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Autore: Allen Glassred    20/03/2024    0 recensioni
CONTINUO DELLA DICIOTTESIMA LUNA.
Sono trascorsi vent'anni dalla sconfitta di Vincent e Dominique. La pace sembra essere tornata a Veritas, tuttavia una nuova minaccia incombe: qualcuno vorrebbe appropriarsi dei Pilastri demoniaci e ricreare un mondo nuovo, mentre dei vecchi nemici faranno la loro ricomparsa più spietati che mai. La maledizione del re pazzo progredisce, colpendo uno dei figli maschi di Vanitas ed Ivy e portandolo alla morte: riusciranno il re e la regina zaffiro a convincere gli altri Re ad aiutarli ed a creare in tempo l'antidoto per salvarlo? Riusciranno, dopo molti anni, a perdonare loro padre? Quale sarà la verità che Kaname Hikari deciderà finalmente di rivelare? Seguitemi per la risposta a questa e molte altre domande! Trovate la prima parte della diciottesima luna nel profilo.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Luna Hikari rientra a palazzo decisamente furiosa, dietro di lei il fratello. “ Luna! “. La chiama, ma lei non gli da alcuna risposta: butta malamente il mantello su una poltrona adiacente, sollevando lievemente il suo lungo abito blu e dirigendosi alle scale. “ Luna! Ti vuoi fermare?! “. La chiama ancora una volta il minore, mentre a quell’ennesimo richiamo la ragazza pare infuriarsi.

 

“ Vai a quel paese! “. Grida furiosa la principessa, mentre entra nella propria stanza seguita dal fratello. “ Esci dalla mia stanza! Ora! “. Fa poi la bionda, mentre l’altro scuote il capo con enfasi.


“ Eh no cara mia! Io non me ne vado! “. Si irrita, mentre la sorella lo guarda scandalizzata. “ Cos’è?! Difendi quel bellimbusto?! “. Chiede poi, mentre la maggiore lo guarda decisamente furente, i suoi occhi si iniettano di un’intensa luce blu ed il pavimento ghiaccia istantaneamente.

 

“ Quel bellimbusto?! Quel bellimbusto come lo chiami tu, che tu stesso hai aggredito! Senza una ragione, per di più! “. Continua la sfuriata la Principessa, mentre d’altro canto il principe la osserva a sua volta alterato, dando un forte pugno al muro e ghiacciando parzialmente la parete.

 

“ Solo il fatto che sia figlio di Dominique è una ragione sufficiente! Io non voglio che quell’uomo ti si avvicini, ti è chiaro ora?! Non voglio che si avvicini né a te né al resto della famiglia! E quel suo tono arrogante mi ha decisamente dato sui nervi! Non l’ho aggredito senza motivo, lui ha cercato la rissa con me! Anche senza muovere le mani! “. Continua, mentre alcune lacrime di frustrazione bagnano gli occhi di lei.

 

“ Ma se nemmeno lo conosci! Lo avrai visto si e no una volta! Che diavolo di problemi hai?! “. Impreca nuovamente la bionda, stanca di quell’atteggiamento a suo dire del tutto insensato da parte del fratello. “ Solo perché è figlio di un bastardo traditore, non significa che lo sia anche lui! Anche Fukiko è figlia di quel mostro, ma non mi pare tu la tratti con tanto disprezzo! “. Continua lo sfogo la fanciulla, mentre il fratello la interrompe se possibile ancor più bruscamente di prima.

 

“ Ma non è questo il punto! “. Grida, respirando lievemente affannosamente. “ E va bene! Non è solo perché è figlio di Dominique! Cioè, questo mi da fastidio ma non è… “. Si ferma: il respiro si fa sempre più irregolare. Di questo si accorge, ovviamente, anche Luna: immediatamente decide di accantonare il diverbio con il fratello, precipitandosi al suo fianco e mentre i suoi occhi tornano normali: ha capito benissimo che il malore di Kevin è serio e che non c’è tempo da perdere in diverbi che in questo istante, divengono di poco conto.

