Fumetti/Cartoni americani > Altro
Segui la storia  |       
Autore: dragun95    23/01/2024    1 recensioni
[Monsuno]
Sono passati anni da quando Chase Suno e i suoi compagni hanno salvato il mondo. Ma ciò nonostante lo sfruttamento dei Monsuno non si è fermato.
Due fratelli hanno abbandonato i combattimenti dopo essersi lasciati la Eclipse alle spalle. In fuga dal loro passato i due vengono contattati da una donna misteriosa che chiede loro aiuto per una missione importante. Nel mentre una nuova fazione è decisa a ripulire il mondo dalla distruzione causata dall'umanità utilizzando i Monsuno. Anche se improbabili nuovi eroi i due dovranno decidere da che parte schierarsi, in una battaglia imminente che mette in gioco più vite di quante possano immaginare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2

 
 
 
Già le rotelle dei due giravano sul quale potesse essere l’aiuto che voleva quella misteriosa donna. Ma la risposta non era certo quello che si aspettavano.
 
-Uhm…un’organizzazione criminale di che tipo?- domandò preventivamente Thund, ancora sorpreso e confuso.
 
<< del tipo che sfrutta i Monsuno per scopi malvagi >> un’altra fazione che vuole usare i Monsuno per i suoi scopi. Ne avevano già incontrate in passato e nessuno dei due sarebbe stato felice di scontrarsi nuovamente con loro. Si erano lasciati i combattimenti alle spalle.
Ma adesso quella misteriosa donna, gli stava chiedendo di combattere nuovamente per lei. Va bene che li aveva salvati, ma quello era davvero chiedere troppo. Il verde fu sul punto di mandarla a quel paese, ma suo fratello fu più veloce.
 
-Quel raggio che ha usato per sconfiggere Sauro…era un laser orbitale- il silenzio cadde nella stanza. Dal portatile non venne più alcun rumore.

 
<< Molto perspicace >> ammise Lady D: << Esatto era proprio un laser orbitale >>
 
Avrebbe tanto voluto sbagliarsi, ma un raggio di energia abbastanza potente da sconfiggere un Monsuno con un colpo dal cielo. Ciò voleva dire anche che non era una persona qualunque, ma qualcuno che aveva soldi e potere.
E per quanto ne sapevano i pochi che potevano permettersi quella tecnologia era la Storm. Ma ciò che lo preoccupava di più, era che se li aveva trovati mentre viaggiavano sulla strada. Cosa gli impediva usarlo contro di loro in qualunque momento.

 
<< Immagino che stiate pensando, che se rifiutate la mia richiesta vi farò fuori con quello vero? >> i due non dissero niente, ma dalle espressioni tese era chiaro che aveva azzeccato.
 
-Puoi biasimarci?- sputò Thund piuttosto irritato. Non gli piaceva finire all’angolo e quella misteriosa donna ci era riuscita benissimo. Prese un respiro sistemandosi qualche ciocca di capelli che gli era scappata davanti al viso. Logan gli fece cenno di calmarsi mentre anche lui si soffiava via il ciuffo davanti agli occhi.
 
<< Posso comprendere i vostri dubbi e diffidenze. Ma vi garantisco che non lo farei mai, dato che come ho già detto vorrei il vostro aiuto >> continuava a ripeterlo, ma le parole non valevano di certo quanto i fatti.
 
-Che c’è nella valigetta?- domandò il maggiore. Quella valigetta inapribile era un’altra delle curiosità. Non credeva che l’avesse lasciata lì dentro per puro caso e dal meccanismo magnetico era chiaro che dentro c’era qualcosa di prezioso. Ma cosa: soldi, oro o qualcosa di altrettanto prezioso.

 
<< Un piccolo regalo da parte mia >> la serratura della valigetta si sbloccò di colpo. Il verde la guardò per un’istante per poi scrocchiarsi le ossa del collo ed aprirla lentamente.
Dentro c’erano due Nuclei, ma erano diversi da quelli che conoscevano. I cilindri erano di colore viola scuro con delle parti bianche, mentre l’essenza al suo interno era di un brillante viola ametista.
 
Non seppero cosa dire. Gli stava davvero regalando dei Monsuno, non erano esattamente giocattoli. E poi non riconobbero il marchio di chi li aveva creati, il colore del Nucleo era un proprio marchio per capire quale azienda li avesse creati. Azzurro per la Core-tech, giallo e nero la Storm e rosso e nero la Eklipse.
Ma non c’era nessuna azienda che usasse il colore ametista. Questo era un altro indizio che sicuramente quella persona era ben fornita, se aveva davvero li aveva creati lei.
 
