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Autore: crazy lion    22/03/2024    1 recensioni
Ci sono tanti modi per esprimere ciò che si prova nei confronti di
qualcuno: lo si può fare con dei personaggi inseriti all'interno di una
storia, mediante delle parole disposte in versi che formano una poesia,
attraverso la musica, oppure tramite l'arte. È proprio quest'ultima
la modalità in cui ho voluto cimentarmi, dopo tanto tempo che non lo
facevo. Ho provato a disegnare me e il piccolo Tarzan, con un foglio e una penna, anche se sono non vedente. Realizzare questo disegno ha sprigionato in me intense emozioni, che ho racchiuso nei versi del mio componimento.
Disclaimer: il personaggio di Tarzan non mi appartiene, ma è proprietà della Disney. La fanfiction non è a scopo di lucro.
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tarzan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IL MIO DISEGNO
 
Qualche notte fa pensavo a te.
Alla fanfiction che sto scrivendo,
a quanto io abbia tutta la trama in mente,
ma mi sia difficile continuare,
perché al momento sto male
sia nel fisico che nella mente.
 
Così, a un certo punto, mi sono alzata.
Sono scesa in salotto e in cucina sono andata.
Sono non vedente, non ci avevo mai provato prima,
ma in quel momento mi sono sentita creativa.
 
Dovevo sfogarmi, perché volevo sentirti vicino,
Tarzan, oh mio dolce, dolcissimo bambino!
 
Desideravo immaginarti, con la tua solita dolcezza,
con la tenerezza che dimostri e la tua curiosità,
ma farlo in un’altra forma artistica
differente dalla scrittura in prosa o in poesia,
e ora lo sto raccontando in questa composizione mia.
 
Ho preso un blocchetto, uno di quelli su cui si scrivono
appuntamenti, orari o numeri di telefono.
Ho trovato, dopo un po’, una pagina bianca
perché riesco a riconoscere, al tatto,
quali sono scritte e quali no.
 
Ho trovato una penna bellissima
che mio papà ha costruito, da solo,
quando ha fatto il militare, tanti anni fa.
Sapeva di antico ed era perfetta.
 
Mi sono seduta al tavolo, concentrata.
Ho disegnato da sola, senza nulla a guidarmi,
o almeno niente di materiale.
Ma non importava, e sai perché, piccolo mio?
Perché erano la mia mente e il cuore ad accompagnarmi.
 
Ho scartato il primo tentativo,
e poi il secondo, il terzo, il quarto,
finché sono arrivata al decimo.
Ci ho messo un’ora, ma non mi sono mai arresa.
 
Volevo disegnare qualcosa che rappresentasse
l’amore che provo per te,
e la dolcezza che tu sei per me.
Sei il dono più prezioso, nelle mie storie.
 
Cosa c’è di più dolce e puro
di un bambino, a questo mondo?
Te lo dico io: nulla e nessuno.
I bambini sono la gioia della vita. E,
 
anche se sei un personaggio fittizio,
io ti amo, bambino mio.
Altrimenti non scriverei di te,
né in prosa né in poesia.
Altrimenti non avrei fatto e rifatto quel disegno,
nonostante io molto paziente non sia.
 
Ho disegnato una mamma,
che sono io, che rappresento
uno dei personaggi originali delle mie fanfiction.
Non mi importava se fosse Freya o Olimpia.
Era lei ed ero io allo stesso tempo.
 
I capelli lunghi le ricadevano sul viso
in una cascata che immaginavo lucente e castana.
Tu le eri vicino, ti teneva per mano.
 
Sorridevate, felici eravate, perché
insieme vi trovavate.
Tu le stringevi un dito e, a me,
è parso davvero di percepire quel contatto con te.
 
Non ti so descrivere
la gioia che ho provato in quel momento.
Tu eri e sei il mio bambino, la mia felicità.
Mi trasmetti tranquillità e serenità.
 
Ti immaginavo con lo sguardo birichino,
il carattere curioso e vivace
e gli occhi azzurri che si guardavano intorno
attenti, luminosi e dolci,
come due stelle nel cielo splendenti.
 
Eri piccino, nella mia mente avevi sei mesi,
proprio come nel film. E, se prima avevo scartato
tutti gli altri disegni, era stato perché
mi venivano sbilenchi o sbilanciati.
 
Io ero troppo piccola, tu troppo grande.
Non c’era spazio, sotto,
per firmare con il mio nome,
o scrivere ciò che desideravo.
 
Non è stato facile, ma ho perseverato,
perché volevo davvero creare qualcosa di bello,
che per me avesse una grande importanza.
Non ho mai mollato, nemmeno quando
strappavo i fogli e li gettavo nella carta.
 
E alla fine, sai cosa, Tarzan?
Con pazienza e costanza, di notte,
nel silenzio, in tranquillità, ce l’ho fatta.
E sotto ho scritto:
Tarzan e la mamma delle mie fanfiction.
 
Il giorno dopo, quando ho mostrato il disegno ai miei genitori,
mi hanno detto che tu avrai avuto due anni.
Avevi qualcosa intorno e non capivano di cosa si trattasse.
“Un pannolino” ho risposto. “Ma si capisce qualcosa?”
Mi hanno detto di sì e che,
come primo disegno dopo tanto tempo
che non ne facevo, era ben fatto.
 
Soprattutto perché sono non vedente,
e disegnare senza un piano gomma,
ovvero un quaderno con fogli particolari
e uno, spesso, in gomma, su cui si creano
figure che rimangono in rilievo,
per loro era meraviglioso che io l’avessi fatto.
 
Quella notte non ero riuscita a dormire,
perché per la felicità mi batteva forte il cuore.
Ero stata in grado di creare te e me,
ma soprattutto a esprimere l’amore,
quello che ci ha uniti da sempre
e che lo farà, te lo giuro, Tarzan.
tesorino della mamma,
per tutta l’eternità.
 
La mia psicologa ha detto che devo incorniciare questo disegno,
e che non importa se, a volte,
ho sbagliato e ho scritto la m
al posto della n. Può capitare.
E ha ragione anche mia mamma, quando ha dichiarato:
“Non lo sistemerò, perché
l’hai creato tu, ed è giusto
che teniamo il disegno originale.”
 
Oggi lo mostrerò alla mia Educatrice.
Credo che lo incornicerò,
e magari in futuro ne farò altri.
 
Sono felice di averti messo al mondo,
nelle mie due storie, e di averti adottato
in quella che sto scrivendo ormai da mesi.
 
Saremo sempre insieme, Tarzan.
Non ci perderemo mai, te lo prometto.
Saremo uniti per sempre.
Hai capito, amore mio?
Per sempre.
   
 
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