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Autore: micchan91    22/02/2024    1 recensioni
Shindou osservava tutti i suoi compagni di classe affaccendarsi per finire i vari bigliettini per la festa della mamma. C'era chi riempiva il suo bigliettino con la porporina, chi lo colorava, chi ci attaccava adesivi a forma di cuoricino e tutti lo facevano con il sorriso sulle labbra. Lentamente abbassò lo sguardo sul suo e passò il dito sul cuore fatto con i brillantini, poi chiuse gli occhi e ripetè il gesto, storcendo il naso quando si accorse che ad occhi chiusi non sembrava per niente un cuore. Sospirò e tornò a fissare il bigliettino con aria critica, forse avrebbe dovuto creare il cuore con un altro materiale...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shindou osservava tutti i suoi compagni di classe affaccendarsi per finire i vari bigliettini per la festa della mamma. C'era chi riempiva il suo bigliettino con la porporina, chi lo colorava, chi ci attaccava adesivi a forma di cuoricino e tutti lo facevano con il sorriso sulle labbra. Lentamente abbassò lo sguardo sul suo e passò il dito sul cuore fatto con i brillantini, poi chiuse gli occhi e ripetè il gesto, storcendo il naso quando si accorse che ad occhi chiusi non sembrava per niente un cuore. Sospirò e tornò a fissare il bigliettino con aria critica, forse avrebbe dovuto creare il cuore con un altro materiale...
< E' proprio bello il tuo bigliettino > la voce della maestra lo riportò alla realtà e sorrise alla donna, tenendo per se i suoi pensieri tristi.
< Grazie > disse solo gentilmente, rifiutando altrettando gentilmente di aggiungere qualcos'altro con i colori.
< Tanto la mia mamma non vede > disse alla fine, la maestra era nuova e non poteva saperlo. Mantenne comunque il sorriso davanti a quello sguardo che tanto odiava, quello di chi prova compassione, compassione per il figlio di una donna che non lo avrebbe mai potuto vedere. 
Appena la maestra si fu allontanata chiuse il biglietto e lo ripose accuratamente nella sua cartellina. La festa della mamma sarebbe stata la settimana prossima, fino ad allora i bigliettini sarebbero rimasti al sicuro in classe, ben riposti nelle cartelline con il nome. Attese il suono della campanella seduto composto, poi si alzò, si buttò la cartella sulle spalle e si avviò nel corridoio insieme a tutti gli altri compagni. Li osservava correre da una parte all'altra per sbrigarsi ad andare alle varie lezioni del doposcuola, lui faceva parte del club del libro, amava rifugiarsi nei libri per sfuggire alla realtà della sua vita. Amava sua madre, ma per un bambino di dieci anni era difficile sopportare il peso di una madre non vedente e soprattutto di tutti gli sguardi che maestre, compagni e amici gli lanciavano.
Lasciò che il corridoio si svuotasse quasi del tutto, camminando lentamente come al suo solito per raggiungere in tutta calma la sua aula. Forse quel giorno aveva camminato troppo lentamente perchè quando svoltò l'angolo si trovò davanti la bidella che puliva il corridoio, lavando il pavimento. Decise di non disturbare e cambiò semplicemente strada, avrebbe allungato, ma tanto iniziavano sempre tardi nel suo club. Passò davanti a diverse porte aperte dove le lezioni erano già iniziate e osservò gli altri bambini disegnare o suonare diversi strumenti. Mentre stava passando davanti all'ultima aula però si bloccò, quasi folgorato dal suono meraviglioso che usciva da lì. Si affrettò a guardare dentro e rimase ad osservare incantato un bambino della sua stessa età suonare un enorme pianoforte nero. I suoi piedi non toccavano terra e dondolava le gambe a ritmo con la musica dolce che suonava, tenendo gli occhi chiusi. Shindou si ritrovò a chiudere gli occhi a sua volta mentre quell'insieme di note scatenavano in lui una serie di emozioni diverse, una più bella dell'altra. Attese che la musica terminasse prima di riaprire gli occhi, ma quando lo fece si accorse che il bambino dai corti capelli rosa li aveva aperti a sua volta e lo stava fissando con aria interrogativa. Subito si irrigidì e corse via, sentendosi in imbarazzo nell'essere stato beccato ad ascoltare. Arrivato al suo club si sedette e prese il suo libro, accomodandosi su una delle sedie e immergendosi nella lettura. Si accorse però di avere la mente occupata, quella melodia continuava a risuonare nella sua testa incessantemente e il cuore non la smetteva di battere forte, sembrava quasi che il pianoforte lo stesse chiamando, che volesse farlo tornare per ascoltare per ore quelle infinite melodie che poteva creare. Passò così le ore successive, a rivivere quell'emozione nella sua testa ed anche quando tornò a casa la sua ossessione non sembrava diminuire, ma anzi aumentava di minuto in minuto. Il giorno seguente a fine lezioni decise di prendere la strada più lunga nonostante stavolta nessuno stesse lavando il corridoio e si fermò accanto alla porta dell'aula di musica con il cuore che gli rimbombava nelle orecchie, come se stesse facendo una cosa proibita nell'ascoltare lo stesso bambino del giorno prima suonare. Stavolta si perse così tanto in quelle melodie che non si accorse di aver passato più di mezz'ora lì in corridoio, dovendo poi correre a perdifiato verso la sua aula per evitare di fare troppo tardi.
