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Autore: TheManiae    27/02/2024    0 recensioni
Sono passati un paio di mesi dal quando Icy ha aiutato la sua acerrima nemica in un momento difficile. Nuovi sentimenti stanno cominciando a nascere dentro la strega di ghiaccio mentre il legame con Bloom diventa più complesso, portandola ad aiutare nuovamente la fata con l'ennesimo problema di cuore.
Sequel di: Di Cuori Spezzati e Gelati nel Buio
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bloom, Icy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kebab sul tetto e Storie nel cuore


 
 
Quando rientrò in casa, Icy era stanca morta. 
 
Era quasi mezzanotte quando si chiuse la porta alle spalle, sospirando sollevata mentre si toglieva i tacchi, mugugnando con gioia di poter muovere i piedi liberamente. Appoggiò la busta che teneva tra le braccia sul tavolo della cucina e mise le cibarie in frigorifero prima di dirigersi in camera da letto.
 
Aprì la porta lentamente, sporgendo solo la testa, avendo già intuito la situazione dal totale silenzio della casa. Le sue sorelle dormivano ognuna nel proprio letto, con Darcy sdraiata di lato, un braccio cascante oltre il bordo e un filo di bava che colava dalla bocca semiaperta, mentre Stormy non si era nemmeno cambiata, addormentandosi con la tuta da lavoro indosso e dal lato sbagliato del letto.
 
Icy alzò gli occhi al cielo, mentre un minuscolo sorriso spezzava il suo costante cipiglio, e con uno schiocco di dita sistemò le sorelle col minimo movimento possibile. 
"Oh povera me" mormorò, chiudendo la porta e dirigendosi in salotto. Al contrario delle sorelle, a lei la stanchezza causava insonnia e non il contrario. Aveva prima bisogno di stendersi e lasciare che tutto lo stress della giornata sparisse, e poi avrebbe potuto dormire, quindi fece quello che faceva ogni notte.
 
Accese la tv e andò in cucina a prepararsi qualche snack, per poi coricarsi sul divano, mugugnando mentre le ossa della schiena scricchiolavano come ghiaccioli spezzati. Era sia un fastidio che una benedizione ogni volta che lo faceva.
 
Le Trix erano spietate conquistatrici, esperte di magia oscura, alleatesi con alcuni dei più grandi mali di tutta la Dimensione Magica... eppure avevano bisogno di mangiare e di una casa, e sebbene avessero potuto avere quello che volevano quando volevano, passare la vita a depredare come dei banditi non era qualcosa che apprezzavano come idea. 
Inoltre, Icy lo considerava come una punizione necessaria per i costanti fallimenti. Il lavoro forma il carattere dicono gli umani, no? Ovviamente questo non lo rendeva più facile da sopportare, ma come leader doveva dare il buon esempio. Lei aveva trovato posto come cameriera in una tavola calda, gestendo clienti e capi col suo gelido atteggiamento che la facevano desiderare di più. Darcy era diventata assistente di un tatuatore, cominciando anche a imparare qualche trucchetto mischiando magia e inchiostro. Stormy infine, strano a dirsi, aveva trovato posto come aiutante in una biblioteca.
 
Mentre guardava il suo show preferito, fece cadere lo sguardo sul cellulare, accendendolo distrattamente. Guardò le chiamate recenti, di cui la maggior parte provenivano dalle sue sorelle, da qualche collega di lavoro o da quei pochi individui che poteva chiamare amici. Eppure, tra quei nomi uno, risalente a due settimane prima, risplendeva per la sua stranezza: Lucertola Fastidiosa. Bloom.
 
Due mesi erano passati dal loro strano incontro nel parco, la successiva chiacchierata e lo strano patto che avevano stretto. Da allora si erano parlate circa due volte ogni settimana, a volte solo tramite chiamata e a volte incontrandosi direttamente in quella gelateria. Nel mezzo c'erano stati un paio di scontri tra fate e streghe, ma a parte qualche battutina ciò non aveva mai causato dissidi. Da quanto si combattevano? Una decina d'anni ormai?
 