 

“ Kevin! Kevin, che ti prende?! “. Chiede allarmata, vedendolo impallidire più del normale e mentre il fratello si sente sempre più male e debole: le mani e le gambe tremano, tanto da faticare persino a reggersi in piedi. In oltre il respiro è quasi mozzato, le sue zanne sono bene in vista ed i suoi occhi sono iniettati di un’intensa luce blu. Ha un intenso dolore al polso, ma non ne capisce la ragione: tutto quello che sa è che gli sembra che il ghiaccio stesso stia ustionando la sua pelle dall’interno, la sensazione è davvero terribile mentre allo stesso tempo inizia a sudare freddo.

 

“ Maledizione! “. Impreca solamente l’erede di Ivy e Vanitas, mentre anche la gola inizia a fargli male o meglio, a bruciare: è come se avesse ingoiato del fuoco puro, contrastando con la sensazione che prova sul braccio e mentre allo stesso tempo sembra quasi che la sua saliva sia stata prosciugata.

 

“ Fa male! Fa male! “. Grida il giovane erede, stando talmente male da piangere quasi involontariamente, mentre la sorella lo accarezza senza più sapere come calmarlo: deve essere la prima volta che lo vede in quello stato e, d’altro canto, anche per Kevin dev’essere la prima volta che si sente così male. O se gli è successo lo ha nascosto al resto della famiglia, ma stavolta non ha proprio potuto evitarlo. Luna inizia ad agitarsi: si guarda nervosamente intorno, in modo quasi frenetico e quasi come fosse alla ricerca di qualcosa, una cosa qualsiasi che possa aiutarla a far stare un po' meglio il minore. Ma sa, dentro di sé, che quella è una vana ricerca: nessun oggetto presente nella stanza può far stare meglio Kevin in qualche modo.

 

“ Che cosa faccio?! Che cosa posso fare?! Dimmelo! “. Continua la maggiore, piangendo a sua volta e sentendosi dannatamente impotente: detesta vedere suo fratello in quelle condizioni, tuttavia non sa davvero come fare per aiutarlo e risolvere la situazione. “ Kevin… “. Sussurra solamente, per poi pensarci un istante e cercando di rimanere lucida: se si farà prendere dal panico anche lei pensa, sarà davvero la fine per entrambi e non sarà certamente utile al fratello! No, pensa la bionda: non deve agitarsi, deve rimanere lucida e razionale, anche se la situazione non è certo semplice da gestire. La ragione le direbbe di chiamare la madre o i fratelli, ma l’istinto le dice di fare ben altro, come se sapesse che non c’è tempo nemmeno per avvertire qualcuno, che ogni momento è prezioso. “ Un momento… “. Mormora solamente la primogenita di Ivy e Vanitas, riflettendo un istante su una cosa. “ Mi ricordo una cosa che mi diceva sempre la mamma, che cosa faceva quando doveva calmare papà, colpito dalla maledizione del re pazzo… “. Mormora solamente, mentre i loro sguardi si incontrano per un momento, quello del fratello decisamente stranito mentre quello di lei determinato e più sicuro. “ Ma si, certo! Ora so che cosa devo fare! “. Fa, giungendo alla sola conclusione possibile. Poi la giovane agisce: slaccia i bottoni del proprio coprispalle, che getta a terra lasciando così scoperto completamente il collo, portando i capelli dal lato opposto e guardando intensamente l’altro. “ Bevi! “. Sentenzia. Una parola: una sola parola che ha il potere di far avvampare Kevin.


“ No! Non lo farei mai, sei mia sorella e… “. Ma lei lo attira a sé, ferendosi il collo con un’unghia e facendosi così sanguinare, ben sapendo che a questo gesto lui non potrà mantenere a lungo il sangue freddo.

 

“ Come se la parentela costituisse un problema, per quelli come noi “. Sussurra la ragazza per poi osservare con la coda dell’occhio il minore, i cui occhi brillano ora della luce della luna degli Hikari. “ Bevi, ora! “. Fa semplicemente la bionda, mentre lui non riesce più a controllarsi: solo percependo l’odore del sangue di Luna, il suo autocontrollo se ne va decisamente a puttane. Lecca lentamente il collo di lei, provocandole una sensazione dl tutto nuova e facendole sfuggire un lieve sospiro di approvazione. Normalmente questo avrebbe imbarazzato da morire entrambi, tuttavia ora non è così: ora pensa Kevin, tutto ciò che desidera è bere quel sangue così prelibato ed unico.

