01. Una margherita tra i capelli.
[ Usopp x Kaya ]
Per essere una giornata di agosto, non faceva caldo. Anzi, il venticello che tirava era fresco e rigenerante al pari di una bibita ghiacciata.
Quindi, Kaya non riusciva proprio a capire perché sentisse caldo. Era un calore singolare, però: lo sentiva vampare come un fuoco sul tutto il suo viso, in particolare nella zona delle guance, ancora magre e scavate a causa della malattia.
Ora, va bene che pian piano stava riprendendo il suo colorito naturale e non era più pallida come un cadavere, ma la sua pelle dovrebbe essere lattiginosa, madreperlacea, non rossa. Perfino Usopp se ne accorse, di quell'anomalia. (In verità, Usopp notava tutto di lei, conosceva le sue abitudini a memoria e cosa e come farla ridere, ma questo era un piccolo segreto di cui, oltre a loro due, nessuno era a conoscenza).
«Kaya, stai bene?» le domandò infatti, preoccupato.
Lei gli sorrise, dolce e rassicurante come l'odore di casa, e annuì.
«Sì, sì, non preoccuparti» affermò, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Forse è colpa tua, pensò Kaya.
Perché alla fine aveva iniziato a sentirsi così da quando Usopp, senza preavviso, con la naturalezza di un bambino, le aveva allungato quel mazzetto di margherite appena raccolte, dicendole ch'erano un regalo per lei. «Sono belle e delicate come te!», aveva affermato col sorriso.
Kaya prese il mazzo tra le mani e vi avvicinò il naso. Di solito, le margherite che crescevano nel suo giardino non avevano un particolare odore; quella volte, le parvero i fiori più profumati di tutti i mari.
«Sono bellissime» sussurrò, ancora rossa in viso «grazie.»
E poi ne prese una, la esaminò per un secondo, quasi a volersi assicurare che fosse la più bianca e la più graziosa tra le altre, e la pose tra i capelli ricci di Usopp, poggiando lo stelo sul suo orecchio. L'espressione sorpresa che spuntò sul suo volto bastò per farla scoppiare a ridere.
«Ecco» dichiarò, soddisfatta «ora anche tu sei bellissimo.»
E, anche adesso che Usopp era lontano, la sua margherita giaceva fresca in un vaso di porcellana finemente decorato sul comodino di camera sua, accanto ai mille mila libri di medicina.
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