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Autore: SatoSerelover    01/04/2024    0 recensioni
In un periodo di pace quasi raggiunta, Uta e Rufy sono pronti a fare il passo successivo nelle loro vite.
Niente di enorme per loro, solo un momento formale e simbolico tra migliori amici e innamorati.
Ma è enorme invece l'evento a cui quasi tutto il mondo si prepara ad assistere ed è anche enorme lo stress che arriva dal più profondo del cuore.
Un matrimonio che dovrebbe essere il più felice dei matrimoni.
Una sposa che non si sente la più felice delle spose.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Mugiwara
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Nota d'autrice: 

Sono tornata con una nuova fic e questa volta posso almeno garantire che sarà realizzata in breve tempo! La fic è scritta quasi completamente, con solo un capitolo rimasto nelle mie bozze e schizzi da realizzare!
Doveva essere un one-shot ma è diventata così lunga che era improprio pubblicarla intera... quindi l'ho divisa in capitoli.
Il motivo per cui ci sono così pochi schizzi è anche perché ho intenzione di realizzare, si spera, un fumetto completo a riguardo!

Il titolo è una traduzione dal testo originale del Treulich geführt o Coro nuziale scritto da Wagner. È una classica marcia nuziale suonata all'ingresso delle spose, impossibile non averla mai sentita ad un matrimonio o nei media!

 





Pila di fogli posati di fianco a lei sul tavolo, penna in mano e sguardo concentrato, Uta si preparò a prendere appunti.

Sembrava una scolaretta dedicata, ma il suo compito era ben più impegnativo di un’equazione matematica da risolvere, scrivere un tema estremamente lungo o studiare una nuova lingua.

Non era raro sentire persone senza esperienza in materia dire che organizzare un matrimonio era come bere un bicchier d’acqua. Mai tale affermazione fu più sbagliata, e avrebbe strangolato chiunque avesse avuto il coraggio di dirglielo in faccia.

Una sposa stressata può essere messa sullo stesso piano di un cinghiale con i suoi piccoli, un tasso del miele o un ippopotamo. 

Da piccola aveva sempre sognato un matrimonio sfarzoso per il suo futuro. Lei con un vestito da sogno che camminava verso l’altare, a braccetto con suo padre Shanks impegnato a nascondere le lacrime, sotto gli sguardi sorridenti della ciurma del Rosso e gli invitati. Il profumo dei fiori ad accoglierla insieme alla figura affascinante del suo sposo…

Non erano durati per molto, a soli nove anni i suoi sogni ad occhi aperti si erano capovolti, o forse erano proprio sfumati.
Come poteva immaginare il futuro con vestiti bianchi, festeggiamenti e l’amore della sua vita, se le prospettive di avere un futuro stesso erano così scarse?
Sola su un’isola, senza la possibilità di farsi degli amici, vivere la propria passione, solcare i mari…

Poi… I cappelli di paglia erano subentrati.

Rufy era subentrato.

Ed erano germogliate nuove speranze.
Certo, non era sicura Shanks l’avrebbe accompagnata all’altare dopo tutto quello che era successo tra loro, ci sarebbero state persone ben diverse dai composti invitati di cui si sarebbe circondata…
E Rufy era ben diverso dal principe azzurro dei suoi sogni.

Non poteva dire che sarebbe stato come se lo era immaginato anni prima, ma nemmeno se ne sarebbe lamentata.
Ormai non desiderava più le stesse cose, la felicità che le avevano dato i suoi compagni, il suo sogno e il suo partner valevano molto più di quelle fantasie superficiali. Sarebbe stata felice anche solo con una piccola celebrazione, ben consapevole che se Rufy non era tipo da matrimoni, il suo non avrebbe fatto tanta differenza.

“Voglio un banchetto enorme!”

Invece aveva saputo sorprenderla. Non tanto l’idea del banchetto, Uta sapeva bene la passione che il capitano aveva per i festeggiamenti, ma aveva cominciato a pensare alle vere implicazioni solo quando ormai le era stato detto in faccia.
“Enorme quanto?” Chiese Uta giusto per disperazione. Ormai sapeva che le proporzioni dell’evento sarebbero state di non poco conto.

“Il più che grande che ci sia! Sono il Re dei Pirati dopotutto, tutti i nostri amici devono venire!”

La ragazza appoggiò il palmo della mano alla propria fronte. “E’ proprio quello che mi preoccupa… sai quanti amici hai?”

“Hmmm”  

“Inclusi gli amici animali?”

“Ehi, i Dugonghi Kung-Fu sono degli alleati preziosi!”

“Ti sei preso in simpatia mezzo mondo! Bisognerà trovare un luogo in cui ci stiano tutti, spedire gli inviti a migliaia di persone e animali, che non sanno leggere, e cercare le scorte di cibo!”

“Non vedo il problema” piegò appena la testa Rufy. Cosa c’era di così preoccupante? 

