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Autore: LubaLuft    08/04/2024    2 recensioni
Dal testo:
“Ti saluto, boke.” Gli aveva detto a mezza bocca.
Shoyo allora aveva sorriso, un sorriso mesto, in verità, ma pur sempre caldo. Il suo sorriso aperto, incurante di tutto, sincero, vero.
“Anche io ti saluto, Cretiyama.”
E ora? Che cosa stava succedendo dall'altro capo del mondo?
Perché Tooru Oikawa gli stava così addosso, perché gli sembrava quasi di vedere il suo respiro infilarsi nei capelli di Shoyo?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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From Rio with love



“Guarda chi ho incontrato a Rio!”

Il riverbero dei neon, nello spogliatoio degli Schweiden Adlers, creava uno strano contrasto con i colori caldi sullo schermo del cellulare di Tobio, al punto che l’immagine che l’alzatore osservava, con sorpresa prima e con estrema attenzione poi, sembrava quasi provenire da una dimensione parallela, nella quale era perennemente estate.

Forse era a causa del mare sullo sfondo, che sembrava fatto di vernice blu per quanto era denso.
Forse era la sabbia dorata.
Forse erano gli occhi nocciola di Oikawa, la loro luce calda e smaliziata.
Forse erano i capelli di Shoyo, il suo sorriso luminoso.
Forse erano le bocche di entrambi, aperte in una smorfia sguaiata.

Un selfie bellissimo, potevano anche scriverci sotto From Rio with love.

O forse era il freddo che Tobio sentiva addosso da quando Shoyo se ne era andato.

Ecco.

La sera prima della sua partenza per il Brasile l’avevano passata insieme al Sakanoshita, con gli amici del Karasuno - vecchi e nuovi giocatori, kohai e senpai - e avevano bevuto forse qualche birra di troppo. 

A un certo punto erano andati un po’ tutti su di giri e Tobio, durante uno delle loro solite discussioni che sfociavano in rissa, prima se lo era caricato sulle spalle, rabbrividendo al respiro veloce che gli riempiva le orecchie e alla carezza sul collo di quei capelli arancioni perennemente scarmigliati, e poi lo aveva atterrato sul pavimento con una mossa di judo, sedendosi su di lui, le braccia tese ai lati della testa, le mani aperte, gli occhi negli occhi.

Shoyo però aveva smesso di ridere di colpo, e anche Tobio.

Non era un momento divertente, tutt’altro. 

Era diventato tutto dannatamente serio, o almeno così era sembrato a entrambi, e nell’istante esatto in cui Shoyo aveva mosso una mano, alzandola pericolosamente verso il viso di Tobio, inchiodando ancora di più lo sguardo nel suo e sollevando le gambe come per chiudergli qualsiasi via di fuga, Tobio era scattato in piedi, liberandosi e liberandolo.

Quel movimento di gambe lo aveva fatto aderire ancora di più al suo corpo sdraiato, spingendolo in avanti verso il suo viso, provocandogli una reazione fisica che doveva contrastare con assoluta urgenza. Si era quindi chiuso in bagno, con la scusa di aver esagerato con la birra, ed era stato dieci minuti buoni davanti allo specchio a contemplare sconsolato il suo viso in fiamme e a tentare di scrollarsi di dosso la percezione del corpo di lui sotto al suo, e i suoi evidenti effetti collaterali.

Dannato boke. Che avesse capito tutto?

Se lo era chiesto anche in aeroporto, mentre lo salutava, con in sottofondo la voce dolce e impostata della hostess di terra che doveva chiudere l’imbarco.

Davanti a lui, Shoyo era rimasto come in sospeso, come se aspettasse un passaggio, un’alzata, un gesto che potesse chiudere un’azione rimasta aperta e incompiuta.

Non la facciamo? Sembrava volergli dire con quegli occhi ambrati.

“Tobio…” 

Il suo nome pronunciato lentamente. 

Non lo chiamava quasi mai per nome.

No. Non la facciamo. 

Non ne ho il coraggio.

 

“Ti saluto, boke.Gli aveva detto a mezza bocca.

Shoyo allora aveva sorriso, un sorriso mesto, in verità, ma pur sempre caldo. Il suo sorriso aperto, incurante di tutto, sincero, vero.

