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Autore: N_faith    01/04/2024    1 recensioni
« Non so, ho avvertito una specie di cambiamento in questa stanza. » Rimanendo perfettamente controllato, Sasuke scosta foglio e penna e si adagia, con lo stesso modo di fare di un placido gatto, contro lo schienale imbottito della sedia girevole, rivolgendo una più che sufficiente attenzione sul collega, con questi ancora affaccendato. « Quasi come se... stessi andando a fuoco. »
« Lì c'è l'estintore. Prendilo e usalo su te stesso, non ho lo sbatti di preoccuparmi ad un raro caso di combustione umana spontanea. »
Un angolo della bocca si solleva non più di qualche millimetro, l'equivalente dell'Uchiha più giovane di un sorriso spontaneo. « Non è a
me che mi sto riferendo. »
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[MadaSasu] | Modern!AU | Coworkers AU
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Madara Uchiha, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Off(ice) limits'
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Verse: Office!AU
Pairing: Uchiha Madara/Uchiha Sasuke
Avvertimenti: -
Tags: Coworkers | Light teasing




Note: Altra Office!AU nata a casissimo per cercare di superare il blocco dello scrittore che da circa un mese m'impedisce di portare a termine un'altra serie.
Stavolta il pairing utilizzato ultimamente mi sta piacendo davvero un sacco e ho deciso di tentare la sorte, per farla breve questa flash sarà un banco di prova in vista di future (?) storie.
OOC a profusione per Sasuke, che dopo tutti questi anni mi risulta ancora indecifrabile, ma a pensarci bene potrebbe valere anche per Madara, visto che anni prima scrivevo su di lui stile boss finale di un videogioco.






 
A (not so) little secret










« Ti senti infastidito? »
Quella domanda sembra mandare in frantumi la consueta immobilità insita nell'ufficio, immobilità avviata sin dall'arrivo di quel palo-in-culo di Sasuke Uchiha circa due anni prima.
Uchiha. Nonostante entrambi portassero lo stesso cognome, non erano imparentati, e meno male, perché in tempi recenti era diventato difficile tentare di avviare anche soltanto delle innocenti tresche nate sul posto di lavoro, e nel suo caso pesava il fatto di ritrovarsi stigmatizzato con l'infamante marchio di pedofilo, approfittatore di innocenti parenti o chissà quale fraintendimento di sorta.
Madara non alza la testa dal laptop, gli occhi fissi sulla parola appena cancellata e correttamente riscritta nel giro di due secondi. « Perché? » risponde indifferente, controllando il paragrafo buttato giù da dieci minuti, alla ricerca di una falla da rattoppare senza alcun indugio.
Con soddisfazione trova tutto perfetto – al massimo sostituisce alcune parole con altre più adatte al contesto, un banale comunicato stampa concernente una nuova partnership tra due note aziende operanti nel settore dell'informatica.
« Non so, ho avvertito una specie di cambiamento in questa stanza. » Rimanendo perfettamente controllato, Sasuke scosta foglio e penna e si adagia, con lo stesso modo di fare di un placido gatto, contro lo schienale imbottito della sedia girevole, rivolgendo una più che sufficiente attenzione sul collega, con questi ancora affaccendato. « Quasi come se... stessi andando a fuoco. »
« Lì c'è l'estintore. Prendilo e usalo su te stesso, non ho lo sbatti di preoccuparmi ad un raro caso di combustione umana spontanea. »
Un angolo della bocca si solleva non più di qualche millimetro, l'equivalente dell'Uchiha più giovane di un sorriso spontaneo. « Non è a me che mi sto riferendo. » puntualizza con voce falsamente indulgente, simile ad un falco pronto a piombare sull'ignara preda con gli affilati artigli ben sguainati.
Stavolta Madara non riesce a ignorare quella che giudica come un guanto di sfida. Così alza di poco lo sguardo, incrociando gli occhi dell'altro oltre il bordo del portatile. Occhi che da mesi turbano i suoi sogni più nascosti.
A volte brama di strapparglieli via dal cranio, trovandoli così magnetici, infidi, tentatori. Più provocanti di quel corpo presumibilmente ben allenato ma inopportunamente celato da dannati vestiti.
Potrebbe protrarre il giochino pur di suscitargli anche la più misurata delle reazioni, ma decide all'istante di giocare a carte scoperte.
« A dire il vero, mi sento infastidito. E molto, molto caldo. » osserva provocatorio, mettendo su un'espressione meditabonda che in realtà non sente affatto. Poi affonda la stoccata decisiva, le labbra che gli si stendono in un ghigno che non dissimula le sue reali intenzioni: « Ti va di unirti a me? Di bruciare insieme? »
E aspetta.
Attende con segreta impazienza la sua disamina a riguardo. Anche una sorretta da una più fredda reprimenda, consapevole della rigidità di Sasuke di non intraprendere relazioni, di qualunque genere, sul posto di lavoro. Non era nel suo stile, o almeno gli era sembrato d'intendere così.
Ma a lui non importa. Anche quell'innocente giochino sarebbe stato sufficiente da poterci ricavare del materiale su cui masturbarsi nella doccia di casa sua, lontano da giudizi non richiesti.
Dal giudizio della sua affascinante preda.
Al solo pensiero, d'immaginare quella pelle bianca e perfetta portata alla scoperto, di percorrerla a lungo con possessivi baci, di marchiarla ferocemente con i denti, di entrarvi, in quel corpo modellato da muscoli tonici e guizzanti, un palpito di agonizzante frustrazione gli strizza l'inguine.
Se fosse un uomo comune, dovrebbe sentirsi imbarazzato, mortificato dall'indecenza di quel pensiero, per di più durante una monotona giornata di lavoro.
Ma lui non è un uomo comune.
Le scrivanie usate nei locali dell'azienda sono moderne, con gambe in metallo e dei cassetti su due ripiani sul lato ad angolo. Non sono propriamente adatte per lanciarsi in erotiche prodezze.
Anzi, Madara sfrutta quell'inconveniente a suo vantaggio: adducendo un'aria pensierosa, comprime il morbido schienale con il peso della sua schiena, la mano chiusa a pugno contro la guancia e il sopracciglio inarcato.
Unica nota stonata: le gambe divaricate, con l'uccello al lavoro che preme contro il tessuto dei pantaloni, imprimendovi dimensioni e spessore da non sottovalutare, da quella bestia indomabile quale era.
Senza arrischiare un movimento di più se non un distratto soffiare per scostare dalle labbra una lunga ciocca corvina di capelli, l'Uchiha più anziano non si lascia sfuggire l'occhiata assente che il suo non-parente getta sull'ufficio. E capisce.
Capisce che Sasuke ha scovato quel vistoso particolare.
Di colpo si ritrova occhi negli occhi con lui. A sostenere una lotta combattuta ad armi pari, silenziosa e giocata sul filo di lana delle loro pulsioni, dei loro più reconditi desideri.
« Ti piace così tanto, eh? »
   
 
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