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Autore: Florence    23/01/2024    3 recensioni
"Yuuri è come un uovo. Questo pensa di lui Victor, guardandolo per la prima volta."
***
Breve O-S venuta per caso, ispirata alle prime puntate di Yuri on Ice, pensata per gioco, assaggiata in punta di lingua tra un battito di cuore e l'altro.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EGG



 

Yuuri è come un uovo. Questo pensa di lui Victor, guardandolo per la prima volta.

 

Se ne accorge per caso, mentre si riscalda al margine della pista: sul ghiaccio sta avvenendo qualcosa di inatteso. Movimenti fluidi, imprevedibili, che creano una musica diversa da quella su cui si sta concentrando. È come se i suoi auricolari si fossero spenti d’improvviso e al posto della melodia del suo programma corto riuscisse a sentirne un’altra, creata dai passi e dai gesti di quello sconosciuto. A Victor viene in mente un uovo e la sua musica gli scivola dentro piano piano, senza emettere suono.

È un uovo dal guscio liscio, nato per scivolare sul ghiaccio compiendo le più inattese evoluzioni. Rotola, striscia, curva, cambia improvvisamente direzione per un minuscolo ostacolo sulla sua strada, sussulta, ruota vorticosamente, stupisce, perché non è rotondo, non è perfetto. Qualcosa si muove al suo interno e ne sposta il baricentro, crea forme ogni volta nuove, ricami sulla superficie immobile che lo sostiene pronta a tradirlo.

 

Yuuri è come un uovo. Victor ne ha preso coscienza durante la finale del Grand Prix a Sochi.

Il suo guscio è fragile, un’armatura all’apparenza inespugnabile, che si è sgretolata sotto i suoi occhi. Un salto sbagliato, la prima crepa, che si è estesa scricchiolando su tutta la sua corazza, seguendo faglie già esistenti, fratturandolo lentamente, esponendone la pellicola flessibile e chiara, unica difesa umida, pericolosamente sottile, come la sua anima. Come la sua musica.

 

Yuuri è come un uovo. Oh, adesso Victor non ha più dubbi.

Il guscio è andato in mille pezzi e ha forato l’ultimo elastico baluardo che lo proteggeva, l’inutile velo di una dignità che pensava di non aver mai avuto. Victor lo ha visto crollare davanti a tutti, perdere la sua forma, strabordare oltre i frammenti di un involucro vuoto, mostrare la parte più vischiosa e ambigua del suo essere e ha guardato immobile occhi divertiti e sconcertati puntati su di lui. Cos’ha squarciato il residuo di amor proprio che aveva scorto dietro le lenti dei suoi occhiali, mentre Yuuri scappava via, rifiutando una foto insieme a lui?

 

-Era in bagno che piangeva come una femminuccia, dopo la gara. Ho cercato di mostrargli la realtà: lui non appartiene a questo mondo. Non credevo che si sarebbe presentato al gala di stasera…- 

Basta uno spillo a forare la pellicola di un uovo, non servono lame o martelli. È bastata una parola a sbranare il velo sottile che teneva insieme i pezzi di Yuuri Katsuki. 

-Ormai la frittata è fatta! Non credo avrà il coraggio di tornare a gareggiare!-

-Uno in meno!-

-Non abbiamo perso poi molto.-

-Si ubriaca per dimenticare!-

-È patetico!-

 

Victor abbassa il capo: tra i suoi piedi qualcosa striscia invisibile, trasparente e giallino, risale subdolo e lento come mercurio sulle gambe di tutti i presenti, li contagia, li appiccica di una strana euforia che va oltre l'imbarazzo e il biasimo. Si svela. L’albume di cui si nutriva in segreto Yuuri scivola inodore anche su di lui, Victor lo sente e intanto non stacca gli occhi da quella nuova versione di Katsuki, tuorlo esposto e pulsante, che spande eteree spire lascive perlescenti attorno a sé, su di lui, sempre più su, dove qualcosa si accende, più su, tra una rinata curiosità e la scoperta, più su, dove un battito risuona più forte degli altri, più su, nel punto più caldo del suo animo e lì si ferma, si rapprende attorno al suo cuore di nuovo bollente, diventa bianco come la neve, morbido come una carezza, umido e sapido.