“Anche io ti saluto, Cretiyama.”

 

E ora? Che cosa stava succedendo dall'altro capo del mondo?

Perché Tooru Oikawa gli stava così addosso, perché gli sembrava quasi di vedere il suo respiro infilarsi nei capelli di Shoyo?

 

A tradimento, gli tornò alla mente un’intervista trasmessa da un canale sportivo internazionale nella quale il giovane e talentuoso alzatore giapponese Tooru Oikawa si raccontava con i suoi soliti toni istrionici, sottilmente canzonatori, e a una domanda apparentemente banale sulla sua vita sentimentale, rispondeva con naturalezza che gli piacevano gli uomini.

«Per un giapponese, è insolito essere così franco e diretto rispetto alle proprie inclinazioni sessuali.»

Oikawa aveva riso.

«Il problema non sono le mie inclinazioni sessuali, ma quelle dei giapponesi. Non hanno coraggio di viverle.»

Il coraggio era mancato anche a lui, Tobio ne era consapevole, e ora provava disagio e rabbia all’idea che Tooru Oikawa fosse a Rio De Janeiro a un centimetro scarso da Shoyo mentre lui era lontano migliaia di chilometri.

Un rumore attirò la sua attenzione. Era Wakatoshi Ushijima che gli passava davanti, diretto verso il suo armadietto.

Tobio non disse nulla ma lo afferrò per la manica della tuta.

Allungò lo schermo verso di lui. 

Dopo aver osservato la foto per qualche istante, l’opposto gli restituì il cellulare con un’espressione indecifrabile.

“Andiamo, Kageyama, ci aspettano per chiudere la palestra.”

Tobio raccolse il suo borsone e lo seguì, a testa bassa, senza commentare oltre.


****


La mattina dopo, gli allenamenti non andarono come avrebbero dovuto. 

Tobio era distratto, fuori fase. Non partecipava al flusso delle azioni, si fermava, si arrabbiava, si scusava.

L’allenatore lo chiamò in disparte e gli disse di riprendere fiato in panchina, mentre i compagni di squadra lo osservavano tutti un po’ stupiti.

Tobio obbedì. Si tolse le protezioni e la maglietta e notò che gli tremavano le mani.

Un tremolio impercettibile ma c’era, e la cosa lo mandava in bestia. Tu guarda se per colpa di quel cretino…

 

“Tieni.”

Una voce profonda lo riportò alla realtà. Era Wakatoshi che gli porgeva i sali minerali. 

“Grazie, Ushijima.”

“Se oggi non sei al 100%, non strafare. Può capitare una giornata no.”

Tobio scosse la testa.

“Mi riposo solo qualche minuto, il tempo di riprendermi.”

 

La sua mente però era distratta. La verità era che aveva dormito poco, rimuginando su alcuni messaggi che si era scambiato con Shoyo quella notte incurante del fuso orario, e proprio a proposito di Tooru Oikawa.

Abbiamo cenato insieme… giocato a beach volley… birre che scendevano giù una meraviglia… che caldo qui… non ci crederai ma mi ha detto che ho messo su massa muscolare… e mi ha anche detto che ho un bel culo 🙄!… 😆😆 che personaggio…!

Il pensiero di Oikawa che ammirava le natiche di Shoyo fu la goccia che fece traboccare il vaso. 

Entrambi mezzi nudi sulla spiaggia… magari di notte. O a casa di Shoyo, dove quel serpente poteva insinuarsi, dove potevano fare chissà che cosa.

Rientrò in campo, al servizio. Mise giù a terra una cannonata che lasciò tutti a bocca aperta, eppure lo conoscevano e sapevano di cosa fosse capace. 

Lo schiaffo che diede alla palla fu rabbioso e la stampò come un tatuaggio a fondo campo, a un millimetro dalla linea di fondo.

Wakatoshi, intanto, sorrideva.


****


Rientrò a casa nel tardo pomeriggio, abbastanza nervoso e affranto.

Quel servizio killer e le due, tre alzate che era riuscito a servire ai suoi compagni non erano bastate a tirargli su il morale. Detestava essere emotivamente instabile, nervoso, inaffidabile, ed era ormai così da mesi, da quando aveva capito di provare dei sentimenti per quel cretino che si portava ormai appresso dalle medie.