Eppure erano due settimane che dalla fata dai capelli rossi era giunto solo silenzio radio. "Avrà risolto i suoi problemi. Buon per lei" pensò, e lo intendeva davvero. Certo, la odiava con tutto il cuore fin da quando si erano conosciute, ma voleva distruggerla quando era al massimo della potenza per dimostrare la sua superiorità, non quando era ridotta a un disastro emotivo.
 
Eppure, qualcosa era sbagliato. Sentiva un fastidio nel ventre, come una minuscola pressione, impercettibile fino al momento in cui veniva notata, diventando irritante. Cos'era? Rabbia forse? Perché mai avrebbe dovuto essere arrabbiata? Forse sotto sotto apprezzava che quella fatina inetta soffrisse pene di cuore ed era arrabbiata per aver perso quella fonte di intrattenimento?
 
Oppure era arrabbiata perché le mancava parlare con lei?
 
"Cazzate" mormorò tra se e se, dando un morso al suo snack e masticando con una serie di grugniti in sottofondo. "Appena la vedrò nuovamente le congelerò quelle stupide alette e gliele schiaccierò in frantumi prima di spingere una lama di ghiaccio nel suo..."
 
Le sue minacce rabbiose furono interrotte dalla suoneria del cellulare, Night King di Ramin Djawadi, che per la sorpresa la fece sussultare. Coprì immediatamente il microfono d'uscita con il pollice, spostando poi lo sguardo su chi stava chiamando: Lucertola Fastidiosa.
 
Il suo primo istinto fu quello di chiudere la chiamata, bloccare il contatto e poi cancellarla per sempre. Eppure, il dito scivolò sul cerchio verde. "Ti rendi conto di che ore sono?" 

 

 
La rossa la attendeva sul tetto del suo appartamento, seduta cupa su un condotto dell'aria e con i lunghi capelli a nasconderle il viso. Icy le atterrò davanti e non disse nulla, creando un sottile strato di ghiaccio sul metallo prima di sedersi accanto a lei. 
 
"Tieni" le disse fredda, porgendole una busta. Bloom non disse nulla, alzando la testa solo per prenderla e aprirla, tirandone fuori un'involucro di carta. Da quei brevi movimenti, Icy notò gli occhi arrossati dal pianto.
 
"Grazie" rispose piano, spaccando l'involucro del kebab e dando un morso, cominciando a mangiare rapidamente. Icy prese il suo e cominciò a fare lo stesso, come ormai era diventata la prassi tra le due. Come per molti altri problemi della vita, risolverli a stomaco pieno li rendeva più semplici. 
 
Quando terminarono, Bloom prese le carte dei panini e le schiacciò tra le mani, strofinandole lentamente mentre una luce cremisi splendeva tra le dita e l'odore di bruciato riempiva l'aria. Alla fine rimase solo cenere grigia che venne spazzata via dal vento.
 
"Vedo che ti sei svegliata col sorriso" disse Icy, ricevendo un'occhiata cupa. "Cos'è successo stavolta?"
 
La fata sospirò e si passò la mano sul viso per togliersi le ultime tracce di lacrime dal viso, sbuffando seccata. "Sono stata una scema rincoglionita, ecco cosa."
 
"Questo l'avevo capito la prima volta che ti ho vista." Un sorrisetto divertito comparve sulle labbra di Icy, che venne rapidamente fulminata dallo sguardo per nulla allegro di Bloom. "Ok ok, cosa è successo?"
 
Ci vollero alcuni secondi prima che la fata rispondesse, respirando con il naso rumorosamente mentre era evidente il suo tentativo di trattenersi. "Dopo l'ultima volta che ci siamo viste, Sky mi ha chiamata."
 
