“In salute e in malattia, finchè morte non ci separi, amen.” Un matrimonio perfetto. Non eravamo amiche, non condividevamo nulla, se non una fiducia reciproca. Non ci piacevamo nemmeno e, per quanto ci desse fastidio, era questa la base della nostra convivenza. Così è iniziata la nostra vita insieme, come una di quelle coppie impossibili che prima o poi sarebbe finita in tragedia. “Adesso non sei più sola”, sono state queste te tue ultime parole prima di dirmi addio. Non l’avresti mai ammesso ma so che lo hai fatto per me. Avresti voluto sapermi felice con la mia bambina. E mi hai salvata. Ero salita da codarda su quell'elicottero, ma la verità è che sarei dovuta rimanere lì, al tuo fianco, a combattere. Da sole contro il mondo la morte avrebbe fatto un po' meno paura. Mi hai lasciata da sola a questo mondo marcio, e adesso? Cosa farò? Ci siamo odiate, abbiamo tentato di ucciderci, ma in questi due anni insieme, abbiamo costruito qualcosa, un qualcosa che non morirà mai. Non sono mai riuscita a dirti tutto quello che provavo per te, e adesso è troppo tardi e mi odio per questo. Eri tu quella forte della coppia, quella che, anche con sarcasmo, riusciva sempre ad esternare i propri sentimenti. Tu non mi odiavi ed io sono stata così stronza con te. Ne abbiamo passate così tante insieme...! Non dimenticherò mai di quella notte in camper. Quella notte in cui ce ne successero di tutti i colori, ma decidemmo di lasciarci il passato alle spalle. Accesi la radio e ballai sulla note della prima canzone che passavano, “You gotta keep up”. Ti piaceva prendermi in giro, l'ho sempre saputo. Per te ero ridicola, vero? Almeno era l’unico modo per vederti sorridere, perché quando lo facevi, Zulema mia, la terra tremava ed io morivo un po'. Il più bel sorriso che abbia mai visto. “Dai, vieni!”, ti avevo invitata a ballare e tu ti sei fatta pregare, lo facevi sempre. Molta gente ha avuto modo di conoscere “el elfo del puto infierno”, che faceva solo del male a chi le stava intorno, ma non a me. Quella sera sono riuscita a conoscerti per quella che sei. Una donna che voleva soltanto essere amata. Però, se me l’avresti concesso, l'avrei fatto con tutta me stessa, privandomi di questa maschera che porto, della mia armatura. Ma forse ero soltanto io quella che non si è mai accorta di nulla, troppo preoccupata a salvarsi la pelle. Volevo solo istigarti e poi mi sei venuta contro. Con la tua solita espressione mi hai detto: “non scoperemo”. “Pensi che voglia scopare con te? Non avrebbe senso, no?” Ma mi afferrasti per i capelli e contro il muro hai incominciato a baciarmi il collo e poi iniziammo a toccarci, Speravo lo avresti fatto. Quella notte ci siamo volute, il mondo si era fermato intorno a noi. Toccai il cielo con un dito, anche con due, e non mi riferivo al soffitto della nostra roulotte. Facemmo l’amore, perché noi due eravamo amore. Sai, avevi ragione. Non sono più sola. Ora vivo in una bella casa con due bellissime bambine, Fatima ed Estrella. Saray è una ottima madre, è lei che mi aiuta a crescere mia figlia, e la sua “Estrellita” si prende sempre cura della sua sorellina. La gitana ed io adesso stiamo insieme e ci amiamo. Condividiamo lo stesso amore che avevamo per te. Forse è così che doveva andare. Quella linea rossa chè ci teneva unite si é spezzata per sempre. Abbi cura di splendere, Zulema mia, perché “el elfo del puto infierno” adesso è diventato un bellissimo angelo. Avrai sempre un posto speciale nel mio nuore. Un giorno ci rincontreremo. Hasta siempre, tua Maca 💛