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Autore: SilkyeAnders    07/03/2024    0 recensioni
Juvia è pronta a lasciar andare Gray e scoprire un nuovo lato di sé.
Natsu potrebbe aiutarla in questo.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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La chimica degli elementi
Capitolo 1
Magnolia era ancora avvolta dalla pallida luce dell’alba quando Juvia decise di alzarsi dal letto. Era molto presto ma, come spesso le accadeva da un po’ di mesi a quella parte, il sonno non le era stato amico. Si era girata e rigirata nel letto per diverse ore quella notte, ora pensando a una cosa, ora a un’altra. Il pensiero più frequente erano state le parole di Gray di qualche mese prima, l’aveva definita la sua “ragione di vivere” e aveva iniziato ad avvicinarsi a lei in modi che Juvia non credeva possibili. Poi però era successa una cosa strana, aveva cominciato ad evitarla e lei si era ritrovata di nuovo in una spirale di rassegnazione.
Non credeva realmente possibile il fatto che Gray potesse aver finalmente aperto gli occhi circa i propri sentimenti, sapeva che non sarebbe durata e si era già arresa all’idea che fra loro non sarebbe mai cambiato nulla. Si chiese come mai non poteva innamorarsi di qualcuno a cui importasse realmente di lei, che le desse valore e la considerasse una priorità assoluta. Si chiese perché aveva scelto qualcuno di così asettico e freddo come Gray.
La risposta non era difficile in realtà: lui le aveva mostrato il sole dopo anni trascorsi in balia del cielo grigio. Per lei era stato un momento catartico e talmente importante… Iniziava a domandarsi se fosse sufficiente come motivazione per innamorarsi di qualcuno.
Forse il suo non era nemmeno amore, forse era solo ossessionata dall’idea che si era fatta di Gray, ma di fatto, non poteva certo dire di conoscerlo realmente. E comunque lui non conosceva lei.
Aveva ragionato a lungo sui presunti sentimenti che Gray avrebbe potuto provare per lei ed era giunta alla conclusione che se anche lui l’avesse amata, non era disposta ad accettare il modo in cui Gray la trattava. Era una forma di tortura psicologica a cui la sottoponeva continuamente e, ogni volta che le cose sembravano mutare, tutto tornava sempre alle origini e lui tornava a snobbarla come suo solito.
Che senso aveva perseverare dunque? Cercare l’attenzione totale di un uomo che non era disposto a dargliela? Ogni volta che pensava di lasciarlo andare provava però un forte senso di vuoto; se avesse abbandonato anche Gray, che cosa le sarebbe rimasto? A cosa poteva aggrapparsi? A parte Gajeel e Laxus non aveva stretto rapporti significativi con nessuno all’interno della Gilda e colpevolizzava solo se stessa per questo.
In quel periodo aveva l’impressione che tutti progredissero nelle loro vite, che avessero tutti qualcuno di prezioso e delle amicizie da coltivare, tutti tranne lei. Non sapeva spiegarsi come mai le riuscisse così difficile farsi degli amici, forse era dovuto al suo carattere irruento e insicuro al tempo stesso.
Aveva passato così tanto tempo a focalizzarsi su Gray che non si era mai resa conto di tutto ciò che si stava perdendo attorno a lei. Inoltre, ora che Gajeel e Levy erano occupati a sistemare la casa per l’arrivo del bambino, non le restava davvero nessun altro. Laxus era quasi sempre via per le sue missioni e, anche se con Lisanna avevano iniziato a parlarsi più spesso, non se la sentiva ancora di tediarla con i suoi problemi o di uscire con lei senza qualcuno che potesse fungere da filtro. La verità che Juvia si trovava davanti era soltanto una: era sola.
Ripensò a tutte le volte in cui Lucy aveva tentato di esserle amica per poi essere scoraggiata costantemente dall’atteggiamento di Juvia nei suoi confronti, quel continuo chiamarla “rivale in amore” doveva averla spazientita e, alla fine, persino la maga degli spiriti stellari aveva smesso di tentare un avvicinamento. Juvia non poteva affatto biasimarla, lei non si era comportata bene nei suoi confronti e anche una ragazza disponibile come Lucy non poteva avere riserve di pazienza infinite.
