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Autore: Green Star 90    16/02/2024    1 recensioni
[...] «quando dico che aveva la città ai suoi piedi non lo faccio per esagerare: qualche volta mi offriva del whisky e stavamo a parlare del più e del meno fino all’alba. Non era un gran bevitore, ma quando alzava il gomito diventava l’attrazione del locale, avresti dovuto vederlo ballare con Mimzy con le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti e il sorriso di chi sa godersi la vita… E le donne… le donne soccombevano al suo fascino, nubili o sposate che fossero non aveva importanza, le prendeva e le lasciava quando e come gli piaceva per noia, erano giocattoli coi quali si stancava subito ma le belle maniere e il carisma erano tali da far loro dimenticare di avere la fede al dito, quando capitava di beccarlo sapevi che saresti stato la comparsa del suo spettacolo e che non ti sarebbe dispiaciuto».
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alastor, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capolinea per Claiborne Avenue
 



 
You don’t believe in one divine
But can you tell me you believe in mine?
‘Cause you’ve been my God, my God
And when you’re gone, I’m Godless, I’m Godless
You don’t believe in love
But can you say that you’ve been thinking of us?
‘Cause you’ve been my God, my God
And when you’re gone, I’m Godless, I’m Godless

 
Banks, Godless
 


Il quartiere commerciale di Tremé assumeva un che di inquietante quando il viavai di mercanti e acquirenti non girava per le strade con tanto di vociare a seguito. Oppure a dare questa impressione era solo la presenza del terzo incomodo stipato nel bagagliaio dell’automobile del procuratore distrettuale. A mo’ di sfregio per i trascorsi da gaudente, il suo funerale non doveva essere celebrato in pompa magna e nemmeno una lacrima meritava di essere versata per lui: quelle della madre morta di crepacuore erano state sufficienti, così come sufficiente doveva essere la benedizione del prete, senza messa né altre corbellerie che sarebbero state più consone ai morti dalla moralità meno deviata. E tante grazie per la bella facciata.


Il mozzicone della sigaretta si accese per un attimo prima che una piccola voluta di fumo fuoriuscisse dal finestrino. Il poliziotto si allacciò meglio la cintura del pastrano e ficcò in tasca l’accendino con un sospiro; sul sedile del passeggero il sacerdote stringeva la sua Bibbia, un tentativo un po’ fiacco di simulare la propria malavoglia di trovarsi in automobile in compagnia di una persona che considerava – quasi – amica. Ma il dovere era dovere, e un povero servo di Dio non aveva il lusso di negare la benedizione per l’ultimo saluto, nemmeno a uno come lui.


«Non avrei mai immaginato di pensarlo, ma sono sollevato che Mimzy non sia più tra noi» il commento del poliziotto venne esternato dal nulla con un filo di voce, ma fu abbastanza per far sussultare il suo accompagnatore «se lo avesse saputo le si sarebbe spezzato il cuore»
«Vedere spezzarsi quello di sua madre è stato abbastanza per quel che mi riguarda» controbatté il prete dando un’occhiata un po’ alla strada deserta e un po’ alle sue spalle, dove il cadavere riposava ormai innocuo – ma foriero di ricordi e sentimenti altalenanti.


«Una fine indegna che però si è meritata tutta» altra boccata di nicotina «ancora non me ne capacito… Questo bastardo aveva la città ai suoi piedi e ha deciso di rovinarsi per un hobby del cazzo»
«Ho ancora un paio di suoi vini in cantina» il prete si voltò ancora verso il bagagliaio «ogni volta che gli regalavano una bottiglia veniva in chiesa, infilava qualche dollaro nella cesta delle offerte e insisteva affinché la prendessi. Dovevo intuire dall’insolenza dei suoi abbracci che dietro quella cortesia si celava un’anima deviata»
«La verità è che ci ha fregati tutti» il poliziotto tirò fuori un’altra sigaretta, l’ultima del pacchetto, e frugò in tasca alla ricerca dell’accendino. La fiammella gli illuminò per un attimo il mento ispido di barba mal rasata «quando dico che aveva la città ai suoi piedi non lo faccio per esagerare: qualche volta mi offriva del whisky e stavamo a parlare del più e del meno fino all’alba. Non era un gran bevitore, ma quando alzava il gomito diventava l’attrazione del locale, avresti dovuto vederlo ballare con Mimzy con le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti e il sorriso di chi sa godersi la vita… E le donne… le donne soccombevano al suo fascino, nubili o sposate che fossero non aveva importanza, le prendeva e le lasciava quando e come gli piaceva per noia, erano giocattoli coi quali si stancava subito ma le belle maniere e il carisma erano tali da far loro dimenticare di avere la fede al dito, quando capitava di beccarlo sapevi che saresti stato la comparsa del suo spettacolo e che non ti sarebbe dispiaciuto».


Lo aveva detto con una tale enfasi che sembrava scorgersi in lui un velo di dispiacere per l’epilogo della storia. Tuttavia il prete si astenne dall’esternare quell’impressione e attese che la nostalgia per i tempi andati volasse via dal finestrino assieme al fumo di sigaretta. Dietro di loro l’oggetto dei loro discorsi continuava a riposare rannicchiato nel suo sacco per cadaveri, i punti di sutura post mortem dall’addome allo sterno, lascito del medico legale, nascosti da una bizzarra camicia rossa procurata dalla madre del defunto prima che anche lei dipartisse da questo mondo e un foro di proiettile al centro della fronte. Una splendida e tremenda creatura fatta preda dei suoi stessi istinti e non più capace di sorridere, ballare e ammaliare, morta ammazzata come l’animale che era quale contrappasso della sua arroganza.


«Sono quasi le sei» disse il prete sopprimendo uno sbadiglio «vogliamo andare?».
Il procuratore annuì senza aggiungere una parola. A pochi isolati di distanza, accanto all’arteria principale di Claiborne, vi era il cimitero di Saint Louis numero due dove ad attenderli vi erano i becchini e un loculo aperto in mezzo alle tombe dei jazzisti, la sistemazione migliore per uno che aveva avuto la musica come unico vero amore della sua vita.
«E adesso?» domandò il poliziotto rimettendo in moto la macchina, probabilmente più a sé stesso che al suo accompagnatore «Con chi berrò il whisky da domani in poi?»
«Mi auguro non con un serial killer» rispose il prete «allo stesso modo io mi abituerò a non bere più quel suo ottimo vino che non apprezzava».


La stella del mattino li sorprese mentre l’automobile attraversava l’ingresso del cimitero, impertinente quasi quanto il terzo incomodo nel bagagliaio. Quando i due uomini scesero dalla vettura e sollevarono lo sguardo verso il cielo dell’est non poterono non pensare a un aldilà dove le fecce come il tizio invadente e chiacchierone che li aveva imbrogliati sulla sua natura per tutto il tempo si riversavano a vicenda i propri vizi e depravazioni.
«In ogni caso, che riposi in pace, ammesso che gli piaccia riposare» chiosò il poliziotto ignorando lo sguardo insistente di Venere che sembrava compiacersi dello spettacolo in notturna.
E che il diavolo se lo fotta, pensò infine, mentre la prima oncia di terra nascondeva ai viventi il corpo del disgraziato.
 

***


E finalmente riesco ad aggiungere questa shot dopo averla condivisa su Ao3. Mi auguro di tornare presto con altre storie a tema e soprattutto di farlo con un bel rating rosso. Grazie a chiunque abbia letto per intero e alla prossima!
   
 
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