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Autore: Hita    19/02/2024    0 recensioni
Non mi aspettavo di certo che il mio scherzo diventasse realtà
L'inaspettato colpisce a tradimento. Ovviamente, altrimenti non sarebbe … inaspettato.
Edit: non fatevi spaventare dalla lunghezza del primo capitolo, gli altri sono più corti!
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALBA
Un sottile raggio di luce mi colpisce gli occhi, svegliandomi. Sono acciaccato per aver dormito male, ma nel complesso sono riposato. Poi ricordo il mio cellulare fracassato e sbuffo, grugnendo forte mentre mi passo una mano sul viso. Mi dirigo per prima cosa, però, verso il bagno: a certe necessità non puoi dire “aspetta 5 minuti”. La porta socchiusa manda un forte profumo di prato primaverile e vedo in giro per la stanza chiazze di muschio che ieri non c'erano. Resto fermo imbambolato a fissare il muschio per un bel po' di tempo, finché la necessità non mi spinge a prendere una decisione: stando ben attento a non toccare nessuna chiazza, sbrigo le mie faccende ed esco.
Una volta rivestito, recupero il poco che è rimasto del mio telefono e osservo il mio sacco a pelo: pieno di muschio. E intendo PIENO. Nel corso della notte, si è gonfiato così tanto da ricordarmi un cannolo strabordante di crema. Devo lasciarlo qui ed il paragone mi ha fatto venire fame. Faccio un rapido giro della casa, entrando in tutte le stanze e trovo facilmente quelle in cui è passata la creatura: muschio ovunque, eccetto uno sgabuzzino, le scale e la cucina. Tutti i posti che potevano essere usati come 'rifugio' per dormire, sono stati riempiti di muschio, la casa è più verde che altro, in questo momento.
Uscendo, passo davanti al roveto e qualcosa colpisce la mia attenzione. Decido di farmi una pausa sigaretta mentre osservo i dintorni e mi schiarisco le idee; finendo di girarmi, vedo che la mia macchina è attorniata da un cerchio muschioso spesso un braccio. Mentalmente, tiro giù dal Paradiso tutti i Santi che riesco a ricordare. Finisco la sigaretta, mi preparo le chiavi comode in una tasca e prendo la rincorsa per saltare verso il cofano: ce la faccio, più o meno. Atterro di faccia, ma sono riuscito a non toccare il muschio. Sto diventando paranoico verso un po' di verdura. L'interno dell'automobile sembra a posto, quindi faccio un paio di acrobazie per aprire la portiera ed entrare al posto di guida. Metto in moto e chiudo la portiera mentre parto e vado via; non nego di sentirmi decisamente stupido a comportarmi così, ma la cosa che si è aggirata per casa stanotte esula da qualunque esperienza io abbia mai fatto in vita mia.
Guido fino a casa dei genitori di Roberta e suono più volte prima che la signora si decida a rispondere. Spiego perché sono qui invece di aver chiamato e mi fanno entrare; dopo aver spiegato loro cosa è successo nella notte, si guardano e mi sollevano dall'incarico.
Mi. Sollevano. Dall'incarico.
Li guardo come si guarda un bambino che si è appena sporcato la faccia con la sua stessa cacca e chiedo spiegazioni che mi vengono bruscamente negate. Anzi rincarano la dose dicendo che se mi vedranno di nuovo nella proprietà di famiglia, mi denunceranno e mi intimano di riconsegnare le chiavi che mi avevano dato. Non faccio storie e riconsegno quanto richiesto. Non che ne abbia bisogno, con una porta sfondata: ho già deciso che sarei tornato stanotte per cercare di finire l'indagine. La curiosità uccise il gatto, dicono i vecchi detti popolari. Non specificano mai se il gatto è nero o no. Chiedo una loro dichiarazione sui motivi della chiusura dell'indagine, in modo da poterli trascrivere nelle mie pratiche e chiudere il fascicolo in maniera ufficiale. Storcono il naso e sembrano proprio sforzarsi di mettere insieme una motivazione che non sia una minaccia esplicita. Li ringrazio e torno a casa mia, per riposare un altro po', sentire una manciata di persone e mangiare come si deve: la notte sarà lunga ed io voglio essere fresco e riposato.

  
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