Per un periodo, successivo al suo ingresso a Fairy Tail, aveva intrapreso una bella amicizia con Cana ma, inevitabilmente, anche il loro rapporto era andato scemando nel momento in cui Juvia si era lasciata trascinare dalla sua ossessione per Gray.
Tutti avevano provato ad avvisarla, a dirle che le energie che impiegava in quell’amore erano del tutto sprecate ma Juvia non aveva mai voluto dar retta a nessuno. Ora si trovava davanti ai risultati del suo menefreghismo e non poteva incolpare nessun altro se non se stessa.
Si era fatta terra bruciata attorno e poteva notarlo chiaramente quando varcava la soglia della Gilda e trovava tanti piccoli gruppi occupati nelle loro conversazioni; lei non aveva un gruppo a cui unirsi, era tagliata fuori e si sentiva assolutamente marginale. Come se a nessuno importasse davvero della sua presenza ed era logico che fosse così visti i trascorsi.
La sua paura del rifiuto le diceva che le cose sarebbero andate avanti così per sempre ma Juvia voleva tentare di essere ottimista, non che le stesse riuscendo poi così bene a dirla tutta.
Non aveva neppure il coraggio di avvicinarsi a qualcuno e iniziare una conversazione, cosa avrebbe mai potuto dire? “Ciao, so che non ci parliamo mai perché sono ossessionata da una persona che non mi dà nemmeno un briciolo di attenzione ma vorrei tanto che iniziassimo ad essere amici”. Sarebbe stato a dir poco ridicolo!
Anche se a Fairy Tail nessuno la trattava male, Juvia si sentiva come quando era in orfanatrofio: persa, sola e triste.
La luce fioca del sole iniziava a filtrare sempre più all’interno della stanza e Juvia calcolò che avrebbero dovuto essere circa le sette e trenta, una rapida occhiata all’orologio alla parete le confermò la sua teoria.
Era talmente abituata a dormire poco e nulla che aveva imparato a calcolare l’orario in base alla posizione del sole, non pensava fosse una cosa strana finché Gajeel non le aveva detto che le persone normali non lo fanno. Lei riteneva ancora che fosse una capacità utile da avere, la vita a volte poteva essere bizzarra e non si sa mai che cosa potrebbe servirti.
Juvia iniziò a svestirsi lentamente con l’obiettivo di infilarsi nella vasca da bagno, colma di acqua calda e sapone al giglio e ambra bianca. Le piaceva molto fare il bagno, era una delle rare coccole che concedeva a se stessa e l’aiutava a cominciare bene la giornata.
Si insaponò con movimenti lunghi e delicati, aveva intenzione di prendersi tutto il tempo necessario. Se si fosse rilassata a sufficienza magari sarebbe riuscita a dormire quella notte anche se ne dubitava fortemente visti i precedenti, tuttavia era meglio non perdere la speranza.
Una volta terminato il bagno si vestì e notò con piacere che si erano fatte già le otto e quarantadue, non sarebbe stato strano presentarsi alla Gilda a quell’ora e nessuno avrebbe fatto caso alla sua deprivazione di sonno. Dopotutto, nessuno faceva quasi più caso a lei ormai.
Mentre camminava per le strade di Magnolia, Juvia si concentrava sulle persone, sugli odori, sui colori attorno a lei. Iniziava a sentire il profumo del pane caldo appena sfornato e dei cornetti al burro che tanto piacevano a Levy, decise di fermarsi al forno e comprarne un sacchetto. Ne tenne uno per lei dato che non aveva fatto colazione ma ne lasciò quattro da dare a Gajeel per portarli a casa.
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Quando entrò alla Gilda venne pervasa dall’odore del caffè appena fatto e dal rumore del vociare sommesso che non era ancora esploso in baraonda. Individuò Gajeel al bancone e lo approcciò.
