Prima era arrivato l’impatto. I turbolaser, i pensieri disperati di suo figlio, il fuoco, la plancia squarciata.

Poi era arrivato il freddo siderale. Niente aria. Solo una patina di gelo sulla pelle. 

L’ultimo tassello era stata la certezza che sarebbe morta, nel vuoto dello spazio. Senza poter rivedere Ben. Senza poter dire addio a Luke.

Ci sarebbe stata la pace, dall’altra parte? Leia Organa non lo sapeva. Sapeva solo che avrebbe potuto stare con Han. Per sempre.

Infine era arrivata la voce. Era sconosciuta e gentile. Lei sapeva a chi apparteneva. “Non ancora, Leia. Hanno bisogno di te.”

Lei aveva aperto gli occhi incrostati di brina e lo aveva visto. Probabilmente era solo un’allucinazione. Probabilmente…

Il giovane uomo dai capelli biondi le sorrideva. E le tendeva la mano.

Padre…? aveva pensato. Proprio lui era venuto in suo soccorso? Nonostante lei non riuscisse a smettere di provare rancore?

Leia aveva teso a sua volta la mano. “Usa la Forza, Leia. Puoi farlo. È nel nostro sangue.”

Sì, poteva farlo. Instanti infiniti, la nave che si faceva più vicina, una paratia che si chiudeva alle sue spalle. Poi altre voci, viventi stavolta. Poe… Connix… un respiratore sul viso, una barella.

Leia stava dormendo, ora. Non poteva svegliarsi. Forse era stato tutto inutile. “Non ancora”. Non poteva aprire gli occhi ma sapeva che lo spirito di suo padre le era vicino. Forse le teneva perfino la mano. “Presto, Leia. Presto starai bene.” Il tepore sulla fronte era forse quello di un bacio?

Leia aveva sorriso. Presto si sarebbe svegliata. 

Grazie… aveva mormorato nel sonno.