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Autore: Kronos333    18/09/2009    0 recensioni
Ha lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. I seni sono abbondanti ma ben proporzionati e le gambe lisce e lucide. Ha un’abbronzatura dorata così diversa dalla sua solita pelle bianco latte. Maxime ricorda perfettamente la prima volta che l’ha vista. è perfetta.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLOODY SUMMER LOVING
 

Sole. Il mare azzurro scintilla. Celine sta prendendo il sole. Maxime è sulla veranda di casa sua. All’ombra. La guarda. La pensa. La ama. Celine è perfetta. Ha lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. I seni sono abbondanti ma ben proporzionati e le gambe lisce e lucide. Ha un’abbronzatura dorata così diversa dalla sua solita pelle bianco latte. Maxime ricorda perfettamente la prima volta che l’ha vista. In spiaggia. Il frisbee vola troppo in alto. Lui lo rincorre. Lei sta prendendo il sole. Ha la pelle candida come la neve e gli occhiali da sole. Appena Maxime la vede il mondo smette di girare. È perfetta. Celine si toglie gli occhiali rivelando due grandi zaffiri incorniciati da lunghe sopracciglia e lo guarda. “Qualche problema?”. Parla come parlano gli angeli. Maxime scappa in veranda. Non si muove di lì per tutta l’estate. La osserva. La adora. Ma in silenzio.

Il suo orologio emette un flebile “bip”. Ora della medicina. Maxime prende dal tavolo una confezione di psicofarmaci e ingoia due pillole. Non ha bisogno d’acqua. C’è abituato. Torna a guardarla. Celine si è girata supina. Il pezzo di sopra del costume è slacciato. Maxime maledice se stesso e le pillole. Aspetta tutto il pomeriggio il momento in cui Celine cambia posizione. Quando lo fa si toglie gli occhiali da sole facendo vedere gli occhi color del cielo. E si slaccia il costume facendo intravedere per qualche istante una piccola porzione di seno. Maxime aspetta tutto il pomeriggio quel momento. E lo ha perso. Si permette di staccare un attimo gli occhi dalla dea giusto il tempo di sbirciare dentro casa. I suoi genitori stanno preparando le valige. La mattina seguente partiranno. È l’ultima occasione. Maxime inspira profondamente. Ora o mai più.

Celine è ancora sdraiata a prendere il sole. Un’ombra le oscura il volto. La dea si gira e guarda Maxime negli occhi. “Ciao Celine…” incomincia lui impacciato. “Cosa c’è?”. Parla come parlano gli angeli. Maxime tira il fiato e butta fuori le parole a raffica. “Vuoi diventare la mia fidanzata?”. Celine lo guarda. Stranita. Poi… ride. Maxime non sopporta altro. Scappa.

Maxime corre sulla spiaggia. Cerca di fuggire da quella risata così dolce ma anche così crudele. Da quel giudizio spietato. Quella condanna senza appello. Poi inciampa sugli scogli e si sbuccia un ginocchio. Lì scoppia in lacrime. Copiosi fiumi salati li bagnano le guance e dei singhiozzi tentano di uscire dalla gola. Maxime li blocca entrambi. O almeno ci prova. Improvvisamente smette di preoccuparsi per Celine e si preoccupa per se stesso. L’orologio emette un flebile “bip”. Ora della medicina. Maxime si guarda intorno disperato. Deve subito tornare a casa. Ma non può. Dovrebbe passare davanti a Celine. Decide di fare il giro largo.

Maxime arriva a casa due ore dopo. Il sole sta per tramontare. Celine sta per entrare in acqua per il suo consueto bagno notturno. Non lo nota. Nessuno lo nota. I suoi genitori non si sono nemmeno accorti della sua assenza. Maxime si siede alla sua sedia in veranda e prende il flacone delle medicine. Sta per ingoiare le pillole quando sua madre lo ferma. “Max no! Quelle le hai già prese, ti verrà un’intossicazione! Figliolo per piacere fai attenzione!”. Maxime china la testa e annuisce. “Forza vieni, si mangia” lo invoglia sua madre.

Carne al sangue e insalata verde. Uno dei suoi piatti preferiti. Maxime però non tocca cibo. Fissa il coltello. Ne prova il filo sul pollice. Prova a tagliare qualcosa. Lo tiene in equilibrio su un dito. Ne osserva i riflessi della luce sulla lama. “Papà, posso uscire stasera?”. “Certo, dopotutto è l’ultima sera. Dove vai?”. “Da Celine”.Maxime ringrazia e si alza da tavola. Il coltello non è al suo posto.

Celine sta uscendo ora dall’acqua. Il corpo perfetto è avvolto in un vaporoso telo da mare azzurro. Maxime le si avvicina. Lei lo riconosce e inizia a prenderlo in giro. Maxime fissa un’ultima volta i suoi occhi color zaffiro e la pugnala al cuore. La spugna si impregna di sangue. Sorregge il leggero corpo e lo adagia a terra con dolcezza. La guarda. Anche da morta è bellissima. Improvvisamente Celine apre gli occhi e gli strappa il coltello di mano. Conficca la lama nella gola di Maxime. “Muori!”. Parla come parlano gli angeli.

Il padre di Maxime fissa il corpo morto di suo figlio riverso nella sabbia. “Chi è stato?” chiede incredulo al poliziotto. “Nessuno signore, è quasi certamente un caso di suicidio” risponde l’uomo. “Perché?”. “Non lo sappiamo signore”. Il padre di Maxime non riesce a distogliere gli occhi dall’orribile ferita del figlio. “Doveva incontrare una ragazza… una certa… Celine! Doveva incontrarsi con questa Celine”. “Ne parlava spesso, era una ragazza che veniva al mare qua per cui si era preso una cotta” aggiunge la madre tra le lacrime.

Mezz’ora dopo il poliziotto ritorna dai genitori di Maxime. Il cadavere è stato portato via. “Abbiamo controllato signori, non esiste nessuna Celine in questa zona né in quelle limitrofe”. “Allora cosa è successo?”si altera il padre. Il poliziotto abbassa lo sguardo. Triste. “Ci sono già stati casi come questo. Max aveva un pesante deficit mentale vero? Si è creato la sua fonte di felicità, in questo caso una ragazza, e la storia ha avuto risvolti violenti. Purtroppo non potendosi sfogare su un’illusione Max ha rivolto la mano contro se stesso”. La madre scoppia in lacrime.

In mezzo ad una fitta abetaia poco distante dal luogo del delitto una persona assiste alla scena. E ride. Una risata dolce e crudele al tempo stesso. “Povero, povero Maxime”. Parla come parlano gli angeli.

Note dell’autore: Ciao a tutti. Questa storia è più un esperimento che una storia vera e propria, soprattutto a livello di punteggiatura e di tempo verbale. Infatti, come avrete sicuramente notato ho usato solo il punto fermo (punti esclamativi, interrogativi e di sospensione non contano perché sono nel discorso diretto), tutti i verbi sono al presente e ho ridotto all’osso molte frasi. A me personalmente sembra riuscita. Voi che ne pensate??? Vi prego commentate.
  
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