Uta sospirò, massaggiandosi lo scalpo. Ovvio che il ragazzo non si sarebbe fatto tanti problemi, non era nella sua natura e alla fine sarebbe toccato a lei organizzare tutto. “Beh, per il luogo…. ti andrebbe di fare il matrimonio e la festa a Foosha? E’ dove ci siamo conosciuti, ci sono gli abitanti del villaggio che ci hanno supportati da bambini e con tutti quei prati non dovremmo avere problemi di spazio”

Rufy annuì “Per me un posto vale l’altro!”

Per Rufy, per quanto Foosha gli stesse a cuore come sua terra natia e fonte di alcuni dei suoi ricordi d’infanzia, il mondo intero era la sua abitazione.
Il cielo era il suo tetto, gli amici la sua famiglia e la Sunny nel suo solcare i mari la sua casa. 

“Ok… per il cibo invece-”

“Ci può pensare Sanji!”

“Sì,” Annuì Uta, annotando con un mezzo sorriso “E ci odierà per questo” Gli avrebbe solo dovuto chiedere di preparare un banchetto per migliaia di invitati, dei quali erano in gran parte pirati dallo stomaco senza fondo. “E per gli inviti invece ci sarà un gran bel da fare…”

Rufy incrociò le braccia dietro alla testa, lasciandosi dondolare sulla sedia serenamente “Fai un annuncio sul giornale, no?”

“Così rischiamo che vengano anche i nostri nemici, oltre che gli amici” rispose lei poco entusiasta. 

“Li possiamo prendere a calci se servirà!” 

“Sarà già caotico di suo, preferirei non trasformare il nostro matrimonio in un campo di battaglia. Ricorda che ci saranno anche tanti civili!” Non voleva che un giorno felice diventasse uno amaro per sua mano, specie se già c’era la possibilità per nulla remota che qualcuno sgradevole cercasse rovinare i festeggiamenti. “Chiederò a Nami di aiutarmi a fare gli inviti…”

“Fai come ti pare, basta che sia bello!” scrollò lui le spalle indifferente. “Perché non facciamo qualcosa di più divertente ora?” Domandò poi con tono infantile e giocoso. Preferiva una bella sfida piuttosto che stare seduti a discutere di cose come quelle. Uta sapeva bene cosa gli piaceva, non c’era motivo di dubitare che avrebbe fatto un buon lavoro. Specie se le sue esigenze erano così poche.

Anche se a detta della ragazza, non di piccole dimensioni…

Uta sospirò, rassegnandosi che per quella giornata, aveva ottenuto già la massima collaborazione possibile. Lasciò cadere la testa sulla spalla di Rufy “Sarà un travaglio…”


 

 

“Davvero ragazze, non so come ringraziarvi…” mormorò Uta chiudendo l’ennesima busta con l’ennesimo invito. Aveva perso il conto, ma ormai di sicuro avevano superato almeno tre centinaia. E prima di quelle, ne avevano già spedite mezza migliaia.

“Tu e Rufy siete nostri preziosi amici, è naturale” rispose Robin, rivolgendo uno sguardo comprensivo.

“Esatto, è il minimo!” minimizzò Nami, agitando la mano tra una risatina e l’altra. Improvvisamente però, il suo viso si fece scuro “Anche se vorrei prenderlo a bastonate…”

“Nami…”

“No, davvero! Lo so che non dovrei aspettarmi diversamente perché si tratta di Rufy, ma non mi da meno rabbia sapere che lo sposo non fa una cippa!”

Uta sospirò. Sapeva che Nami non avrebbe preso il suo promesso a mazzate solo per farle un piacere e perché a conoscenza che lamentarsi fosse inutile.
Non era piacevole, ma era così che stavano le cose e se ne era fatta una ragione già ben prima che iniziassero i preparativi. 

Per lo meno, Rufy aveva aiutato con la scelta degli invitati e aveva scritto parte del messaggio per gli inviti. Il suo piccolo, quel qualcosa che non avrebbe combinato un disastro, lo aveva fatto e ci sarebbe stato altro su cui avrebbe dovuto confrontarlo.

Comunque, non poteva che essere estremamente riconoscente del fatto che oltre alle due ragazze, anche tutto il resto della ciurma si era reso disponibile ad aiutarla. Con il loro aiuto, ben più grande di quello del suo sposo, era riuscita a non dare di matto.

 

 

“Non preoccuparti Uta-chan, ho già contattato Pudding e i ragazzi del Baratie. Se iniziamo subito riusciremo a combinare qualcosa” Disse Sanji, espirando del fumo dalla bocca. Era già la terza sigaretta di fila, ma era l’unico modo in cui riusciva a scaricare l’ansia senza che Uta riuscisse a percepire la reale quantità di stress.