"Oh, ti prego." Icy si coprì gli occhi con la mano.
 
"Mi ha detto che gli dispiaceva avermi trattata così, che voleva tornassimo amici e ricominciassimo a parlare."
 
"E tu come una scema gli hai creduto."
 
"Lo so, lo so, avrei dovuto ignorarlo e mandarlo a cagare, ma... ho voluto sperare che fosse vero..."
 
Buffo come il concetto di speranza sia tanto venerato dalle cosiddette brave persone ma poi nella vita vera spesso e volentieri pugnalava alle spalle. E poi erano i malvagi quelli con la visione distorta del mondo.
 
"Abbiamo parlato un po'. Stavo bene, nonostante tutto, era una sensazione che non provavo da molto... quella persona speciale accanto, di nuovo, anche se solo come amico."
Per qualche strano motivo, Icy sentì una sensazione irritante nel retro della testa. 
 
"Abbiamo parlato per un paio di serate ed è stato piacevole, mi ha fatto sperare che potessimo almeno restare amici. Che potessi riavere un minimo di quello che ho perso." Bloom alzò la testa e guardò il cielo notturno, mentre le calde stelle scintillavano nell'oscurità più gelida. "Poi ha smesso. Mi ha abbandonata. Di nuovo." La voce le si spezzò, incrinata da una nuova ondata di lacrime.
 
Dire che Icy era irritata sarebbe stato come descrivere l'antartide come leggermente fresca. Provava disgusto e rabbia, verso quel biondino inetto e verso la fatina per essere stata così stupida, nonostante una vocina dentro di lei le facesse notare la sua ipocrisia. "Avresti dovuto aspettartelo."
 
La fata sorrise tra le lacrime. "L'ho fatto, cazzo se l'ho fatto. Una parte di me urlava che non mi sarei dovuta fidare, che l'avrebbe fatto ancora, ma non l'ho ascoltata. Volevo che tornasse nella mia vita, che potessimo avere ancora un legame... ma no, non mi vuole più, non vuole nemmeno parlarmi."
 
"Fatina, se ti avesse davvero voluta non se ne sarebbe andato in primis. Le persone fanno cazzate, ma esiste un limite di tempo e qualità. Se un bastardo ti molla, ti ignora per settimane e poi ritorna e pensa di poterti riavere come nulla fosse, per lui sei solo un cazzo di oggetto."
 
Una risatina sfuggì dalle labbra di Bloom. "Buffo, è qualcosa che gli ho detto..."
 
"Che vuoi dire?"
 
La fata si voltò a guardarla, senza più piangere ma con gli occhi lucidi e un sorriso forzato sul viso. "So che tu mi consideri una fatina semplice, delicata e stupida, ma non sono così inetta. Il primo giorno in cui abbiamo parlato una piccola parte del mio cervello mi ha detto di pensare come te. 'Pensa come Icy, sii fredda, spietata, forte, una predatrice alfa' mi sono detta, e così ho fatto."
 
La strega di ghiaccio spalancò gli occhi nel sentire simili parole attribuite a lei. Ovviamente sapeva di esserlo, ma sentirle provenire dalla sua acerrima nemica le fece scaldare il viso.
"Così quando mi ha chiamata gliel'ho detto subito." Bloom non si era accorta della reazione di Icy, continuando a parlare. "Posso accettarti nuovamente, ma devi lavorare per farlo. Se rivuoi un legame saldo devi meritarlo, mostrarmi che ci tieni davvero, e per un paio di giorni pensavo che lo volesse. E invece... mph!" ed emise un ringhio, alzandosi in piedi e poggiando le mani sulle testa. "Che cazzo di stupida che sono!"
 
Icy stava per dirle che sì, lo era, ma all'ultimo secondo serrò le labbra. I complimenti che la fata le aveva rivolto, anche se indirettamente, le avevano tolto quella solita malizia che accompagnava quasi ogni sua frase. "Nessuno nasce conoscendo tutte le crude verità. Si imparano soffrendo, molte volte quante servono." Non aveva negato ciò che lei aveva detto, ma non l'aveva nemmeno insultata più del dovuto.
 