 

“ Sei sicura…? Sai bene che un morso è un legame più intenso di un legame sessuale… sei sicura di volerlo? “. Chiede nel suo ultimo attimo di lucidità, prima che il suo lume della ragione venga definitivamente offuscato e mentre lei annuisce, sicura.

 

“ Non sono mai stata più convinta che come in questo momento: bevi. È quello che voglio, Kevin. Voglio donarti il mio sangue, voglio farti sentire meglio “. Sentenzia e, a quella rassicurazione lui non ha più dubbi: affonda le zanne affilate nel collo di lei, provocandole un intenso gemito di dolore misto piacere e facendola arrossire vistosamente, mentre istintivamente lui la spinge all’indietro e mentre, d’altro canto, lei lo asseconda ed indietreggia fino al letto, su cui di lì a poco entrambi cadono. Sempre seguendo l’istinto, la principessa porta una mano tra i capelli del minore, sui quali stringe lievemente la presa e mentre le sue guance si tingono di un rosso intenso. “ K… Kevin… “. Mormora solamente, mentre lui la guarda con la coda dell’occhio seppur stia ancora bevendo il suo sangue. “ Voglio che quando hai sete, tu ti rivolga solo a me. Soltanto a me, hai capito? “. Sentenzia perentoria la primogenita di Ivy e Vanitas, non avendo idea che anni prima anche suo padre abbia pronunciato le stesse parole, durante una delle prime volte in cui Ivy bevve il suo sangue e mentre in risposta lui affonda maggiormente le zanne, continuando a bere fino a quando la sete non si placa e, in un momento, staccandosi dalla sorella per poi ribaltare rapidamente la situazione: ora è lei a trovarsi sopra di lui, con gli occhi iniettati di un’intensa luce blu: non ha perduto una quantità eccessiva di sangue, dev’essere ben altro ad aver acceso in lei il desiderio intenso di sangue.

 

“ Anche tu, dovrai rivolgerti solo a me quando avrai sete. È chiaro? “. Fa semplicemente il corvino, non sapendo che è la stessa risposta che sua madre diede quello stesso giorno e mentre Luna rimane rossa in viso e respira irregolarmente, ma non certamente per un malore. “ E se ora hai sete… “. Non finisce la frase: la sorella quasi gli strappa la camicia di dosso, per poi scoprire il suo collo e leccandolo lentamente.

 

“ Ora, dammi da bere… “. Mormora solamente la bionda e, senza nemmeno chiedergli se ne sia sicuro o meno, come se già avesse ricevuto il suo consenso, affondando a sua volta le zanne nel collo di Kevin. Che a quel gesto, parrebbe essere tutt’altro che dispiaciuto, anzi: deve portare una mano alla bocca per evitare di emettere un qualsiasi tipo di suono, mentre la mano libera afferra con forza l’abito della sorella e stringe forte la presa su di esso, quasi a volerglielo strappare via a sua volta. Lo sanno entrambi: forse questa situazione, evolverà in ben altro che dei semplici morsi.

 

Ivy sente un forte odore di sangue, un odore del tutto nuovo pensa. “ Ma chi…? “. Mormora solamente, per poi sorridere lievemente. “ Ohoh… adesso ho capito… “. Fa solamente la regina, ridendo tra sé e sé e capendo cosa dev’essere successo.

 

“ Dopotutto, sarebbe stato così anche tra te e Vanitas se non foste cresciuti separati “. Sentenzia una seconda voce femminile, che Ivy riconosce immediatamente. “ Ciao, Ivy “. La saluta colei che non è altre che Rosina. La nobildonna sorride leggermente, mentre sia lei che Ivy si danno un bacio sulla guancia.

 

“ Rosina, che bello vedervi “. Fa semplicemente la corvina, per poi annuire leggermente. “ Voi dite? Anche per me e Vanitas sarebbe stato così? “. Chiede, riflettendo un istante e mentre la matrigna annuisce sicura.

