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Autore: Marlena_Libby    06/03/2024    1 recensioni
Un ragazzo nato con la camicia è destinato a sposare la figlia del re
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta due contadini molto poveri che ebbero un figlio che nacque con la camicia, il che significava che sarebbe stato fortunatissimo.
Una strega predisse al re che sua figlia avrebbe sposato proprio quel bambino.
Il re era molto cattivo e non voleva che la profezia si avverasse, così si fece consegnare il bambino dai contadini con la scusa di allevarlo a corte, poi lo mise in una scatola e lo abbandonò nel fiume.
Ma dato che il piccolo era nato con la camicia, l'acqua non entrò nella scatola e la corrente la spinse fino a un mulino.
Il mugnaio e il suo garzone stavano aggiustando la ruota, quando videro il piccolo e lo trassero in salvo.
- Com'è bello! Potrebbe diventare un mugnaio coi fiocchi! - disse il mugnaio.
- E com'è tranquillo! Padrone, perché non lo teniamo con noi? - propose il garzone.
- Va bene, ma cosa mangiano i bambini?
- Diamogli un po' di farina.
- E un bicchiere di vino.
- E dello stufato coi cavoli.
Il mugnaio e il garzone non erano molto esperti di bambini, ma il piccolo era nato con la camicia, quindi riuscì a mangiare tutto quel cibo senza nessun danno per la sua salute.
- Adesso che lo abbiamo sfamato dobbiamo trovargli un nome - disse il mugnaio.
- Dato che l'abbiamo trovato nel fiume, perché non lo chiamiamo Fiumetto? - propose il garzone.
- Buona idea!
Passarono gli anni e Fiumetto crebbe forte e bello.
Una notte di tempesta il re si perse mentre era a caccia nel bosco e trovò rifugio presso il mulino.
Il mugnaio e Fiumetto gli diedero dell'acqua calda e delle coperte.
- Grazie, adesso mi sento meglio. Ma che strano nome ha questo ragazzo! - disse il re.
- L'ho chiamato così perché l'ho trovato nel fiume tanti anni fa - disse il mugnaio.
Allora il re capì che si trattava del bambino che aveva cercato di uccidere.
Così il giorno dopo chiese a Fiumetto di portare una lettera a sua moglie e lui accettò, ignaro che in quella lettera il re chiedeva alla regina di ucciderlo.
Dopo un po' Fiumetto arrivò a una casa, bussò e gli aprì una vecchia
- Chi sei?
- Sto andando al castello per consegnare un messaggio del re, ma sono tanto stanco. Non potreste ospitarmi stanotte?
- Ma ragazzo, questa è una casa di briganti! Se ti trovano qui, ti uccideranno!
- Non preoccupatevi, andrà tutto bene! Io sono nato con la camicia!
Allora la vecchia lo lasciò restare, Fiumetto si sdraiò su una panca e si addormentò.
Più tardi i briganti tornarono e videro il giovane.
Lessero la lettera del re e, per fargli uno scherzo, la sostituirono con una che diceva che il ragazzo doveva sposare la principessa.
Il giorno dopo Fiumetto si rimise in viaggio, arrivò al castello e consegnò la lettera alla regina.
Lei la lesse e fece sposare sua figlia con il ragazzo.
Quando il re tornò, chiese alla moglie: - Allora cara, hai eseguito i miei ordini?
- Certo, nostra figlia ha sposato Fiumetto.
- Ma io ho scritto di far uccidere quel ragazzo! Non è nobile!
- Ma no caro, ecco la lettera!
Il re vide che qualcuno aveva falsificato la sua lettera, così fece chiamare Fiumetto e gli disse: - Ragazzo, se vuoi che ti accetti come genero, dovrai portarmi tre capelli dell'orco Brac.
- Sarà fatto, Maestà.
Fiumetto arrivò alle mura di una città e il guardiano gli chiese: - Dove vai, ragazzo?
- A strappare tre capelli all'orco Brac.
- Puoi chiedergli anche perché la fontana della città non butta più vino?
Fiumetto promise di ricordarsene e proseguì.
Incontrò un soldato che gli disse: - Ragazzo, se vai dall'orco Brac, chiedigli perché il mio albero non fa più le mele d'oro.
- Me ne ricorderò.
Fiumetto arrivò a un fiume e il traghettatore disse: - Perché devo continuare a trasportare la gente da una riva all'altra senza che nessuno mi dia mai il cambio?
- Lo chiederò all'orco Brac.
- Grazie!
Fiumetto arrivò alla casa dell'orco Brac, ma c'era solo sua nonna.
- Salve buona vecchina, c'è l'orco Brac?
- Per tua fortuna mio nipote non è in casa, altrimenti ti mangerebbe!
- Ma io sono nato con la camicia! Sono venuto qui per strappargli tre capelli e per fargli tre domande.
La vecchina, colpita dal coraggio di Fiumetto, decise di aiutarlo.
Il ragazzo le disse quali erano le tre domande, poi lei lo trasformò in una formica e lo nascose sulla sua gonna.
Più tardi l'orco Brac tornò, mangiò, bevve e si addormentò con la testa in grembo alla nonna.
Lei gli strappò il primo capello.
- Ahi! Ma che cosa fai, nonna?!
- Stavo sognando che qualcuno mi chiedeva come mai una fontana non butta più vino.
- C'è un rospo sotto la fontana che impedisce al vino di uscire.
L'orco si riaddormentò, la nonna aspettò un momento e gli strappò il secondo capello.
Si giustificò dicendo che aveva sognato un albero che non faceva più le mele d'oro.
- La prossima volta, invece di strapparmi i capelli, guarda sotto l'albero e vedrai un topo che ne rosicchia le radici!
La vecchina strappò il terzo capello e fece la domanda che riguardava il traghettatore.
- Basta che il traghettatore dia il suo remo a qualcuno e questi sarà costretto a rimanere nella barca al suo posto per tutta la vita!
La vecchina mise a letto il nipote, fece tornare umano Fiumetto, gli diede i capelli e gli chiese: - Hai sentito le risposte alle domande?
- Sì, grazie signora.
Fiumetto si rimise il viaggio e il traghettatore, il soldato e il guardiano furono così felici di avere le risposte che gli regalarono dei sacchi di monete d'oro.
Il re rimase senza parole quando vide Fiumetto ancora vivo, con i tre capelli dell'orco e i sacchi di monete d'oro e finalmente lo accettò come genero.
- Ma dove hai preso tutto quest'oro? - chiese il sovrano.
- Sulla riva del fiume che porta alla casa dell'orco Brac - rispose Fiumetto.
Il re andò al fiume, il traghettatore lo fece salire, gli mise in mano il remo e scappò via.
Così il re passò il resto dei suoi giorni a trasportare la gente da una parte all'altra del fiume.
   
 
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