“So che sei capace, ma parliamo comunque di migliaia di persone affamate. Già sfamare Rufy a sazietà è un’impresa-”

“Che porto a termine a livello giornaliero. Ho tutto sotto controllo! Questa sarà una festa memorabile e non solo tutti saranno sfamati, ma te e la tua dolce metà avrete la torta più bella e gustosa mai concepita.” Ignorò la smorfia di preoccupazione della ragazza “Ancor meglio di quella che abbiamo preparato per Big Mom”

“Se lo dici tu-”

“Uta!” la chiamò una voce prima che potesse finire. Subito Chopper apparve ai suoi piedi, con le zampe strette attorno a dei sacchetti “I digestivi per gli ospiti come li vuoi? Non penso la citrosodina basti in casi drastici”

La ragazza abbassò lo sguardo con un sorriso “Potenti, di qualunque tipo; endovena, supposte, pillole, solubili…” Un flash le passò per la mente “Ah! Per favore tieniti comunque preparato con l’occorrente per i casi di rissa. Sono sicura che si sarà qualche battibecco e conoscendo Rufy potrebbero scatenarsi degli incontri di lotta veri e propri.”

“Signorsì signora!”

Nemmeno fece in tempo ad appuntarsi tutto, che già si ritrovò circondata dagli altri compagni, tutti con l’espressione di chi voleva porre una marea di domande.
Non li biasimava, come sposa e principale organizzatrice non poteva che essere grata ai suoi amici per l’aiuto. Ciò però non rendeva la situazione meno stressante.

Doveva prendere in mano la situazione e spicciarsi “Franky? Come è la situazione con i tavoli e le sedie?”

“Saranno super pronti!”

“Perfetto! Servirà anche costruire un mini palco, pensi di potertene occupare?”

“Un palco? Gioco da ragazzi, ma cosa ne farai?”

La ragazza sorrise dolcemente “Se verrà gente da tutto il mondo, intraprendendo un lungo viaggio solo per dimostrarci il loro amore e supporto, vorrei esprimere la mia riconoscenza a modo mio…” 

Ripensò a tutti coloro che li avevano supportati, persino gli amici e conoscenti che lo avevano fatto con Rufy prima che i due si ritrovassero. Se erano arrivati fino a quel punto lo dovevano anche a loro. Quel giorno speciale era degli sposi, tanto quando le persone che li avevano aiutati a crescere

“Classico da parte della Principessa!” Commentò Brook, strofinandosi un fazzoletto attorno ai fori scheletrici dove sarebbero stati gli occhi “Condividere il suo giorno speciale con gli altri e trasmettere la sua felicità cantando! Se avessi degli occhi piangerei lacrime di commozione!”

“Avrò bisogno anche del tuo aiuto Brook, mi affido a te per la musica e gli strumentisti?”

“Sarà un onore scrivere un movimento così d’impatto della tua sinfonia”

La ragazza si limitò a ringraziare con un cenno della testa. “Jinbei e Usopp, potreste aiutare con l’organizzazione dell’intrattenimento?” Combinare la creatività di Usopp e la responsabilità e controllo di Jinbei avrebbe permesso di non fare un macello. “Inoltre Usopp, tu sei bravo con i discorsi, potresti occuparti della conduzione, mentre Jinbei potrebbe aiutare con le necessità degli invitati uomini-pesce”

“Puoi contare su di noi!”

“Perfetto… Zoro? Tu… cerca solo di non perderti.”

“Non assicuro nulla.”

“E infine…”


 


 

“Sono davvero grata a tutti voi. Non solo mi state aiutando con gli inviti, ma anche con le decorazioni, il vestito…”

“Compito delle damigelle aiutare la sposa! Tu sei la star dello show, quindi in cambio di quella piccola parte di riflettori che avremo mi sembra giusto ricambiare con un pò di lavoretti. Tipo per me di assicurarmi che le colossali spese di questo evento siano sostenibili!” Fece l’occhiolino l’amica dalla chioma arancione “Dovresti dedicarti unicamente a smaltire l’ansia pre-matrimonio!”

Uta appoggiò la testa sulle braccia, puntando lo sguardo verso l’alto, vagamente pensierosa “Hmm, onestamente non ho chissà quale ansia di sposarmi, o del matrimonio in sé. Sono solo stressata dal prepararlo.” 

Alla fine si trattava di Rufy, no? Il loro rapporto sarebbe cambiato ben poco e anzi, a riprova di quel fatto… se non fosse stato per renderla felice probabilmente il ragazzo non avrebbe neanche ritenuto necessario sposarsi per dimostrare il loro legame.

Inoltre sapeva stare al centro dell’attenzione, se la sua carriera fosse di qualche indicazione. Avere gli occhi puntati su di lei non pensava le avrebbe messo soggezione. 

Robin le appoggiò una mano sulla spalla, con fare gentile “Vedrai che tutto andrà bene. Ci sarà sicuramente scompiglio alla festa, ma la normale e prevista quantità” Quella che ci si aspettava al matrimonio del Re dei Pirati e dalla Regina della Musica.

“Inoltre ci saranno anche Yamato e Vivi ad aiutarci!” Ricordò Nami. “Piuttosto… posso capire alcune scelte stravaganti tipo Eustass Kidd tra gli invitati perché parliamo del compagno di merende di Rufy, ma sei sicura sia stata una buona idea invitare Boa Hancock?”

