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Autore: crazy lion    30/03/2024    1 recensioni
Nel seguente componimento ho esternato la soddisfazione che mi ha suscitato
l'essere riuscita, pur da non vedente, a realizzare un altro disegno che raffigura me e Tarzan da
bambino, il mio personaggio Disney preferito, ma… non è finita qui. Ho
fatto prendere vita alle linee tracciate sul foglio, così io e Tarzan
abbiamo giocato insieme all'aria aperta per goderci momenti di
spensieratezza e di dolcezza. Tutto ciò è accaduto nella mia testa, ma le
emozioni che ho provato sono state così intense che i momenti immaginati con lui
mi sono apparsi veri, tangibili e da oggi resteranno impressi sia nella mia mente, che nel mio
cuore, che nell'anima, che nei versi di questa poesia.
Disclaimer: il personaggio di Tarzan non mi appartiene, ma è proprietà della Disney. La fanfiction non è a scopo di lucro.
Genere: Fluff, Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tarzan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IL MIO AMORE IN UN DISEGNO
 
Stanotte ho fatto un altro disegno.
A differenza del precedente
ci ho messo meno tempo.
 
Poco più di mezz’ora,
ma penso che sia venuta
una buona cosa,
 
visto che avevo solo la penna in mano
e che sono non vedente.
 
Mia mamma ha detto che la scritta:
Tarzan e la mamma
vicino a un albero in un parco
non si capisce molto bene,
e davvero tanto mi dispiace.
 
Però ha comunque apprezzato il disegno
e mi ha detto che sono stata brava
perché si vede che ci ho messo impegno.
 
Certo, Tarzan, in un’Alternate Universe
potrebbe essere un qualsiasi bambino.
Ma per me non lo è, lui è diverso.
 
L’amore per questa creatura è iniziato alla fine del liceo.
Quando ascolto il video in cui Kala lo trova,
il mio cuore si scalda
come del resto la mia anima,
e un sorriso mi spunta.
 
Perché i bambini della Disney sembrano,
o sono, delle caricature.
Mentre lui forse lo è,
anzi, quasi di sicuro lo è.
 
Ma ha un pianto,
una risata, una lallazione,
dei gorgogli, una curiosità
e un’infinita dolcezza che, ai miei occhi,
lo rendono vero e speciale
oltre che vivo e umano.
 
La mia non è un’ossessione,
il mio è amore,
anche se lo provo per un bambino fittizio,
uno immaginario.
 
A me non importa.
Lo amo come se fosse mio figlio.
Ho provato a scrivere diverse fanfiction,
dal 2014, che descrivessero questo sentimento.
Però non lo facevano,
non venivano come avrei voluto,
così le ho cancellate.
 
E, proprio quando mi sono arresa,
nuove e più solide idee in me sono nate.
Ho scritto racconti, poesie,
acrostici su di lui,
e sto lavorando anche ad altri scritti
che pubblicherò un domani.
 
Quando tutto ciò è accaduto,
ho tirato un sospiro di sollievo
grande come il mondo intero,
non esagero, e mi sono detta:
“Ah, adesso sì
che riesco a descrivere quanto lo amo!”
 
Ho aggiunto questa parte,
perché magari qualcuno si può domandare:
“Come mai proprio Tarzan?”
E tale è la risposta che
mi viene spontanea, e che
il mio cuore e la mia anima vogliono dare.
 
Ma ora desidero raccontare qui,
nel resto della poesia,
dando del tu al piccolo, come nella precedente,
quel che ho disegnato:
una mamma e il suo bambino,
mentre lui la tiene per mano.
C’è l’erba e sono sotto un albero.
 
Ma ho aggiunto altri dettagli
a questo componimento,
perché venerdì, con la mia educatrice,
sono andata sullo scivolo e sull’altalena.
 
Ero spensierata e stavo bene.
E quindi ho mischiato i due avvenimenti.
Adesso li racconterò
nei minimi particolari,
con dialoghi e sentimenti.
 
Sono in piedi, qui nel parco vicino a casa,
con te, il mio piccolo Tarzan, al mio fianco.
Il sole splende alto nel cielo.
 
Sono non vedente, ma riesco a differenziare

luce e ombra e fortunata mi ritengo.
 
Tu hai appena due anni
e, fin dalla tua nascita,
sei stato il mio mondo, il mio tutto.
 
Anche se, purtroppo,
non posso vedere il tuo volto,
il mio cuore conosce la gioia che porti
da quando eri un neonato, nella mia esistenza.
 
Tu mi strattoni la mano.
“Sullo scivolo, mamma!”
 
“D’accordo, piccolo.”
Io sorrido e prendo la tua manina,
e partiamo per la nostra corsa.
 
Arriviamo in cima e la brezza mi solleva i capelli,
mentre scivoliamo giù con più velocità
di quanto mi sarei aspettata.
Erano tantissimi anni che non lo facevo.
 
Io grido e il mio volto, lo so,
si illumina di un sorriso radioso.
Tu urli con me,
perché sei contento
e ridi come un matto.
 
"Ancoa, ancoa!" mi inciti.
Non riesci a pronunciare la r,
non parli ancora bene,
ma stai imparando in fretta.
 
