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Autore: BluCamelia    10/03/2024    0 recensioni
(Fanfiction sulla Fondazione.) Era dei Mercanti. I doganieri del pianeta Nyniv segnalano come personaggi sospetti due mercanti provenienti dall'estrema periferia. Melanna Liù, maggiore delle forze di sicurezza, cerca di scoprire il loro segreto con le buone e con le cattive, e soprattutto con la sua specialità, la lettura del linguaggio corporeo. Suo malgrado si ritroverà invischiata in una rete di bugie e rivelazioni sempre più assurde.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zak aveva raccontato la storia a Melanna, in modo un po' abbreviato e senza soffermarsi su particolari che avrebbe potuto apprezzare solo un auroriano, come le discussioni sulle Tre Leggi.

«Mi dispiace di averti trattato con disprezzo. In realtà sei l'uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto. Neanche Morok il pirata si butterebbe tra le braccia dei suoi peggiori nemici con pochissime informazioni e una copertura così esile.»

«Grazie» disse Zak, freddamente. Non considerava la sua fuga da Aurora come un atto di coraggio. Se ti svegli in una bara aperta ti affretti a uscirne prima che qualcuno inchiodi il coperchio, non ti fermi a pensare a quali pericoli ti attendano all'esterno.

«Cosa farai adesso?»

«Per prima cosa devo recarmi in città... hai detto che si chiama Carinni? Per vendere dei gioielli. Ho la nave piena di provviste, scorte mediche e merci, ma non ho neanche un credito dei vostri.» Sorrise. «Un altro elemento sospetto, eh? Mi chiedo come l'avresti inserito nel puzzle, se l'avessi saputo.»

«Già. A proposito di puzzle, povero Izan. Posso raccontargli tutto? Se lo merita.»

Zak alzò le spalle. «Se mi assicuri che non ci saranno conseguenze...»

«Tranquillo, dimentichi che sei ospite speciale del re di Nyniv. A questo proposito mi è venuta un'idea. Come membro delle forze di sicurezza costretto a portare la divisa in questo caldo ti assicuro che mi piacerebbe molto se fosse fatta di tessuto termoregolato. Se fai un buon prezzo il governo potrebbe essere interessato. Posso procurarti un colloquio con l'ufficio che se ne occupa.»

«Oh, magnifica idea, grazie!»

«Ma che lavoro facevi su Aurora? Certo non vendevi questi vestiti.»

«No, ero uno stilista. Abiti e arredamento. Posso anche disegnarvi le nuove divise, se servisse.» E anche un nuovo stemma, pensò, ma aveva paura che suonasse come lesa maestà.

«Stilista? Non credo che ce ne siano su Nyniv. Potresti fare fortuna.»

«Grazie della fiducia, ma volevo viaggiare e Nyniv è il primo pianeta che vedo dopo Aurora. Non ho ancora deciso se dopo aver concluso i miei affari mi fermerò qui.»

«Capisco. Be', ora devo andare. Voi due siete al sicuro ormai, potete tornare allo spazioporto e alloggiare nella vostra nave. O andare in città, vendere i gioielli e pagarvi un albergo. O quello che vi pare. Ci sentiamo.» Fece un veloce cenno di saluto e si allontanò.

«Grazie, accettiamo il passaggio in città, visto che siamo senza soldi» disse Zak, ironico.

«Devi ammettere che sei stato un po' freddo con lei. Stai cambiando idea?» commentò Alvan.

«Sinceramente da quando il pericolo è passato ci sto ripensando. Pensa che inferno frequentare una donna che ti legge il linguaggio corporeo.»

«A parte il fatto che le sue capacità calano drasticamente quando è coinvolta a livello personale, ho notato che stai imparando a manipolarla, facendo affermazioni tecnicamente vere ma che conducono a conclusioni sbagliate.»

«Di che stai parlando?»

«Come quando hai detto che ti aspetti di vivere tredici decadi. Lei l'ha interpretato come una durata globale di centotrent'anni, non sa che ne hai già centosettanta e ti aspetti di arrivare a trecento.»

«Già. Se dico la verità c'è il pericolo che le mie scorte mediche diventino troppo attraenti, o addirittura di finire vivisezionato. Ma se permetti un rapporto basato su questi trucchi sarebbe un po' faticoso! E poi, perché stai caldeggiando una relazione tra me e Melanna? È perché viaggiando correrei maggiori rischi che rimanendo su Nyniv, vero?»