-Questi cosa sarebbero?-

 
<< Dei nuovi Monsuno per voi >> rispose Lady D.
 
-Mi lasci indovinare, sono una sua creazione!?- disse il maggiore osservandoli più da vicino insieme al fratello.
 
<< Esattamente. Sono Monsuno della Amethyst, si chiamano Wrath e Bayonet >> il nome dell’azienda non gli diceva niente, anzi non l’avevano mai sentita prima. Questo voleva dire che durante la guerra dei Monsuno portata avanti da Chase Suno e la Core-tech, doveva essere rimasta nell’ombra.
Ed ora era uscita allo scoperto per richiedere il loro aiuto.
 
-Credi davvero che regalarci dei Monsuno, ci avrebbe fatto accettare la tua richiesta di aiutarti?- disse acido Thund. Anche se l’idea di prendere uno dei Nuclei nella valigetta lo attirava, non si faceva di certo corrompere facilmente.

 
<< Ovviamente no. Non sono così ingenua da pensare che un piccolo regalo possa convincervi. Ma non voglio nemmeno costringervi >> ammise la donna per poi continuare: << Non voglio una risposta immediata. Pensateci un paio di giorni. In caso accettaste, vi basterà riaccendere il portatile per contattarmi >>
 
-E che succederebbe se non volessimo accettare? Chi ci dice che non ci farà fuori- questa era la sua preoccupazione più grande. Come potevano fidarsi della parola di quella persona, senza neanche averla vista ma solo sentendo la sua voce.
 
<< Comprendo i vostri dubbi, ma sfortunatamente ho solo la mia parola da darvi. Ma come ho detto sono una persona che dà importanza alle vite umane. Posso giurarvi che non vi torcerò un capello >> promise lei.
 
-E i Nuclei. Che ne facciamo se rifiutiamo, li rivuoi indietro?- era sicuro che li avrebbe rivoluti. Dopotutto l’Essenza Monsuno era molto difficile da recuperare, ed era la fonte da cui si poteva creare il mostro tramite “Superevoluzione” partendo dal nucleo.
 
<< Come ho detto è un regalo, in base alla vostra decisione vedrò se riprenderli o no. Vi lascio una settimana per pensarci, fino ad allora vi auguro di stare attenti a quel pazzo che vi insegue. A risentirci >> quando ebbe finito di parlare lo schermo divenne nuovamente nero. Come era stata attivata la connessione a quel dispositivo si era interrotta.
Logan non seppe cosa dire o pensare, tutta la situazione era inaspettata. Anche perché loro due sarebbero stati proprio le ultime persone sulla terra a cui avrebbero chiesto aiuto e non esagerava. C’erano molti altri più qualificate ed esperti di Monsuno, come la Core-tech o le forze dell’ordine. Anzi no, loro avrebbero solo rischiato di fare più casini che altro.
 
Il minore invece era rimasto a guardare i nuclei della Amethyst. Alla fine ne afferrò uno dei due. Al contatto con il cilindro sulla sua mano apparvero per un’istante delle linee viola, segno che il nucleo si era connesso a lui.
 
-Che stai facendo?-
 
-A te che sembra? Voglio vedere cosa la nostra interlocutrice misteriosa ci ha lasciato- rispose tenendo il nucleo nella mano e la valigetta nell’altra. Il maggiore chiuse il portatile prendendolo sotto mano e seguendo il fratello fuori dalla segheria.
 
-Non so se è una buona idea…- iniziò Logan. Ma l’altro sbuffò.
 
-So come usare uno di questi Log- protestò lui puntando un albero e tirando indietro il braccio con il nucleo tra le dita: -Wrath Lancio!- gridò lanciandolo.
 
Il nucleo ruotò su sé stesso come una trottola finendo per colpire l’albero e rilasciando una grande massa di energia color viola ametista.
La creatura che ne venne fuori aveva le sembianze di un uccello rapace dal piumaggio viola scuro con la pancia bianca coperta di linee viola brillante. Le grosse e larghe ali erano formate da piume fatte di ametista, il collo abbastanza lungo presentava dei cerchi bianchi che lo ornavano, ai lati della testa vicino al bianco becco uncinato c’erano delle tenaglie come quelle di un cervo volante di colore bianco con delle punte di ametista. Le zampe erano ricoperte da un’armatura di metallo bianco dei lunghi e ricurvi artigli metallici.
Appena uscito fuori il Monsuno alzò la testa al cielo lanciando un grido che risuonò intorno a sé.
 