Sempre a corrergli fra i piedi, a svolazzargli intorno, a fare casino.

Eppure, senza quel casino si sentiva solo come un cane, come quella sera.

Avrebbe voluto scambiare due chiacchiere con qualcuno ma non sapeva chi chiamare. Di nuovo gli tornò alla mente Shoyo, che lo aveva preso in giro davanti a tutti affermando che non aveva amici!

Lo aveva picchiato ma con il senno di poi avrebbe dovuto ringraziarlo per quelle parole perché erano vere.

Appena uscito dalla doccia, trovò sul cellulare una chiamata persa e un messaggio… di Ushijima.

Il nome sullo schermo lo sorprese alquanto. Il suo numero lo aveva in rubrica come quello di tutti i compagni di squadra ma con lui non aveva mai davvero approfondito la conoscenza, né si erano mai contattati via cellulare.

Tobio si era già fermato a mangiare qualcosa con gli altri giocatori dopo una partita o un allenamento, come faceva del resto quando militava nel Karasuno, ma in quelle occasioni Ushijima se ne stava quasi sempre per conto suo e non socializzava più di tanto. Oppure li mollava con l’aria di uno che aveva sempre qualcosa di meglio da fare.

Da punto di vista della vita sociale, forse stava messo peggio lui ma non sembrava soffrirne. 

Aprì Whatsapp per leggere il messaggio, che era breve e conciso.

Ushijma W.

Ti va di bere qualcosa? Sono dalle parti di casa tua.

Poi, gli arrivò un messaggio di Shoyo

Hinata-Boke
Ehilà, Kageyama… come è andata oggi con gli allenamenti?

Tu
È andata benissimo, come sempre. Perché me lo chiedi?

​Hinata-Boke
Perché siamo rimasti a messaggiarci che da te era notte fonda. Io comunque stanotte non ho dormito per niente. 


Che diavolo avevano combinato?

Tu
Che cosa combini, boke? Sei maggiorenne da poco!

Hinata-Boke
Sono rientrato alle sei da un giro con Oikawa. Io mi sono svegliato poco fa, lui sta ancora dormendo. È un tipo davvero interessante. Di te parla malissimo, quindi lo è a maggior ragione.

 

…Che stronzo!!

Tu
Che stronzo!!

Hinata-Boke
😋😆 Abbiamo fatto un patto: lui mi invita in Argentina per una settimana e io lo ospito da me e gli faccio un corso accelerato di palleggio e ricezione su sabbia!
 

Fu allora che Tobio prese una decisione in perfetto minus tempo.

Tu
Comunque anche io sto per uscire

Hinata-Boke
Oooh, incredibile! Ti sei fatto degli amici!

Tu
Esco a bere qualcosa con Wakatoshi

 

Tobio restò ad osservare lo schermo.

Online, diceva whatsapp. 

Muto, pensava Tobio. 

E poi aveva specificato Wakatoshi, mica Ushijima.

 

Tu
Ah! Salutami tanto il tuo amico Tooru


Scrisse al volo a Ushijima per accettare il suo invito e poi si rivestì.

Il telefono vibrò ancora. Era Hinata-Boke ma decise di non leggerlo. Pensasse pure a come intrattenere quello stronzo di Oikawa.

Mentre si incamminava verso il locale luogo dell’appuntamento con Ushijima, il boke continuava a martellarlo di messaggi. 

Che palle!

 

****

 

Arrivato a destinazione, si accorse di non avere la più pallida idea di quali argomenti trattare con Ushijima. Da quando giocavano insieme parlavano abbastanza di pallavolo ma di nient’altro.

Urgeva trasformare quel nient’altro in qualcosa altrimenti non avrebbe fatto altro che bere e mugugnare, ripensando i quei due che scorrazzavano sulla sabbia.

Il posto era per fortuna semplice e poco pretenzioso. Le birre erano decenti.

“Come ti senti?” Chiese Ushijima.

“Meglio. Ma oggi ho fatto davvero pena.”

“Beh, hai piazzato un servizio al salto niente male. E due, tre alzate…”

“… Decenti?”

“Esatto.”