 

“ Ma certo: sono sicura che sarebbe capitato anche prima, tra voi due “. Ridacchia un po', facendo avvampare Ivy e proseguendo la frase di lì a poco. “ Oh! A quanto pare anche per Kevin e Luna è giunto il momento di provare questa esperienza… “. Lascia la frase a metà, mentre Ivy annuisce lievemente. “ Sei preoccupata? “. Chiede poi l’altra donna, mentre lei scuote il capo.

 

“ Oh, no! Sono felice che sia successo, solo.. beh ecco, io li vedo sempre come i miei bambini, soprattutto Kevin. In oltre… “. Mormora, per poi riflettere un istante. “ … cosa dirà Vanitas, quando saprà che la sua bambina non è più tale? “. Chiede, mentre entrambe fanno un’espressione perplessa nell’immaginare come reagirà Vanitas, quando scoprirà dello scambio di sangue tra Luna e Kevin.


“ Ehm… glielo diremo al momento opportuno, che dici? “. Fa solamente la matrigna, trovando poi il consenso della figliastra: se Vanitas non si è ancora accorto di nulla pensano, sarà meglio tenerlo all’oscuro ancora per un po'.

 

Anche Dante fa un incontro di lì a poco: notando chi si trova davanti, il maggiordomo fa un inchino rispettoso. “ Oh! Salve, Dante “. Lo chiama Vanitas, mentre l’altro lo osserva qualche istante e solo in seguito prende parola.

 

“ Vanitas, Ivar! È bello vedervi “. Fa, come fossero anni che non vedeva il principe ed il suo re ma, nella realtà dei fatti, vivono nello stesso palazzo.

 

“ Dante, sembra che non ci vedi da giorni! Guarda che viviamo comunque nello stesso palazzo, eh! “. Lo prende un po' in giro Vanitas, ridendo un po' e mentre l’altro arrossisce lievemente. “ Comunque! È tutto pronto per il ballo? “. chiede poi il giovane re, mentre il maggiordomo annuisce a quella domanda.

 

“ Certamente! Tutto è stato preparato come hai ordinato e le persone nella lista sono state invitate. Anche se… “. Il maggiordomo non può fare a meno di osservare la lista nelle proprie mani, leggendo quei nomi e sospirando pesantemente. “ Vanitas… “. Fa, mentre il suo re interrompe sul nascere le sue possibili prossime parole, parlando con tono serio e deciso.

 

“ Sto semplicemente ricambiando un gesto, Dante “. Sentenzia, mentre il maggiordomo non può fare a meno di far trasparire la propria disapprovazione per tale “ ricambiare il gesto “. “ Oh andiamo, non guardarmi così! “. Fa poi il corvino, mentre l’arancione scuote il capo ancora una volta.

 

“ Ti dico che è una pessima idea! Una pessima idea! “. Rimarca, mentre il più giovane sbuffa sonoramente, stanco di spiegare all’uomo un concetto che già sa.

 

“ Non accadrà nulla! Saremo ad un ballo, con tantissime persone presenti! Non potrebbe far nulla, nemmeno se lo volesse! Per ciò, ora mettiti tranquillo e va a prepararti per stasera! Tutto dovrà essere perfetto, mi sono spiegato?” . Chiede, sbuffando sonoramente e mentre l’altro scuote il capo con enfasi.

 

“ Con quell’uomo presente, nulla sarà perfetto! Per favore, Vanitas! Cerca di… “. Ma stanco di quel continuo opporsi da parte del più anziano, l’altro lo rimprovera un po' più bruscamente.

 

“ Sei forse diventato sordo? Dante! Ti ho detto di andare a prepararti per il ballo e di non preoccuparti di nulla! Andrà tutto bene! “. Tuona, mentre l’altro sospira pesantemente, rassegnandosi: darà ascolto al suo re, ma nulla gli vieterà di tenere non uno ma entrambi gli occhi più che aperti, in caso dovesse capitare qualcosa di spiacevole. Perché con quell’uomo presente, pensa, tutto può essere possibile.

