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Autore: guimug    13/02/2024    3 recensioni
La prima notte di nozze, il momento più atteso e temuto da tutte le coppie! Questa notte in cui l'amore si manifesta forse nella sua accezione più ampia e travolgente, chi la vive come la scoperta di un nuovo universo e chi invece come una conferma a ciò che già conosce ma che scopre per lui o lei una nuova sfaccettatura. Due matrimoni e due modi diversi di vivere questo momento e, sullo sfondo, chi invece vive il rimpianto di ciò che avrebbe voluto ma il destino gli ha negato. Sui versi tratti dal brano "Notte per non dormire" di Johnny Dorelli da "Aggiungi un posto a tavola" di Garinei e Giovannini abbandoniamo il pudore e sbirciamo...
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lovin' in the night of love

Le parti in grassetto sono tratte da "Notte per non dormire" di Johnny Dorelli
da "Aggiungi un posto a tavola" di Garinei e Giovannini
 

Le note gioiose di Mendelssohn accompagnavano l’uscita delle due coppie dalla grande chiesa, era stata una cerimonia molto diversa dalle solite officiate nella cattedrale di Chicago visto che non c’era una sola coppia di sposi come da tradizione. Il vescovo aveva all’inizio tentennato un po’, lui così ligio alle tradizioni, ma poi aveva dovuto cedere e non gli era pesato molto. La felicità che vedeva sul volto di quei ragazzi, la loro gioia nel celebrare tutti insieme quel momento importante della vita gli aveva fatto abbandonare ogni remora. Ed ora che le coppie stavano uscendo sul sagrato le ammirava di spalle dall’altare, un giovane alto ed atletico con al braccio una ragazza bionda e solare ed un altro più minuto e posato con una bella brunetta al fianco. Terence Granchester e Candice White Andrew con Archibald Cornwell e sua moglie Annie Brighton si avviavano lungo il cammino della vita, poteva solo augurargli il meglio e la giusta dose di felicità.

Sul sagrato gli sposi furono accolti dalla festante folla di amici e parenti che li sommersero di felicitazioni e di riso, con l’eccezione dei due fratelli Legan e della loro madre che schiumavano rabbia in disparte, furenti anche solo per il fatto di essere stati costretti a presenziare. Sulla strada, una carrozza trainata da due splendidi cavalli bianchi infiocchettati aspettava i ragazzi che presero posto sui divanetti in modo da trovarsi di fronte i due sposi e le due spose. Candy era al settimo cielo e non la smetteva di ridere e salutare intorno, Annie dal canto suo non lo era da meno ma secondo il suo carattere manteneva un profilo più tranquillo, scandalizzandosi (o fingendo di farlo) ogni volta che l’amica esagerava nelle sue azioni.

Terence ed Archie si godevano il momento con una gioia mista a commozione, dopo tanti anni e tante traversie alla fine erano riusciti a coronare i loro sogni d’amore. I due giovani si guardarono negli occhi e quasi rispondendo ad un ordine si strinsero forte le mani per poi lasciarsi andare ad un forte abbraccio. Decisamente il passato era ormai un pallidissimo ricordo e Terence poteva contare ora su Archie come su un grande amico. La vettura si mosse per condurre gli sposi presso la residenza cittadina degli Andrew dove si sarebbe svolto il ricevimento. Fra saloni e giardino Albert Andrew, lo zio William, aveva organizzato un rinfresco danzante degno di una corte regale e persino la zia Elroy si aggirava fra gli invitati sorridendo. Avvicinatasi alle coppie di sposi volle, e qui gli astanti non poterono fare a meno di meravigliarsi, abbracciare le due ragazze.

“Candy, Annie” disse l’augusta matrona “Se c’è una cosa nobile è ammettere i propri sbagli, ed io mi ero sbagliata su di voi giudicandovi solo per le vostre origini. Spero che mi potrete perdonare ed accettare le mie congratulazioni!”

Le due sposine non sapevano cosa rispondere, balbettarono un ringraziamento un po’ impacciato che però sembrò bastare alla zia Elroy; poi al braccio di Albert, che non riusciva a trattenere le risate, la matriarca si allontanò per raggiungere gli altri membri anziani della famiglia. Il ricevimento proseguì senza intoppi fino a sera quando Terence e Candy dovettero lasciare abbastanza velocemente la compagnia festante per recarsi alla stazione.

