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Autore: AlanSecret    25/03/2024    0 recensioni
è così perfetta l'ideale fine di ogni donna sistemata prima dei 23, quindi perché non mi sono impegnata abbastanza?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei andare a messa e fare la comunione.

Dire, recitare le preghiere come se ci credessi, come se ci avessi sempre creduto.

Avrei già un marito e un figlio, maschio.

I sacramenti.

Lo faccio per lui.

La ceretta mensile.

Lo faccio per lui.

Le ricette.

Lo faccio per lui.

Le lamentele sulle faccende domestiche.

Lo faccio per lui.

Gli schiaffoni educativi.

Lo faccio per lui.

Questo no, perché c’è lui.

 

Sono innegabilmente depressa.

Sto inenarrabilmente male.

Soffro terribilmente.

Però ho la salute, no!?

Ho le gambe che funzionano, dovrei esserne grata.

Ho una faccia normale, nessuna anomalia genetica, nessuna malattia neurodegenerativa.

Dovrei dire grazie, giusto!?

Ho due genitori a cui chiedo da mangiare e che ancora dicono che tutto quello che faccio

è l’obbligo del mio dovere.

Infatti perché dovrebbero ringraziarmi?

Sono loro che, come ogni datore di lavoro, assegnano mansioni.

Il capo a fine giornata ti chiede gli straordinari, mica ringrazia.

 

Mi sento un’ape operaia sull’orlo del suicidio.

Dovrei fare la doccia, ma è difficilissimo.

Questa casa mi fa piangere.

Sto ricominciando.

Sto scendendo di nuovo e soffoco piano sott’acqua.

Da anni fatico a dormire e non è cambiato nulla.

Anni di cose fatte e arrabattate per una boccata d’aria a pelo d’acqua.

Ho paura che mi abbandonino tutti.

Già tanti amici l’hanno fatto.

Quanti altri lo faranno.

 

Resta la mia curiosità.

Sono curiosa di quello che può succedere dopo.

Poi è sempre passata.

C’è sempre stato un innalzamento di marea, a volte estatico, meraviglioso.

 

E’ che restare intrappolata quaggiù fa male.

Continuo a piangere nella speranza che questa grande nuvola di tristezza

si prosciugi.

 

Non desidero qualcuno che riempia i miei buchi.

Voglio qualcuno che mi rispetti.

Che abbia dei brutti difetti.

Che sbagli sempre a scrivere “proprio”.

Che abbia voglia di chiudere gli occhi insieme e ascoltarci.

Che abbia dentro un animale che grida libertà.

Che sia talmente pieno di vita da traboccare e farmi addentare

a bocca piena straripante brandelli d’anima d’artista.

Che sappia essere egoista, così lo copio.

Che non riesca a staccarmi le mani di dosso – appoggiate delicatamente.

Che si fermi nel mio grembo come bambino stupito e sazio.

Restare sul filo del dubbio del domani, a tenerci la mano,

immobili.

  
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