E così divenne una routine, ogni giorno, a fine lezioni, Shindou passava almeno cinque minuti buoni ad ascoltare una o due melodie, ma senza mai trovare il coraggio di entrare e parlare con quel bambino che tanto ammirava. 
Il giorno della festa della mamma la sua visita all'aula di musica fu costretto a saltarla, quel giorno i bambini potevano saltare il doposcuola per stare con le madri e Shindou voleva stare più tempo possibile con sua madre, che ultimamente entrava e usciva dall'ospedale per via degli occhi. Lo venne a prendere il padre quel giorno e Shindou gli saltò letteralmente addosso appena lo vide, era raro che il padre lo andasse a prendere, di solito mandava qualche uomo al suo servizio. Scoppiando di felicità per quell'inaspettata sorpresa trotterellò dalla madre una volta a casa, gettandosi anche tra le sue braccia ed augurandole una buona festa della mamma. Lei lo strinse delicatamente a se, sorridendogli dolcemente, e gli baciò la fronte come faceva sempre. Anche quando Shindou le consegnò il bigliettino gli sorrise, passando lentamente il dito sui brillantini.
< Un bel cuore, grazie > ridacchiò allegra e Shindou si sentì morire di felicità visto che la madre aveva capito che quello era un cuore, ma non si sentiva soddisfatto, non si sentiva mai soddisfatto. Lui voleva trovare un modo per trasmetterle tutto l'amore che provava per lei, ma con cuori fatti di brillantini sapeva di non riuscirci molto bene, anche perchè le faceva solo cuori, non era così bravo a disegnare per poter fare disegni con i brillantini che fossero più di una stellina sbilenca o di un cuore. Sospirò piano e si godette le coccole della madre, ma quando si mise a letto quella sera non riusciva a togliersi di dosso quel senso di insoddisfazione. Come poteva far provare alla madre un'emozione forte tanto quanto il suo amore per lei? All'improvviso ebbe una rivelazione...il pianoforte! Tutte quelle emozioni che aveva provato in quella settimana potevano essere paragonate a quell'amore! Scattò a sedere stringendo forte le coperte con le mani e sorrise, il giorno seguente avrebbe chiesto a quel bambino di insegnargli almeno una di quelle melodie e l'avrebbe suonata alla madre! Con uno dei sorrisi più soddisfatti della sua vita si mise a dormire e la mattina seguente si alzò ancora prima della sveglia e passò le varie ore di lezione picchiettando il piede a terra nell'impazienza più totale. Per la prima volta nella sua vita iniziò a preparare la cartella prima ancora della campanella e appena ne sentì il suono scattò in piedi, correndo fuori dall'aula per non incontrare troppi bambini a rallentargli il passo. Percorse velocemente i corridoi e si affacciò alla porta, per sua fortuna il bambino non aveva ancora iniziato e il suo maestro non c'era. Di fatti il piccolo se ne stava seduto sullo sgabello ad osservare con interesse uno dei tanti spartiti aperti sulle sue gambe. Il castano prese un bel respiro, poi bussò lievemente portando l'attenzione del rosa su di lui. Due occhi azzurro cielo, grandi e belli come se li ricordava dopo averli incontrati in quel fugace momento quando era stato scoperto, lo fissarono. 
< Ciao > gli disse timidamente, restando sulla porta e quello gli rivolse un sorriso.
< Tu sei il bambino che si mette sempre ad ascoltarmi > disse facendolo avvampare, pensava di non essere più stato scoperto e subito iniziò a borbottare scuse. 
< Non fa niente, mi fa piacere  > lo bloccò il rosa con dolcezza, scendendo dallo sgabello per avvicinarsi a lui e Shindou gli sorrise timido.
< Come mai ti sei deciso ad entrare? > chiese sinceramente curioso.