“Vorrei che vi tratteneste qui per la notte” gli disse Albert “Candy, lo sai che questa è anche casa tua”

“Lo so Albert, ma dobbiamo tornare di corsa a New York! La stagione teatrale incombe e Terence ha un programma serratissimo di prove prima del debutto”

“Sarà una prima notte un po’ strana, in un vagone letto… “ disse Terry ridacchiando e poi, salutati i rimanenti invitati, i due sposini salirono su un taxi e si dileguarono. Archie ed Annie invece rimasero, per loro non c’era una destinazione lontana visto che da quel momento in poi avrebbero abitato in un'ala di quello stesso palazzo. La camera nuziale era già stata preparata ed entrambi pensavano che tra non molto sarebbero stati soli nel loro nido per la prima volta, alle prese con quell’intimità a lungo sognata, a volte temuta ma quasi del tutto sconosciuta.

Notte da non dormire, da fare giorno, da stare in due
notte da innamorare che dolce nido le braccia sue
notte da far l'amore come se fosse la prima volta, il primo sì
è per voi, è per voi, per voi due


Rientrata nella sua stanza d’albergo per prima cosa si tolse gli occhiali e li posò sul tavolino del salotto, poi si lasciò cadere sul divano esausta sfilandosi anche le scarpe ed assaporando la sensazione di leggerezza che le dava l’essersi liberata di quei tacchi tanto eleganti quanto scomodi. Patricia O’Brien, per tutti Patty, non avrebbe rinunciato per nulla al mondo al matrimonio delle sue due amiche e soprattutto a quello di Candy che considerava anche qualcosa di più. Lei più di chiunque altro era stata capace di starle vicino nei giorni di dolore susseguenti alla morte del suo amato Stear, forse tutte le traversie affrontate durante la sua esistenza l’avevano resa più empatica nei confronti dell’angoscia che un simile lutto può portare. O forse era solo merito della sua professione… chissà? E adesso la sua amica era una donna sposata, finalmente legata al suo grande amore per il quale aveva saputo combattere e vincere! Si immaginò cosa stessero facendo in quel momento i neo sposi, là in quello scompartimento letto di prima classe del rapido notturno Chicago – New York. Poteva quasi vederli e sentirli…

“Certo Terry che siamo davvero scappati via come dei ladri, chissà che avranno pensato di noi?” stava dicendo Candy mentre si infilava la camicia da notte.

Terence, che si stava cambiando nell’angusta toilette dello scompartimento, rispose “Per me possono pensare quello che vogliono, sai bene che non amo quel mondo dorato dell’alta borghesia. Sarò anche nobile ma solo sulla carta, per il resto sono un ragazzaccio!”

Candy rise alle parole di Terry, le piaceva quando si dava arie da duro, per poi scoprire il suo lato tenero.
Poi pensò di stuzzicarlo un po’

“Avrei voluto essere lì per Annie, sai per la sua prima notte… Lei non è mica come noi che certe cose le abbiamo già provate, lei..."

“Vuoi dire che la tua amica è… vergine?” chiese Terence sbucando dal bagno con un aria di falso sdegno.

“E certo, che ti aspettavi da Annie? Archie potrà cogliere per primo quel fiore candido!” disse Candy imitando le movenze di un angelo con gli occhi sognanti al cielo. “Il problema è che credo sia vergine pure lui!”

Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata che li portò ad abbracciarsi, il calore del torace nudo di Terence attraversò senza fatica il leggero tessuto della sua camicia da notte e Candy si sentì avvampare. Le loro bocche si cercarono per un lungo bacio, poi le mani sapienti di lui le esplorarono il corpo facendo impennare il desiderio, un attimo e la camicia da notte volò via ed i due sposi furono sul letto inferiore. Il buio della notte avvolgeva il convoglio mentre il cadenzato sferragliare ritmava i loro movimenti ed i loro sospiri.


Notte da non dormire, da innamorare da far l'amore fatta per noi

Patty si accorse di avere le guance roventi a pensare a certe cose, eppure non provava eccessiva vergogna. Dopotutto certe cose le aveva sempre sognate anche lei e solo il destino avverso glie le aveva negate. Decise che prima di andare a letto si sarebbe concessa un bagno rilassante, andò in camera dove si spogliò, accese una candela che mise accanto alla vasca e prese dalla sua valigia un portafoto di pelle che posò sul mobile della stanza da bagno. Il ritratto incorniciato era quello di un giovane aviatore che sorrideva appoggiato all’elica del suo aeroplano, un’immagine allegra di Stear Cornwell appena arrivato al fronte quando anche lui era ancora vergine degli orrori che la guerra gli avrebbe presentato e che non avrebbe saputo sopportare. Le piaceva immaginare che il suo amato potesse in qualche modo vederla da quella foto per godere di quelle grazie che lei avrebbe voluto donargli, se solo ne avesse avuto il tempo. Forse era una cosa stupida però la faceva sentire meglio nei momenti di solitudine, ma quella sera volle fare qualcosa di più.