"Per quanto possa non starmi a genio, dopo quello che mi avete raccontato, Rufy la considera un'alleata e un'amica e suppongo sia giusto che anche lui possa dire la sua visto che il matrimonio è di entrambi…" sospirò Uta con un mezzo sorriso "E poi qualunque siano state le sue ragioni di fondo, lei ha aiutato Rufy nel momento del bisogno. Non posso ignorare una cosa del genere"

"L'invito per lei sarà più un dolore che un onore" ridacchiò Nami. 

Non provava particolare dispiacere per la donna, dopotutto anche se si era rivelata una potente alleata, era una persona alle volte molto deplorevole.

Allo stesso tempo poteva immaginare che se i suoi sentimenti per Rufy fossero anche solo parzialmente genuini, non doveva essere una situazione facile e fin lì poteva anche empatizzare.

"Mi immagino la sua faccia quando riceverà l'invito"

 

 

"Mia imperatrice, ha ricevuto una lettera"

"Una lettera?" La corvina alzò appena la testa dal palmo della sua mano, lanciando un'occhiata calcolatrice verso la povera domestica, che tremava come una foglia. "Deve essere qualcosa di importante, altrimenti devono avere una bella faccia tosta a disturbarmi"

"V-Viene dal sommo Re dei Pirati." Mormorò di nuovo la ragazza timorosa, sapendo che quando riguardava quell'uomo, Boa Hancock avrebbe reagito nelle più svariate e sorprendenti maniere. 

Di norma, sentire di lui rendeva sempre di buon umore la donna e una Hancock rallegrata voleva dire che tutte coloro che erano del suo popolo lo erano di conseguenza.

Tuttavia, era da tempo che le voci sulla possibile scintilla scoccata tra il Re dei Pirati e la Principessa della Musica erano spopolate in tutti i mari.

Mai era avvenuta una vera e propria conferma, ma sembrava palese e non era insolito sentire di scommesse su una futura unione o una prole in arrivo.

Loro, su Amazon Lily, quelle premesse le temevano. Per quanto la loro imperatrice si rifiutasse anche solo di prenderle in considerazione e per quanto fosse certa che nessuno potesse mettersi tra lei e il Capitano dei Cappelli di Paglia.

"RUFY MI HA SCRITTO?" Scattò in piedi la donna, correndo verso la domestica e afferrando prepotentemente la lettera, portandosela alla guancia come se fosse il tesoro più prezioso "POTREBBE ESSERE FORSE L'INIZIO DELLA NOSTRA STORIA D'AMORE A DISTANZA?"

"S-Sarebbe una grande gioia!" Annuì la ragazza, pronunciando però l'opposto di ciò che quella lettera così ben incartata le aveva trasmesso. "Vuole che le lascio un po' di privacy?"

"Ovviamente, su su via!" Scuoté la mano Hancock e la ragazza non se lo fece dire due volte. Approfittò per darsela a gambe levate, portandosi con sé quel brutto presentimento.

Le sorelle dell'imperatrice rimasero silenziose in disparte. Se da un lato erano le prime a dar sostegno alla sorella, dall'altro avrebbero tanto desiderato leggere al posto suo quella fantomatica lettera, perché tutto era che qualcosa di buono per Hancock. Il Re non si era mai sprecato a scrivere alla sorella, tantomeno loro erano riuscite ad ignorare le voci ormai popolari sulla sua vera scelta di partner.

Tuttavia non erano così folli da osare anche solo proporre di violare quello che per Hancock era un intimo gesto d'affetto.

Tuttalpiù persino l'anziana se ne stava in silenzio, forse speranzosa che quella lettera potesse mettere la parola fine alle illusioni dell'imperatrice corrente.

Hancock aprì con mani tremanti la busta ed estrasse un foglio con carta certamente superiore all'usuale qualità. 

 

"Ehilà!"

 

"Aw proprio da lui!"

 

"Se hai ricevuto questa lettera, questo è un invito!"

 

"Invitata!?" Portò una mano sul cuore "Mi ha invitata a qualcosa? Forse uno dei suoi regali banchetti?"

 

"Un invito per al matrimonio- "

 

Per un attimo Hancock si fermò, premendo ancora di più la mano sul petto che rimbombava. Si lasciò andare all'indietro, mentre le sue guance si tinsero di un rosso acceso. "M-Matrimonio!? P-Potrebbe davvero essere? Che sia giunto il momento?" Il fiato le pareva mancare dall'emozione.

"Mi sta forse chiedendo di sposarlo?!"

"Sorella…" osò mormorare Marigold, ma fu bellamente ignorata.

 

"-di Monkey D. Rufy, Re dei Pirati e-"

 

Aveva già organizzato senza neanche chiederle la mano? Che fosse davvero così convinto del loro amore? Al punto di saltare subito alla pratica?

Come suonava bene… il Re dei Pirati e la Principessa dei Serpenti-

"-la Principessa della Musica,-"

 

-Boa Hancock.