-Wow…- riuscì solo a dire guardando il suo nuovo compagno. Quest’ultimo guardò il suo Controller abbassando la testa fino a lui così che i loro sguardi potessero incrociarsi. Anche Logan rimase ad osservarlo curioso.
 
-Devo ammettere che quella donna ha gusto!- disse sostenendo lo sguardo di Wrath, prima di alzare la mano e poggiarla sul suo becco.
 
-Ti ha già convinto?- l’altro rise.
 
-No. Gli stavo solo dando atto che ha buon gusto estetico- precisò allontanandosi di qualche passo e puntando il nucleo verso il mostro: -Wrath rientro- la creatura si illuminò totalmente di viola per poi ritornare dentro al suo nucleo.
L’altro non disse nulla, limitandosi a dirigersi alla macchina ed andare al volante, seguito a ruota dal fratello.
 
-Quindi…ora che facciamo?- chiese tenendo ancora stretta la valigetta con il nucleo destinato al fratello. L’altro non seppe cosa rispondere. L’agguato di Dom Pyro e poi la richiesta di questa misteriosa Lady D. Gli serviva del tempo e soprattutto un luogo sicuro dove riflettere attentamente, con quello psicopatico in giro era meglio non fermarsi lì troppo a lungo.

 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
-Grazie e torni a trovarci- disse il venditore, mentre Logan ringraziava con un sorriso prendendo il sacchetto di cibo. Erano in viaggio da tre giorni e dopo aver passato ben quattro città, si erano fermati a: Oxtown.
Mentre camminava però faceva sempre attenzione a guardarsi intorno, in caso vedesse qualunque tipo sospetto. Con quel mercenario in giro aveva i nervi a fior di pelle. Arrivò fino ad un motel dove avevano preso una stanza, la numero: 11.
 
Aprendo la porta sentì la canna di un’arma posarsi contro la sua tempia. Spostò l’occhio a destra guardando suo fratello che emetteva un sospiro di sollievo.
 
-Hai preso da mangiare?- chiese togliendogli l’arma e rimettendola nella fondina. Lui gli mostrò il sacchetto e l’altro si leccò le labbra.
 
-Niente di sospetto fuori?- chiese poggiando il sacchetto sul tavolo. Thund scosse la testa chiudendo la porta e le tende. Si sedette velocemente al tavolo, fiondandosi a prendere dal sacchetto il suo doppio cheeseburger.
 
-Ti sei ricordato la salsa piccante?- Log annuì.
 
Sorrise dando un bel morso al suo panino, sentendo i succhi della carne e il piccante della salsa inondargli le papille gustative. I due mangiarono senza proferire una singola parola. Mentre addentava il suo panino però l’occhio del moro continuava a ricadergli sul portatile adagiato sul letto. Il dispositivo di comunicazione che gli aveva lasciato Lady D.
Non aveva fatto altro che lanciargli occhiate veloci negli ultimi tre giorni. Come se si aspettasse un’ulteriore chiamata da parte della donna prima della scadenza prestabilita. Il fratello si accorse del suo sguardo, lo stesso degli ultimi giorni, indeciso se accettare o meno.
 
-Okey, dobbiamo seriamente parlarne!- ammise infine il minore con la bocca piena.
 
-Su cosa?- alla domanda indicò il portatile e Logan annuì. Scegliere se aiutarla o no era qualcosa che assillava entrambi.
 
-Ti sei dimenticato ciò che ci siamo ripromessi. Di non sottostare più a nessuno!- gli ricordò il verde puntandogli la mano che reggeva ancora il panino gocciolante di salsa.
 
-Non l’ho dimenticato! Ma se davvero questa organizzazione minaccia delle vite…vuoi davvero restare a guardare, senza poter fare niente!-
 
-Io…no…pero, insomma…non siamo eroi…- iniziò lui a disagio davanti a quella domanda.
 
-Forse non lo siamo è vero. Ma vorresti abbandonare delle persone che non possono difendersi?- abbassò lo sguardo, sarà stato anche un bastardo, ma non era qualcuno senza cuore. Scosse la testa, ma ormai era piena di dubbi e pensieri che la stavano invadendo.
 
