Non ho mai amato nessuno all'infuori di te 

Tommaso aveva deciso di prendersi qualche ora per stare da solo, e dove poteva recarsi se non in uno dei luoghi che più amavano entrambi? 
Prese il suo zaino un po' rovinato e lo caricò su una spalla mentre velocemente chiudeva la leggera giacca che aveva dovuto per forza indossare - sì, era ormai primavera, ma non aveva intenzione di sentire ancora le solite lamentele di sua madre la quale, molto preoccupata, gli intimoriva ogni giorno che non avrebbe dovuto prendersi un malanno.
"Dove vai?" fu proprio lei a domandarglielo, in piedi davanti la porta della sua stanza mentre era intenta ad asciugare un piatto. "Esco un po'. Andrò al parco qui vicino casa. A dopo" tagliò corto suo figlio, raggiungendo la porta. 
 

Cadono come castelli di sabbia le nostre certezze,
pilastri di rabbia
e paura...
 

Mentre passeggiava fra gli alberi così maestosi, Tommaso ripensava a lei. L'ultima volta che si erano visti, circa cinque mesi prima, avevano discusso e non si erano riappacificati. Non la sentiva nè vedeva da troppo tempo ormai, ma nel suo cuore era sempre così dannatamente presente. 
 

siamo lontani dai giorni che ci hanno concesso
di apprendere il senso di chiederci scusa
con un compromesso
e trovare la cura
e ora capisco perché...
 

Essenzialmente era questo: Beatrice gli mancava. 
Mancava come l'aria, come l'acqua nel deserto. 
In realtà aveva sempre provato qualcosa per lei, da quando erano piccoli. Erano vicini di casa e spesso si incontravano con altri coetanei per giocare assieme. Tommaso capiva di essersi preso una bella cotta proprio quando lei, per un motivo o per un altro, non poteva essere presente e allora lui avvertiva un forte senso di vuoto e sperava sempre di poterla rivedere. Ma questo Beatrice non l'ha mai saputo e non si era nemmeno reso conto che quel litigio era dovuto proprio a questo: aveva deciso di iscriversi ad una università lontana, per cui sarebbe scesa poche volte, magari per partecipare ad eventi importanti ma si vociferava che la sua famiglia avesse intenzione di vendere casa per trasferirsi in quella grande città. Questo significava solo una cosa: probabilmente Tommaso non avrebbe più rivisto Beatrice.
La sua non era possessività, non era gelosia, non era rabbia. Tommaso era perfettamente consapevole del fatto che Beatrice poteva fare ciò che voleva, andare dove voleva. Ciò che lui provava però era un senso di angoscia dovuto al fatto che non aveva avuto il coraggio di esprimere i propri sentimenti per lei.
 

Non ho mai amato nessuno all'infuori di te
 Voglio ascoltarti per ore
ma prova a convincermi che
prima o poi tornerà la felicità,
la felicità...
 

Tommaso aveva tanta paura di sentirsi rifiutato dalla ragazza di cui si era innamorato.
E così si trovava in bilico fra due potenziali scelte: dirglielo e rischiare o non dirglielo e lasciare che il suo sogno sparisse nel vento? 
 

I sogni sai vanno dipinti anche se non li vedi,
ma se poi ci pensi
spesso svaniscono proprio
perché non ci credi,
o forse gli cambia il colore,
l'amore che prende e che dà,
lo puoi comprendere.
 

Era ormai sera, Tommaso aveva fatto di certo una bella passeggiata mentre era immerso nei suoi pensieri.
Prese il suo cellulare e compose il numero di Beatrice. Sentiva che quella fosse la scelta giusta...




Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Spero che questa song fiction sulle note di "La felicità" di Fabrizio Moro vi sia stata gradita. Mi piacerebbe ricevere un vostro commento. A presto!
P.S Ci tengo a precisare che Tommaso non aveva litigato con Beatrice per motivi legati al possesso: "tu non puoi partire/non puoi frequentare l'università fuori/non puoi allontanarti da me" bensì la sua rabbia era dovuta al fatto che non era riuscito ad esprimere i suoi sentimenti. Ci tengo a precisarlo perché una relazione sana è quella fra due persone che si amano e si lasciano libere di prendere le proprie decisioni. Alla base di tutto ci deve essere amore, rispetto, libertà. 
Georgette_23