«Anche se nessuno ti prenderà di mira in quanto Spaziale, sì, la Galassia sta diventando un posto pericoloso, e temo che la protezione che potrei fornirti da solo sarebbe insufficiente.»

«Luci del nord, un robot pigro! Sarà, ma fammi un favore, stai alla larga dalla mia vita sentimentale. Hai già fatto abbastanza danni con Zabella.»


***


Melanna aveva chiamato Izan e gli aveva raccontato tutto. Il vecchio non aveva mai sentito parlare degli Spaziali o del Blocco, ma era quasi svenuto sentendo la parola 'robot'.

«Lisser è un robot? Un vero robot? Liù, ricordati che non si dicono le bugie! Mi prendi in giro? Un vero robot!»

Melanna aveva sbuffato. «Ti prometto che te lo farò conoscere al più presto.» Si era bloccata. La promessa sottintendeva un proseguimento del suo rapporto con Zak di cui non era affatto sicura. «Ma non c'è bisogno di eccitarsi tanto, ti assicuro che sembra una persona normalissima.»

Ne aveva approfittato per farsi spiegare che accidenti fosse un robot, perché sinceramente non l'aveva ancora capito, ma ne era uscita più confusa di prima. Aveva capito che erano 'esseri umani artificiali' (DNA sintetico? Allevati in provetta?) progettati per essere più forti e capaci degli uomini, ma con Tre Leggi codificate nel loro cervello in modo che non potessero ribellarsi ai loro padroni. Venne anche a sapere che la loro sola presenza minava le società umane e che aveva provocato infiniti dibattiti etici e forse una guerra. Melanna non ne fu sorpresa. Dalla storia imperiale sapeva che la schiavitù provoca la corruzione della civiltà, oltre a essere moralmente ripugnante.

Era proprio assorta in questi pensieri quando qualcuno suonò alla porta. Con sua grande sorpresa si trovò davanti Lisser.

«Puoi andare in giro da solo senza il tuo padrone?» gli aveva chiesto, sarcastica.

«Certo, a meno che la mia assenza non lo metta in pericolo. Ma Zak è perfettamente al sicuro nella cabina della nostra nave e sta dormendo.» Melanna notò che non aveva obiettato alla parola 'padrone'. «Hai ricevuto un premio?»

«Come?»

«Quella croce che porti all'orecchio...»

Melanna si toccò il nuovo piercing. «Ah, la spada. Sì, lo storditore miniaturizzato ha avuto un gran successo. Ma siediti pure, Lisser. A cosa devo questo piacere inaspettato?»

Lisser sedette. «Chiamami Alvan. Volevo assicurarmi che non interpretassi male il comportamento di Zak.»

«No, per favore, queste cose me le dovrebbe dire lui faccia a faccia.»

«Naturalmente. Ma qui c'è l'ostacolo di un contesto culturale che per Zak è scontato e per te è sconosciuto. Forse posso chiarire il problema grazie alla mia posizione neutrale.»

Melanna strinse le labbra. Certe volte il gergo pedante di Alvan la irritava da morire. «Puoi spiegarti meglio?»

«I tuoi apprezzamenti meno che positivi hanno ferito profondamente l'ego di Zak. Avrebbero infastidito anche un cittadino dell'Impero, ma devi capire che per lui è stato uno shock. Vedi, è abituato a considerarsi quanto di meglio offrisse il pianeta Aurora: il più attivo, curioso, audace...»

Melanna, che era rimasta in piedi, si mise le mani sui fianchi e sorrise sarcastica. «Era anche il più bello, per caso? Per la Galassia, che posto miserabile dev'essere Aurora!»

«...per questo, vedi, è come se fosse diviso in due. Ti ammira molto, ma è offeso e pensa che sarebbe umiliante frequentare una donna che lo vede come un dodicenne imbelle.»

«Gli ho detto che è l'uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto, che vuole di più? Comunque se volevi fargli un favore temo che tu abbia ottenuto l'effetto contrario. L'ultima conversazione del genere l'ho avuta quando avevo quindici anni! »

«Volevo solo che prendessi in considerazione questo punto e ci pensassi, prima di metterci una pietra sopra. Ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso.»

   
 
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