 

"-Uta."

 

Il fiato sembrò ancora mancare, ma stavolta per un'altra ragione.

Non poteva essere.

Quel nome di fianco a quello del suo amato, non era il suo. 

Le sue mani tremanti abbassarono appena la lettera, con bocca leggermente aperta. 

Impossibile.

Tornò a leggere da capo, maniacalmente quasi, per memorizzare ogni singola parola nel caso avesse letto male per via dell'eccitazione.
Doveva per forza essere così.

Il suo corpo come un sacco di patate lanciato dal più rude dei contadini cadde sul trono. L'impatto fu tale da farlo ribaltare insieme alla donna su di esso.

"Sorella!" Esclamarono le altre due giovani, correndo a supportarla, ma l'unica cosa che Hancock mormorò fu un confuso lamento.

Non poteva davvero concepire un tradimento simile.

"Non può tradirti se non sta con te…" rispose con semplicità l'anziana Gloriosa, prendendole dalle mani con una certa premura il foglio di carta. 

La vecchia riuscì a tradurre quel parlottare e non poté fare a meno di commentare stavolta.
Per quanto dura, per quanto amara… se voleva che Hancock regnasse con dignità e diligenza non poteva certo incoraggiarla. 
Doveva affrontare per poi guarire da quella terribile malattia che era l'amore.

Non c'era altro rimedio.

Si schiarì la voce e senza tanti complimento continuò a leggere ad alta voce.

"La cerimonia si svolgerà nel villaggio di Foosha, nell'East Blue."

"Magari è un invito falso per attentare alla salute della nostra imperatrice?" 

 "Ci sarà un banchetto da urlo… con musica, sfide e tanto cibo! Venite a stomaco vuoto!"

"Ok… quello è decisamente da parte sua…"

"P.S. 

Qui è Uta che parla! Niente scontri armati. I medici avranno già abbastanza da fare con le indigestioni. >:(
Foosha non è un campo da guerra, azzuffatevi con moderazione! Chi rompe paga. E vi assicuro che ve le faccio pagare :D!

Qui Rufy!
Fa sul serio, datele retta…

Uta: Ah! Se avete amici simpatici portateli, ma saranno accettati a nostra discrezione!

Rufy: E dal nostro buttafuori esperto!"

 

Una freccia partiva da "buttafuori" e portava ad uno schizzo di Bartolomeo, fatto abbastanza male…

 

"Siete pregati di esibire l'invito all'ingresso, sennò vi cacciamo a calci in culo :3

A presto!"


 


 

"Come procede?"

"A rilento" sospirò Kobi, appoggiando la penna sulla scrivania. Era un onore potersi dedicare al suo sogno e contribuire con una tale carica, ma avrebbe sempre preferito l'azione sul campo.

Lo avesse detto al codardo se stesso del passato, quando ancora lavorava come mozzo per Alvida, probabilmente non ci avrebbe mai creduto, ma poter salvare vite di persona era una sensazione indescrivibile, per quanto la sua vita fosse messa a repentaglio.

Inoltre… avrebbe dovuto compilare molte meno scartoffie.

"Hai un ruolo di rilievo, lamentati meno!" Lo canzonò Helmeppo, seduto a cavalcioni su sulla scrivania "Sei praticamente uno dei leader mondiali!”

“Sono solo uno fra tanti rappresentanti”

“Rappresentanti incaricati di rifondare la politica del nostro paese. Non sarai parte del nuovo consiglio, ma sei comunque la faccia della Marina.” Rammentò Helmeppo, stavolta afferrando una delle melle dalla scodella di frutta poco distante da lui. Diede un morso e con bocca ancora intenta a masticare continuò “E dovremo pur mantenere questo periodo di semi-pace”

Sì, era compito di tutti loro membri della marina, ma in particolare dell’Ammiraglio Capo Koby, assicurarsi che il cambio di riforma in atto dal nuovo governo funzionasse. 

Certo, forse tutto ciò era stato innestato in gran parte da Rufy, prima e dopo che diventasse Re dei Pirati e questo non portava grande orgoglio alla Marina…
Tuttavia, come rivale prima ancora che amico del ragazzo, doveva ammirare il frutto del suo lavoro, per quando anche altri avessero contribuito.

La pirateria ad oggi era mutata in qualcosa di più benevolo e meno illegale. Molte persone, sia pirati già affermati che aspiranti, si davano all'esplorazione più che alle crudeltà. 

E allo stesso modo, pure la Marina, ormai sotto controllo della nuova generazione, onorava il proprio dovere, utilizzando parametri più giusti e rendendosi più al servizio degli innocenti “Giusto, dopotutto dobbiamo assicurarci che questa volta il nostro potere non venga usato per commettere ingiustizie…”  

Parte anche di quel merito era anche di Uta, popolare simbolo di pace.
La sua influenza aveva aiutato a guarire i cuori dei pirati dalla loro crudeltà e i civili dalla loro sofferenza.
Non poteva far miracoli, ma i parametri di giudizio erano molto cambiati e una cosa tira l'altra… tutto il mondo era migliorato almeno un po'.