-Gajeel-kun! Juvia ti ha portato la colazione, lascia qualcosa a Levy-chan, sono i suoi preferiti-.
Gajeel le prese il sacchetto dalle mani, addentando un cornetto e bevendo un lungo sorso del suo caffè nero :-Grazie, ameonna! Il gamberetto è abbastanza stressato in questi giorni, le farà piacere-.
-Gajeel-kun deve avere pazienza, Levy-chan sta attraversando un periodo complicato…- mormorò Juvia.
Gajeel annuì, sorseggiando nuovamente il caffè e facendo cenno a Mira di servire lo stesso a Juvia.
-Non sai quanto è difficile costruire una culla, quasi ci perdo un dito-.
Juvia sorrise :-Gajeel-kun ha fatto sicuramente un ottimo lavoro-.
-Se vedessi quanto sono storte le sbarre non lo diresti, ad ogni modo dovrebbe andare per i primi mesi… Sperando che non abbia già la forza dei Dragon Slayer, altrimenti dovrò costruire una culla al mese-.
-Gajeel-kun è certo che il bambino erediterà i suoi poteri?- chiese Juvia incuriosita.
-No, ma è molto probabile che sia così. I miei geni sono piuttosto forti- rispose l’altro con un sorriso orgoglioso sulle labbra.
Ci fu un attimo di confortevole silenzio fra i due, Juvia osservò Mirajane che le porgeva dolcemente una tazza di caffè nero fumante e bevve un lungo sorso prima di posare la tazza sul bancone.
-Come mai non sei già corsa a cercare il ghiacciolo? - chiese Gajeel.
-Juvia non ha interesse a correre dietro a Gray, non più almeno…-
-Ah, finalmente l’hai capita eh! Ce n’è voluto di tempo per fartelo entrare in quella testaccia dura-.
-Juvia non credeva che sarebbe mai arrivato questo giorno- mormorò la maga.
-Sinceramente nemmeno io lo credevo, sono contento che tu ti sia decisa ameonna. Starai molto meglio, vedrai! -.
-Juvia non sa se crederci-.
Gajeel voltò il busto in modo da poterla guardare negli occhi, le rivolse un sorriso fraterno ed incoraggiante. Ancora non se ne rendeva conto ma aveva compiuto un passo molto importante che, presto o tardi, le avrebbe giovato.
-Meriti qualcuno che ti ami completamente ameonna, specialmente dopo tutto quello che hai superato con le tue forze. Il ghiacciolo non è per te, te l’ ho sempre detto- asserì il Dragon Slayer.
-Juvia era certa che questa volta le cose fossero cambiate sul serio…-
-E anche se fossero cambiate che differenza farebbe? Credi che si trasformerà improvvisamente in un fidanzato affettuoso? Non dovresti amare chi non ti accetta per come sei ameonna-.
-Juvia non smetterà di amare Gray ma questo non significa che Juvia sia disposta a sprecare il suo tempo- confessò la maga.
-Fai come credi, se lo ami davvero così tanto… Però secondo me anche continuare ad amarlo è una perdita di tempo-.
Juvia sollevò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto :-Gajeel-kun riuscirebbe a smettere di amare Levy-chan?-
Gajeel scosse il capo con veemenza :-Eh no, non ci provare! Io sto per avere un figlio con il gamberetto, è diverso. Non puoi paragonare la tua relazione con Gray alla mia con Levy-.
Ovviamente Juvia lo sapeva perfettamente, non aveva bisogno che le venisse ricordato ma forse sentire più volte quanto mal assortiti fossero lei e Gray l’avrebbe aiutata a non pensarci più.
-A proposito… Vado a portarle la colazione. Se si sveglia e non mangia qualcosa diventa intrattabile- sospirò Gajeel.
