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Autore: JeanGenie    04/04/2024    0 recensioni
"Nella città planetaria, capitale della Repubblica la vita scorre livello dopo livello, in verticale."
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Scritta per il gruppo FB "Fondi di Caffè"
Prompt: Il grattacielo
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Padmè Amidala, Sabé
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ancora pochi piani e poi l’infinito. È un privilegio poter vedere il cielo su Coruscant. Il complesso residenziale 500 Repubblica è riservato a pochi eletti. Padmé Amidala Naberrie, a volte pensa a chi vive laggiù in basso e prova un acuto senso di colpa.  Nella città  planetaria, capitale della Repubblica la vita scorre livello dopo livello, in verticale. Le radici malsane e sofferenti, il corpo solido e potente, la cima di diamante. Coruscant è una foresta che tratta chi popola la base come larve. Loro, lassù in cima, sono uccelli variopinti e liberi.

Ma quel giorno, la sua mente è lontana da qualunque pensiero sull’ingiustizia sociale che si annida nella Repubblica. Dal suo terrazzo, Padmé Amidala Naberrie vede le navi partire e pensa alla guerra contro i Separatisti. E a qualcosa di più intimo e personale.

Lancia un saluto silenzioso con la mente, sperando che lui possa percepirlo. 

Buona fortuna, Anakin. Prenditi cura di te, Anakin. Ritorna da me, Anakin.

Coruscant non permette addii. Non a quelli come loro. Coruscant ha occhi ovunque e altrettante orecchie. Padmé si concede un sogno impossibile e fanciullesco. Se quell’immenso grattacielo fosse solo una torre bianca… se intorno a lei non ci fossero più edifici titanici ma una sconfinata distesa d’erba… se lei potesse ascoltare solo il silenzio… se potesse abbassare gli occhi e, anziché vedere solo una voragine infinita di permacemento e vetracciaio, potesse scorgere la sua figura minuscola che guarda verso l’alto, cercandola e mandandole un bacio. La sua figura minuscola che scalerebbe mura impossibili per arrivare  fino a lei…

***

La navetta si sta lasciando dietro Coruscant e il suo caos. Presto raggiungerà l’ammiraglia in orbita già carica di cloni. Anakin Skywalker, Cavaliere Jedi e generale della Repubblica non vorrebbe guardarsi indietro. Non è da lui rimanere fermo troppo a lungo. Ma lasciarla andare gli spezza il cuore ogni volta.

Oltre gli schermi visori della nave, in uno di quegli edifici svettanti, il più bramato e lussuoso, lei lo sta guardando partire. Non lascerà il terrazzo fino a quando non lo vedrà scomparire. Gli sembra quasi di sentire i pensieri di Padmé, inquieti e dolcissimi. La sua preoccupazione e i suoi rimpianti. Il desiderio che ogni cosa sia diversa. Lui sa che la sua situazione non è facile. Lei non vive in una torre bianca e solitaria in cui amarsi e congedarsi con un abbraccio è concesso. Lei è la Senatrice di Naboo. Lei è circondata da occhi ed edifici che giudicano. Eppure Anakin custodisce quel sogno assurdo… correre sull’erba fino a sfiancarsi… arrivare ai piedi di una torre bianca  in cui lei attende… scalarla fino a lei, stringendo fra i denti un fiore di Milla bianco da gettare ai suoi piedi…

***

Sabè osserva le spalle contratte dalla preoccupazione della sua regina. Poco importa che Padmé Amidala non ricopra più quel ruolo da tempo e che ora, sul trono di Naboo, sieda un’altra donna. Per Sabè lei sarà sempre la sua regina. L’unica.

E si sta perdendo dietro a una follia. Sabè non esprime con lei le sue opinioni su ciò che vede. O almeno non lo fa sulla sua vita privata. Né la sua signora le chiede di farlo. Ma Sabè la sente allontanarsi e scivolare via da ciò che è sempre stata. E sa benissimo di chi è la colpa.

La sua signora è smarrita e confusa. La sua signora è triste e piena di rimorsi. La sua signora ha donato il suo cuore a qualcuno che a Sabè fa paura. È solo una sensazione ma è certa che quella storia finirà in tragedia. Se solo potesse rinchiuderla in una torre bianca… se solo potesse cancellare tutto quello che hanno intorno, sostituendolo con un prato sconfinato… nessuno oserebbe avvicinarsi… nessuno, neppure lui…

La sua regina sarebbe in salvo, lontana da quel sogno assurdo in cui si è gettata senza pensare. Sabè si concede quell’illusione improbabile, sapendo che, in un modo o nell’altro, dovrà renderla concreta prima che sia troppo tardi.

   
 
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