 

A Sabrie, nello stesso istante.

 

Anche il principe Tristàn non parrebbe stare troppo bene: è piuttosto pallido ed una forte nausea non pare volerlo abbandonare. Suo padre lo osserva per qualche istante, posando una mano sulla sua fronte. “ Non hai febbre… “. Mormora solamente. Poi riflette: se il figlio non ha febbre pensa, cosa può essere successo per ridurlo in quello stato? La risposta tuttavia, gli arriva quasi spontanea. “ Che voi siate maledetto… “. Mormora solamente, stringendo lievemente i pugni ed intuendo cosa sia in realtà il possibile male che affligge suo figlio, una collera sempre crescente fa tingere per un istante i suoi occhi di rubino, per poi tornare nuovamente normali e mentre l’altro corvino volge lo sguardo verso di lui, un po' preoccupato: avverte lo scorrere del sangue di suo padre e sa benissimo che è infuriato, tuttavia non ne capisce l’esatta ragione. Sa per certo che non ce l’ha con lui, ma allora a chi è rivolta pensa, l’ira del re rubino? Comunque, in questo momento non osa chiederglielo: l’ultima cosa di cui ha bisogno pensa, è far infuriare suo padre.


“ Padre, che vi prende? “. Chiede solamente l’erede maggiore di Ace ed Alexis quasi in un sussurro, mentre suo padre scuote lievemente il capo e d’altro canto il figlio prosegue la frase di lì a poco: ora pensa, oltre alla collera avverte anche la preoccupazione di Ace per il suo stato di salute. Certo, gli dispiace che suo padre sia in pensiero ma al tempo stesso non può fare a meno di sorridere lievemente, capendo quanto gli importi di lui. “ State tranquillo: verrò comunque, stasera. Non deluderò le vostre aspettative, vedrete che… “. Fa per proseguire il principe, pensando che suo padre sia contrariato perché crede che quella sera lui non potrà presenziare ad un particolare quanto importante evento. Ma suo padre quasi lo fulmina con lo sguardo, per poi avvicinarsi lentamente a lui e puntando il suo sguardo oceano in quello gemello al suo del figlio.

 

“ Ma che vuoi che mi importi di stasera?! Tristàn… “. Mormora solamente, avvicinandosi al suo primogenito e posandogli una mano sul viso: è un tocco bollente, come se il suo stesso corpo fosse fatto di fuoco ma tuttavia, non ustionasse minimamente il principe di Sabrie. “ Tu sei mio figlio, capisci? Ho rischiato di perderti una volta, quando ti abbandonai dopo la presunta morte di tua madre. Ma ora che ci siamo ritrovati… “. Non finisce la frase, mentre il figlio lo osserva un momento da prima sorpreso: crede sia una delle prime volte in tutto quel tempo, che suo padre mostra le sue reali emozioni così apertamente e di fronte a qualcun altro. Poi accarezza a sua volta il viso di suo padre, abbozzando un sorriso e tentando di rassicurarlo.

 

“ Ma ora siamo uniti “. Mormora, mentre Ace parrebbe essere tutt’altro che tranquillizzato da tali parole. “ Siamo uniti e più nessuno ci dividerà. Non lo permetteremo, né ad anima viva… “. E fa una pausa, il suo sguardo calamitato da quello di suo padre, incatenato ad esso senza mai distoglierlo, per nessun motivo. “ ...né ai defunti “. Precisa, terminando quella frase e mentre Ace annuisce, essendo tuttavia decisamente poco convinto: non dubita delle parole e della determinazione del figlio, dubita solo che possa competere con… i suoi pensieri vengono immediatamente interrotti dalla voce del suo primogenito. “ Presto starò meglio e finalmente, potrò accompagnarvi ad un evento importante: per me ed Emilia sarà un’occasione speciale! È la prima volta che debuttiamo in società in un regno che non è il nostro “. Fa, mentre finalmente suo padre abbozza un lievissimo sorriso e decidendo di cambiare discorso, allentando così la tensione che si era venuta a creare.