Rimasero in silenzio per qualche secondo, con Bloom che fissava l'orizzonte e Icy che fissava Bloom. Poi la fata parlò. "Quindi... è successo anche a te?"
 
Icy ringraziò che Bloom fosse di spalle, incapace di vedere la sua espressione. Non intendeva certo risponderle. Nonostante gli ultimi mesi erano ancora arcinemiche giurate, non avrebbe certo cominciato a parlare del suo passato, svelando lati di lei che la rossa avrebbe potuto sfruttare in futuro.
 
"Oppure non vuoi che scopra che non sei così perfetta, miss predatrice alfa" pensò, con una vocina che somigliava in modo fastidioso a quella di Bloom. Emise uno sbuffo seccato, rivolgendo lo sguardo in lontananza.
 
Intanto, non ricevendo risposta, Bloom scosse la testa. "Giusto... scusami, non volevo..."
 
"Si chiamava Vrilia."
 
Bloom si voltò e la fissò con gli occhi sgranati. Icy la notò con l'angolo degli occhi, chiedendosi se la sorpresa derivasse dal fatto di aver avuto esperienze d'amore disastrose o perché fossero avvenute con una ragazza. In un piccolo angolo della sua mente, sperò che non fosse quest'ultima opzione. "La conobbi prima di entrare a Torrenuvola. Diventammo amiche molto rapidamente e dopo qualche mese ben più che amiche."
 
Bloom si avvicinò lentamente, tornando a sedersi accanto a lei ma senza dire nulla. Icy le fu grata, prendendosi qualche secondo per respirare e recuperare memorie a cui non dava attenzioni da anni. "Poi un giorno lei conobbe un'altra persona e cominciammo a parlare sempre meno, finché una sera mi scrisse che mi reputava noiosa e che non voleva più avere a che fare con me."
 
Icy scosse la testa, alzando lo sguardo a guardare le stelle notturne. "Dire che ci rimasi di merda fu un eufenismo. Per almeno due mesi tentai di parlarle nuovamente, di capire cosa avevo sbagliato, ma lei mi ignorava. Poi, un giorno, mi scrisse come se nulla fosse successo, invitandomi a uscire con lei. Ovviamente ero stupida e ingenua e accettai."
L'angoscia si dipinse sul volto di Bloom mentre realizzava dove quella storia stesse andando a parare.
 
"Pensavo mi rivolesse con se ed ero così felice. Misi il mio abito migliore, comprai perfino delle scarpe nuove e una coppia di braccialetti, quelli che insieme formano un cuore. Corsi da lei, ringraziandola e piangendo di gioia, dicendo che avrei fatto tutto pur di stare con lei. E poi..."
 
Si alzò, camminando lentamente e continuando a fissare il cielo,ora lei che dava le spalle a Bloom. "Beh, mi aspettava lì, assieme alla sua nuova ragazza e altre amiche, pronte a farsi una sonora risata della stupida ragazzina innamorata."
 
Bloom stava con le mani sulla bocca, fissando la strega con puro orrore dipinto sul volto. Sapeva quanto le ragazzine sapessero essere crudeli, ma quello era qualcosa che raggiungeva livelli molto sopra ciò che credeva possibile.
 
"In un certo senso la ringrazio. Il dolore mi ha insegnato ad essere forte e a non svalutare me stessa per chi non se lo merita. Da allora io..." Le parole morirono nella gola di Icy quando si accorse che qualcosa di caldo l'aveva avvolta. Ci volle un secondo buono prima di riconoscere le braccia di Bloom che la cingevano da dietro, chiudendosi sotto i seni. Tremò al contatto improvviso, piegando la testa per guardarla. "C-Cazzo stai facendo Bloom!?"
 