Tobio si irrigidì.

“Cos’è, ti manda il mister? Vuole sapere che cosa avevo oggi?”

Tobio si accorse di aver alzato la voce e non era nelle sue intenzioni, per cui si affrettò a metterci una pezza.

“Scusa.”

Ushijima sorrise. 

“No, non mi manda il mister. Volevo semplicemente dirti che può capitare che uno non ci stia con la testa se ha altri pensieri in mente.”

“Non ho pensieri di nessun tipo, io!!”

“Invece sì.”

“E che cosa te lo fa pensare??”

“Il fatto che tu ti stia scaldando.”

Tobio mandò giù un sorso lungo e disperato. Gli era venuto un groppo in gola e non era perché sospettasse che Oikawa volesse provarci con Shoyo, bel culo o meno: la verità era che il boke gli mancava da star male, era con lui che voleva steccarsi una birra, non con Ushiwaka!!

Erano le basi dell’amore, quelle? Voler stare insieme, condividere più possibile delle proprie vite? Uscire, parlare, bere… !

Perché diamine non gli aveva detto niente di tutto questo in aeroporto??

“Scusami di nuovo.”

“Un altro giro?”

“Ok.”

Bevvero in silenzio. Ushijima era impegnato a rispondere ad alcuni messaggi, Tobio allora si decise a leggere quelli di Shoyo, che nel frattempo erano aumentati.

Hinata-Boke
Ehi, ma che ti è preso?

Hinata-Boke
Eeeh? Esci con Japan?

Hinata-Boke
E da quando siete amici?

Hinata-Boke
… cioè… in effetti neanche io e te siamo proprio amici 🤔🤔… però ogni tanto siamo usciti insieme

Hinata-Boke
E dove ve ne andate di bello?…

Quello era l’ultimo che aveva ricevuto mentre era ancora per strada.

Poi ne erano arrivati altri 

Hinata-Boke
Ehm, promettimi che non ti incazzi… 🤗… ma tu trovi che Japan sia un bel ragazzo?

 

Tobio quasi sputò la birra che aveva appena assaggiato.

Ushijima, che era sempre al cellulare, al suo colpo di tosse  tirò su due occhi verdi, magnetici e attenti.

Diavolo, certo che era un bel ragazzo! 

Improvvisamente, per via della birra e delle sue preferenze sessuali, Tobio si trovò a valutare come possibile il fatto di poter provare attrazione per il suo opposto mancino.

Il suo mancino, proprio così, che faceva faville con le sue alzate.

Decise allora di osare

 

Tu
Beh, sicuramente ha un fisico da pallavolista vero e non in prestito come il tuo.

 

Che stronzo, stavolta riferito a se stesso.

 

“Tutto bene?” Chiese Ushijima

“Sì. Senti Ushijima… perché mi hai chiesto di uscire?”

Il mancino rispose senza starci troppo a pensare.

“Perché mi sembravi un po’ giù di corda, te l’ho detto. Non sono abituato a vederti così distratto.”

“Beh, ti ringrazio. In effetti mi ci voleva. Ogni tanto accuso la fatica, dopotutto questa è la prima divisione.”

“Posso dirti come la penso in tutta sincerità?

“Certo.”

“Se in squadra con noi ci fosse Hinata forse accuseresti di meno questo cambiamento così importante. Ti ci vorrebbe in squadra uno un po’ folle come lui.”

Tobio si lasciò sfuggire un sorriso a metà.

“Però anche tu non sei male, Ushijima.”

“E tu sei meglio di Oikawa.”

Sì! Pensò Tobio improvvisamente di buon umore. 

“Forse ora è il caso di andare, che ne dici?” Disse Ushijima infilando il giubbotto.

“Sì, meglio non fare troppo tardi.”

 

Mentre lui andava a pagare l’ultimo giro, Tobio non poté trattenersi

 

Tu
Ah, e dì al Grande Re che Wakatoshi ha appena affermato che alzo meglio di lui.
A proposito, ti ha fatto qualche altro complimento oltre a “bel culo”?

 

Ma solo dopo aver premuto “invio” si accorse di un messaggio precedente di Shoyo che non aveva ancora letto.