"E parlando di pace, ti è arrivata una lettera" replicò Helmeppo, prendendola dalla tasca e lanciandola tra le dita svelte dell'amico "Roba grossa si dice."

"Da parte di… Rufy?" L'ammiraglio lesse il retro della busta confuso "E Uta…"

"Strano eh? Non si fa problema a chiamarti per cose sceme al Den Den Mushi di solito"

"Significa che non è una cosa scema."

"Effettivamente è firmato pure da Uta…" un ghigno si formò sul viso del biondo "Che quei due stiano convogliando a nozze?" 

Koby trattenne una risata, mentre sfilò la lettera dalla busta e l'aprì. In verità per quanto strano suonasse, quell'argomento lo avevano toccato lui e Rufy.

 

 

"Dovresti restare per un banchetto! È da un pezzo che non mangiamo assieme!" Rufy scosse l'amico grazie alla presa salda attorno alle sue spalle. 

Si erano incontrati per caso, o almeno un caso era che fosse stato chiamato proprio colui che ai tempi era vice-ammiraglio. 

L'incidente in cui erano rimasti coinvolti due paesini della zona avevano finito per attirare l'attenzione di Rufy, che casualmente si era trovato lì e che non così casualmente aveva finito per incontrare il criminale con cui si era preso a botte.

Una bella fortuna trovarsi in zona per incontrarlo.

"Per forza, non è mai successo!"

"Dovremmo farlo allora!"

Koby rise, appoggiando la mano sulla spalla di Rufy "Purtroppo ho parecchie faccende da sbrigare alla base… sai, qualcuno deve pur ripulire i tuoi macelli." L'occhiata che lanciò al pirata fu ricambiata da un sorriso smagliante e noncurante.

"Sei bravo a farlo!"

"Ma certo che è bravo! Il migliore!" Si intromise Hibari, la quale si era avvicinata con gotee arrossato e finto sguardo noncurante.

"Grazie Hibari…" si grattò la guancia Koby, chiaramente imbarazzato. Era pure un eroe, ma ancora qualunque tipo di lusinga lo coglieva alla sprovvista.

Hibari tossì nella propria mano, schiarendosi la voce "Ehn, Kob-signore, a tal proposito… siamo già in ritardo con la tabella di marcia. Dobbiamo avviarci per il Reverie" 

"Oh, hai ragione. Dammi ancora un attimo e arrivo. Te intanto potresti per favore raggruppare gli altri e avviarti?"

"Certo, ma non farci aspettare troppo, eh?"

La ragazza si allontanò, lasciando dietro di sé il gruppo silenzioso di Rufy, Koby e alcuni Cappelli di Paglia.

Fu Robin la prima a non risparmiarsi dal commentare, in maniera quasi palese "Immagino che anche per una donna d'alto rango sia difficile non interessarsi ad un uomo del tuo calibro…"

Il viso di Koby esplose immediatamente in un forte rossore, scomponendolo del tutto "C-Che?"

"Beh prima o poi avrai una lunga lista tra cui scegliere" si unì Nami prostrando il proprio ghigno. "Non dirmi che non ti sei mai fatto qualche pensierino?"

"C-Certo che no! H-Ho sempre solo pensato a fare il Marine!" Non che avesse mai davvero creduto di poter piacere a qualcuno.

"E ci risiamo… eccone un altro" scosse la testa Usopp con delusione "Un altro come Rufy"

"Che vuol dire? E tu smettila di ridere!" Rimproverò di nuovo il vice ammiraglio al Capitano alla sua sinistra, il quale se la rideva di gusto, giusto per l'espressione dell'amico.

"Sei rosso come i capelli di Shanks!" 

"E-E sentiamo, te come saresti messo lo scusa??"

"Hm?"

Koby puntò il dito contro Rufy, senza però riuscire a sbollentarsi "Non hai nessuna compagna speciale con cui condividere il trono ?"

Rufy sembrò pensarci un attimo sù "Ho tante compagne!"

Abbastanza fraintendibile "No. Dai, qualcuno con cui andare ad appuntamenti? Magari da sposare?"

Il corvino continuò a fissarlo con la stessa espressione imperterrita; occhi strizzati e labbra assottigliate in una linea dritta. "Perché dovrebbe interessarmi quella roba?"

Il Marine si sentì come se qualcuno lo avesse schiaffeggiato con un merluzzo. 

"N-Non hai pensato che un giorno vorrai degli eredi?"

"Hm…" il corvino cacciò il mignolo nella narice, grattandosi in un misto di incertezza e confusione "Non proprio."

Non è che aveva escluso a priori di invadere il mondo con dei mini sé, semplicemente era troppo impegnativo pensarci attivamente.

"Non vorresti qualcuno con cui condividere il resto dei tuoi giorni? Qualcuno con cui creare un legame unico? Che ti rende felice e che puoi rendere felice a tua volta?"