Juvia lo salutò con un sorriso e un mezzo abbraccio e lo guardò mentre spariva oltre le porte d’ingresso alla Gilda; Gajeel sembrava sfinito ma felice, non doveva essere semplice prepararsi per diventare genitore e sapeva che Gajeel non si era mai visto padre di famiglia, non credeva che ne avrebbe avuto le possibilità. Quando conobbe Levy, Juvia gli disse immediatamente che fra loro due sarebbe nato qualcosa di speciale ed era vero. Juvia non credeva di aver mai visto una coppia affiatata quanto loro in vita sua.
Gajeel una volta le aveva rivelato che erano così in sintonia perché dialogavano tanto e su qualsiasi cosa, dai discorsi seri alle chiacchierate più disparate. Quando Juvia gli chiese se litigassero, lui aveva risposto che ovviamente lo facevano ma cercavano sempre di renderla una discussione costruttiva da cui entrambi potessero apprendere qualcosa di nuovo.
A volte ci riuscivano, altre no.
Juvia si chiese se fosse veramente così semplice avere una relazione. Si ricordò del suo primo fidanzato, Bora, e delle pene che lui le aveva fatto passare. Non era poi così diverso da Gray dopotutto, anche se doveva ammettere che Gray la trattava decisamente meglio!
-Sai, non pensavo lo avrei mai detto ma concordo con Gajeel-.
Juvia ammiccò un paio di volte, quasi a voler mettere a fuoco la persona che le stava di fronte e che aveva pronunciato quelle parole.
-Mira-san…-
-Lo sai che amo creare coppie e che per molto tempo ho tifato per te e Gray ma, Juvia, è ora di guardare in faccia la realtà temo… Lui non fa per te-.
-Juvia non sa più a cosa credere ormai- mormorò la ragazza, abbassando lo sguardo verso il liquido scuro nella tazza.
-Non posso forzarti a vederla dal nostro punto di vista, però posso incoraggiarti a conoscere qualcuno di nuovo. Magari che sia totalmente diverso da Gray, chi lo sa… Magari trovi l’anima gemella-.
Mirajane non aveva detto quelle parole a caso, questo Juvia però non poteva saperlo. Da qualche mese Mirajane aveva iniziato a vedere bene insieme Natsu e Juvia; sapeva che quei due non si erano mai parlati per più di venti secondi e che Natsu era un po’ seccato da Juvia per via del modo in cui si accollava ossessivamente a Gray, però per qualche motivo aveva iniziato a credere che potessero formare una bella coppia.
Ecco, Mirajane credeva che fra quei due potesse esserci chimica. In fondo avevano caratteri estremamente simili sotto molti aspetti e, se si fossero presi il tempo di conoscersi, sicuramente avrebbero trovato nell’altro qualcuno a cui fare riferimento. Era certa che potessero innamorarsi e, pertanto, aveva deciso di divertirsi un po’ e dare una mano alla sorte.
Mirajane decise che avrebbe parlato a Natsu di un lavoro per cui erano stati richiesti due maghi e ovviamente non avrebbero dovuto essere due maghi qualunque, bensì un mago del fuoco e uno dell’acqua. Essendo Juvia l’unica maga d’acqua della Gilda, Mirajane sapeva che Natsu le avrebbe chiesto subito di andare con lui. L’unica incognita era se Juvia avrebbe o meno accettato la proposta.
-Mira-san? -.
La voce flebile di Juvia la riportò con i piedi per terra :-Ah, perdonami… Ero con la testa per aria, hai detto qualcosa?-
-Juvia credeva che Gray fosse la sua anima gemella…- mormorò tristemente la maga dell’acqua.
-Non so, fra voi non c’è chimica… Il ghiaccio imprigiona l’acqua, non le permette di esprimersi… Ci hai mai pensato? -.
-Mai in questi termini, Juvia crede invece che acqua e ghiaccio siano due facce della stessa medaglia- disse la ragazza.
Mirajane chiuse gli occhi per un attimo, doveva ricordarsi che costringere le persone a pensarla come lei era una cosa sbagliata.
-Credo che dovresti lasciarti la possibilità di scoprire nuove realtà- asserì Mirajane.