-Io esco!- disse subito dopo essersi infilato tutto il panino in bocca e prendendo la sua giacca.
 
-Ricordati di stare…attento- gli disse poco prima che uscisse. Aprì una lattina di una bevanda gassata alla ciliegia portandola alle labbra. Comprendeva benissimo i dubbi di suo fratello erano gli stessi che aveva lui. Guidato da quei pensieri tirò fuori il suo nucleo rosso della Eclipse, il suo partner e compagno di molte battaglie.
Lo strinse sentendo un forte dolore al petto, ricordando ciò che aveva fatto in passato. Guardò nuovamente il portatile e poi la valigetta che conteneva il nucleo della Amethyst. Non l’aveva voluto toccare da quando l’aveva ricevuto in dono. Se avessero rifiutato o meno, glieli riavrebbero riconsegnati. Quindi era inutile per lui prenderlo senza una decisione definitiva.
 
Dire che era confuso era poco, aveva un turbinio in mente che lo stava facendo camminare spedito come se fosse in ritardo ad un appuntamento. Eppure Thund non ne aveva nessuno, voleva solo cercare di far uscire i pensieri.
 
“Non abbandonerei mai nessuno…insomma, mio fratello sicuramente non lo farei…ma gli altri?...” capire se valeva la pena combattere per gli altri oppure non farlo. Aveva avuto i suoi problemi con la legge non era uno stinco di santo, ma nemmeno era senza cuore. Ciò nonostante l’idea di essere tirato nuovamente in una possibile guerra tra Monsuno non gli piaceva.
 
-Forse sarebbe meglio se contattasse quelli della Core-tech - dopotutto avevano più esperienza di loro come eroi, lo avevano altamente dimostrato.
Mentre camminava lanciava degli sguardi intorno per paura che lui potesse essere vicino, eppure vedeva solo delle persone normali, che vivevano incurante che un possibile pericolo fosse all’orizzonte. E invece tutto era in pericolo a causa di una misteriosa organizzazione criminale e l’unica cosa che sapevano era che usavano i Monsuno. Certo che quella donna poteva essere più specifica.
 
“Che avrebbero in mente? Rapine, attacchi su scala globale…forse guardo troppi film di azione” scosse la testa per cercare di pensare più lucidamente: “Possiamo davvero essere degli eroi?” si chiese. Quando il suo telefono squillò per comunicargli le ultime notizie. Aveva preso l’abitudine solo di recente, di controllare tutto quello che succedeva sui media, un po' per noia e anche per interesse.

 
 
֍֎♦֍֎♦֍֎
 
 
Interrompiamo il programma per una notizia straordinaria. Qualche ora fa una piattaforma petrolifera è saltata in aria. Delle più di cento operai a bordo, non ci sarebbero superstiti
 
Il tipo di notizie che al moro piacevano meno. Non capiva quanto ci guadagnassero con la cronaca nera, ma era di certo uno scorcio schifoso sulla feccia dell’umanità, secondo lui. Fece per spegnere la televisione quando mostrarono un filmato dell’esplosione.
Appena lo vide il suo cuore perse un battito. L’esplosione ripresa non stata causata da una normale bomba. Dal colore verde fosforescente e le dimensioni dell’esplosione, capì che si trattava di una Bomba a nucleo selvaggio. Si trattavano di dispositivi a base di Essenza monsuno, altamente instabile e distruttiva.
 
-N..non può essere!- sussurrò sconvolto, era impossibile che fossero stata una bomba al nucleo selvaggio. La Storm le aveva vietate dopo la guerra e per quanto riguardasse chi poteva fabbricarle, dovrebbero essere tutti impossibilitati a farlo.
La porta della stanza si aprì di colpo. Il suo istinto si attivò, afferrando la pistola e sparando un colpo elettrico. Per fortuna Thund ebbe i riflessi pronti per piegarsi non appena vide l’arma essergli puntata contro e non venire folgorato. Altrimenti sarebbe andato k.o per un paio di ore.
 
-Se vuoi spararmi, almeno aspetta che abbia fatto qualcosa!- gli disse chiudendo la porta, sperando che i vicini non avessero sentito niente. Logan abbassò la pistola scuotendo la testa.
 
-La prossima volta bussa magari- rispose rimettendo l’arma nella fondina. Il verde gli scossò un’occhiata di disapprovazione per poi guardare la televisione che riportava la notizia dell’esplosione. La stessa che lui aveva visto sul suo telefono. Tirò fuori l’apparecchio così che anche il fratello potesse vederla. La notizia stava facendo il giro del mondo in pochissimo tempo.
 