"Tutti i miei-"

"Una persona specifica, che senti diversa."

Gli occhi di Rufy si illuminarono "Oh! Ma quella ce l'ho già. Per quello c'è Uta!" Uta era sempre stata diversa, lo faceva ridere e divertire.

Si sentiva forte quando c'era lei attorno.

"Uta…?"

"Hm!"

"Ah… punti in alto come sempre…" Nientemeno che una diva sulla quale sbavava quasi tutto il mondo. Alla faccia della modestia.

Il cipiglio di Rufy si alzò con aria fiera "Che intendi? È già mia"

"Uh…?!" Stavano parlando davvero della stessa cosa?

Non era sicuro che Rufy avesse capito il vero senso delle sue implicazioni, eppure pareva così sicuro e orgoglioso addirittura.

A quel punto non seppe più cosa dire. Sembrava un'esperienza mistica e a rafforzare la sensazione c'erano gli sguardi dei compagni del ragazzo che sorridevano con pietà.

Non si sarebbe dovuto fare domande e nessuno avrebbe chiarito per lui.

Lo avrebbero lasciato nel suo brodo.

 

 

Helmeppo rilasciò una grossa risata, dando poi un altro morso alla sua mela.

Era comico anche solo da pronunciare. Era risaputo che quel ragazzo non avesse niente in testa che non fosse l'avventura. "Già, sarebbe assurdo"

Pensiero comune, per chi non era uno sconosciuto totale e credeva alle voci della relazione segreta, ma non abbastanza intimo di Rufy per sapere della parte più privata della sua vita.

La verità era che…

"A quanto pare non è così assurdo" mormorò Koby incapace di scegliere tra un sorriso di genuina felicità e lo shock. Nella sua stessa voce, seppur non lo trovasse appunto così assurdo, c'era enorme incredulità.

Il momento in cui quelle parole entrarono nella mente di Helmeppo, i suoi occhi fuoriuscirono dalle orbitez sparandosi contro le lenti della visiera e passando attraverso. "CHE*KOFF KOFF*…?" tossì lui, sentendo la mela andargli di traverso. Si diede qualche colpo sul petto, senza però perdere di vista la faccia del collega. 

Non appena le sue vie respiratorie si liberarono, Helmeppo saltò giù dalla scrivania e si avvicinò freneticamente a Koby da dietro, sbirciando il contenuto della lettera.

Passò qualche secondo prima che la sua bocca si spalancò, liberandosi in volgarità "Mi prendi per il culo!?"

"Che mi venga un accidenti…" 

"Che MI venga un accidenti! Stavo per restarci secco!" E per qualcosa di valido, avrebbe voluto precisare. Chiunque al suo posto sarebbe rimasto travolto dallo shock.

Quelle bufale alla fine erano davvero la realtà.

Koby sorrise, ridacchiando completamente in preda alla sorpresa "Lo ha fatto davvero… che uomo pieno si sorprese! Ormai dovrei saperlo…"

Il biondo portò la mano alla fronte, ancora sconvolto "Brutto stronzo, anche la Principessa della Musica doveva mettere nel bottino!" 

La gelosia non la stava nemmeno nascondendo, dopotutto non era raro che persino i Marine avessero una celebrity crush per la ragazza. Non erano tanto bravi a negarlo, ma nemmeno era risultato necessario ad un certo punto. Persino la vecchia schiera al comando si era rassegnata.

"È da un pezzo che lei è membro della sua ciurma" ricordò l'ammiraglio capo.

"Lasciami qualche minuto per rosicare in pace!"

"Ahaha!" 

Koby continuò a leggere e rileggere, ignorando i commenti di Helmeppo.
Perché alla fine in un momento come quello, nonostante la rivalità, i loro ruoli ancora incertamente opposti… tutto ciò che poteva provare era una genuina felicità.

Sì, era davvero contento per il suo amico.


 


 

La notizia si era sparsa alla velocità di un Kizaru molto motivato.

In tutto il globo erano pian piano spuntati inviti per persone di ogni tipo. Umani, uomini-pesce, celestiali, giganti, visoni… reali e popolani, ricchi e poveri, umanoidi e animali.
Che Rufy avesse amici in ogni angolo del mondo era anche risaputo: si trattava dopotutto di una delle persone più amichevoli che esistessero.

Ma che le proporzioni dell'evento sarebbero diventate colossali divenne chiaro come il sole. Non c'era posto in cui la gente non sapesse, al punto che l'importanza era cresciuta fino a considerarlo l'avvenimento dell'anno.

Rufy aveva desiderato una festa degna del suo nome, che neanche il banchetto celebrativo a Wano per la sconfitta di Kaido avrebbe potuto imitare.
Ciò comportava i suoi pregi e i suoi difetti.

Invitare tutti non era stato un grosso problema, ma come Uta aveva previsto, l'organizzazione effettiva si era rivelata una vera impresa. 

Da un lato vi era la praticità del farci stare più di migliaia di persone in una piccola area sul promontorio, dove avevano deciso di piazzare la cerimonia.

