Acque profonde
 
Aprile 1818, grotte di Postumia, Slovenia
–Vi dico che Luka è sparito nel nulla, capomastro!– mi ripetè Josip e la sua voce echeggiò tra le pareti della grotta, rimbalzando tra le altissime colonne calcaree, sparpagliate nella grade cavità che si apriva alla fine del cunicolo. 
L’apertura delle grotte, era prevista per l’indomani e quel fannullone di lampista aveva smesso di lavorare da ché, il suo collega, si era perso chissà dove; lasciando chilometri di gallerie al buio. 
–Dobbiamo andare subito a cercarlo!– strepitò Josip insistente.
–L’unica cosa da fare, signor Josip è non interrompere i lavori! L’apertura è domani e le grotte non sono ancora illuminate! Penseremo poi a cercare il vostro amico!–.
–Ma potrebbe essere ferito! Dobbiamo cercarlo immediatamente!–
–Non se ne parla, signor Josip. L’apertura ha la precedenza. Per di più, avete detto poco fa, che è stato egli stesso ad allontanarsi e a calarsi nel pozzo! Ne deduco, che non desideri essere salvato!– 
–Per tutti i diavoli signore! Siete impazzito? Uno dei vostri lampisti è disperso e voi non volete neppure andare a cercarlo!–
–Vi ho già spiegato che manderemo qualcuno, dopo l’apertura e non intendo perdere altro tempo discutendo con voi! Se tenete tanto al vostro collega, andate a cercarlo voi stesso! Ma badate bene: nessuna paga vi sarà retribuita per questo inappropriato spreco di energie!–. A quella frase, vidi i suoi occhi titubare: evidentemente l’incolumità del suo collega non valeva più della paga.
 
L’apertura delle grotte fu un successo. Visitatori da tutta Europa, camminavano tra le escrescenze calcaree, attraversavano grotte, strettoie e tunnel perfettamente illuminati, sino a raggiungere lo strapiombo di venti metri da cui proveniva il ruggito feroce del fiume che correva sotto i loro piedi. Tutto proseguiva alla perfezione e s’attendeva l’arrivo dell’Imperatore, quando d’un tratto, dalla penombra del precipizio provenne una voce: –Capomastro! Aiuto, capomastro!–.
 
Quando riuscimmo a ripescare Luka Cec dal precipizio; il lampista, con gli occhi sbarrati come quelli di un folle, ci disse: –Alla fine del pozzo ho nuotato in acque profonde e gelide; poi, sono risalito a galla e proprio lì, davanti ai miei occhi, c’era un nuovo mondo! Dovete credermi signore, c’è il paradiso là sotto!–.