Adesso Victor sa.

 

Yuuri è come un uovo. 

Victor ha atteso settimane che si schiudesse, osservando i suoi sforzi per rimettersi in forma, sempre con la meraviglia dipinta sul volto, l’incredulità negli occhi nascosti dietro le lenti, inutile fragile scudo che usa per proteggersi.

Victor percepisce le crepe che lo solcano, ha già visto quanto possa essere delicato il suo involucro quando scivola imprevedibile sulla pista, mentre rotola affannato dietro a uno scopo, sbatte su palizzate erette dalla sua insicurezza e si spacca, mangiato dai rimpianti.

Gli basta poco, adesso. 

Victor sa che non uscirà mai un pulcino dal guscio, non è questo che cerca in lui. Lo guarda e aspetta che quel tuorlo lucido che ha intravisto a Sochi si sciolga sulle macerie del suo passato e le ricopra di velluto liquido, burroso umami che invade la lingua, ferro e sale, come una carezza voluttuosa, come quello che non immagina da lui, mentre lo osserva entrare in pista. 

Victor non è pronto a questo nuovo Yuuri, anche se ha fatto di tutto per rendere possibile la sua trasformazione da materia instabile a singolarità gravitazionale. Ormai ne è attratto ineluttabilmente. Sbatte gli occhi, perché non può essere davvero il suo Yuuri, quello che sta danzando sulla pista. Adesso lui è così… così…

 

Yuuri volteggia sulla pista ed è un uovo. Il suo tuorlo si è spaccato e cola ovunque attorno a lui mentre piroetta sulle lame. Frulla il giallo caldo che arde nella sua carne con il bianco del ghiaccio, lo emulsiona con lo sguardo liquido di quegli occhi marroni, crea una ricetta nuova, nuda e bollente insieme, piccante e seducente, dolce e graffiante. Leggere le sue mani fendono l'aria, ciocche di capelli si muovono sulla nuca, il collo è esposto, le trasparenze accecano tra le gemme nere, lasciando intravedere quella passione setosa che finalmente ha scelto di liberare. Gli schizzi della sua anima imbrattano il ghiaccio, scendono sul pubblico, arrivano a lui e Victor non si trattiene dal leccare quella consistenza morbida di cui è fatta la danza di Yuuri. Si lascia incantare, avvolgere dal ritmo cremoso e pungente, dai lampi dei suoi occhi che a ogni rotazione lo cercano, pensando di non essere guardato, sapendo di essere il centro dell’universo per il suo centro dell'universo.

 

Yuuri è un uovo e sta danzando per lui.

Victor vuole assaggiare il suo sapore e immagina che può farlo in mille modi diversi: lo può rompere, lo può sbattere, può farlo diventare duro come una pietra o lasciarlo squagliarsi nella sua bocca, può svelare un interno tiepido e un cuore intirizzito o amalgamarlo allo zucchero della sua anima e farlo diventare spuma. Può aggiungere sale e spezie, per scoprire giorno dopo giorno un’emozione diversa oppure lo può avere così com’è e sarà sempre l’unico cibo in grado di saziarlo.

 

Ma Yuuri nasconde ancora un mistero nella sua forma imperfetta, una forza infinita nella fragilità del suo guscio, un’anima bianca nell'oscenità dell’albume viscido, un segreto in quel tuorlo che ha multiple consistenze e non basterà una vita intera a Victor per scoprire ogni sfaccettatura spigolosa di quella essenza perfettamente liscia, così invitante, così indispensabile. 

Sa soltanto che che Yuuri, ormai, fa parte di sé.



 
   
 
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