Per ovviare il problema alla fine avevano deciso di limitare l'accesso alle persone a loro più intime, filmando invece in diretta per gli altri invitati già sistemati nel luogo dove si sarebbe svolta la festa.

Poi c'era anche un altro elemento fondamentale, ovvero mantenere tutti in buono spirito… e relativamente sotto controllo. Lo aveva sottolineato già negli inviti, ma conosceva i suoi polli, Rufy e il tipo di amici che si faceva, e sapeva che il rischio di scontri era molto alto.

Si trattava di mischiare gente con azioni deplorevoli alle spalle e Marines, pirati tra i quali vi erano già rivalità accese e civili, rappresentanti di regni con interessi contrastanti…

E sebbene Uta stessa volesse quelle persone presenti e ormai fosse tardi per tirarsi indietro, l'idea che dal suo matrimonio, un giorno in cui desiderava che tutti i presenti fossero il ritratto della gioia, potesse trasformarsi in qualcosa di spiacevole la metteva particolarmente in ansia.

Non era ansiosa delle nozze in sé. Sebbene molte spose avessero ansia all'idea che da un giorno all'altro sarebbero state legate per il resto della loro vita ad una persona o che il loro futuro consorte cambiasse idea all'ultimo, per lei non era nemmeno stato preso in considerazione.

Rufy non si tirava mai indietro una volta sicuro di qualcosa e sposarlo era forse la cosa più semplice e naturale che percepisse di tutta la faccenda. 
Era solo una formalità che avrebbe stipulato con il suo migliore amico.

Ciò che davvero temeva praticamente tutto il resto, quello che per forza di cose non poteva controllare.

Per fortuna, aveva delle formidabili damigelle a darle man forte, capaci di mettere a cuccia uomini dal temperamento apparentemente superiore a chiunque altri.

Tuttavia… era in un momento come quello che avrebbe desiderato un modello a cui fare riferimento. 
Non che i suoi amici non fossero grandiosi, ma nessuno di loro si era mai sposato e quel genere di supporto che cercava non era quello che veniva da quel tipo di famiglia…
Ma quello che veniva da un genitore.

E già quello costituiva un problema tutto suo per il matrimonio.
Si poteva anche fare a meno, ma era buon costume avere una figura a presenziare come madre e una come padre, sia per lo sposo che per la sposa.

La madre biologica di Rufy non era esattamente… nelle condizioni di partecipare, ma era abbastanza sicura di chi il ragazzo avrebbe scelto al suo posto.
Per quanto riguardava il padre, Dragon non era certamente una scelta ottima ma alla fine Rufy non aveva trovato necessario scegliere lui o nessun altro.

Uta però non era sulla stessa linea. Non aveva mai davvero sentito la mancanza di una figura materna finché aveva avuto suo padre nella sua vita, ma un consiglio come si suol dire "materno" lo avrebbe apprezzato in vista del matrimonio. Uno da parte di colei che probabilmente ci era passata prima di lei.

E se avesse anche potuto ignorare quel desiderio se il suo rapporto con Shanks fosse rimasto intatto, alla fine nemmeno era sicura di avere una figura paterna a presenziare.

O almeno, non era sicura avrebbe voluto LUI, sebbene fosse anche l'unico a cui potrebbe mai appartenere tale ruolo.

Motivo per cui in quel momento, lì a guardare il paese di Foosha che si avvicinava all'orizzonte, teneva ancora per mano quella lettera non spedita, indecisa se finalmente affidarla al gabbiano viaggiatore o semplicemente lasciare portare via dal vento, in modo da non farle mao raggiungere la destinazione.

Sarebbe stato meschino persino per lei, fare la finta tonta e pretendere fosse un incidente con la spedizione. 
Persino verso colui che l'aveva abbandonata e condannata all'oblio, se i Cappelli di Paglia non l'avessero trovata, ma che per anni era sempre stato il suo adorato padre.
Persino verso colui che sebbene non l'avesse lasciato, era probabilmente intenzionato a fare di tutto per rimediare ai suoi errori.
Persino verso colui che aveva commesso una delle azioni più ignobili per un padre, ma che a modo suo non aveva mai smesso di amarla come figlia sua.

Le sue dita si strinsero attorno alla busta, come a non volerla lasciare andare.

Poi si aprirono.





 




Nota d'autrice:

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto!

Non volevo essere troppo dura con Hancock e ho cercato sia di trasmettere un po' più di profondità alla sua situazione, sia di renderla comica. Dare più spazio all'empatia ma anche mantenerla coerente con il personaggio.
Non sono una grande fan di Hancock, e non è per ragioni di ship, ma non è un personaggio su cui posso sorvolare in questo contesto e ho sentito che meritava almeno un piccolo spazio. Lasciarla fuori da tutto, farebbe sembrare la storia incompleta, per quanto breve sia la parte che le ho dedicato.
Ho fatto del mio meglio per rispettare il personaggio e mantenere i temi della storia! Quindi spero di esserci riuscita!

   
 
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