-Che ne pensi?- chiese infine al fratello minore che scosse il capo.
 
-Tolta la distruzione e l’insensibilità per le vite umane. L’obbiettivo non è nello stile di Klipse e il professor Tallis e i suoi subordinati sono tutti dietro le sbarre da un pezzo. Chi altro rimarrebbe?- nessuno era la risposta. Negli ultimi anni tolti alcuni fuggitivi a parte la Core-tech e la Storm, nessun’altro era autorizzato alla creazione dei Monsuno.
 
-Fammi cercare una cosa- disse prendendo a scorrere sulla rete notizie riguardanti a possibili esplosioni di colore verde. Trovando corrispondenza con altri tre casi in cui era coinvolto un fenomeno simile. Non era la prima volta che succedeva. Evidentemente la Storm non voleva causare il panico per questo non erano state collegate.
Entrambi vennero riscossi dal bussare alla porta che li fece scattare come delle molle. Tirarono fuori le pistole mentre il verde si avvicinava lentamente alla porta, appoggiandosi di schiena contro la parete.
 
-Chi è?- una mano meccanica sfondò il muro afferrandolo per il collo e lui si ritrovò a vedere il volto sfregiato di Dom Pyro.
 
-Pensavate di sfuggirmi piccoli topolini. VI SBAGLIAVATE DI GROSSO!- disse lanciandolo fuori dal motel.
 
-THUND- gridò puntando la pistola contro l’uomo. Ma dal braccio meccanico di quest’ultimo uscì una frusta di energia che gli fece volare di mano l’arma.
 
-Noi due adesso giocheremmo un po'. Ma tranquillo poi toccherà anche al tuo fratellino!- rise maniacalmente il mercenario facendo sparire la frusta di energia. L’altro ebbe l’istinto di portare la mano al suo nucleo, ma non era il caso di usarlo all’interno. Così si mise in posizione di difesa pronto a combattere.
Thund strinse i denti per il dolore alla schiena. La sua caduta era stata attutita proprio dalla macchina che avevano rubato.  Si stava chiedendo come abbia fatto quel pazzo a trovarli. Ma non ci pensò per molto, quando una grande zampa gli apparve davanti per schiacciarlo. Rotolò giù dalla vettura e si allontanò, mentre il veicolo veniva appiattito come una frittella.
 
“C’è mancato poco!” Sauro gli ruggì contro esponendo i denti. Sarebbe voluto tornare dentro, ma prima doveva occuparsi di lui. E poi suo fratello sapeva cavarselo.
 
-Va bene, stupido ammasso di ossa. Se è lo scontro che cerchi è quello che avrai!- tirò fuori il suo nucleo della Eklipse con un movimento del polso preparandosi a lanciarlo: -Kingstorm Lancio!- il nucleo venne lanciato girando su se stesso e producendo una scia rosso luminoso fino a scontrarsi contro la parete del motel.
 
Il Monsuno che ne uscì fuori aveva l’aspetto di un grosso tasso del miele dall’andatura di un primate, il suo corpo era ricoperto di una corazza a placche rosse come quella dei pangolini che gli ricoprivano la testa fino alla lunga coda.
Il muso e la pancia avevano una folta pelliccia nera su cui brillava una linea rosso luminoso che partiva dal collo e attraversava il ventre separandosi in altre quattro linee sul torno. Ogni zampa presentava cinque lunghi e affilati artigli di un colore viola scuro.
 
Il Monsuno del verde ringhiò guardando quello del mercenario per poi ruggirgli contro e saltargli subito addosso.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Eccomi al secondo capitolo.  Qui vediamo di come i due reagiscano alla richiesta di Lady D e si vede che non sono molto convinti. Ma lei gli lascia del tempo per rifletterci e due nuovi Monsuno come regali.
Proprio un bel regalo.
Alla fine mentre i due si fanno la domanda di chi possa aver creato quella bomba all’essenza Monsuno. Ecco che il vecchio e pazzo Dom Pyro riappare.
Di certo nel prossimo ci sarà il primo scontro tra Monsuno. Per ora questo è tutto, ringrazio chi ha letto fin qui e ci vediamo al prossimo capitolo.
 
A presto.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Altro / Vai alla pagina dell'autore: dragun95