bakugou sospirarono di sollievo, mentre anche Eijirou si alzava finalmente da quella sedia per fare un passo avanti, per poi rischiare di crollare di nuovo quando l'uomo riaprì le labbra

X:" ma ci sono serie possibilità che l'udito non riesca ad essere ripristinato... Ci sono serie probabilità che vostro figlio non ci senta più.... Mi dispiace."

E la mano del rosso si aggrappò al muro, traballando sulle gambe ormai stanche, mentre anche Mitsuki crollava in ginocchio scoppiando a piangere...

Ripetendo, quasi urlando, che non gliene fregava niente di quello...

...se suo figlio era vivo