 

“ Non vorrei essere nei panni di tua madre, quando dirà ai gemelli ed a Konstantin che loro non possono venire “. Fa, pensando a come abbia deciso di non portare con sé i figli minori all’evento che si svolgerà la sera stessa ed a cui tutta la famiglia reale è stata invitata. Di questo il suo erede è rimasto decisamente colpito e, di lì a poco decide di fargli qualche domanda.

 

“ Ma perché no? “. Chiede solamente, per poi proseguire di lì a poco. “ Insomma, Konstantin è ormai adulto ed anche i gemelli sono abbastanza grandi per partecipare. Allora…? “. Chiede, ma a quelle domande che tuttavia in parte si aspettava e trova anzi legittime, Ace si limita a scuotere il capo.

 

“ Perchè non si sa mai cosa possa succedere, stanotte. Per quello che ne so, questo potrebbe essere un tranello: tu ed Emilia siete in grado di contrastare un nemico, ed in ogni caso io e tua madre potremmo intervenire per difendervi, se servisse. Ma Konstantin, Krad ed Hope no, ed io non voglio assolutamente rischiare “. Sentenzia determinato, mentre il figlio annuisce solamente: da un lato desidererebbe maggiori spiegazioni, ma sa anche che chiederle ora sarebbe perfettamente inutile e che suo padre non gliele darebbe, mai. Ma una cosa è certa: vuole tenere al sicuro i suoi figli minori da una cosa che per ora, rimane ignota.

 

Ad Obscuria, nel medesimo istante.

 

Il re ossidiana osserva la sua regina per qualche istante, mentre lei annuisce un paio di volte. “ Credo che anche tu dovresti incontrarla, Kaname… “. Mormora solamente Juliette Knighr Hikari, mentre colui che è il suo re la osserva senza ancora proferire verbo. “ Insomma! È pur sempre tua figlia, non credo ti rifiuterebbe “. Fa, riflettendo: certamente, Ivy potrebbe essere shoccata da un possibile incontro con suo padre e questo non lo mette in dubbio, tuttavia è convinta che non volterebbe mai le spalle a Kaname. “ So che avevate un profondo legame: credo che non si sia mai spezzato. Credo che ora che ha recuperato i ricordi interamente, Ivy avverta nuovamente quel profondo legame con te, esattamente come lo era quello di Vanitas con Luna dopotutto. E credo che dovresti chiarirti con lei, spiegarle la verità “. Continua poi l’argento, trovando il consenso di Antoine.

 

“ Juliette ha ragione, fratello “. Commenta solamente l’altro, mentre lo sguardo di ghiaccio del re ossidiana è ora puntato sul minore. “ Magari, se ti vedesse Ivy sarebbe disposta ad ascoltarti, ad intercedere per te con Vanitas “. Tenta, ma a quelle parole l’altro si innervosisce e, per un singolo istante i suoi occhi si tingono di un nero pece.

 

“ No! “. Fa solamente, mentre l’oscurità si fa opprimente. Così tanto che per un istante mozza persino il fiato della moglie e del fratello, mentre il re recupera lentamente il controllo di sé stesso dopo alcuni istanti. “ No “. Sentenzia nuovamente, per poi proseguire di lì a poco. “ Ivy crede che io abbia fatto uccidere sua madre, mi odia. Per non parlare di Vanitas: dopo tutto quello che è successo tra noi, se ora mio figlio mi vedesse otterrei solo di farmi piantare in corpo la spada di ghiaccio. Ed io non voglio tutto ciò “. Sentenzia. A quelle parole un altro misterioso uomo si fa avanti: fino a quel momento era rimasto nascosto nell’ombra, ma ora ha deciso di parlare.

 

“ Posso dire la mia opinione, maestà? “. Chiede solamente, mentre Kaname si volge di scatto verso di lui: indossa un’alta uniforme militare, dai colori nero ed oro. “ Voi avete paura “. tre parole: tre parole che l’uomo pronuncia, senza nemmeno aspettare il consenso di parlare da parte del sovrano. “ Voi sapete benissimo di aver fatto del male a Vanitas, sapete cosa gli avete fatto. Così come sapete che anche vostra figlia ne è al corrente, per questo non volete mostrarvi a loro. In realtà, voi temete le loro reazioni ed in particolare, quella di Ivy che è la vostra figlia prediletta “. Continua, mentre quelle parole fanno lievemente innervosire Kaname, che nasconde comunque molto bene la sua collera. Il re ossidiana incrocia le braccia al petto, abbastanza nervoso.

