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Autore: Placebogirl_Black Stones    14/02/2024    1 recensioni
Restò in silenzio per tutto il tempo del racconto, fissandolo con occhi rapiti e sognanti, proprio come le succedeva quando da bambina suo padre le raccontava le fiabe della buonanotte. La voce profonda e calma di Shuichi le sembrava perfetta per quel racconto così carico di sentimento. Per un attimo il suo odio si era trasformato in desiderio di vivere un amore come quello dei due protagonisti, ma poi la realtà bussò alla sua porta e le si riversò in faccia come un fiume in piena: davanti a lei c’era proprio l’uomo con cui avrebbe voluto trascorrere il resto della sua vita, ma che cinque anni prima l’aveva piantata in asso, sacrificandola per un obiettivo comune e innamorandosi di un’altra.
Ecco perché detestava San Valentino.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jodie Starling, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LEGGENDA DEL MARIMO
 
 
Cuori, cioccolatini, orsacchiotti, fiori: tutto intorno a lei sembrava essersi trasformato da un giorno all’altro in un grande show romantico e sdolcinato, a tratti quasi nauseante. I negozi si erano abbelliti con decorazioni e nelle vetrine tutto era un invito ad acquistare un regalo per la persona amata.
L’indomani sarebbe stato il giorno di San Valentino, uno di quegli eventi che negli anni aveva finito per detestare, come del resto accadeva a tutte le persone sole come lei. Non aveva nessuno che l’aspettasse a casa con un mazzo di rose rosse e un regalo, nessuno che le dicesse parole d’amore, nessuno con cui condividere la quotidianità. Vedere quelle coppiette felici mano nella mano smuoveva dentro di lei un senso di invidia e si detestava per questo.
Cercò di ignorare quel clima così poetico e continuò a camminare dritto davanti a sé, ma l’occhio le cadeva inevitabilmente sulle vetrine dei negozi. Fra tutto quel rosso e quel rosa, un particolare ricorrente e singolare attirò la sua attenzione: delle piccole sfere di un verde intenso e brillante chiuse all’interno di barattoli pieni di acqua con della piccola ghiaia sul fondo. Non avevano nulla di romantico rispetto a tutto il resto, eppure ce n’erano a bizzeffe.
Incuriosita, si avvicinò ad una delle vetrine e osservò meglio da vicino quelle strane pallette. Notò subito che sembravano di consistenza morbida, come erba fresca bagnata e appallottolata, e avevano delle bollicine sulla superficie.
Piegò la testa prima da un lato e poi dall’altro, studiandole da ogni angolazione possibile come una bambina curiosa che scopre qualcosa di nuovo per la prima volta.
 
- Che cosa guardi così intensamente?- una voce alla sua destra la fece sussultare.
- Shu!- esclamò, non appena riconobbe l’uomo che l’aveva affiancata - Non ti ho sentito arrivare. Vacci piano o mi verrà un infarto!- lo rimproverò.
 
Shuichi era mascherato da Subaru, come sempre, per non farsi riconoscere da eventuali occhi indiscreti. Per il mondo non esisteva più e pertanto non poteva camminare alla luce del sole con il suo reale volto.
Aveva le sporte di un minimarket in mano, segno che era uscito per fare un po’ di spesa.
 
- Allora? Cosa stavi osservando?- chiese nuovamente, fissando anche lui la vetrina alla ricerca dell’elemento che aveva attirato la sua attenzione.
- Quelle strane palline erbose verdi- ne indicò una chiusa in un barattolo a forma di cuore - Non capisco proprio cosa c’entrino con San Valentino. Voglio dire, non hanno proprio un aspetto tenero come i peluches-
- Sono dei marimo- rispose.
- Marimo?-
- Sono delle alghe di forma sferica- spiegò.
- Oh…ok…ma continuo a non capire come possano essere considerate un regalo di San Valentino. Quale donna vorrebbe ricevere un’alga in barattolo invece di un mazzo di rose?-
- È per via della leggenda-
- Quale leggenda?-
- Si dice che secoli fa nell’isola di Hokkaidō vivesse una bellissima e giovane donna di nome Senato, che era figlia del capo villaggio della tribù Ainu. Un giorno Senato incontrò Manibe, un giovane cacciatore di cervi: il loro fu subito amore a prima vista, ma per via dei loro differenti ceti sociali non potevano amarsi liberamente alla luce del sole e per un po’ si incontrarono di nascosto. Un giorno decisero di affrontare il padre di Senato confessandogli il loro amore; tuttavia, l’uomo non acconsentì al matrimonio e ordinò a Manibe di allontanarsi per sempre da sua figlia. I due giovani decisero quindi di fuggire e trascorsero il resto della loro vita sulle rive del lago Akan, ai piedi del monte Meakan. Tempo dopo, nel lago iniziarono a comparire delle alghe verdi a forma di sfera e i membri della tribù Ainu iniziarono a sostenere che quelli fossero gli spiriti di Manibe e Senato, trasformatisi in marimo per poter vivere il loro amore in eterno- concluse.
 