 

Hinata-Boke
Tu quindi credi che io non abbia il fisico? Si dà il caso che io ci stia lavorando come un matto!!
Oikawa lo ha riconosciuto, e continua a farmi i complimenti, tu piuttosto ingoieresti la lingua prima di ammetterlo!!


Tu
Senti, non è che semplicemente vuole provarci con te?

 

Aggiunse Tobio rispondendo proprio a quel messaggio. Era evidente che c’era qualcosa dietro quella rimpatriata, dietro i commenti sul fondoschiena e chissà che altro si fossero detti!

Shoyo restò in silenzio radio per i minuti successivi.

Tobio capì che poteva averci preso.

Accompagnò Ushijima alla metropolitana. Si salutarono all’ingresso e quando il mancino sparì nel tunnel che portava ai binari, Tobio tornò indietro e proseguì verso il suo appartamento.

Shoyo aveva continuato a scrivere 

 

Hinata-Boke
Credo di sì. Che ci voglia provare…

 

Tobio stritolò fra le mani il cellulare. Era certo che Oikawa avrebbe lanciato l’amo e… che Shoyo avrebbe abboccato

 

Tu
E tu?

 

Hinata-Boke
Sono confuso… E Oikawa non c’entra. Senti… ma a te questa cosa dispiacerebbe?

 

Tu
Vuoi sapere se mi creerebbe dei problemi sapere che avete fatto sesso?


Hinata-Boke
Non proprio… Voglio sapere se a te creerebbe dei problemise mi piacessero i ragazzi, punto… Ti sentiresti in imbarazzo?

 

Tobio si fermò sul ciglio della strada. Non poteva camminare e leggere, leggere e camminare, eppure pendeva dalle labbra di quel tappo di bottiglia.

Tu
Perché me lo chiedi?
E comunque, no… non sono affari miei

Hinata-Boke
A me non darebbe fastidio se tu…

Tu
Io cosa? Attento a come parli, boke!

 

A quel punto, il telefono squillò.
Uno sfondo sonoro, rumoroso, caldo... i suoni del Brasile che lo salutavano.

“Boke…”

“Tobio, ascoltami … a me Oikawa non piace in quel modo!!Non sento la sua mancanza, non sento il bisogno di parlare con lui tutti i giorni, di prenderlo in giro, di litigarci! Non… mi piace fisicamente. Non ci farei sesso. E soprattutto… non ho bisogno delle sue alzate ma delle tue!! Solo… delle… tue…”

La voce di Shoyo sembrava fatta di tante piccole onde che si sovrapponevano. Riusciva a parlarsi sopra anche da solo! Più unico che raro, il suo boke.

Suo e di nessun altro.

“E allora… sbrigati a tornare da me!”

Tobio non riconobbe invece la sua stessa voce, che suonava dura, tenera, imperiosa, impaziente, felice!

Tornerò, Cretiyama… ma tu nel frattempo… con Japan?...”

“Sei proprio un cretino!!”


****


“Wakatoshi… Davvero hai detto a Tobio-chan che alza meglio di me???”
“Era per una buona causa, Tooru.”
“Ti perdono solo perché mi manchi immensamente. E grazie per avermi retto il gioco, perché mi sono dovuto spingere fino a far capire a Shoyo che tu…”

“Tooru, sono stanco di nascondermi. Appena potremo incontrarci lo diremo a tutti… insieme.”

“Non vedo l’ora…”

“Secondo te la nostra strategia ha funzionato?”
“Certo che ha funzionato! Dovevi vedere la faccia del piccoletto quando gli dicevo che secondo me fra te e Tobio c’era chimica… e anche fisica!... È bastato il semplice sospetto… e poi due paroline giuste e ha vuotato il sacco. È innamorato di lui da tempo, stava cuocendo a fuoco lento…”

“E tu sei bravo con le parole.”

“Non solo con quelle, spero…”

“No… apprezzo anche quando restiamo in silenzio.”

Wakatoshi rise.

“Dèi, quando ridi io… non ci capisco più nulla!…”

“Tooru…” tornò serio.

“Sì…”

“Io voglio davvero che tutti sappiano la verità.”

“Cioè che come alzatore SONO PIÙ BRAVO DI KAGEYAMA?”

“Anche…”


(Fine)

   
 
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