 

“ Chi ti ha dato il permesso di parlare? “. chiede solamente e gelidamente, mentre l’altro affronta il suo sguardo senza temerlo minimamente. Certo, una cosa assai rara per un suddito comune, non temere lo sguardo di uno dei quattordici re demoniaci. “ Io non temo niente e nessuno! Io sono la sesta luna maggiore, una delle lune più potenti! Se volessi, potrei oscurare le altre tredici lune in un soffio di Eolo! Ed asserisci che avrei paura di… di due ragazzini in confronto a me?! “. Chiede, mentre d’altro canto l’altro non sembrerebbe turbato minimamente, nemmeno la collera del suo re lo turba né lo spaventa.

 

“ Si: lo dico e lo ripeto, voi avete paura “. Assicura, provocando ulteriore ira da parte dell’altro. “ Sono i vostri figli, maestà: temete il loro giudizio o peggio, il loro rifiuto. E lo temete anche più degli altri re messi insieme, questo ve lo posso garantire “. Continua sicuro, mentre a quelle parole il re nero perde le staffe: un attacco di pura oscurità si abbatte sulla parete, gli occhi del re sono completamente nero pece.


“ Fuori! “. Ordina, stanco di sentire quelle parole e decidendo di porre fine alla discussione quanto prima. “ Vattene fuori, ora! Non mi serve il tuo giudizio, men che meno una predica fa parte tua! Nessuno deve dirmi come gestire il rapporto con i miei figli, o pretendere di sapere come mi sento! Men che meno tu! Mi sono spiegato?! “. Tuona, infuriato e mentre la sua regina gli mette una mano sulla spalla per calmarlo. D’altra parte invece, il giovane militare sogghigna un istante, per poi scuotere il capo.

 

“ La vostra reazione furiosa non fa altro che confermare la mia tesi, maestà. Anche se cercate di negarlo, anche se sbraitate le cose non cambieranno “. Continua freddamente, per poi volgersi ed uscire dalla sala del trono. Juliette afferra la mano chiusa a pugno del marito, cercando di equilibrare il suo potere prima che commetta dei guai irreparabili, anche al loro stesso palazzo.

 

“ Lascia perdere, non ti arrabbiare “. Sussurra, mentre lui riesce a ritrovare la calma solo con il contatto con la sua luna consorte, che gli accarezza il viso con la mano libera. Juliette riflette: non le pare il caso di insistere ulteriormente sulla questione, se Kaname vorrà vedere Ivy o Vanitas stesso pensa, sarà solo lui a decidere il come ed il quando.

 

“ Vedi di tenerlo a bada, Juliette “. Sibila solamente il bruno, i cui occhi ritornano nuovamente normali seppur molto lentamente. “ Altrimenti, ci metterò davvero poco tempo a rispedirlo da dov’è venuto. E stavolta, per sempre “. Precisa, mentre lei annuisce ed in seguito sospira pesantemente, incrociando per un momento lo sguardo con quello di Antoine. Che d’altro canto, non può far altro che sospirare pesantemente ma decidendo, per ora, di non mettere lingua nella discussione o sull’argomento.



Salve a tutti! Eccomi con il tredicesimo capitolo, cosa ne dite? Luna e Kevin litigano, ma lui si sente improvvisamente male. Così la sorella decide di aiutarlo, nel solo modo possibile: dargli il suo sangue. Tuttavia le cose sembrano andare oltre tra i due fratelli. Intanto Dante sembra contrariato, ma da che cosa? Perchè il maggiordomo è così nervoso? Un uomo misterioso fa alterare il re ossidiana e pare che solo Juliette sia in grado di tenerlo " a bada ": di chi si tratterà mai? Seguitemi e lo saprete!
   
 
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