Restò in silenzio per tutto il tempo del racconto, fissandolo con occhi rapiti e sognanti, proprio come le succedeva quando da bambina suo padre le raccontava le fiabe della buonanotte. La voce profonda e calma di Shuichi le sembrava perfetta per quel racconto così carico di sentimento. Per un attimo il suo odio si era trasformato in desiderio di vivere un amore come quello dei due protagonisti, ma poi la realtà bussò alla sua porta e le si riversò in faccia come un fiume in piena: davanti a lei c’era proprio l’uomo con cui avrebbe voluto trascorrere il resto della sua vita, ma che cinque anni prima l’aveva piantata in asso, sacrificandola per un obiettivo comune e innamorandosi di un’altra.
Ecco perché detestava San Valentino.
 
- È una storia molto bella, ma resta pur sempre una favola. Un po’ come Babbo Natale e la Fatina dei Denti- replicò, senza riuscire a guardarlo negli occhi e tenendo lo sguardo fisso sul barattolo con il marimo.
- Credevo ti piacessero le favole- rispose lui.
- Quando avevo otto anni una criminale ha dato fuoco alla mia casa con i miei genitori dentro. Ho smesso di credere alle favole da allora-
 
Si pentì subito aver pronunciato quelle parole, uscite come pugnali dalla sua bocca. Non voleva risultare acida, non con lui e non dopo che si era dimostrato stranamente carino nel fermarsi a parlare con lei e raccontarle quella leggenda.
 
- Perdonami, non ce l’ho con te, Shu- si scusò.
- E con chi?-
- Non lo so nemmeno io- sospirò - Sono solo di cattivo umore-
 
Non poteva certo dirgli quello che pensava realmente, perciò scelse di mentire.
 
- Giornata no al lavoro?-
- No, il lavoro non c’entra-
- È successo qualcosa?-
- Nulla di importante che non si cancelli con una dormita- si sforzò di sorridergli - Domani sarà già passato-
 
Un’altra bugia.
Sapeva bene che domani si sarebbe sentita anche peggio.
 
- Adesso devo andare Shu, ci sentiamo-
 
Senza aggiungere altro si congedò da lui e camminò in fretta fino alla macchina, senza più voltarsi a guardare nessuna vetrina.
 
 
***********
 
 
Come previsto, il giorno seguente fu un tormento fin da quando uscì di casa per raggiungere James e Camel alla nuova base dell’FBI. Si augurò con tutto il cuore che quella giornata trascorresse veloce come il vento e si buttò a capofitto nel lavoro per non pensare.
Finalmente giunse la sera e si affrettò a tornare al suo appartamento, dove aveva tutta l’intenzione di rinchiudersi fino al mattino seguente insieme alla vaschetta di gelato che aveva comprato per consolarsi.
Girò la chiave nella toppa ed entrò, richiudendosi la porta alle spalle e dirigendosi verso l’open space con il divano: fu allora che si accorse di una scatola di media dimensione posata sul tavolino da tè. La sua prima reazione fu quella di allarmarsi, poiché uno sconosciuto era entrato in casa sua.
Corse in tutte le stanze a controllare ma non trovò nessuno e tutto quanto era perfettamente in ordine: nessun segno di infrazione, nessun furto. Se fosse stata opera degli uomini in nero di certo avrebbero messo a soqquadro tutto per cercare qualcosa di loro interesse; invece l’unica cosa strana era proprio quella scatola.
Si avvicinò al tavolino e la guardò meglio: l’aspetto era carino e sopra vi era stato applicato un fiocco sobrio e delicato. Quale criminale avrebbe avuto la premura di decorare un pacco bomba? Ripensò a Vermouth e a come aveva ingannato un’ingenua bambina dopo averle ammazzato il padre e trovò subito risposta alla sua domanda. Inoltre, nessuno oltre a lei aveva le chiavi, perciò chiunque si fosse introdotto nel suo appartamento lo aveva fatto con metodi poco ortodossi.
Si chiese se fosse il caso di chiamare James e segnalargli la cosa, ma non voleva disturbarlo nel caso in cui si fosse rivelata una cosa da niente.
Alla fine si fece coraggio e decise di provare ad aprire la scatola. Lentamente e in punta di dita sollevò il lembo superiore e le linguette laterali, sporgendo la testa per guardare. La prima cosa che vide fu un tappo in sughero, che sembrava sigillare un barattolo.
Sempre più stranita, sollevò il contenitore e…si ritrovò di fronte a uno dei vasetti che aveva visto il giorno prima, pieno d’acqua e con dentro della ghiaia bianca. Sul fondo si muovevano lentamente due marimo, quasi come volessero danzare insieme.
In un istante tutto le fu chiaro, c’era una sola persona che poteva averle recapitato quel regalo: Shuichi.
Sentì le lacrime pizzicarle gli occhi e una gioia incontenibile le scaldò il cuore. L’uomo che amava le aveva fatto un regalo il giorno di San Valentino. Non sapeva se questo fosse un caso o qualcosa di voluto e programmato, non voleva farsi troppe illusioni per poi ritrovarsi nuovamente con il morale a terra, così si godette semplicemente il momento.
Dentro la scatola trovò anche un foglietto con le istruzioni su come prendersi cura di quelle piccole alghe e un bigliettino con scritto “Il Marimo è simbolo di amore e di sentimenti che durano nel tempo. Può vivere anche fino a duecento anni e per questo motivo è usanza tramandarlo di generazione in generazione, regalandolo a coloro che iniziano una vita insieme”.
Probabilmente si trattava di un biglietto standard che inserivano in tutte le confezioni, ma il fatto che Shuichi le avesse donato quella pianta nella piena consapevolezza del suo significato rendeva il tutto così intenso da farle battere il cuore a mille. La bramosia di sapere, tipica delle donne, la spinse a chiamarlo.
 