Io non posso fare a meno di assecondarti,
perché la tua risata
e la vivacità che dimostri
riempiono il mio cuore
di una gioia infinita.
 
Come farei a dirti di no,
sapendo che, probabilmente,
mi rivolgi quegli occhi che
si definiscono “dolci” e “da cucciolo”?
 
“Io ti voio bene, mamma.”
Mi abbasso alla tua altezza,
ti abbraccio e ti sussurro:
“Anch’io, tesoro mio.
Amore, ti amo così tanto!”
 
“Amo? Cos’è?”
“Vuol dire che ti voglio bene.
Ma è un po’ difficile
Per te da capire.”
 
“Amo, bene” replichi.
“Sì, Tarzan, bravo.”
“Mamma, io da solo,
senza mano… tua.”
 
“Non posso, c’è la nonna,
ma resta con me, okay?
Ora andiamo a divertirci.
Te lo prometto.”
 
“Sì, io voio giocae tanto con te.”
“Lo so, Tarzan, lo so.
Anch’io, davvero.”
 
Ci dirigiamo verso le altalene,
e mi siedo su quella accanto a te.
Ci dondoliamo avanti e indietro,
avanti e indietro, a ritmo perfetto.
 
"Più in alto, più in alto!" gridi poi,
quando scendo e ti spingo,
perché tu fai ancora fatica.
 
“Più folte, più folte!”
Ti ascolto, certo,
ma sto anche attenta, perché
non voglio farti cadere.
 
"Mamma, dondola ancoa anche tu!” dici.
“Hai ragione, piccolo mio.
 
Mi diverto come te.”
“Divetto tanto io” mi rispondi.
 
Una volta, quand’ero bambina,
adoravo venire qui.
Giocavo per ore con mia mamma,
o mio papà, o la nonna,
senza nemmeno rendermi conto
del tempo che passava.
 
E sto rivivendo quelle emozioni per un po'.
Solo che ci sei anche tu, adesso.
Ciò rende questo momento
ancora più speciale e intenso.
 
E, secondo dopo secondo,
il tempo continua a scorrere,
ma noi non ce ne accorgiamo.
 
“Mi sembra di volare” ti dico.
“Volo io, ali.”
Rido più forte.
 
“No, Tarzan, nessuno può volare.
Non davvero, almeno.
Ma possiamo immaginarlo.”
 
“Diamo albelo, mami.”
“Non possiamo arrampicarci.”
 
“No, no su, sotto.”
“Oh, va bene, allora!”
 
Corriamo nell'erba,
sempre mano nella mano.
Non voglio e non posso lasciarti.
 
Arriviamo lì e ci sediamo sotto le sue fronde.
Tocchiamo l’erba e la corteccia.
“Senti com’è ruvida?”
“Uida, bella.”
 
Ti accoccoli più vicino a me.
"In blaccio, in blaccio!
Abblacciami, abblacciami, abblacciami!”
 
Sorrido, non replico e ti appoggio
piano sulle mie gambe. Tu ti giri
verso di me e mi tocchi le mani.
 
Ti stringo al cuore
con tutto il mio amore.
 
Il nostro legame è sempre stato forte,
speciale, come quello
fra ogni figlio o figlia e la sua mamma.
 
Ma il contatto fisico, per noi,
è ancora più importante,
dato che sono non vedente.
 
Lo sai, ne sei convinto,
perché da tempo l’hai capito.
 
“Tu mani glandi, mamma,
io piccole. Pelché?”
 
“Perché io sono più grande,
ma lo diventerai anche tu.”
 
Non mi interessa
se mi stai sporcando la tuta di fango con le scarpe.
 
Ti amo. Ti amo più di me stessa
e, per me, nient’altro ha importanza.
 
Ti tengo stretto e ti bacio la testa.
Restiamo qui, tranquilli, all'ombra,
mentre ci fa compagnia una brezza leggera.
 
"Solletico, solletico!"
Le tue parole interrompono la quiete
di alcuni minuti fa, ma
a me di certo non importa.
 
“Okay, pronto? Eccolo.”
Ti solletico i fianchi,
la pancia, le ginocchia e le braccia.
Giochiamo e ci divertiamo
nel nostro piccolo mondo fatto di amore.
 
Siamo soli in questo parco,
tranne mia mamma che è lì vicino,
mentre ci guarda e mi ha detto
che sta registrando dei video.
Mi ha anche aiutata a raggiungere le giostre.
 
“Mamma, tolniamo a scivolo.”
“Ancora? Non vuoi andare
sul cavallino a dondolo, invece?”
“No, io no voio.
Voio scivolae giù con te.”
 
Mentre saliamo e scendiamo giù ancora una volta,
so che, in questo momento,
siamo entrambi nel posto perfetto.
 
Perché in questo parco, con te,
ci sono libertà, gioia e amore.
Il mio cuore sente tutto questo.
 
Così trascorriamo la mattinata in tale luogo.
Giochiamo, ridiamo,
ci divertiamo, su una panchina
a riposare insieme ci sediamo.
 
E io, nel più profondo del mio cuore,
fin nei recessi dell’anima,
sono convinta del fatto
che non vorrei essere da nessun’altra parte al mondo,
se non qui con te, piccolo mio.
   
 
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