Notte da ringraziare, stupenda notte è qui per voi
notte da naufragare nel mare caldo degli occhi suoi
magica è questa notte, le stelle piovono su di noi
tutto sussurra e grida, sussurra amore e grida amore
e a tanto amore non si può dire di no


“Ehi Stear” disse Patty guardando la foto dalla vasca “Ma lo sai che stasera tuo fratello sta guardando per la prima volta il corpo nudo di Annie? Sì, proprio quello di sua moglie… ma te l’immagini? Secondo te saprà da dove si comincia? Ed Annie? Con quell’aria da santarellina, cosa dirà quando lui cercherà di… oh mamma, mi sto vergognando da sola!” E ridendo quanto arrossendo cacciò la testa sott’acqua, nel frattempo nel nuovo appartamento di Archie ed Annie a Palazzo Andrew…

Archie era disteso sul grande letto matrimoniale con indosso un raffinato pigiama di seta color crema mentre Annie era ancora in bagno, ormai da un po’ troppo tempo. Archie avrebbe voluto chiamarla ma non osava, nonostante si fosse ripromesso di dimostrarsi un uomo all’altezza della situazione ora era attanagliato dalla paura. Non che non desiderasse sua moglie sotto quel profilo, e la tensione dei pantaloni del pigiama stava a dimostrarlo, solo aveva paura di deluderla o di farle male in qualche maniera. Aveva perfino letto un libretto che un suo amico, uomo a suo dire navigato, gli aveva prestato ma dopo si era sentito forse più confuso di prima e adesso era lì incapace di fare la prima mossa.

Dal canto suo la sposina era nelle medesime condizioni, chiusa nel bagno dopo aver indossato una delicata camicia da notte di chiffon rosa non aveva il coraggio di raggiungere il marito. Vergine! Sì, dannazione… era vergine, pura, casta, illibata, immacolata e qualsiasi altro aggettivo simile potesse esistere sulla faccia della terra, ed ora di questo si vergognava! L’educazione impartitale le aveva sempre fatto vedere il sesso come qualcosa di lontano e proibito, qualcosa che la prima volta avrebbe fatto male e che comunque lei avrebbe dovuto subire. Eppure sapeva che invece era qualcosa di magnifico, Candy glie ne aveva parlato… dopotutto lei e Terence non avevano aspettato il matrimonio. Pensò a cosa avrebbe potuto dirle la sua amica in un momento come quello, di sicuro l’avrebbe spronata a prendere il toro per le corna ed a lasciare da parte le paure irrazionali. Sospirò la piccola Annie guardandosi allo specchio e poi si decise, aprì la porta del bagno e disse

“Archie, sto arrivando… spegni la luce per favore”

Archie deglutì a vuoto e spense il lampadario lasciando acceso solo un piccolo abat jour sul cassettone. Annie si avvicinò leggera al letto e silenziosamente scivolò sotto il lenzuolo, ad Archie salirono le pulsazioni ad una velocità elevatissima. Si voltò verso la moglie e l’abbracciò, Annie con un leggero sospiro cercò la bocca di lui e si lasciò andare ad un bacio dolce e sensuale. Il giovane prese coraggio e posò una mano sul seno di lei accarezzandolo ma Annie andò anche oltre, mettendo la sua su quel turgido rigonfiamento dei suoi pantaloni. Bastò quel tocco leggero, una carezza in più e la tensione troppo a lungo repressa esplose con violenti sussulti che invano la mano di Annie cercava di calmare, mentre rauchi gemiti salivano dalla gola del precoce ragazzo.

Archie guardò Annie con occhi pieni di vergogna mentre lei si asciugava la mano sul lenzuolo, poi incrociando le dita con quelle del marito disse

“Ehi, tutto bene?” ed esplose in una risata argentina come non le capitava da tanto. L’ilarità contagiò anche Archie ed in breve entrambi erano piegati in due dal troppo ridere.