< Ho un favore da chiederti > rispose e senza nemmeno aspettare che il compagno dicesse qualcosa gli raccontò tutta la sua storia, parlandogli della madre e del suo desiderio di trasmetterle quelle emozioni che il rosa aveva trasmesso a lui. Kirino rimase ad ascoltarlo in silenzio, poi sorrise e gli prese le mani, osservandogliele con aria critica.
< Mmmh > disse pensieroso, facendo temere a Shindou che rifiutasse, poi però alzò lo sguardo e gli sorrise.
< Hai delle mani perfette > gli disse semplicemente e in quel momento entrò l'insegnante, che invece di dimostrarsi irritato per l'intrusione di Shindou sembrò molto felice che un altro bambino si stesse interessando a quello strumento, così si propose di aiutare lui stesso Shindou. Parlò con il club del libro e li convise a far tardare Shindou di mezz'ora ogni giorno, ma dopo un mese il castano dall'aula di musica non ne usciva più, così che lasciò definitivamente quel club. Un po' gli dispiaceva, ma doveva ammettere che il pianoforte era una distrazione migliore dei libri, gli svuotava la mente da ogni pensiero. In più sembrava nato per suonare quello strumento ed apprendeva tutto molto velocemente, con Kirino si divertiva davvero tanto e in brevissimo tempo avevano instaurato un rapporto d'amicizia molto forte. Il rosa era uno dei pochi che non lo avevano guardato con compassione quando gli aveva parlato della madre cieca e anzi, lo spronava a migliorare per poterla emozionare di più. Lo invitò anche a casa sua per fargliela conoscere e quella furia scatenata che era il suo migliore amico riuscì a farsi amare nel giro di pochi minuti. 
Più i mesi passavano e più Shindou amava quello strumento, ci passava le ore sopra e se ne era fatto anche comprare uno per il suo compleanno, sembrava totalmente rapito, ma si rifiutava ancora di far sentire una qualsiasi melodia, anche la più stupida, alla madre. Voleva essere perfetto quando avrebbe suonato per lei. 
Ed il giorno in cui si sentì perfetto arrivò quasi un anno dopo, quando acconsentì a suonare nella recita scolastica proprio per la festa della mamma e si sentì orgoglioso di se stesso quando invitò sua madre a sentirlo. 
Era più agitato che mai mentre stringeva forte la mano del suo migliore amico, nascosto dietro il pesante sipario rosso del teatro della scuola, quella era la sua occasione di far provare alla madre l'emozione che lui sperava...aveva lavorato un intero anno per comporre una melodia solo per lei, l'aveva provata e riprovata e sperava davvero che avesse l'effetto desiderato.
< Shindou, tocca a te > gli disse il maestro sorridendogli rassicurante e il castano lasciò la presa sicura dell'amico per uscire allo scoperto. Si avvicinò al pianoforte posizionato al centro del palco e guardò verso i genitori, sorridendo. Si sedette sullo sgabello, dall'anno scorso era cresciuto ed ora sia lui che Kirino toccavano per terra con le punte dei piedi, che premette forte contro il pavimento per alleviare la tensione. Prese un bel respiro, poi poggiò le dita sui tasti, chiuse gli occhi e si mise a suonare. In pochi secondi in teatro cadde un silenzio di tomba e le note di una delle melodie più dolci che si fossero mai sentite risuonarono nell'aria, riempiendo il cuore di tutti. Non essendo esperto aveva composto una melodia abbastanza breve, ma ci aveva messo davvero tutti i suoi sentimenti per la madre dentro e quando il dito si alzò dall'ultimo tasto lasciò fuoriuscire l'aria che aveva trattenuto per quasi tutto il tempo. Lentamente riaprì gli occhi e si voltò verso la madre, poi altrettanto lentamente sul suo viso si formò uno dei sorrisi più belli che aveva mai fatto. Le guance della madre erano umide di lacrime, ma il suo sorriso aveva rapito Shindou, non l'aveva mai vista sorridere così e capì di aver raggiunto il suo scopo, con quei pochi minuti era riuscito a regalarle quell'emozione che centinaia di cuoricini e bigliettini non avrebbero mai potuto fare. Si alzò dallo sgabello e fece il primo inchino della sua carriera, senza sapere che da lì a dieci anni sarebbe diventato uno dei pianisti più bravi del paese.


Angolino dell'autrice
Continuano le pulizie del pc e i ritrovamenti di vecchie, vecchissime fict xD
Per quanto molte cose le cambierei scrivendola adesso ho deciso di lasciarla così com'era, come l'avevo pensata inizialmente quando ero ancora "piccolina" (mi sento vecchia ç_ç )
Spero vi sia piaciuta, baci <3
  
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