Juvia si strinse nelle spalle, non sapeva che cosa rispondere e comunque era già stanca di quella conversazione. Non voleva lasciare andare Gray ma sapeva di doverlo fare, per il suo bene e per quello di lui. Dopotutto, non c’erano più possibilità di iniziare un qualsiasi tipo di relazione che non fosse semplicemente amicale, quindi che senso aveva incaponirsi? Eppure, anche se si diceva questo, non riusciva a immaginare come potesse essere la sua vita senza la sua ossessione per Gray.
Juvia si era sempre conosciuta in funzione del suo amore per Gray. Era stato un’ancora di salvataggio dopo il cambiamento a Fairy Tail e, in un certo senso, lasciarlo andare sarebbe stato come lasciare andare l’unica parte di sé che le era nota, almeno della nuova Juvia post-Fairy Tail.
Non sapeva quale sarebbe stata la sua nuova identità a partire da quel momento. Era passata dall’essere la temibile “Donna della Pioggia” a Phantom Lord all’essere una maga di Fairy Tail ossessionata da uno che non se la fila. Ora cosa sarebbe stata? Forse Mirajane aveva ragione, forse avrebbe dovuto spronarsi a vivere nuove esperienze…
Dal canto suo, Mirajane sapeva di aver insinuato il seme del dubbio nell’inconscio di Juvia e questo le bastava. Era sufficiente una piccola spinta e sapeva che avrebbe accettato quel lavoro con Natsu. La demone era molto fiera di sé e del suo piano ingegnoso, nessuno si sarebbe mai reso conto del suo intento e, sicuramente, non i due diretti interessati.
-Juvia andrà a prendere una boccata d’aria- mormorò la maga dell’acqua, alzandosi dallo sgabello.
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La maga dell’acqua uscì dalla Gilda e si posizionò in cortile, c’era una panchina che le piaceva particolarmente sotto l’ombra di un ciliegio. C’era sempre un profumo delizioso in quell’angolino e Juvia aveva imparato a vederlo come una piccola oasi di pace in cui riflettere.
Non aveva nulla di specifico a cui pensare, ogni cosa era confusionaria e ciclica nella sua mente ora e non aveva spazio per pensare ad altro che non fosse se stessa. Egoistico come pensiero ma del tutto necessario nella sua attuale situazione. Lasciare andare Gray non sarebbe stato affatto semplice e iniziava a capirlo in quel momento, con il desiderio di correre da lui che stava cercando di reprimere.
Era come uno stiramento alla bocca dello stomaco, la necessità di alzarsi e andare da lui anche solo per guardarlo. Sapeva però che questo non l’avrebbe condotta a nulla, era stato lui a rifiutarla un’ennesima volta con i suoi comportamenti e reiterare quel tipo di interazione sarebbe stato doloroso solo per lei.
Si sentiva come se stesse affondando nelle sabbie mobili e non avesse nessun appiglio per salvarsi.
-Cosa ci fai qui tutta sola? -.
Juvia alzò la testa che, senza che se ne rendesse conto, aveva abbassato e stretto tra le mani. Doveva sembrare proprio una disperata in quel momento…
-Natsu-san…-
-Mirajane mi ha detto di venire a cercarti- disse Natsu con un sorriso smagliante in volto.
-Mh? Cercare Juvia? Come mai? -.
-Le hanno appena girato un lavoro per cui sono richiesti due maghi elementali. Acqua e fuoco. Tu sei l’unica maga dell’acqua che conosco…-
-Ah, e quindi hai pensato di chiedere a Juvia… Ha senso. Che tipo di lavoro è?- chiese incuriosita.
-Non lo so ancora, Mira mi ha prima detto di venire a chiederti se eri d’accordo-.
Juvia rimase in silenzio per un attimo, uno strano presentimento che aleggiava nella sua mente.
-Sai, non ho mai avuto modo di vederti lottare. Potrebbe essere interessante, Erza dice che sei molto forte- proseguì Natsu, il suo sorriso sempre presente sulle labbra.
