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Autore: Fiore di Giada    04/04/2024    0 recensioni
[Mameli - Il ragazzo che sognò l\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'Italia]
[Partecipante alla challenge "500themes_ita" col prompt 82, ossia "Silenzio nella notte"]
Reincarnation AU ambientata ai tempi della Resistenza.
Goffredo Mameli e Nino Bixio sono due partigiani, che combattono contro il nazifascismo a Genova.
Nino viene ferito e Goffredo, in una notte d'apparente calma, gli è accanto.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A passo rapido, Goffredo entrò nella stanza da letto, chiudendosi la porta alle spalle.
La luce della luna filtrava da una finestra semiaperta e illuminava l'ambiente di un riflesso argenteo.
Il letto, appoggiato alla parete di fondo, era sormontato da un crocifisso.
Vi era distesa la figura scomposta di Nino, la mano abbandonata oltre il bordo.
Turbato, Goffredo colmò la distanza tra loro e chinò la testa sul petto del compagno. No, non poteva avere ceduto.
Le pallottole tedesche non avrebbero avuto ragione di lui.
─ Ragazzino, sei pesante. ─ mormorò una voce ironica.
L'interpellato sussultò, poi alzò la testa e i suoi occhi verdi si rifletterono nelle iridi scure di Nino.
Un lieve sorriso sollevò le sue labbra. Quella ferita al petto, per quanto profonda, non aveva abbattuto lo spirito mordace del suo fraterno amico.
Ne era sicuro, presto sarebbero tornati a combattere contro i nazifascisti.
Nino, a sua volta, sorrise. Le orribili battaglie per la liberazione di Genova non avevano mutato l'animo nobile del suo amico.
─ Provi ancora dolore? ─ chiese.
Lo sguardo dell'altro, per alcuni istanti, vagò nell'ambiente. Provava quasi vergogna a rivelargli il suo stato.
Goffredo, turbato, si sedette sul letto e gli appoggiò una mano sul braccio. Quel silenzio, tanto repentino, non gli piaceva.
─ Cosa ti è successo? ─ domandò, cauto, il cuore che accelerava i battiti.
Con un gesto apparentemente noncurante, Nino alzò le spalle e una fitta di dolore, inesorabile, trapassò il suo petto, come una spada.
D'istinto, il giovane strinse le labbra e posò la mano sul torace. Odiava queste sue manifestazioni di debolezza…
Goffredo fece per alzarsi, ma il compagno gli appoggiò una mano sul braccio.
─ Non è niente che non si possa risolvere. Stai tranquillo. ─ mormorò.
Il più giovane, per alcuni istanti, tacque. La voce di Nino era calma, quasi scherzosa, ma il suo tocco era esitante, timoroso.
Poi, si era ben accorto della sua smorfia di dolore.
─ I ruoli si sono ribaltati… ─ mormorò ad un tratto Goffredo.
Nino alzò la testa e fissò l'amico, lo sguardo perplesso e la fronte corrugata. Di che cosa stava parlando?
Lo sguardo di Goffredo era velato d'una strana luce.
─ Conosci la storia dei nostri nomi? ─ domandò, ad un tratto.
Un leggero sorriso sollevò le labbra di Nino. Forse, iniziava a comprendere il suo migliore amico…
─ Oh sì… Me ne hai parlato tante, troppe volte… ─ dichiarò, ironico. Goffredo, figlio di un insegnante di liceo classico e di una sarta, era innamorato della storia.
Se non fosse sopravvenuto quel terribile conflitto, sarebbe diventato un meraviglioso maestro.
Goffredo, per alcuni istanti, tacque, poi cominciò a sfiorare il braccio destro di Nino.
Un brivido percorse l'arto dell'altro, simile ad un debole scossa elettrica. Con quei semplici gesti, lui riusciva ad andare oltre le barriere del suo cuore.
Sotto il suo sguardo, si sentiva nudo, vulnerabile.
─ Sai… Noi viviamo migliaia di esistenze… E, in alcune occasioni, i ricordi di quello che siamo stati riemerge… Questo è scritto in molti testi buddhisti e induisti… ─ mormorò.
A quelle parole, l'altro sorrise. Anche se non lo aveva ammesso, era affascinato dalla cultura letteraria del suo fraterno amico.
─ Quindi, noi rivivremo le loro vite? ─ domandò.
Con un cenno della testa, Goffredo annuì e le lacrime velarono i suoi occhi chiari.
─ Sì… Nella mia vita precedente, fu una cancrena ad uccidermi… E tu, amico mio, eri accanto a me… Hai cercato di farmi forza, ma sei crollato e hai pianto… ─ continuò, la voce vibrante d'angoscia. Il peso della paura, in quel momento, opprimeva il suo cuore.
─ E ora tutto si starebbe ripetendo, al contrario? ─ intervenne Nino. Quella narrazione, pur inquietante, era affascinante, anche per lui, figlio d'un modesto ferroviere.
Con un cenno del capo, l'altro annuì.
─ Sì… Stiamo combattendo per la libertà, come allora… E uno di noi deve morire… ─ mormorò.
Il suo corpo si irrigidì. No, non voleva perdere il suo migliore amico!
Nino aveva saputo introdurlo alla lotta armata, tra le fila del Partito Comunista Italiano, ridotto alla clandestinità.
Per lui, era diventato un terzo fratello.
Nino puntò i gomiti e provò a sollevarsi, ma una nuova fitta di dolore dilaniò il suo petto.
D'impeto, Goffredo allargò le braccia e lo strinse a sé. Non voleva più simulare una forza inesistente.
─ Non lasciarti andare… Questo paese ha bisogno della tua forza, amico mio… Io ho bisogno della tua forza… ─ supplicò. Tutto, in quel momento, sembrava crollare.
Il suo cuore aveva sopraffatto la sua razionalità.
Le lacrime, silenziose, bagnarono il viso di Nino. Con Goffredo, la finzione era inutile.
A fatica, sollevò le braccia e appoggiò le mani sugli avambracci dell'altro. Le parole di Goffredo riscaldavano il suo cuore.
No, non avrebbe dato al suo migliore amico un dolore inutile.
─ Non mi arrenderò, amico mio… Perché anche io ho bisogno di te… ─
   
 
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