“Ma saremo due imbranati?” disse Archie ritrovando il fiato.

“Davvero tesoro!” rispose lei “Adesso però è meglio che ti liberi di quel pasticcio!” e indicò il pigiama dove faceva bella mostra di sé una macchia inequivocabile.

Archie se lo sfilò gettandolo lontano e poi fece lo stesso con la camicia da notte della moglie, che lo lasciò fare con un’espressione maliziosa che non le apparteneva.

“Che ne dici, ci riproviamo?” e dolcemente l’attirò a sé.


Notte da non dormire, da fare giorno, da stare in due
notte da innamorare, che dolce nido le braccia sue
magica è questa notte, le stelle piovono su di noi
tutto sussurra e grida, sussurra amore e grida amore
e a tanto amore non si può dire di no


Terminato il suo bagno rilassante Patty si preparò per la notte: la solita camicia da notte di cotone color tortora, un po’ di crema idratante sul viso e meno male che era primavera inoltrata altrimenti avrebbe indossato berretta e calzerotti. A che serviva a lei farsi bella, se il suo letto rimaneva tristemente vuoto? Persino nonna Martha glielo diceva sempre: “Patty, sei ancora giovane e carina, perché non provi a rifarti una vita?”

E lei ci aveva provato, aveva frequentato qualche ragazzo laggiù in Florida ma nessuno era riuscito a riaccenderle nel cuore quella scintilla che un dannato aviatore tedesco aveva spento tanti anni prima. E adesso era lì, con una fotografia in mano a guardare la luna e ad invidiare la felicità delle sue amiche.

Notte da non dormire, nessuno dorme, son tutti in due
Notte da innamorare, che dolce nido le braccia sue
Notte da far l'amore, come se fosse la prima volta, il primo sì
E' per voi, è per voi! Non per me!


Tirò le tende e si coricò, chiudendo gli occhi mestamente su quella giornata di gioia. Nello stesso momento in un elegante appartamento del centro città un uomo dai capelli biondi si versava un ultimo brandy prima di chiudere anche lui quella giornata. Poteva essere soddisfatto di come aveva organizzato cerimonia e ricevimento, aveva ricevuto i complimenti da tanti amici e parenti e perfino la zia Elroy gli aveva manifestato il suo apprezzamento. Aveva saputo rendere speciale il giorno più bello delle persone a cui voleva più bene al mondo… soprattutto ad una. Guardò una fotografia di Candy posata sulla scrivania, l’aveva scattata un giorno che erano andati a fare una gita in campagna… quando lui era ancora uno smemorato e vivevano assieme nella Casa della Magnolia. Che bel periodo era stato quello, lui non aveva nulla da rendere al mondo e Candy era la sua compagna di vita. Certo, c’era anche allora Terence ma era dopotutto un’ombra lontana, un’ombra che ad un certo punto era anche sparita, inghiottita dalla notte. Ecco, era stato quello il periodo in cui aveva provato intensa la voglia di farsi avanti, di prendersi quel che poteva essere suo ma… ma le lacrime di quegli occhi verdi gli avevano fatto capire che in quel cuore non c’era posto per lui.

Lui, William Albert Andrew, oh sì… ora lo sapeva, sapeva chi era e soprattutto sapeva cosa aveva sempre fatto per quella ragazza. Come avrebbe potuto distruggere quell’immagine che lei portava nel cuore? E allora si era fatto da parte, anzi, come un devoto amico si era adoperato per consolare lei e far ragionare lui fino ad oggi, al giorno in cui i due innamorati si erano uniti per sempre mettendo la pietra tombale sul suo ingenuo sogno d’amore. Eppure non ne soffriva, perché se c’era qualcosa che aveva imparato da Candy era che si può sempre trovare un motivo per andare avanti, e lui lo avrebbe cercato e trovato. Ma non stasera, stasera voleva salutare per sempre il suo sogno e la sua gioventù.

Notte da malincuore, da rinunciare, da dire addio
Notte da malincuore, un malincuore ch'è solo mio
perfida è questa notte, le stelle piovono su di noi
tutto sussurra e grida, sussurra amore e grida amore
e a tanto amore io debbo dire di no!


Albert alzò il bicchiere verso la luna dicendo “Siate felici ragazzi!”, lo vuotò in un sorso e poi spegnendo la luce si ritirò in camera da letto.




 
 



 
  
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