Juvia arrossì d’istinto, era talmente timida che quando le facevano un complimento non sapeva mai se accettarlo o sminuirsi. Ma forse non era timidezza, forse era più insicurezza la sua.  
-Potrebbe essere divertente- suggerì Juvia :-Ma Juvia capirebbe se Natsu-san non avesse voglia di fare una missione con lei-.
-Ma ti ho appena detto di sì- esclamò lui.
-Natsu-san non è costretto a essere gentile con Juvia, Juvia sa che Mira-san ha costretto Natsu-san. Mira-san è preoccupata per Juvia… Teme che Juvia non si faccia degli amici-.
-Chiariamo una cosa, sì? Nessuno mi ha costretto a fare nulla, Mira mi ha solo detto che poteva essere una buona idea andare insieme. Stop-.
-Natsu-san avrebbe mai chiesto a Juvia se Mira-san non glielo avesse suggerito? -.
Juvia sapeva di aver punto nel vivo perché l’espressione di Natsu cambiò, ora i suoi occhi avevano uno sguardo colpevole. Juvia non intendeva accusarlo, dal suo punto di vista non aveva fatto nulla di male. Dopotutto loro non si parlavano quasi mai ed era perfettamente comprensibile che non avesse pensato immediatamente a lei.
-No, o meglio, non subito. Il fatto è che io e te non parliamo molto e se devo essere sincero ci sono alcuni tuoi comportamenti che faccio fatica a digerire, questo però non significa che non mi interessi conoscerti o fare amicizia con te-.
Juvia sgranò gli occhi, era stato molto sincero e diretto con lei e non ci era abituata. O meglio, nessuno era così diretto con lei al di fuori di Gajeel.
-Juvia immagina che il suo correre costantemente dietro a Gray debba essere noioso per Natsu-san-.
Natsu annuì :-A volte è fastidioso, però non posso dire di non capirlo…-
Juvia sorrise appena, quasi come se si vergognasse di quel lato di sé :-Juvia è pronta a dire addio a Gray… Inutile perseverare-.
Natsu sollevò un sopracciglio :-Credevo che le cose fra voi due stessero andando a gonfie vele- le fece cenno di spostarsi un po’ in modo da sedersi affianco a lei, Juvia si scostò per permetterglielo.
-Anche Juvia lo credeva- mormorò :-Poi però Gray ha iniziato ad evitare Juvia… Juvia non sa nemmeno perché te lo sta raccontando-.
Natsu notò che la maga stava asciugandosi una lacrima solitaria che le era scivolata lungo la guancia pallida. Non disse nulla.
-Mi fa piacere conversare con te, ho sempre pensato che fossi interessante-.
-Natsu-san lo dice solo per gentilezza- sospirò lei.
-No, e smettila di dire che faccio le cose tanto per farle. Non è nel mio stile- disse lui.
I due maghi rimasero per un po’ fuori a parlare, Natsu ascoltò Juvia con attenzione e la supportò tantissimo nella scelta di lasciar perdere Gray. Le disse che non aveva idea del perché lui stesse scappando, o meglio, sapeva che c’era un motivo ma credeva fosse superato ormai. Gray gli aveva confessato che avrebbe tentato di avere una relazione con Juvia solo quando sarebbe stato in grado di proteggerla. Natsu pensava fosse un motivo stupido per allontanare qualcuno.
I due si misero infine d’accordo per accettare quel lavoro, Natsu era particolarmente entusiasta all’idea di farsi una nuova amica e Juvia iniziava a credere che sarebbe stato possibile andare d’accordo con Natsu e iniziare a costruire le basi di una nuova vita.
Il fuoco di Natsu le avrebbe fatto bene e forse lei avrebbe fatto bene a lui. I loro elementi erano opposti e si annullavano l’un l’altro ma se avessero trovato un buon equilibrio, Juvia era certa che sarebbero riusciti ad instaurare una bellissima amicizia. Chissà?
   
 
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