"Io... non lo so, pensavo fosse la cosa giusta da fare..." mormorò la fata, senza però staccarsi ancora. "Vuoi che la smetta?"
 
"No." "Puoi continuare... altri dieci secondi."
 
Un piccolo sorriso spuntò sul viso di Bloom mentre la teneva stretta. Icy non era tipa da contatto umano. Persino le sue sorelle sapevano quanto non apprezzasse essere toccata, eppure quella sensazione di calore contro la schiena, quella stessa fiamma che aveva cercato di rubare ormai anni prima, era stranamente piacevole.
 
Molti dieci secondi dopo, finalmente la strega interruppe il contatto, allontanandosi di un passo. "La prossima volta avvertimi prima di fare qualcosa del genere."
Bloom ridacchiò. "Certo, e ti avvertirò anche quando ti farò il culo durante una lotta."
 
"Nei tuoi sogni fatina da strapazzo" ripose Icy, alzandole contro il medio. Sul viso di entrambe era stampato un sorriso divertito prima che entrambe cominciassero a ridere.
"Grazie Icy, mi sento meglio" disse Bloom. "E... grazie di avermi parlato di ciò che hai passato, lo apprezzo molto."
 
"Ti prego non cominciare con le smancerie, posso già sentire i miei denti cariarsi. Ovviamente vedi di stare zitta riguardo ciò che ti ho detto oppure..."
 
"Lo so, lo so. Altrimenti mi congelerai le ali e me le strapperai dalla schiena" disse lei imitando la voce della strega. "Non avrei aperto bocca anche senza minaccia. Tu hai mantenuto il mio di segreto, il minimo che posso fare è ricambiare, no?" rispose Bloom, e Icy per un momento restò di sasso. Avrebbe avuto mille occasioni per svelare alle sorelle quello che la rossa stava passando durante quelle settimane, eppure era rimasta muta come un pesce, ma era solo per non vincere usando trucchetti, solo quello.
 
"Sì, beh, sempre meglio specificare" disse, emettendo uno sbuffo dalle labbra. "Se ora ti senti meglio, sarà il caso di andare a dormire. Non ho voglia di svenire di sonno al lavoro un'altra volta."
 
"Sì, hai ragione" mormorò Bloom, girandosi e dirigendosi verso la porta che conduceva alle scale del palazzo. Icy si stava alzando in volo quando la rossa la chiamò. "Ehy, Icy!"
 
"Sì? Che vuoi ancora fatina?"
 
"Quella troia si sbagliava. Non sei affatto noiosa. Da quando ci sei tu, la mia vita è diventata un giro sulle montagne russe." Le sorrise e svanì oltre la porta. 


 
 
La mattina seguente, Stormy gemette mentre si alzava dal letto, stiracchiando le membra e stropicciandosi gli occhi, cercando di non ricadere nel sonno. "Fanculo" mormorò, incamminandosi verso la cucina. Una delle poche che apprezzava degli umani era quella meravigliosa bevanda chiamata caffè e in quel momento aveva bisogno della sua tazza mattutina.
 
Entrando in salotto vide Darcy intenta a fissare il divano. "Che fai?" chiese.
 
Darcy le fece segno di fare silenzio e di avvicinarsi con la mano. Stormy alzò un sopracciglio e obbedì, spalancando gli occhi quando vide ciò che la sorella stava spiando.
 
Icy giaceva di lato sul divano, gli occhi chiusi e una coperta avvolta malamente attorno al corpo. Nulla di strano, eccetto il sorriso eccezionalmente caldo che dava al suo viso un'aria serena che le due raramente avevano visto.




 
Quasi un annetto per fare sto dannato sequel. Immagino di aver dovuto mettere a posto alcune cose dentro.
Almeno posso dirvi che non ho ancora finito di punzecchiare queste due -;3
Byeeee!

-La Follia mi scorre nelle vene.
 
   
 
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