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Autore: BeautyLovegood    23/03/2024    2 recensioni
Ambientata pochi giorni dopo il quarto episodio
Angel Dust torna all'Hazbin Hotel dopo un'altra difficile giornata di lavoro e solo una persona può aiutarlo a ritrovare il sorriso
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Angel Dust, Husk, Porchetta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Angel ci mise quasi un’ora a trovare la forza per alzarsi dal letto sudicio di Valentino, rivestirsi, sistemarsi il trucco sugli occhi gonfi ed uscire dagli studios.

Era molto stanco e dolorante per i colpi ricevuti da Valentino ogni volta che lo penetrava e soprattutto quando, stufo di sentire la sua star piagnucolare, gli tappava la bocca con la mano e lo mordeva sul collo.

Quel giorno, Angel si era dovuto scopare almeno una decina di lupi e fare persino bondage estremo con un toro grande e grosso che gli aveva fatto quasi venire il mal di schiena.

Mentre tornava all’Hazbin Hotel, invece di ammiccare a tutti i demoni che gli facevano i complimenti per il suo corpo da puttanella come faceva di solito, continuava ad accertarsi che il suo cappotto rosa gli coprisse per bene i lividi. Se qualcuno avesse osato sfiorarlo, non avrebbe avuto la forza di fare le sue battute a doppio senso.

Appena entrò nell’hotel, si diresse in camera sua senza salutare nessuno, fatta eccezione per il suo adorato Porchetta, che tenne stretto a sé con le braccia inferiori mentre riempiva la sua vasca personale di acqua calda.

Il maialino notò una grande macchia violacea sul petto soffice del suo padrone e gliela leccò con delicatezza.

“Grazie, piccino mio, solo tu sai come farmi stare meglio”, disse Angel con dolcezza e s’immerse nella vasca. Tirò un sospiro di sollievo e sprofondò nell’acqua calda, nella speranza di svuotare completamente la mente, ma il ricordo di Valentino che lo costringe a tracannare tutto d’un fiato un’intera bottiglia di vodka mentre lui lo sodomizza lascivamente, usando persino i denti affilati, lo fece riemergere per recuperare il fiato.

“Brutto pezzo di merda…”, sussurrò tra i singhiozzi.

Porchetta provò a entrare nella vasca saltando, ma Angel era troppo triste per accorgersi di lui, così uscì dalla stanza e corse fino al bancone del bar.

Husk stava pulendo con fare rassegnato il bancone sporco di sherry rovesciato apposta da Alastor.

“Ahia!”, esclamò il gatto demoniaco dal dolore. Porchetta lo aveva afferrato per la coda con la bocca.

“Che cosa cazzo vuoi, Wurstel? Lasciami andare!”.

Pur offeso dal nome sbagliato, Porchetta usò tutta la sua forza per trascinare Husk fino alla porta della stanza del suo padrone, ignorando gli insulti e i numerosi nomi sbagliati, compreso Bracciola di Merda.

“Giuro che se non mi lasci andare all’istante, ti faccio arrosto e…”.

I versi disperati di Angel arrivarono finalmente alle orecchie pelose di Husk.

“Oh, ma che cazzo…”, commentò scocciato ma anche preoccupato ed entrò.

“Angel? Angel?”.

“Chi è?”.

“Sono Husk!”.

“Che cazzo ci fai qui? Non conosci la privacy? Un ragazzo non può farsi un bagno in pace? Esci subito dalla mia stanza, coglione!”.

Porchetta afferrò di nuovo la coda di Husk e lo trascinò in bagno.

“TI HO DETTO DI ANDARTENE, STRONZO!”, esclamò Angel e lanciò il sapone in faccia a Husk, che riuscì a schivarlo.

“Toglimi una curiosità, questo tuo maiale rompicoglioni è forse stato allevato dai cani o se n’è fatto uno per molto tempo?”.

Solo in quel momento, Angel notò la coda di Husk tra i denti del suo adorato maialino e lo prese in braccio.

“Porchetta, tesorino di papà, che cosa ti ho sempre detto? Non devi disturbare le altre merdine che vivono in questo hotel”, gli spiegò fissandolo negli occhi, ma di tutta risposta, Porchetta gli leccò la faccia, riuscendo a farlo sorridere.

“Riesci sempre a farla franca, furbetto”, commentò prima di lasciarlo tornare nella sua cuccia.

“Se mi ha portato fin qui, dev’esserci una cazzo di ragione, perciò sputa il rospo”, commenta Husk dopo essersi seduto sul bordo della vasca.

“Io non ho niente da dirti, Husk”, disse Angel cercando di nascondere con la schiuma profumata i lividi sulla sua pelle.

“Insomma, Angel, lo sai che con me puoi parlare, non solo perché sono un cazzo di barista, ma anche perché… sono tuo amico”.

Angel per poco perse l’equilibrio a causa dello shock.

“Valentino mi disse la stessa cosa… poco prima di farmi firmare il contratto”, ammise e si coprì la faccia con tutte e quattro le mani per non far vedere le sue lacrime a Husk, ma lui gliele prese con delicatezza e lo circondò con le sue ali.

“Non voglio sapere che cosa ti ha fatto quel figlio di puttana, lo so che ti farebbe star male e io rischierei di perdere la pazienza e andare a fargli il culo, ma voglio che ti ricordi che quando sei qui, all’Hazbin Hotel, sei al sicuro. Ormai lo sai di fare schifo, ma tra queste mura, puoi essere migliore di quello che sei, perché so che puoi esserlo, come lo sono io”.

Angel era come rapito dagli occhi felini di Husk.

“E in che cosa saresti migliorato, gattone?”.

“Direi che apprezzo la tua compagnia e quella di tutti i coglioni che vivono qui, tranne quella di Alastor, per ovvi motivi. Inoltre… uso la mia dipendenza solo quando è necessaria, tipo quando devo salvarti il culo”.

“Se non ricordo male, furbino, sono stato io a salvartelo l’ultima volta”, ricordò Angel con un sorriso malizioso.

“Dettagli”, disse Husk e si ritrovò un po’ di schiuma in faccia.

“Ah, vuoi la guerra, ragnetto?”.

“Meglio che contro gli angeli esorcisti, ma devi darti una mossa. Le munizioni sono quasi finite”, disse Angel e s’impossessò di una grande quantità di schiuma.

Husk non era proprio entusiasta all’idea di giocare con acqua e schiuma, ma era soddisfatto di aver fatto tornare il sorriso sul volto di Angel.

Anche Porchetta era soddisfatto e si addormentò sereno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io ormai sono ossessionata da Angel Dust e ne vado fiera! Ho in mente altre ff su di lui e Husk, ma voglio fare con calma. Spero che questa vi sia piaciuta, alla prossima!

  
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