- Pronto?-
- La prossima volta che decidi di intrufolarti in casa mia senza avvisarmi almeno lascia un biglietto, mi è venuto un colpo quando ho visto la scatola-
 
Shuichi non disse nulla, ma emise quel suono tipico che faceva ogni volta che gli scappava un sorrisetto di compiacimento.
 
- Ad ogni modo grazie per il regalo, è molto carino. Però devo chiedertelo, Shu: perché lo hai fatto?-
 
Ora che aveva pronunciato quella domanda ad alta voce non poteva più tornare indietro e l’ansia di non ricevere la risposta che voleva sentire iniziò a crescere dentro di lei.
 
- Credevo lo volessi- rispose.
- Cosa te lo ha fatto pensare?-
- Beh, mentre ti raccontavo della leggenda l’ho vista- continuò a restare sul vago.
- Di che parli?-
- Di quella luce che ti si accende negli occhi ogni volta che qualcosa ti tocca particolarmente. Ho pensato ti facesse piacere averne un ricordo, ti sono sempre piaciute le favole-
- Già-
- Sei ancora di cattivo umore?-
- No, non più. Il tuo regalo mi ha fatto davvero piacere- ammise.
- Sono contento-
- Anche il biglietto che c’era dentro la scatola è molto bello-
 
Provò a lanciare quell’esca nel tentativo di farlo esporre. Stava giocando a fare il misterioso e difficilmente avrebbe confessato quella parte più profonda che stava dietro al gesto che aveva fatto. Cosa può spingerti a regalare una pianta che simboleggia l’amore eterno alla tua ex nel giorno di San Valentino? C’erano solo due motivazioni plausibili: o Shuichi era un sadico e voleva vederla soffrire oppure stava cercando di dirle qualcosa in modo velato. Conoscendolo, di certo non poteva essere la prima.
Anche dopo la loro rottura, Shuichi si era sempre comportato in modo molto accorto nei suoi riguardi: non le aveva fatto promesse, non le aveva mai dato dimostrazioni che potessero indurla ad illudersi che sarebbero tornati insieme. Quella era la prima volta dopo tanto tempo che si esponeva in modo così diretto, qualcosa doveva pur significare.
 
- Mi spiace ma quello non l’ho scritto io, lo includevano nella confezione-
- Certo, capisco- rispose, delusa da quella dichiarazione apparentemente così fredda - In effetti non è nel tuo stile-
- Il fatto che non sia stato io a scriverlo non significa che non condivida quello che dice-
 
Eccola, la confessione che tanto desiderava. Era arrivata come un fulmine a ciel sereno, perché Shuichi era fatto così. Con quel marimo non le aveva regalato solo una pianta nel giorno dedicato agli innamorati, ma le aveva dato molto di più: una promessa silenziosa di un futuro insieme.
Senza aggiungere altro lo ringrazio ancora e terminò quella conversazione; tra loro non c’era mai stato bisogno di troppe parole. Cercò un posto sicuro, confortevole e sufficientemente illuminato per i suoi nuovi amici erbosi e restò a guardarli ripensando alla leggenda di Senato e Manibe e anche alla situazione tra lei e Shuichi.
Chissà, forse avrebbe iniziato a detestare un po’ di meno San Valentino.
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Non sono amante di questa festa commerciale ma volevo comunque lasciare un pensierino ai fan di questa coppia.
Vi lascio il link se volete leggervi la leggenda del marimo e se volete qualche curiosità in più su questa simpatica alga (a me ne è stato regalato uno per il compleanno e ve lo consiglio se volete una pianta che non richieda troppe cure e che possa essere adatta anche a chi non ha il pollice verde tipo la sottoscritta XD): https://kaki.life/la-leggenda-del-marimo/
Spero vi piaccia!
   
 
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